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Racconti Erotici Etero

Moine e premure

By 15 Dicembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Lei entrò nella stanza, lui la seguì senza fretta, in conclusione fu sennonché un attimo, poiché si ritrovarono a guardarsi negli occhi, a desiderarsi e in ultimo baciandosi. Un bacio appassionato, entusiasta e duraturo, colmo di parole non dette e che mai sarebbero state pronunciate né spiccicate. I corpi frementi di desiderio, gli sguardi avviliti e disperati, visto che immediatamente tutto sarebbe stato come prima, anzi, come prima no, perché inevitabilmente nulla sarebbe più stato come prima.

Il desiderio bruciava inizialmente ustionando e successivamente cicatrizzando abilmente l’anima, la passione la dominava e la soggiogava nel profondo, dato che era il sogno che prendeva rubandone al presente accuratamente il sopravvento. Baci lievi sul collo, le labbra umide e calde sul viso che sfioravano gli occhi, le tenere carezze lambivano dapprima i seni, successivamente le spalle dell’uno dell’altra e viceversa. Lei iniziò a spogliarsi, si sfilò la camicetta sbottonandosi lentamente, lui la guardava ammirandola, poi lei cominciò a sbottonargli la camicia squadrandolo negli occhi, dato che lui lasciava amorevolmente fare, giacché era uno sforzo sovrumano lasciarla agire in tal modo, eppure doveva resistere, era quello che realmente si auspicava, perché lui bramava avvertendo che quel meraviglioso desiderio detonasse dentro di sé, sì, voleva totalmente annullarsi invalidandosi radicalmente in quel grandissimo, favoloso e sublime spasso che si chiama sesso.

Lei proseguì pigramente l’esplorazione del suo corpo, le mani sul suo petto, sui suoi capezzoli, sulle spalle, lei lo esaminava e lo baciava, le sue mani scivolavano sul suo cazzo, siccome attraverso i pantaloni ne captava in modo spiccato il fremente e palpitante pulsare. Cominciò a slacciargli la cintura e poi giù pure la cerniera lampo e subito capì che il suo compito in quel momento era terminato, perché le mani di lui cominciarono da dove lei aveva interrotto volontariamente quella traiettoria. Il cazzo duro era infatti diventato desideroso e vivo di ricevere adeguate attenzioni, lei iniziò ad accarezzare teneramente quel membro imponente e vigoroso dell’uomo, per il fatto che quelle focose labbra presero rapidamente il posto delle mani, giacché quell’accogliente, vogliosa e umida bocca infine magistralmente lo accolse.

‘Come può, un gesto così affettuoso, espansivo e lussurioso trasformarsi in una soave tortura’ – pensò l’uomo, frattanto che godeva d’ogni istante di quelle labbra tenere che lo leccavano.

Quelle là infatti, erano immagini senz’alcun oggetto, perché colori vistosi s’ingrandivano rapidamente dentro di lui, pareva infatti un universo colorato e imbrattato d’emozioni e di sensazioni, perché quel senso forte lo pervadeva irrimediabilmente, dal momento che si sentiva in modo insolito d’essere già in paradiso. Lei pacatamente lo guidava verso il suo intimo piacere, ciononostante non voleva che lui arrivasse al culmine, non desiderava che lui sborrasse subito, anelava che durasse più a lungo.

Il gioco era appena iniziato, era ancora presto, perciò decise di spostare la sua attenzione sui suoi seni, agguantò le sue mani e le piazzò sopra a modo di coppa, facendo compiere a quelle semisfere gemelle degli amabili giri intorno al suo cazzo, cosicché il piacere si moltiplicava, poiché lui era affascinato, però attualmente era lui a voler essere attore e protagonista della situazione. Con un gesto lento e sensuale lui finì avvedutamente di spogliare la donna, che si ritrovò in pochi secondi disadorna come Eva. Al momento compariva ben marcata la loro naturale nudità, quella d’un uomo e d’una donna che si cercano desiderandosi con incontinenza, con lussuria e con smodatezza. Le mani di lui sui fianchi di lei, dato che le carezze intime e profonde indussero suscitando limitati e ridotti lamenti di godimento, il letto a pochi passi invitava stimolando oltremodo entrambi, esortandoli a dedicare un maggiore impegno e pungolandoli a un superiore intrigo.

Lui lentamente s’avvicinò, lei lo seguì senza mai staccarsi completamente dalle sue mani: da notare come sanno essere delicate le mani d’un uomo e come sanno essere forti quando occorre. Lui iniziò a esplorarla dentro e fuori, le sue dita scorrevano dentro procurandole un piacere profondo, giacché scivolava tra le sue cosce, fra quel profumo di muschio selvaggio di quell’umida caverna dove lasciarsi morire. Le labbra di lui si posavano sulla sua pelosissima fica assaporandola, quel dolce languore la rendeva docile e impotente, perché al presente quei sensi olfattivi erano all’erta alla ricerca di sensazioni mai provate prima d’allora, di brividi antichi, nell’attesa d’un qualcosa che le desse la liberazione finale.

Un’infinità di sensazioni, una miriade di desideri inespressi si realizzavano accavallandosi adesso nella testa scompigliandola come non mai, dato che avrebbe voluto essere tutto per lui, come se in pochi attimi tutto il piacere, il desiderio che era dentro di lei dovesse essere condiviso, perché era troppo grande per poter essere solamente suo. Lui captava cogliendo svisceratamente questo fermentare e questo ribollire di passione nel sangue, dal momento che i suoi sensi ardevano, i desideri si moltiplicavano struggendosi nell’attesa del momento dell’attimo, di lei, di sé stesso, dato che ora più nulla poteva trattenere.

Ecco che l’antica, la naturale e la sorpassata danza incomincia, lui &egrave dentro di lei con gli occhi negli occhi, le labbra incollate, la lingua che cerca, che accarezza dentro e fuori, dovi i sessi bagnati di fluidi e di sete che come dei naufraghi cercano un appoggio, una salvezza dove aggrapparsi, perché uno con l’altra si ritrovano saldamente attaccati all’unico sogno che attualmente &egrave il loro, in un istante, una vita.

In seguito si comprendono e si percepiscono unicamente i loro respiri, quel fiato e quel pulsare delirante, esaltato e irragionevole di cuori, di carezze e di sorrisi. Questi ultimi, infatti, sono istanti ed espressioni intrinseche, di sguardi sugosi e di tenerezze uniche, che delineano raccontando con quelle mani strette al mondo l’idea di non lasciarsi né di mollarsi più.

{Idraulico anno 1999}

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