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Racconti Erotici EteroTrio

Monica, asso pigliatutto

By 12 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo racconto è liberamente ispirato ai racconti di Iset60, cambiando il solo punto di osservazione ed il soggetto che parla.

Mi chiamo Franco, ho ventidue anni ed un uccello che mi ha regalato molte soddisfazioni. Certo, quando verso i dodici, tredici anni si andava con gli amici in luoghi nascosti per masturbarci tutti insieme, non fu facile. Mi chiamavano l’elefante, perché, dicevano, il mio uccello sembrava la proboscide di un elefante. Ero il più giovane e temevo il giudizio degli altri!

Quando, poi, i giudizi cominciarono a darli le ragazze, le cose cambiarono parecchio e, anche solo per curiosità, erano in molte a voler provare l’ebbrezza della proboscide. E tutte, dico tutte, mi crcavano sapendo delle smisurate dimensioni ma non appena lo mettevo sotto i loro occhi fingevano di stupirsi con degli ohhh, ahhhh, uhhhhh di meraviglia. Non potevo far altro che concedermi alle voglie delle curiosone.

Da un po’ di tempo sto con Serena, una bella moretta con due tette all’altezza della situazione. Ma è il culo il suo pezzo forte e, quando facciamo l’amore, finisce sempre che le riempio di sperma il culo. Ho sempre avuto una speciale predilezione per il sesso anale, ma a causa delle dimensioni del mio uccello, non sempre riesco a realizzare i miei desideri.

Serena racconta in giro che siamo fidanzati e presto ci sposeremo, ma, in realtà l’unico motivo per cui continuo ad uscire con Serena, è il suo culo.

Mi guadagno da vivere lavorando in un forno come panettiere e, generalmente, alle dieci del mattino sono già libero. Tranne il mercoledì, quando un fornitore ci consegna la farina ed allora sono costretto a rimanere ancora un’oretta per sistemare il carico in magazzino.  Il fornitore viene dalla città e consegna la merce con un camioncino alla cui guida c’è un ragazzo, Alex, della mia stessa età con il quale abbiamo finito per diventare amici.

Una mattina Alex mi racconta di aver saputo la storia di un suo amico ed una ragazza, Monica, molto interessante e libidinosa. Monica viveva con una zia che la ospitava in camera insieme con Isa, un’altra ragazza, un po’ più grande di lei. Le due ragazze condividevano, oltre alla camera, alcune amiche e le confidenze che ci si scambia prima di addormentarsi. La zia era molto severa e le due ragazze avevano finito per legarsi sempre più.

Quando la zia era molto arrabbiata, per punire Monica e colpire più forte, le alzava la gonna, le abbassava le mutandine e la sculacciava a mani nude. In quelle sere le ragazze andavano a dormire nello stesso lettino e si tenevano strette tra le braccia, mentre una piangeva e l’altra cercava di consolarla. Spesso le mani ansiose dell’una si facevano più audaci ed esploravano il corpo nudo dell’altra, la pancia ed il petto, fino a che le due non si ritrovarono in quel piccolo letto a far l’amore. Amore saffico.

Un giorno, Isa si fidanzò con Tonio, e cominciò a spostare il suo interesse verso di lui. Alex, l’autista del furgone, è amico di Tonio ed particolari di questa storia li ha saputi direttamente da lui. Isa è una bell ragazza ma un po’ troppo invadente e Tonio cominciò ad esserne stanco. Avrebbe voluto troncare, ma lei, per tenerlo ancora legato a se, gli offrì il corpo di Monica. Isa, per concretizzare la sua offerta facendo apparire la cosa naturale, invitò l’amica ad andare al mare con lei ed il suo fidanzato. Monica accettò e andarono tutti e tre insieme in una spiaggia nei pressi di una pineta, e poiché era un giorno lavorativo e in anticipo rispetto alla stagione del mare, si ritrovarono soli ad occupare l’intera spiaggia. La circostanza permise ad Isa di spogliarsi nuda con la scusa di prendere il sole integrale. Isa voleva offrire Monica a Tonio e questa le sembrava la strada migliore! E così invitò anche gli altri due a spogliarsi. A poco a poco, tutti e tre furono nudi. La nudità, si sa, stimola certe attività, il sole caldo e la pelle tirata dal sale fanno il resto e dopo poco i due fidanzati, stretti l’uno a l’altro, pomiciavano con impegno.

Monica, ingenua e piuttosto a digiuno in fatto di sesso, era incuriosita dal sesso di Tonio e quando vide Isa con in bocca il cazzo di Tonio, desiderò di prenderlo anche lei. Isa, che non aspettava altro che cogliere il desiderio sul volto della amica, si disse disposta a cederle l’uccello da succhiare e la spinse a prenderlo.

Monica seppure inesperta, per emulare l’amica, prese a succhiare il cazzo di Tonio e si accorso che vibrava all’aumentare delle cure che ella prestava. Nel frattempo Isa accarezzava Monica su tutto il corpo, sui seni e sulla passerina e quando sentì che cominciava a diventare un lago di piacere, passò a leccare prima la figa della amica e poi il buchino come aveva fatto tante volte nel lettino della vecchia signora. Monica era estasiata dalla prestazione di Isa e dal piacere di assaggiare un vero cazzo nella sua bocca. Ben presto la passerina di Monica fu ben dilatata ed il buco del culo ben disteso e rilassato.

A quel punto Isa fece sdraiare Monica sulla sabbia, pancia in già, in modo che non smettesse di succhiare il cazzo di Tonio e poi le si sedette sulla schiena per bloccarla  e tenerla ferma. Con le mani le allargò i glutei e mise in evidenza il buco di Monica, umido ed invitante e lo offrì a Tonio che vi entrò trionfante. Tonio si fece strada nel culo di Monica con una certa perizia, poi ne uscì un po’, per riaffondare di nuovo e per un bel pezzo e poi ancora di nuovo fuori e in picchiata di nuovo in fondo. Nel fondo di quel pozzo delle meraviglie. Monica sentiva il va e vieni dentro nel suo culo, mentre le sue mani stringevano la sabbia e la terra e le ginocchia affondavano nel terreno. Poi, stanco, Tonio decise che era ora di riempirla di sperma. Quando ebbe terminato, Tonio estrasse il cazzo dal culo di Monica e mostrò ad Isa, come un trofeo, il buco violato, ancora fremente e vivo.

Isa, guardò compiaciuto il culo di Monica, la sentiva ancora gemere di piacere, e disse: “Ecco, Tonio, ho pagato il mio debito”.

Collegando un po’ di fatti tra loro, con il raro dono della perspicacia, capii che Monica era la sorella della mia ragazza Serena.

Passai molte ore ad immaginare come si fossero svolte le cose e come potevo anche io approfittare di Monica. Decisi di seguire lo stratagemma di Tonio e quando Monica tornò a casa per le vacanze, mi ingegnai per portare Serena e sua sorella al mare.

Monica, appena diciottenne, non aveva mai avuto un buon rapporto con Serena che era più grande di lei di tre anni. Serena, che non conosceva la storia di Tonio ed Isa, sosteneva che Monica era ancora una bambina ed aveva necessità di svegliarsi. Una bella mattina  con un sole caldo e invitante  andammo finalmente al mare noi tre ed il mio amico Alex, l’autista del camioncino. In auto le due sorelle erano allegre e vispe e cercavano di mettersi in mostra ai nostri occhi. Io non riuscivo a staccare gli occhi dal seno di Monica e, quando lei si girava e mi dava le spalle, era il suo culo che catturava il mio sguardo.

Scegliemmo una caletta poco frequentata per stare tranquilli. Avevamo panini e bibite e trovammo un piccolo anfratto nella roccia per stare all’ombra. Alex sapeva delle mie mire e si divertiva a tenermi il giuoco. Così organizzai tra le ragazze una gara di nuoto e chi avrebbe perso avrebbe dovuto pagare penitenza. Monica arrivò al traguardo un filino davanti, ma io, che ero il giudice, decretai la vittoria di Serena.

La penitenza consisteva nel mostrare un seno scoperto e poi anche l’altro. Monica non si fece pregare molto e, invece di scoprirne uno solo alla volta, li scoprì entrambi e rimase a seno scoperto. Era orgogliosa del suo bel seno e si vedeva lontano un miglio. Se ne accorse anche Serena che , perciò, era rosa dall’invidia.

Alex ed io, approfittando della disponibilità di Monica dicemmo che dovevamo sincerarci che i seni non fossero rifatti al silicone. Ci avvicinammo e cominciammo a palparla. Erano seni bellissimi, terza o quarta taglia, duri come pietra, stavano su da soli ed avevano due capezzoli che sembravano due chiodi piantati nel muro. Alex, per meglio confrontare, volle toccare anche quelli di Serena, e lei non si oppose e, credendo di recuperare nei confronti della sorella, si scoprì il seno anche lei. Eravamo lì che, con la scusa di dirimere un dubbio, toccavamo, stringevamo, strizzavamo e leccavamo le tette di Monica e di Serena. Ci stavamo eccitando tutti e Serena volle sfruttare la sua posizione e dimostrare il suo potere e mise la mano sul mio costume all’altezza dell’uccello che era già duro e stava per esplodere. Poi prese la mano di Monica e la mise sull’uccello di Alex, come a dire che era verso Alex che lei doveva rivolgere le sue attenzioni. Allora intervenni io, mi tirai giù il costume scoprendo la proboscide e con l’altra mano afferrai Monica per tirarla verso di me e avvicinare la sua bocca al mio uccello. Le labbra di Monica erano a vicinissime alla mia cappella e Serena era esterrefatta, immobilizzata dalla sorpresa. Diedi un colpetto sulla testa di Monica ed ella aprì la bocca ed io infilai l’uccello.

Come ho già avuto modo di dire, il mio non è un cazzo qualsiasi, ma una vera proboscide.  Non è semplice per una ragazza prenderlo in bocca, ma Monica si impegnò parecchio e dopo molti sforzi riuscì nell’intento e le sue labbra circondarono il mio grosso cazzo.   

Monica era piegata a novanta gradi e succhiava. Serena, presa dalla gelosia, rivolse le sua attenzioni verso sua sorella l’usurpatrice e le slaccio il costume lasciandola completamente nuda. E, rivolta a me, disse: “Ti piace il culo di mia sorella ? Vorresti approfittarne? Te lo cedo per niente!”

Bingo! Risposi: : “Vuoi che faccia al culo di Monica quel che faccio con il tuo? Vuoi che le riservi il trattamento reale?”

E lei, pentita: “No, no, lasciala stare. Ci penserà Alex a farle il culo! Sai che non potrei più stare in pace, non vorrei che lei poi si facesse sbattere da te! Ora la preparo per Alex.”

Monica non aveva capito niente e continuava a leccare, mordicchiare e succhiare il mio cazzone. Nel contempo, Serena le allargava le chiappe, sputò due o tre volte sul buco del culo e le passava la saliva per ammorbidire l’ingresso, poi disse: “Monica, hai proprio delle belle chiappe grosse! Sei cicciosa assai più di me! Ora ti faremo provare qualcosa di speciale e vedrai che te lo ricorderai!” e cominciò a sollecitare lo sfintere con la sua lingua e, quando spingeva la lingua dentro, Monica allagava di più la boccuccia stretta e piccola ed il mio cazzo entrava un altro centimetro buono.

Serena continuava a leccare e insalivare il buchino, poi parlottò con Alex che guardò verso di me. Io feci cenno di sì con la testa. Alex si avvicinò al culo di Monica con il suo cazzo in tiro, lo appoggiò sul buco di Monica, diventato ormai un pozzo profondo e scivoloso e Serena disse: “Così imparerai a metterti contro tua sorella.”

Un grido uscì dalla bocca di Monica, ma non perse la presa del mio cazzo e, anzi, continuò a succhiare con ancor più lena, finchè non venni e scaricai il mio carico di amore sul suo bel viso e sui suoi capelli.

Nel frattempo Alex iniziò la sua cavalcata e affondava il suo cazzo nel culo di Monica con foga e con impegno. Durò dieci minuti buoni, poi, come uno tsunami venne anche lui e riempì di sperma il culo di Monica. Lo sperma cominciò ad uscire dal culo e colarle lungo le gambe. Serena per completare la sua vendetta verso di lei e verso di me, si abbassò e cominciò a leccare con la lingua le gambe di Monica per raccogliere lo sperma, poi facendole mantenere la posizione a novanta gradi, la fece girare verso di se, appoggiò le sue labbra su quelle di Monica e le scaricò lo sperma raccolto nella sua bocca.  

Ma il mio cazzo, che è di prima categoria, era ritornato rinvigorito ed era ormai ad un passo dal culo di Monica. Potevo, in un sol colpo, approfittare di mia cognata e rendere la pariglia a Serena. Monica aveva succhiato il mio cazzo ed era pienamente cosciente delle sue dimensioni. Aveva fatto molta fatica per prenderlo in bocca, aveva dovuto allargare la bocca all’inverosimile e, probabilmente, come mi insegnava la mia esperienza non aveva fatto altro che desiderare di prenderlo dentro di se. Avevo il cazzo dritto e lo appoggiai sul buco di Monica, che non solo non si mosse, ma si prodigò per facilitare il mio ingresso. Ero al colmo delle felicità stavo per entrare in un culo reale e dissi: “Monica il tuo buco è ancora bello aperto, è bene approfittare…ecco ah ah ah – poi rivolto a Serena – sai, amore, che è migliore del tuo?”

Mi diedi un gran da fare, volevo regalare a Monica una bella esperienza, una pietra di paragone, un sogno immortale. Spingevo come un forsennato e poi lo ritiravo fuori  per poi spingere ancora. Monica gridava di piacere mentre scendevo e sospirava quando lo ritiravo fuori. La tenevo stretta dal bacino, stretta perché non potesse sfuggire, perché nemmeno un centimetro del mio cazzo rimanesse fuori.

Quando anche io riempii il culo di Monica, mollai la presa e la lasciai cadere a terra distrutta, ma felice. Serena seduta per terra aveva seguito, in prima fila, tutta la scena ed ora, con le ginocchia raccolte tra le braccia ed il viso appoggiato sulle gambe, piangeva e singhiozzava. Alex ed io andammo a fare il bagno soddisfatti.

 

 

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