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Racconti Erotici Etero

Moglie porca trova compagnia….

By 10 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Andai a fare la spesa al solito supermercato e tornai prima del solito.
Facendo la segretaria, avevo molto tempo libero e lo usavo per prendermi cura della casa, fare la spesa e per i miei hobbies.
Io e mio marito non avevamo avuto figli e questo mi faceva sentire molto sola… la casa quasi sempre vuota, lui che restava fino a tardi nel suo studio e appena arrivava si fiondava nel letto a dormire, mentre io rimanevo assetata di un suo bacio, una sua carezza.
Mi ripeteva che ero bellissima, che i quarantadue anni che avevo me li portavo splendidamente, ma i nostri momenti di intimità restavano molto rari.
A un certo punto bussarono alla porta.
Guardai nello spioncino e vidi il viso di un ragazzo mulatto.
Io non sono razzista, ma non conoscendolo assolutamente e intimorita dalla possibilità che potesse essere qualcuno di pericoloso (la nostra villa era molto appetibile e già due volte avevamo subito dei furti), non aprii.
Gracile e magra come ero, non avrei potuto fare nulla.
Poco dopo squillò il telefono.
“Tesoro, dove sei?”
Era mio marito.
“Come dove sono? A casa!”
“Il giardiniere mi ha detto che sta bussando da cinque minuti ma non apre nessuno….”
“Scusa ma… non mi avevi detto che doveva venire qualcuno a sistemare il giardino.”
“Beh ora lo sai… quindi vai ad aprire. Già per questa cosa ho perso cinque minuti e come sai, per il mio lavoro non me lo posso permettere.”
Lavoro, lavoro… sempre lavoro.
Lo salutai fredda e attaccai.
Aprii la porta e mi trovai davanti un bel ragazzo mulatto, muscoloso, con jeans e maglietta attillata, che mi sorrideva.
Istintivamente gli sorrisi anche io e lo invitai ad entrare.
Non appena mi passò davanti sentii il suo forte odore di dopobarba e sudore e mi eccitai.
I miei capezzoli si indurirono contro la mia maglietta.
“Mi dispiace che si &egrave spaventata.” disse lui, in un italiano quasi perfetto “Avrei dovuto telefonarle prima di venire.”
“Non si preoccupi! Vuole una tazzina di caffé con panna e qualche dolcetto prima di cominciare?”
“Volentieri!” mi rispose lui, e mi fissò da capo a piedi.
Probabilmente si era accorto dei miei capezzoli duri…arrossii all’istante.
“Ma non me lo faccia adesso, magari dopo che ho finito. Prima il dovere e poi il piacere!”
Scese giù in giardino e io gli mostrai dov’erano gli attrezzi.
Lui iniziò a lavorare di gran lena, mentre io pensai bene di andare a farmi una doccia, visto che ero sudatissima.
“Signora io ho finito!” sentii urlare non appena uscii dalla cabina.
Mi infilai l’accappatoio e andai a vedere: in appena tre quarti d’ora, aveva fatto un lavoro fantastico!
“E’ stato davvero bravo! Adesso le preparo il caff&egrave!”
“Se non le chiedo troppo, potrebbe darmi anche un bicchiere d’acqua?”
“Certo, venga in cucina con me, mi faccia compagnia!”
Bevemmo il caffé in silenzio, poi andai a prendere i soldi.
“Mi scusi io… ho solo… mi sono accorta che mio marito non mi ha lasciato tutto quello che le devo e nel mio portafoglio… sa ho appena fatto la spesa… ho solo 20 euro… però non si preoccupi, vado subito al bancomat qui vicino e faccio un prelievo!”
“Mi dia i 20 euro intanto…”
“Certo, certo!” gli porsi subito le banconote.
“Il resto non importa… se fa una piccola cosa per me…”
“Cosa?”
“Non mi prenda per un maniaco… vorrei toccarle il seno!”
“Ma &egrave impazzito??! Cosa sta dicendo?!”
Arrossii all’istante, non so se più per l’imbarazzo o per l’eccitazione.
Il modo in cui me l’aveva detto… quel tono così basso e sensuale… e le sue mani che ancora stringevano il rastrello… me le immaginavo addosso, su tutto il mio corpo.
“Lo so che lei mi vorrebbe… ho visto i suoi capezzoli indurirsi non appena sono entrato. Perché deve fingere che non &egrave così?”
“Ma io sono una donna sposata, come si permette! Non sono una troia!”
“Non mi permetterei mai di definirla tale….una donna aperta, sensibile al richiamo della carne, e senza inibizioni, non &egrave mai troia!”
“E chi lo dice che io sia quel tipo di donna, scusi?”
“Mi sta fissando il pene da quando &egrave tornata. Almeno cerchi di essere più discreta.”
Prima che potessi urlare e cacciarlo di casa, mi abbracciò da dietro e cominciò a baciarmi sul collo, con le sue labbra grandi e succose.
Non tentai nemmeno di resistere….
Mi slacciai l’accappatoio e lo lasciai cadere ai piedi.
Le sue mani percorsero le mie spalle e trovarono subito i miei capezzoli durissimi, in fiamme…li strinse con le dita, li pizzicò…
“Cosa stiamo facendo….”
“Si lasci andare…. si fidi di me”
Il ragazzo mi fece girare verso di lui e dopo avermi baciato, affondò la bocca tra le mie tette e le leccò avidamente.
Sembrava adorare il sapore della mia pelle.
Il suo cazzo intanto, premeva per uscire contro i suoi pantaloni… non potevo non accontentarlo!
Senza troppi preamboli, gli slacciai i pantaloni e gli abbassai le mutande.
Il cazzone dritto uscì fuori… così invitante, con la cappella lucida già scoperta…almeno 18 cm di carne viva e pulsante!
Il bel mulatto, di cui non conoscevo ancora il nome, mi spinse la testa verso di lui.
Sospirò quando mi abbassai e la mia lingua iniziò a leccare la mia cappella.
Cominciavo a bagnarmi, mentre ero inginocchiata di fronte a quel cazzo magnifico.
Avevo sempre desiderato provare un ragazzo aitante e giovane come lui, e adesso ne avevo la possibilità.
La mascella quasi mi si slogava mentre lo prendevo in bocca per succhiarglielo tutto.
Una sensazione che non avevo mai provato con nessuno, nemmeno con mio marito, che tutto sommato, quando si “svegliava”, era un ottimo scopatore.
“Andiamo in salotto… qui possono vederci…”
La mia cucina aveva due finestre che affacciavano sulla strada… era vero che a quell’ora non passava mai nessuno, ma meglio non rischiare.
Una volta seduti sul divano, ripresi a ciucciare quel bellissimo cazzo.
Lui mi aiutò, spingendo il bacino verso la mia bocca, al ritmo con le mie succhiate… mmmh… sentivo la pelle che scendeva e gli scopriva ancora di più la cappella.
“Adesso vorrei assaggiarla io….si stenda e allarghi bene le gambe”
Feci come mi diceva, fremendo, e subito mi trovai la sua lingua che saettava nella mia fica bagnata.
Quando lo faceva mio marito, controvoglia (sembrava quasi dovesse farmi un piacere), era come se leccasse un gelato.
Lui invece leccava il buchino tutt’attorno e titillava il clitoride con la punta della lingua, lo succhiava… regalandomi sensazioni magnifiche.
Venni dopo poco, e lui se ne accorse perché aumentò le leccate e afferrò forte il mio culo.
“E’ davvero buono il suo sapore… mmmmh…”
“Perché non ci diamo del tu… ormai…”
“In effetti…hai una fica deliziosa tesoro!”
“Così va meglio…”
“Ho una voglia matta di scoparti, di riempirti la fica con il mio cazzo.”
Detto questo, lui si alzò e appoggiò la sua cappella umida sul mio buchino.
Lo strofinò per un po’ e poi lentamente lo fece entrare dentro, mentre io sospiravo…e allargavo ancora di più le cosce per farlo penetrare tutto.
Quel cazzone enorme mi stava spalancando la fica come non era mai successo.
All’inizio mi faceva male, mi stava aprendo in due… poi quel dolore si trasformò in una bellissima sensazione di piacere e pienezza.
“Ti fa male piccola??”
“No… non più… spingi dai… chiavami… voglio sentirti dentro fino in fondo…”
Strinsi forte le cosce attorno al suo corpo per sentirlo tutto.
Lui cominciò a chiavarmi con vigore, a sbattermi il suo cazzone dentro e fuori… dentro e fuori… una scopata da animali.
Mi guardava mentre io sospiravo e gemevo e gli imploravo di non smettere.
“Ti piace eh?… Lo sapevo che eri una porcellina… l’ho capito da come mi guardavi.”
Mi strizzò i capezzoli e li titillò con la punta delle dita.
“Quanto sei bagnata… sei un’amante dei cazzi grossi che ti sfondano la fica, vero?… Ora te lo faccio sentire bene quanto &egrave duro…tutto per te!”
Lo tirò fuori lentamente e poi lo fece entrare ancora più piano… facendomelo sentire tutto… le sue vene che pulsavano, la sua cappella grossa che stava per esplodere.
Era una tortura per me, presa da un piacere unico ma senza poter venire.
“Dai… dai… scopami come prima… chiavami come una cagna in calore… sto scoppiando… daiiii!!”
“Prima voglio che mi dai il culo…”
“Cosa?”
“Si, il tuo bel culetto! Non appena l’ho visto ho desiderato infilartelo tutto dentro… ”
“Ma io… &egrave tanto che…”
Lui tolse il cazzo dalla mia fica assetata di piacere e lo mise tra le mie chiappe.
Strofinò bene la cappella sull’ano… avevo paura che volesse penetrarmi.
“No… ti prego, non ancora…ce l’hai enorme!”
“Non ti preoccupare piccola, non voglio farti male”
Mi spalancò le natiche con le dita e sputò sul mio ano… poi lo leccò e ci mise un dito dentro.
“Hai un po’ di vasellina?”
“Si, nel bagno, nel secondo cassetto!”
Erano secoli che non usavo la vasellina… già era tanto se mio marito mi chiavava nella posizione canonica.
Due colpetti ed era finito.
Diavolo, adesso che ero con quel ragazzo, dovevo fare di tutto… dovevo farmi inculare, dargli il culo.
Se non l’avessi fatto me ne sarei pentita.
Mio marito non sarei mai riuscita a mollarlo, a liberarmi del suo viso, dei suoi occhi… ma non era giusto essergli devota fino al punto da annullare la mia sessualità.
Il bel mulatto dal cazzone enorme tornò con la vasellina e me la spalmò accuratamente sul buco del culo e anche dentro.
“Adesso proviamo con tre dita e poi… se tu lo vorrai…” e mi strizzò l’occhio.
Mi lavorò bene il culetto quindi e poi posizionò la cappella sull’ano.
Spinse delicatamente e la cappella mi penetrò.
“Vado fino in fondo se vuoi….”
“Si… fino in fondo ti prego… inculami… mettimelo tutto nel culo!”
Quasi urlai quando quel cazzo enorme entrò tutto nel culo… era un dolore forte….quasi insopportabile, nonostante la vasellina.
“Ahi… mi fa male non spingere!”
Lui lo tirò fuori a metà e lo lasciò fermo nel culo, così lentamente il dolore svanì…anche se il cazzo era sempre rigidissimo.
Ci voleva un po’ di pratica per abituarmi. “Sei pronta ora? Faccio piano non ti preoccupare.”
Ricominciò a spingermelo dentro, mentre io gemevo… ma stavolta di piacere….
“Si dai.. mi piace nel culo… sfondami… inculami… più forte dai…”
“Sicura? Lo vuoi tutto dentro?”
“Si lo voglio tutto dentro fino alle palle, inculami… dai stallone fottimi il culo!!”
Lui iniziò a sfondarmi senza tregua, mentre con l’altra mano mi cercò il clitoride e iniziò a masturbarmi, a titillarlo…
Un duplice piacere infiammante….il mio culo aperto senza ritegno alle spinte di quel cazzone e la mia fica stimolata…l’orgasmo arrivò inesorabile e annullò ogni mio pensiero… il mio corpo era esploso in un grumo di piacere.
“Mmmh…stai venendo lo sentoooo…ora godo anch’io… ti sborro in culo!”
“Dai si.. riempimi il culo di sborra!”
Il bel mulatto spinse il suo cazzo fino in fondo e mi scaricò fiotti caldi di sborra nel mio intestino.
Quando si fu scaricato bene le palle lo tirò fuori.
“Posso pulirmelo sulla tua fica?”
“Ma…”
“Tranquilla, sono sano, sono un donatore da anni…. l’ultima volta ho donato il sangue due settimane fa…e le analisi dicono che sono pulito!”
Prese il portafoglio dalla tasca dei pantaloni e mi mostrò il suo tesserino.
“Accomodati allora!”
Tanto prendevo la pillola e il rischio di una gravidanza era scongiurato.
Mi misi a pecora, allargando la fichetta bagnatissima e grondante con due dita, e lui ci si pulì il cazzo ancora duro, sporcandomi tutta con la sua sborra.
“Ma tu non ti ammosci mai! Che per caso prendi il Viagra?”
“Naaa… era un mese che non chiavavo piccola! E quando arriva una cosa mi mancava… cerco di farla durare il più possibile!”
“Anche a me mancava, sai?”
“Non ci credo, uno schianto di femmina come te. Fossi tuo marito starei le ore a toccarti… baciare il tuo corpo… penetrarti…Ti va se ci rivediamo?”
“Non lo so se &egrave il caso.”
“Va bene. Io vado allora. Spero di incontrarti tesoro!”
Non mi sono mai sentita così troia come in quel momento.

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