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Racconti Erotici Etero

MILDA,LA PROFESSORESSA SCRITTRICE-01

By 26 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi scopavo Milda da un paio di mesi quando venne fuori che voleva coinvolgere anche una sua amica.
Avevo conosciuto Milda in bar di Cremona. Avevo ventisette anni e mi ero laureato da poco. Facevo lavoretti saltuari e avevo qualche soldo da parte. d’estate giravo molto con la moto. Una sacca,una tenda e via. Andavo per strade di campagna,provinciali,mai autostrade o roba così,mi fermavo dove capitava,dove si poteva. Ho visto tutto il nord Italia in moto e anche la Toscana e il Lazio. Durante quelle gite avevo incontrato qualche donna. A Milano ero andato con una prostituta. Era stato noioso,lei era bruttina e non parlava italiano. A Torino ho trombato con una studentessa svizzera molto carina. Bionda,bassa,occhi verdi. Mi ha portato nel suo appartamento di via Micca e abbiamo scopato tutta la notte. Era dolce e allegra,lo abbiamo fatto con lei sopra,quando godeva una smorfia le attorcigliava il volto giovanile.
A Mantova,in un pub,ho conosciuto Adele. Con lei &egrave stata una breve storia. Mi sono fermato in città più di una settimana. lo facevamo nella mia tenda al campeggio nel pomeriggio. Era divertente,il caldo asfissiante,la gente che passava fra le tende ci sentiva,sentiva i nostri rumori di baci,carezze,dita,figa,cazzo in bocca,leccate di fica. Scopare. Godere. Una volta venne uno del campeggio a dirci che non potevamo fare tutto quel baccano,c’erano delle famiglie,dei bambini. Una volta lo facemmo in pineta. Adele era una ragazza burrosa,dolce,con un grosso seno,un viso carino ma non bello.,era simpatica e divertente.
L’anno dopo a Cremona appunto,conobbi Milda. Pioveva fuori dal bar e faceva un freddo cane anche se eravamo al 3 giugno. Lei si lamentava del tempo sorseggiando un caff&egrave bollente corretto a rum.
Mi guardava in maniera strana. Occhi bassi,fissi sulla tazza,ma era come se potesse vedermi con un’angolazione particolare. Sorrisi e risposi di sì. ‘Tanto più che sono in moto..’
‘oh..’ fece lei.
Indossava una maglia di lana a collo alto. Una gonna corta scozzese,gambe senza calze,stivaletti col tacco. Aveva l’aria elegante e austera. Pelle molto chiare, capelli bianchi. Milda aveva più di cinquant’anni a giudicarla dal volto solcato di rughe,duro,ma al contempo elegante,signorile. Labbra rosse,occhi truccati di blu mi fissava ora apertamente. ‘Di dove sei,straniero?’
‘Monza.’
‘Giri la Lombardia in motocicletta? Non tropo originale direi..’
‘Non solo la Lombardia,ieri ero nel Friuli. Ho montato la tenda in un parco,per un paio di giorni. Ma mi annoiavo. Sai stambecchi,aria frdda la mattina,il latte di alcuni pastori,tutto qui..’
‘Oh,un ragazzo vecchio stampo..’ e sorrise maliziosa. Sembrava divertita da quella breve descrizione delle mie vacanze e al coltempo impressionata.
‘Diciamo di sì..ma sono anche uno aperto alle esperienze..’ risi. Rise anche lei.
‘Roberto’ mi presentai.
‘Milda..’
‘..nome insolito,ma bello..se non sbaglio &egrave la protagonista del romanzo Domeniche di maggio di Arthur M. Wallacy..’
‘Accidenti..complimenti..lo conosci?’
‘Sì,l’ho letto un paio di anni orsono. Milda &egrave una donna appena separata dal marito con il quale ha avuto una lunga e travagliata storia d’amore e ogni domenica di maggio va a far visita alla sorella,June o Jane,non ricordo che vive a Londra,una domenica conosce,Richard,un ragazzo di colore di Bristol che la seduce e conduce in un gioco di passione e lussuria sempre più avvilenti e hardore..fino all’epilogo..eccetera..’
‘Sì,quello,un buon libro,scandaloso per il periodo in cui uscì,il 1969,ma come immaginerai i miei genitori non potevano conoscerlo quando nacqui,perché non era stato ancora pubblicato..’
‘beh..certo,immagino di sì..’ ero vagamente imbarazzato.
Come se lo avesse intuito,mi chiese: ‘Quanti anni mi dai?’
’50. ‘ dissi ma si vedeva che mentivo.
‘Grazie,lo prendo come un complimento..ne ho 59..posso offrirti un th&egrave caldo..’ ed indicò fuori dal bar,dove pioveva a catinelle e il vento spazzava le strade deserte nella luce sempre minore della sera.
‘Ok. Grazie..’
Seduti parlammo a lungo. Milda era una donna curiosa,parlava in maniera forbita,accurata,con una bella voce calma,profonda. Mi fece molte domande e mi raccontò di lei. Era piacevole chiacchierare con lei e mi veniva facile raccontarle di me,del mio passato,del futuro che non volevo affrontare.
Lei era un’insegnante in pensione. Si era separata da 15 anni e viveva da sola. Parlammo anche di relazioni,la sua con l’ex-marito e lei mie,irregolari,giovanili. Le raccontai di Adele,se non ricordo male.
‘Dove dormirai stasera? Certo non puoi accamparti qui fuori..’
‘Vero. Pensavo ad una pensione economica..sai per non compromettere il budget..’ e sorrisi.
‘Perché non ti fermi da me,questa notte? Ho una camera per gli ospiti calda e accogliente..ok,abito un po’ fuori città,ma ho l’auto qui..ti va?’
‘Accetto!’ lo dissi con felicità,Milda mi intrigava,non era bella,né sexy,ma sapeva di donna che ha vissuto e sa come cavarsela nella vita.

Effettivamente la casa di Milda era fuori mano. Ci inerpicammo per una ventina di minuti sulle colline prima di sbucare in una lunga via sterrata che sbucava in un cortile di una piccola villa. Era buio,la pioggia era cessata,ma l’aria era pungente e umida,Milda,avvolta in uno scialle color panna morbido e elegante mi fece strada su delle scale strette. La casa era su due piani. Bella,accogliente,ben arredata. Si vedeva che lei era una donna di gusti raffinati ma essenziali. Mi dette un accappatoio e asciugamani puliti,shampoo e mi indicò la doccia. Rimasi a lungo sotto il getto di acqua calda per riprendermi,stirarmi,pulirmi e rilassarmi. Quando uscii dalla doccia Milda mi attendeva fuori dalla porta del bagno.
Nascosta nell’ombra,una figura esile,solo la capigliatura bianca splendeva nel buio,mi disse:
‘Spogliati..fai cadere l’accappatoio ai tuoi piedi e rimani fermo!’
Le sue parole nascoste alla vista apparvero subito come un invito,un ordine e una provocazione,la sua voce calda e perfetta mi fecero tirare l’uccello,quindi feci quanto mi aveva chiesto. Rimase a fissarmi a lungo. Nessuna parola. Deglutii. Andava bene per lei? No? Feci per dire qualcosa,ma come se avesse intuito mi fece il segno del silenzio con il dito sulla bocca. Quindi si alzò e mi raggiunse. Mi toccò il petto magro e le braccia. Fermò la sua mano sul mio petto. Non ero un ragazzo robusto,ma avevo fatto sport agonistico da ragazzo e il mio fisico non era male,avevo buoni addominali e muscoli non pronunciati,ma presenti,veri. Mi toccò ancora le braccia,fece scivolare le sue unghie laccate di rosso su e giù. Il cazzo divenne più duro. Lo vide. Mi toccò la pancia,quindi il pene,scese alle palle,le strinse con leggerezza,con dolcezza,con fare da una che sa cosa vuole e cerca. Mi sentivo al sicuro di fronte a lei,mi piaceva mi eccitava.
‘Voltati!’ ordino con una voce che però era un invito. Lo feci. Mi toccò la schiena,la strinse,passò le unghie anche su di essa,scese fino al culo. Vi mise le mani,lo soppesò,lo palpeggiò,con un tocco leggero ma piacevole e che operava come se non avesse fatto altro fino al giorno prima. mi infilò anche un dito nella fessura del culo,strappandomi un gemito leggero.
‘Vieni con me..’ mi dette la sua mano e nudo mi condusse in salotto.
C’erano molte foto di lei e copertine di riviste. ‘Sei anche famosa?’
‘Oh, lo sono stata,qualche anno addietro..avevo scritto un libro che aveva avuto molto successo sia in Italia che in Francia..’ ed indicò una cornice con la pagina culturale di un giornale francese che riportava una sua foto,più giovane,e un’intervista.
‘..gli altri libri però non sono andati come il primo..’
‘Come si intitolava?’
‘Colpe di altri..ma usavo uno pseudonimo, Rita Helli..’
Dissi che il titolo mi ricordava qualcosa ma che non lo avevo letto.
‘Te lo presto allora..dopo..’ e mi tirò a sé. Mi mise le mani attorno alla vita,mi schiacciò il suo corpo leggero e profumato di donna elegante,ricca,famosa(una volta almeno)e mi baciò con passione.
La sua lingua percorreva la mia bocca,annaspava,sondava cercava la mia lingua e trovandola esplose in un bacio lungo,appassionato,vibrante.
Ci baciammo a lungo,in piedi nel salotto,io nudo,lei vestita. Infilavo le mani nel suo maglione e le toccavo le tette. Non si staccava da me,mi abbracciava,teneva,ravanava di lingua nella mia bocca,vogliosa di affetto,di vita.
Quando sentii la mai erezione formarsi le presi una mano e la spinsi i basso. Lei toccò il mio cazzo. Lo avvolse nelle sue mani ossute,gracili ma capaci di palpeggiarmi con cura,con esperienza.
Mi staccai da lei.
Sorrise.
Mi teneva il cazzo.
‘Vieni..’ sussurrò. Mi trascinò(io e il mio cazzo)verso una poltrona di pelle gialla. Si stese e si alzò la gonna. Tolse la maglia e il reggipetto. I suoi seni erano bianchi,la pelle intorno abbronzata,dolci,morbidi,indifesi. Li baciai e strinsi i capezzoli fra i denti,succhiavo e tiravo. Lei approvava. La bacia sulla bocca e mi spinsi in basso.
Si era tolta le mutandine e mi stringeva con forza,come impaurita,ma anche decisa a non lasciarmi andare.
Le baciai la figa,depilata,morbida,odorosa di donna.
La leccai come un piccolo cagnolino arrapato.
Leccai e baciai.
Milda venne contro di me sussultando,inarcandosi,gemendo.
Bevvi i suoi umori caldi e infilando un dito nella sua figa capii quanto era calda e bagnata.
Decisi di prenderla sulla poltrona gialla. Le infilai il mio cazzo dentro e presi a pomparla. Lei rideva,urlava,godeva. Io la trombavo. Lei diceva ancoranacorancoraaaancoraaa mi serrava le mani alla schiena,godeva del mio scoparla. La sbattei a lungo,quindi la feci voltare e sondai il suo culo. Era un buco stretto all’apparenza,rugoso,grigio. Lo baciai e lo leccai. Lo feci aprire piano piano,succhiando,leccando da vero amante devoto. Le ficcai un dito dentro,quindi un altro. Milda si passò un dito nella figa e raccolse gli umori di una seconda venuta mentre le leccavo il buco del culo. Poi col dito si fece strada da sola nel buco del culo. ‘Prendimi dietro,cowboy..’
Appoggiai la cappella e provai a spingere. Ma non era semplice. Lei si passò ancora un dito fra la calda passerina e lo rificcò dentro il culo:
‘Roberto,sfondami tutta,ti prego,fallo’prendimi cowboy,andiamo..’
Lo spinsi avanti. La cappella entrò un poco. Spinsi. Dentro la prima!
‘Ficcamelo in culo,ragazzo!!!’ gridò lei.
Spinsi e forzai,il culo si aprì come una voragine e lo accolse dentro. Non avevo mai visto una cosa del genere. mai. La inculai. La sbattevo da dietro contro la testa della poltrona gialla e lei ripeteva: fottimiragazzofottimiRAGAZZO,fotttimiiiiiii
Le venni sulla schiena,lei si accasciò a terra e si godette un orgasmo anale pazzesco. O almeno fu quello che mi disse una volta a letto qualche minuto dopo. ‘Mi aveva sfondato il culo un ragazzo di colore della base militare di Aviano. Un fustaccione povero in canna che mi scopavo tempo. Gli piaceva buttarmelo nel culo e anche a me piaceva prenderlo..tu? lo hai mai preso nel culo?’
‘Io?’
‘Sì..
‘..una volta..

Continua.
Per suggerimenti,commenti,critiche: dorfett@alice.it

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