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Racconti Erotici Etero

negozio di scarpe

By 19 Dicembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero a passeggio per le vie di Roma, guardavo la vetrina di un negozio di calzature, mentre il mio sguardo osservava le calzature esposte in mostra notai dallo specchio che una delle commesse mi osservava con attenzione, per essere certo che stesse realmente guardando me mi spostai con fare noncurante e lo sguardo della commessa non mi mollava di un centimetro, decisi quindi di vedere a che gioco stava giocando entrai e mi diressi verso di lei, la commessa aveva circa 35 anni, alta 1.70, lunghi capelli nero corvino e due occhi nerissimi, un corpo snello e slanciato, gli chiesi se poteva farmi provare una scarpa che avevo visto in vetrina, nel frattempo mi accomodai su una delle sedie poste nel negozio, mi fissò negli occhi e andò a prendere l’articolo che gli avevo richiesto, la osservai mentre con un incedere lento e sensuale si dirigeva nel retro del negozio, il muoversi dei suoi fianchi stimolava la mia immaginazione.
Tornò con le scarpe e si inginocchiò davanti a me, i miei occhi indugiavano sulla profonda scollatura della sua camicetta nera dalla quale si intravedeva un seno bello sodo intrappolato in un reggiseno di pizzo, Lei si accorse che la stavo ammirando e ci mise molto più tempo del normale a mettermi la calzatura ai piedi, evidentemente Le piaceva farsi osservare, Le chiesi un parere e mi disse che a suo parere un’altra scarpa avrebbe meglio evidenziato il mio piede, la pregai di scegliere Lei quindi un modello più adatto, Lusingata andò a prendere un altro paio di scarpe, nere, con la fibietta in acciaio e una punta più affusolata, Le provai mi stavano d’incanto, Le feci un paio di bellissimi complimenti sul suo gusto e capacità di scelta, mi parve molto felice di quelle frasi, le diedi la mia carta di credito ma insieme le feci scivolare un mio biglietto da visita; lei con noncuranza si recò alla cassa passò la carta e dopo aver terminato la transazione me la restituì insieme allo scontrino, La salutai e preso le scarpe mi allontanai non prima di averla fissata intensamente per qualche istante dritta negli occhi.
Un paio di giorni dopo la bella commessa mi telefonò, e così appresi che si chiamava Laura ed era curiosa di sapere se le scarpe fossero state di mio gradimento, naturalmente gli dissi che ero contentissimo dell’acquisto fatto e che avrei voluto ringraziarla per avermele proposte davanti ad un bel piatto in qualche locale della città, fece finta di tergiversare ma finì con l’accettare l’invito quindi ci accordammo per il sabato sera alle 21.00; fissammo l’appuntamento in un punto ben conosciuto della città.
Il sabato puntuale mi presentai all’appuntamento, dopo 5 minuti la vidi arrivare con il suo passo sensuale, portava un impermeabile di pelle nera di media lunghezza ed un velo di semplice trucco sul suo viso, la bocca delineata da un rossetto di un bel rosso rubino, ma non volgare, molto malizioso però; ai piedi aveva un paio di scarpe nere di quelle con i laccetti che arrivano fin sopra al polpaccio; ci recammo presso il ristorantino dove avevo prenotato, la aiutai a togliersi l’impermeabile e vidi che sotto aveva una camicetta con una morbida scollatura di un rosso rubino intenso e una gonnellina nera in pelle con frangette nere.
La cena trascorse velocemente, scoprivamo di avere alcune cose in comune e di voler comunque godersi la vita senza troppi problemi, ogni tanto sfioravo i suoi ginocchi sotto al tavolo e Lei mai si ritraeva anzi pareva gradire quel contatto.
Finita la cena, la aiutai a salire in macchina, si accomodò di fianco a me accavallando le gambe la sua gonnellina sali di qualche centimetro e potevo intravedere dal suo profilo il seno ben disegnato sotto la camicetta e le due cosce ben tornite che spuntavano dal gonnellino, facemmo un bel giro e ci fermammo in un punto da dove si poteva ammirare una parte della città, le presi la mano e avvicinandola alle mie labbra la baciai, rimase piacevolmente sorpresa, e strinse la mia con maggiore vigore quindi mi avvicinai pian piano a lei e la baciai delicatamente sulle labbra, ricambiò con dolcezza il mio bacio e da quel momento pian piano i baci che ci scambiavamo diventavano sempre più ardenti e appassionati, le mie mani scesero a toccarle i seni da sopra la camicetta, il suo respiro si faceva sempre più corto, la mia mano sinistra cominciava a salire sulle sue cosce insinuandosi sotto al gonnellino, le sue invece si erano infilate sotto la mia camicia e mi accarezzavano il petto e sfioravano i capezzoli, d’un tratto si staccò da me improvvisamente, voleva si fare l’amore ma non in macchina, mi invitò ad andare a casa sua non me lo feci ripetere due volte ed in men che non si dica eravamo sotto il suo appartamento, aprimmo la porta e non l’avevamo ancora richiusa che la sbattei contro il muro baciandola con passione, lei ricambiava con altrettanto impeto, le slacciai la camicetta, le tolsi il reggiseno e iniziai a leccargli i capezzoli con avidità e lussuria lei prese ad ansimare, mi slacciò i pantaloni e con mossa decisa fece saltare fuori il mio pene già eccitato, si abbassò e lo fece scomparire tutto nella sua bocca calda e sensuale iniziò così un dolce su e giù, mi leccava la punta, poi scendeva lungo l’asta, mi sfiorava con la lingua le palle e con le dita si insinuava tra le mie chiappe improvvisamente mi infilò il dito medio tutto nel culo strappandomi un gemito di lussuria, per riflesso le affondai il cazzo fin dentro la gola quasi soffocandola, le presi la testa fra le mani e iniziai a chiavarla in bocca, mentre lei mi fotteva nel culetto, dopo qualche minuto ci togliemmo i residui dei vestiti e ci gettammo sul letto, prese lei il comando delle operazioni, mi ordinò di leccargli tutta la fica, io immediatamente mi accovacciai tra le sue gambe sentivo l’odore del suo sesso bagnatissimo, le aprii le grandi labbra e iniziai a leccarla tutt’intorno, fin quando lei mi ordinò di succhiargli i clitoride che ormai era impazzito dal desiderio, non appena lo feci venni inondato dai suoi umori infatti ebbe un primo orgasmo, mi lavò praticamente il viso, immediatamente poi si mise sopra di me a 69 e mentre io continuavo a leccarla ed a bere il suo nettare lei ciucciava avidamente il mio bastone e nel frattempo mi inculava con due dita, io allora le aprii le chiappe e feci insinuare la mia lingua nel suo buchetto, la cosa la mandò in estasi, mi incitò a bagnarglielo per bene, improvvisamente ricambiai la sua violenza di prima, e il mio dito medio affondò tutto di un colpo nel suo bel buchetto tutto lubrificato si inarcò e aggiunse un terzo dito nel mio sfintere, io ero eccitatissimo non ce la facevo più e venni copiosamente nella sua bocca, non fece cadere neanche una goccia del mio seme, ripulendomi tutta l’asta e continuando a pompare con forza.
Riuscì a mantenere in vita il mio sesso senza farlo decadere completamente dal suo vigore, nel frattempo continuavo a muovere il mio dito medio nel suo sfintere, lei muoveva il culetto ed ansimava, cambiammo posizione, si mise di lato continuò a massaggiare il mio membro ma con la sua bocca prese possesso dei miei capezzoli e cominciò a leccarli avidamente a baciarli e a morderli dapprima in modo soft poi sempre più violentemente la cosa invece di provocarmi dolore inviava fitte di piacere al mio sesso che riprendeva vigore, io a mia volta le titillavo i capezzoli ritti con le mie dita sempre più forte, lei ansimava, e quando il mio sesso fu nuovamente nel pieno del suo fulgore si mise a cavalcioni su di me e di colpo se lo infilò nella fica aperta e bagnatissima ed iniziò a muoversi velocemente su e giù sbattendolo dentro sino ai coglioni, con le mani prese le mie e le immobilizzò sul letto continuando a scoparmi con violenza e decisione, di tanto in tanto mi baciava con passione ed infilava la sua linguetta guizzante tra le mie labbra, di colpo la presi e con un colpo secco, la girai di lato e senza sfilare il cazzo dalla sua fica riuscii a salirle sopra, praticamente adesso ero io a tenerla immobilizzata al letto ed a sbatterla con forza, lei ansimava e non si aspettava la mossa che stavo per mettere in atto, infatti mi sfilai da lei, le aprii con forza le gambe ed inarcandola le sbattei il mio cazzo voglioso di colpo nel culetto emise un urlo la colpii con uno schiaffo sulla tetta destra ‘che cazzo ti strilli troietta, tu sei la mia troia e quindi devi fare quello che dico, dimmi che sei la mia troia’ lei ancora sorpresa e interdetta rimase in silenzio ma intanto il mio cazzo aveva preso ad andare su e giù nel suo culo, le presi allora una tetta e gliela strizzai violentemente subito si affrettò a rispondermi ‘si sono la tua troia, sfondami tutta, lo voglio dentro fino alle palle, spaccami,’ ‘lo vedi che allora con le buone maniere si ottiene sempre tutto troia che non sei altro’ le dissi di rimando, continuando a pomparla sempre più forte, quando stavo per venire estrassi il mio cazzo d’improvviso e lo presentai davanti alla sua bocca ordinandogli di ripulirlo, lo fece con cura rifiatai quel tempo sufficiente a rimandare l’orgasmo e d’improvviso glielo rimisi nel culetto ormai rotto, ricominciando a pomparla sempre più forte lei riprese ad ansimare, mi implorava di aumentare la velocità ‘sfondami, rompimi e riempimi di sborra dai voglio sentirti venire nel mio culetto’ si dimenava come un ossesso, venne copiosamente, i suoi umori colavano dal suo sesso e bagnavano la mia asta che continuava ad andare e venire nel suo culetto fin quando esplosi in una furiosa sborrata, tolsi il cazzo ed ammiravo lo spettacolo della mia crema che usciva dal suo culetto colando sulle sue chiappette, lei si riprese, le presentai il mio cazzo davanti alla bocca per un nuovo servizio di ripulitura cosa che eseguì prontamente, ci accasciammo una sull’altra esausti e stremati ma non sospettavo ancora che cosa mi aspettava ancora di li a poco.
Ero ancora tramortito per l’orgasmo appena avuto quando senza neanche rendermene conto mi trovai ammanettato al letto, lei riprese a leccarmi tutto,iniziò dai capezzoli, poi scese e prese nuovamente in bocca il mio sesso in quel momento a riposo, dopo un po’ che ci giocava prese una benda e mi coprì gli occhi, scese più giù e iniziò a leccarmi il buco del culo, nel frattempo mi diceva ‘caro il mio porcone ti sei divertito a violentarmi ben bene il culetto ma adesso avrai ciò che meriti’ mi mise un cuscino sotto alla schiena per inarcarla ben bene, mi allargò le gambe e mi infilò un dito nel culetto ‘adesso te lo romperò per bene caro il mio troione!’ dopo un po’ che il suo dito andava e veniva nel mio culo, lo tolse e sentii appoggiare qualcosa di grosso sopra il buchino e di colpo mi trovai dentro un bel palo ma non era finto, era di dura carne, mi dimenai, il mio culetto bruciava dal dolore, nel frattempo la sua fica si abbassò sul mio viso ordinandomi di leccargliela tutta, cosa che io feci; per premiarmi della mia obbedienza mi tolse allora la benda e dietro di lei vidi un ragazzo con la pelle di color ebano, muscoloso e virile che mi stava inculando, non l’avevo sentito entrare, evidentemente doveva essere già dentro casa, e con tutta probabilità aveva assistito alla nostra scopata, lei lo incitava a fottermi sempre più forte voleva che mi sfondasse tutto senza pietà, mi spiegò che quello era il suo ragazzo e gli aveva promesso che, se lui avesse acconsentito a che io la scopassi, oltre ad assistere al nostro incontro avrebbe potuto violentare il mio culetto.
Il maschione era molto infoiato e mi trapanava con veemenza, il buco bruciava tutto ma pian piano il dolore lasciava posto al piacere, nel frattempo io continuavo a leccare la fichetta di quella splendida porcona, d’improvviso lui sfilò il suo grosso bastone dal mio culetto e lo sbattè nella bocca della sua troia ordinandogli di ripulirlo ben bene, lei tentennò un attimo ma fu raggiunta da uno schiaffo in pieno viso, si affrettò quindi ad ingoiarlo tutto, lo leccava a dieci centimetri dal mio viso, potevo ammirare la sua lingua che correva lungo l’asta, scendeva giù fino alle palle per poi risalire ed ingoiarlo tutto in gola, continuò così per un po’ dopo di che lui la fece girare e davanti al mio viso le sbattè tutto nel culo l’asta, ‘prendilo tutto brutta troia che non sei altro, ti piaceva prima quando il tuo amichetto ti sbatteva eh! Adesso prendi il mio fino alle palle’ mentre la fotteva, mi diede la chiave per togliermi le manette, mi liberai e andai davanti alla troia, porgendogli il mio bastone da ciucciare, lei subito lo ingoiò avidamente mentre lui la spaccava da dietro sempre più violentemente, era tutta piena e venne furiosamente, ad un certo punto, lui si mise sdraiato sul letto a pancia in su, fece infilare lei a smorzacandela sul suo palo e mi invitò a piantaglielo di nuovo nel culetto, la penetrai violentemente, lei sobbalzò e strillò sentendosi piena in tutti i buchi, io sentivo il palo del suo ragazzo diviso dal mio solo dal sottile lembo di pelle che divide i due splendidi orifizi dilatati, l’eccitazione saliva al massimo, e noi la scopavamo sempre con maggiore furia, lei venne almeno tre volte, era completamente fuori di testa ‘si rompetemi tutta, sono la vostra troia, porcona, puttana, sono tutta un buco che non aspetta altro che essere riempita di calda sborra, fatemi il pieno, maiali che non siete altro’ io nel frattempo la schiaffeggiavo sulle chiappe ormai rosse, quando stavo per venire mi sfilai da lei, e le misi il cazzo in bocca ‘bevi tutto e guai a te se lasci cadere una sola goccia del mio seme le dicevo mentre le schizzavo tutto dentro’, lei rischiò quasi di soffocarsi ma non fece cadere nulla e concluse il lavoretto ripulendomi per bene tutto il cazzo.
Non appena ebbe finito il suo ragazzo si sfilò da lei mi fece inginocchiare e mi impalò nuovamente nel buco sfondandomi ancora, ordinò a lei di mettersi sotto e di leccargli le palle, infoiato come un animale mi fotteva sempre più forte e quando stava per venire si sfilò e schizzò tutta la sua sborra sul viso della troia che non aspettava altro, mi ordinò di usare la mia lingua come una paletta in modo da far cadere tutta la sborra sparsa sul viso nella bocca di lei aperta in fremente attesa, io lo feci anche se all’inizio il sapore della sua crema mi dava un po’ di fastidio ma per incitarmi a non smettere mi torceva in modo violento i capezzoli facendomi gemere dal dolore, ripulii così tutto il viso di quella splendida puttana e dopo che ebbi finito ci scambiammo con la troia un lunghissimo bacio a lingua in bocca finendo di pulirci ben bene le linguette infine sfiniti tutti e tre ci lasciammo cadere sul letto.
Era ormai mattina quando con il buchetto dolorante lasciai quell’appartamento ma il ricordo di quella splendida scopata ancora mi accompagna.

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