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Racconti Erotici Etero

MIRIAM E L’ISTRUTTORE DI SCUOLA GUIDA

By 11 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Miriam era felice, aveva da poco compiuto 19 anni e stava per realizzare il suo sogno e cioè prendere la patente di guida. La cosa non era vicinissima perché doveva frequentare il corso, prendere le lezioni con l’istruttore e poi passare l’esame……era un po’ preoccupata ma fiduciosa per il buon esito della vicenda……

Oggi aveva la prima lezione ed era un po’ agitata. Aspettava che arrivasse l’istruttore con la macchina ed era in attesa insieme a due altri ragazzi (un maschio e una femmina). 

Quando arrivò fu subito incuriosita da lui. Si poteva dire che fosse un uomo interessante, di bell’aspetto, brizzolato, sulla cinquantina e miracolosamente lo trovò abbastanza simpatico. Il posto alla guida toccò per prima alla ragazza che era con lei e lui cominciò pazientemente a illustrare i comandi, le diceva cosa doveva fare, dove girare….freno, frizione, freccia, gira  a destra, a sinistra, cartello di divieto…….come era tutto complicato Miriam cominciò a preoccuparsi. La cosa continuò con l’altro ragazzo e già Miriam si sentiva confusa sempre di più….

Quando toccò a lei era completamente nel pallone e non riusciva nemmeno più a sentire cosa diceva l’istruttore….cominciò a sbagliare una cosa dopo l’altra quando lui le prese il braccio e le disse di calmarsi che sarebbe andato tutto bene. “Respira profondamente” le disse, “e ricominciamo.” Mentre diceva così le sembrò che lui le accarezzasse il braccio, forse era solo una impressione. La lezione continuò fra alti e bassi e lei sbagliò a mettere la marcia, allora lui le mise una mano sulla gamba mentre le spiegava cosa doveva fare. Quella mano la turbava, sembrava che la accarezzasse…….poi successe che la mano si fece più ardita e in altra occasione le sfiorò il seno. Quando successe a Miriam battè forte il cuore, avrebbe dovuto essere indignata e invece era turbata, piacevolmente turbata. Si disse che doveva aver frainteso e continuò la lezione.

Il giorno dopo all’appuntamento con la lezione di guida non c’erano i due giovani della volta precedente, ma era sola. L’istruttore le spiegò che aveva preferito farle lezione senza nessuno, perché sentiva che gli altri passeggeri la distraevano e per imparare è meglio che fosse sola. Procedettero come al solito nel traffico, lei sbagliò diverse volte, non riuscì a fare entrare la marcia, le manovre le trovava difficili e ad un certo punto si fermarono in un parcheggio isolato fuori mano per vedere se senza traffico lei sarebbe stata più sicura di sé. Da fermi l’istruttore cominciò a spiegare come andava maneggiato il cambio e il freno a mano e per dimostrazione le prese la mano portandola sulla leva del cambio. Lei era agitatissima, cominciò a sudare, si sentiva eccitata a contatto con quella mano posata sulla sua e leggermente prese a tremare. Lui se ne accorse e le levò la mano dal cambio sempre tenendola e un po’ alla volta la sposto sulla sua gamba.. Lei fece un po’ di resistenza, ma solo un po’ e si senti trasportata per il polso prima sulla coscia dell’uomo e poi sempre più su…….il cuore le batteva sempre di più…….si , si…voleva andare dove lui la stava portando e ci arrivò.  Quando ebbe la mano di lei sull’inguine, lui la lasciò per vedere se lei si ritraeva, ma lei non lo fece. Sotto la mano sentì che l’oggetto del desiderio si muoveva, si gonfiava, si allungava…….il cuore le batteva da scoppiare e afferrò quel cazzo già duro che sembrava volesse sfondare i pantaloni. Lui allora mise in moto e si spostò in un angolo più riparato di quel parcheggio di periferia semideserto……era il tardo pomeriggio e si faceva buio……lei aveva sempre la mano posata sul suo rigonfiamento, ma desiderava liberare quel serpente che scalpitava.

Lui tirò giù la lampo dei pantaloni e lo tirò fuori fino a scoprire anche le palle e poi  chiuse gli occhi e appoggiò la testa al sedile. Lei guardò quel cazzo imponente che ora stringeva in mano……non era il primo che maneggiava….era pratica di cazzi…..a scuola praticamente aveva assaggiato molti cazzi dei compagni di scuola e tutti la ricordavano come l’assetata di sborra, perché non perdeva l’occasione per ciucciarne uno fino a farsi sborrare in bocca……non cadeva una goccia perché lei beveva sempre tutto e ripuliva gli uccelli con la lingua per non perderne nemmeno una goccia….Quando si era fidanzata finalmente aveva fatto sesso per davvero e anche lì si era dimostrata insaziabile…..ne voleva ancora e ancora fino a che il suo ragazzo non ne poteva più e non le bastava mai, tanto è vero che ne frequentava due di ragazzi per avere sempre un cazzo duro a disposizione…….e non aveva tabù…..dava indifferentemente la fica come il culo o la bocca, per non fermarsi nemmeno durante i giorni del ciclo.

Ma con un un uomo di mezza età non era mai andata e per questo oggi provava una nuova emozione…..Anche lei si appoggiò allo schienale del sedile e con la mano sinistra cominciò a fare su e giù tenendo quel notevole cazzo in mano che sentiva indurirsi sempre di più. Man mano che lo menava sentiva che la punta si bagnava e cominciavano a formarsi gocce viscide di piacere….. Questo la spinse ad intensificare il ritmo del su e giù mentre si sentive gocciolare internamente….. la sua fica doveva essere un lago….. Ad un tratto sentì le dita della mano destra di lui che le spostavano le mutandine….e piano si immersero in quel lago viscido che era ormai la sua fica. Gemette lui e gemette lei…..le dita le massaggiavano il clitoride scivoloso e denso dei suoi umori e presto sentì arrivare l’orgasmo……strinse le labbra e quasi le morse per non urlare… venne e quasi le mancò il fiato dalla violenza della sensazione, mentre le dita di lui non si fermavano, le accarezzavano le labbra, la penetravano……la facevano venire una seconda volta. Miriam non aveva messo di menarlo e continuava la sega sempre più violenta mentre lo stringeva sempre di più…..anche lui emise un lamento e cominciò a spruzzare e più lei stringeva più lui spruzzava fino a che la fermò, perché lei come impazzita non si sarebbe più fermata….. La sborra le colava sulla mano e aveva schizzi sulla maglia e sui pantaloni……prese un fazzoletto e cominciò a pulirsi….si leccò la mano e quello che recuperò lo ingoiò tranquillamente……Anche lui quando si fu ripreso si pulì e in breve riacquistarono padronanza. Come se niente fosse lui fece rimettere in moto e arrivarono in breve alla scuola guida dandosi appuntamento alla prossima lezione.

Ovviamente anche stavolta Miriam fece da sola le lezione di guida e tutto andò come se niente fosse successo la volta precedente. Lei cercava di stare attenta ad eseguire bene la guida, ma in fondo era leggermente delusa che non fosse successo niente, fino a quando arrivarono al parcheggio dell’altra volta e lui la fece dirigere nel solito angolo al riparo da occhi indiscreti, anche perché al solito si stava facendo buio. Senza parlare lui inclinò il suo sedile, le mise una mano sulle cosce (la piccola troia aveva indossato una gonna corta senza collant per facilitare il compito) e cercò la sua fica….lei sentì un calore anomalo avvamparle il ventre e si protese…..credeva quasi di essersela fatta addosso da tanto che si sentiva bagnata, ma erano solo i suoi umori che erano così abbondanti che quasi le gocciolavano. Lui spostò le mutandine e nemmeno le levò, si chinò col viso verso la sua fica e annusò profondamente l’odore di sesso che emanava. Lei allargò le gambe e lui si avvicinò sempre di più con la bocca, le allargò le labbra con le dita spostando i peli, e passò la lingua lungo il solco, riempiendosi la bocca del suo viscido e appiccicoso piacere che le colava copioso, come avesse sborrato…….Lei gemette, mentre la lingua di lui andava su e giù, le titillava il clitoride, dava dei piccoli colpi e lo risucchiava, cosa che la faceva godere ed emettere sempre più di quella sostanza biancastra che doveva avere ormai impastato la lingua dell’uomo. Cominciò a tremare, ma quella lingua non smetteva, la confondeva, sentiva arrivare l’orgasmo……sembrava un cazzo che le stava devastando la fica, invece era solo una lingua, ma un cazzo lo voleva disperatamente…..due, tre….ne avrebbe voluto mille……sentirne l’odore anche pungente, anche di piscio…non le importava purchè fosse un cazzo……l’orgasmo arrivò travolgente, si inarcò, apriì la bocca come per gridare, ma lui subito le mise una mano davanti premendola per impedirle di emettere suoni……..si sentiva soffocare, si dibatteva…….ne voleva ancora, voleva ancora la sua lingua nella fica e mugolò fino a quando non si rilassò stanca e lui potette lasciala libera. Ora pensava che lui la baciasse, che fosse un po’ gentile, ma come si fu calmata lui si sollevò e tirò fuori il cazzo, poi la prese per la nuca e la spinse per farla abbassare. Lei sorrise……voleva un pompino? Sarebbe stato il migliore che avesse mai ricevuto…….ma lui fu abbastanza violento, la spinse con forza giù fino a farglielo ingoiare tutto e poi cominciò a spingere la sua testa su e giù….lei voleva liberarsi quasi, farlo più dolcemente, ma lui continuò……la spingeva verso il basso e contemporaneamente se lo menava violentemente…si segava sulla sua bocca spalancata e lo faceva anche quando il cazzo era dentro quasi in gola, sicchè lei non poteva quasi prendere fiato per respirare. Si segava con la sinistra e spingeva giù la sua nuca con la destra, sempre più veloce, sempre più veloce…gli occhi di lei lacrimavano per lo sforzo, le guance le si gonfiavano ogni volta che il cazzo picchiava lungo le pareti interne, riusciva ad aprire la bocca solo per respirare, fino a quando all’improvviso lui sborrò……non smise di segarsi mentre stringeva il cazzo sempre di più, per cui gli schizzi erano oltremodo violenti per la pressione esercitata sull’asta del pene e le andarono in gola e quasi la soffocarono….tossì, ma lui non smise, per cui alcuni schizzi la colpirono in faccia, mentre lui le spingeva la nuca perché la prendesse tutta in bocca…..perchè non le andasse di traverso fu costretta ad ingoiare tutto fino a che lui non si fermò sazio. Era ridotta in uno stato pietoso….dagli occhi era colato tutto il trucco, il rossetto era sbavato, ma lui le disse di sbrigarsi a sistemarsi perché era in ritardo per la lezione successiva.

Lei voleva un po’ di tenerezza, ma lui brusco le disse “Bellezza……tu guidi come un cane , ma se vuoi avere qualche speranza di passare l’esame devi essere gentile con me”. A lei cascò il mondo….pensava di piacergli, che si fosse un po’ innamorato, invece era solo uno sporco ricatto. A questo punto era sicura che se si fosse in seguito tirata indietro, non avrebbe mai passato l’esame, a meno di non cambiare scuola guida e non aveva intenzione di farlo, perché aveva bisogno della maledetta patente……Avrebbe continuato a subire…pazienza.

Il giorno dopo stranamente la lasciò stare, ma la cosa risuccesse ad un’altra lezione. Lei malgrado tutto era confusa e nello stesso tempo attratta……Non andava mai in pantaloni o con vestiti  che non si potessero scostare facilmente….sempre gonne corte, camicette coi bottoni….insomma sempre pronta per essere usata. Aveva solo 19 anni, ma la malizia non le mancava…aveva già un fisico prorompente, grosse tette e culo importante e faccia tosta a non finire. Certo non era la timida ragazzina impreparata e tutto quello che faceva la trovava consenziente.

Una volta che era più buio del solito, quando arrivarono al consueto parcheggio lui si spostò sui sedili dietro e la invitò a seguirlo. Lei si sedette al suo fianco e aspettò. “Togliti le mutandine e vieni sopra di me” le disse lui. Lei ubbidì senza fiatare e quando fu seduta sopra di lui sentì che lui avevo giù liberato il cazzo, quel grosso salame che tanto le piaceva……Intanto lui le sbottonò il reggiseno e la camicetta e prese in mano i suoi grossi seni e cominciò a baciarli e succhiarli. Miriam subito si sentì avvampare, il desiderio la travolgeva, il basso ventre le diventava bollente e le pareva di essere bagnata come se se la fosse fatta addosso….i capezzoli le dolevano, duri come punte d’acciaio mentre lui li succhiava e li mordicchiava con le labbra. Mise la mano tra le gambe e si trovò a navigare in un mare melmoso e viscido, le labbra della sua fica erano dilatate e gocciolavano…trovò il cazzo di marmo duro e lo afferrò. Cominciò a strofinarlo lungo la vagina per inumidirlo, ma in attimo era diventato scivoloso a tal punto che quasi le sfuggiva e poi all’improvviso sparì….la sua fica dilatata e fradicia lo aveva risucchiato all’interno…era una meravigliosa sensazione…..si sentiva fare cic ciac da tanto che era bagnata e di colpo le penetrò fino in fondo.Lei cominciò a ruotare il bacino mentre lui spingeva……le pareti della vagina erano strettamente a contatto perché era grosso, ma erano talmente scivolose e allargate che ne avrebbe potuto contenere addirittura due. Miriam si sollevava e si lasciava ricadere giù, ruotava, dava colpi e anche lui sembrava una macchina instancabile da come la sfondava metodicamente. Quando andava a sbattere in fondo contro le pareti dell’utero, l’asta del cazzo strofinava contro il clitoride che si ripiegava verso l’interno e le deva sensazioni erotiche che le perforavano il cervello da tanto che erano violente. Si sentiva trapanata da una trave, ma non le bastava mai, si agitava sempre più freneticamente quando l’orgasmo scoppiò repentino….si sentì quasi svenire da tanto che le girava la testa e si abbattè all’indietro, i seni oscillanti che lui non aveva mai smesso di stringere….era come svuotata, ma quel cazzo non rallentava e continuava con i suoi colpi avanti e indietro regolari. Poi accelerò, divenne rapidissimo..”Vengo” sussurrò lui e cominciò a schizzarle dentro….una volta, due, tre…sentiva i getti caldi e ognuno le procurava altro piacere e non capiva nemmeno se aveva avuto un altro orgasmo……Restarono muti e abbracciati ancora un po’, fino a che lui non cominciò a ritirarsi e si sfilò….Nel farlo cominciò a gocciolarle sborra copiosa dalla fica e allora lui le comandò “Puliscimi adesso e non sporcare la macchina”. Lei ubbidiente si chinò e comincio a leccare la sborra dovunque fosse…..sui pantaloni di lui, sul sedile, gli succhiò il cazzo e ingoiò tutto quello che poteva….si mise le dita nella fica raccogliendone altra e portando le dita alla bocca per leccarla….si era fatto al solito tardi e dovevano rientrare alla scuola guida.

Le lezioni volsero al termine e l’ultimo giorno lui le disse che non era ancora pronta, che doveva impegnarsi ancora e fare un piccolo sforzo per essere promossa……Miriam capì che quel giorno era richiesto qualcosa di più, ma era pronta a tutto. “Ho possibilità di essere promossa all’esame?” chiese e lui rispose “Guidi ancora male ma se ti impegni qualche possibilità ce l’hai”. Era pronta a tutto pur di smetterla con la scuola guida e passare l’esame, ma dopo la lezione giunti al parcheggio non sapeva ancora cosa doveva aspettarsi. Piovigginava quel giorno e c’era ancora meno gente quando si fermarono. “Devo pisciare e intanto togliti le mutande e passa dietro” disse lui e uscì dalla macchina per liberarsi subito, tanto non c’era in giro nessuno……la strada era semideserta, non c’erano negozi vicino, non c’erano lampioni ad illuminare quell’angolo buio dove mettevano sempre l’auto. Pisciò a lungo con grande soddisfazione e poi rientrò. “Ora succhiamelo”.  Che stronzo , pensò Miriam tra sé e sé…..se pensava di sconvolgerla a chiederle di mettere in bocca un cazzo ancora gocciolante di piscio, si sbagliava di grosso….non aveva alcun problema e poi lo aveva già fatto col suo ragazzo e non una sola volta. Si avventò sull’uccello e cominciò a leccargli la cappella col suo gusto amarognolo e il suo odore forte, guardandolo negli occhi con atteggiamento di sfida mentre lo faceva. Lui le disse di mettersi a cavalcioni come l’altra volta e lei si illuminò…..pensava di dover fare solo un pompino, ma la scopata come l’altra volta la attizzava e inevitabilmente cominciò a bagnarsi all’idea.

Montò sulle sue gambe rivolta verso di lui e subito gli cercò il cazzo per infilarselo dentro….. Cominciò a farlo scivolare tra le labbra della fica già fradicia e strusciare la cappella sul clitoride e e sull’ingresso della vagina. A quel punto il cazzo era già piena dei suoi viscidi umori che le gocciolavano e perciò ben lubrificato per entrarle dentro. Ma lui lo prese in mano e allontanò le sue…..prese a sua volta a farlo andare su e giù lungo le grandi labbra gonfie e umide di lussuria e poi avanti e indietro dall’ingresso della fica al perineo all’ano….Miriam sentiva sbrodolare; il suo nettare viscido riempiva la cappella di quel cazzo stupendo e lui muovendosi la spargeva in tutta la zona limitrofa….non ne poteva più, quasi stava per supplicarlo di fotterla selvaggiamente al più presto,invece di stare a giocare passando dalla fica al buco del culo….. Lui si fermò in effetti, ma non era proprio in posizione per scoparla e giocherellava con la punta ruotandola tutto intorno all’ano. Dai fottimi….pensava lei..non ne posso più…e lui cominciò a spingere, ma allargandole lo sfintere un po’ alla volta, facilitato nella cosa dalla lubrificazione abbondante di Miriam. “No….nel culo no” disse lei, ma lui le tappò la bocca col palmo della mano e cominciò a spingere, a spingere….Il cazzo entrava con difficoltà, era troppo grosso, ma piano piano,centimetro dopo centimetro andava sempre più in profondità. Miriam pensava che fosse troppo grosso, non poteva entrarle nel culo…le faceva anche male. Aveva già fatto sesso anale un paio di volte, ma il suo ragazzo aveva un pisello normale, non una bestia come questo. E intanto lui continuava a spingere…..lei aveva il viso sofferente ma non demordeva e cercava in tutti i modi di facilitare l’introduzione…..si era seduta letteralmente sul cazzo e il suo peso la trascinava in giù facendolo entrare. Gocciolava dalla fica come una cagna e un rivolo biancastro le scivolava fuori e andava sopra l’asta dell’uccello contribuendo a lubrificarla e favorendo l’introduzione. Arrivò col culo a toccare le palle……era tutto dentro…..ora veniva il bello. Cominciò a fare su  e giù col bacino per farlo andare dentro e fuori e si meravigliava quando lo vedeva fuori……era almeno 24 centimetri… come poteva andarle tutto dentro nel culo? Ma ci andava….e si sentiva squartare. Piano piano la sensazione divenne sempre più piacevole……si toccò la fica sempre più bagnata e sentì il clitoride che era teso come un chiodo. Le sue dita rimasero lì e cominciò a massaggiarla di continuo, come un onda….il cazzo andava su e giù dal culo e le dita dentro e fuori dalla fica…..al solito le ci volle proprio poco per arrivare all’orgasmo……non lo aveva mai provato così intenso mentre lo aveva nel culo….cominciò a vibrare e lo sfintere anale a contrarsi e a rilasciarsi mentre godeva….le contrazioni facevano su di lui l’effetto di una mano che gli facesse una sega stringendolo ciclicamente…..venne anche lui e cominciò a schizzarle sborra nel retto. Lei sembrava impazzita alla sensazioni di questi schizzi bollenti dietro, si continuava a menare la fica e venne nuovamente così intensamente che si abbattè sul petto di lui quasi senza forze…….

Lui la fece riposare per un paio di minuti, poi le ricordò che doveva pulirlo…….Lei lo guardò con aria supplichevole “anche stavolta?” disse “non puoi adoperare un fazzolettino di carta?”. “NO” le rispose lui…..”ricorda che c’è la prova di esame da sostenere….devi assaggiare il sapore del tuo culo…….se non eri pulita cazzi tuoi…” Lei lo odiò in quel momento, ma eseguì tutto alla perfezione, raccogliendo come al solito e ingoiandola anche la sborra che era scivolata sulle palle quando il cazzo era uscito.

Naturalmente Miriam passò l’esame e non rivide mai più il suo istruttore di guida, ma quell’uomo le è rimasto impresso anche se era un grande stronzo, un porco ricattatore…..Oggi sono passati quasi 40 anni da quegli avvenimenti, Miriam è sposata, è felice con suo marito, ha avuto anche altri uomini e non ha perso l’occasione di grandi abboffate di sesso quando si è presentata l’occasione giusta. Le è sempre piaciuto essere un po’ troia e sa che suo marito tendenzialmente è un cuckold che la guarderebbe volentieri mentre si scopa altri uomini, ma lei non si pronuncia…. aspetta che capiti l’occasione. Alla sua età è ancora una formosa donna piacente e capace di performance sessuali fantastiche e non ha perso l’abitudine di bagnarsi ampiamente per l’eccitazione. Quante volte ha ripensato agli incontri con l’istruttore……ancora oggi si eccita e si bagna la fica come una cagna quando ci ripensa. Non lo confesserebbe mai, ma si è masturbata varie volte ripensando a quei momenti……a quel grosso cazzo che la perforava e che le entrava a stento in bocca e ne sente ancora il sapore. Ogni tanto lo vede ancora mentre chiude gli occhi e le mano subito le parte a carezzarsi i seni sempre più abbondanti, mentre l’altra fa scivolare più dita dentro la vagina fino a procurarsi il sollievo e la pace dei sensi.

 

 

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