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Racconti sull'Autoerotismo

Desiderio

By 12 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Il caldo &egrave davvero soffocante. Torno in ufficio accaldata e stanca, desiderosa di trovare un po’ di refrigerio. La mattinata &egrave stata pesante. Tentare di mantenere un’aria professionale e parlare ad una platea di uomini d’affari, mentre sul cellulare si susseguivano i tuoi messaggi. Uno dopo l’altro, sempre più spinti. Sempre più illeggibili. Aspettavo con ansia una pausa, un momento di riflessione, una domanda ad altro interlocutore, per far cessare quella luce lampeggiante nel mio display e finalmente leggerti.

‘ti voglio’sai che sei mia”devo averti ancora” e ancora ‘toccati’ora, davanti a tutti’.’ Senza riuscire a controllarmi, sentivo la voglia invadere il mio essere, spingere per uscire; la sentivo manifestarsi sul mio viso, colorirlo di rosso. Mi sentivo avvampare ad ogni messaggio, mentre gli sguardi degli spettatori si posavano inesorabili su di me. Incontrollabile la mia mano sfiorava il seno, la lingua accarezzava le labbra rosse. Ogni volta impiegavo sempre qualche minuto di più per riacquistare il controllo di me stessa. Desideravo fuggire dall’aula, essere sola in macchina, per toccarmi liberamente. Lasciar scivolare le dita sui seni gonfi. Assaggiare le mie labbra bagnate, giocherellare con la lingua e succhiarmi come so che avresti fatto tu.

La mia voce usciva meccanica ripetendo una lezione già studiata, mentre la mente volava sul mio desiderio di appartenerti. Nonostante l’aria condizionata, sentivo la temperatura del mio corpo salire vertiginosamente. In un movimento ritmico e costante, stringevo le gambe provocandomi un dolcissimo dolore, stringendo e rilasciandolo il clitoride già duro, mentre gocce di voglia scendevano piano lungo la pelle nuda delle cosce.

Finalmente fuori, corro in macchina. Voglio sentirti, voglio gridarti quanto ti desidero, quanto mi fai impazzire, anche solo con un messaggio. Ti chiamo, mi risponde una voce metallica, fredda e cattiva. La delusione mi assale. Non ci sei, ma io ti voglio. Guido come un automa verso l’ufficio, tornando delusa come se avessi fallito un appuntamento importante. Desidero toccarmi tra le gambe, vorrei assaggiarmi. Sento di essere un fiume in piena, ma senza di te non voglio. Devo aspettarti, lo so. Mi fai soffrire, in una danza di sensazioni ineguagliabili.

Arrivo al computer. Forse &egrave la mia salvezza. Accendo e ti vedo collegato. Maledetto’lo sai che ti aspettavo, lo sai che ti stavo cercando. Il desiderio esplode ancora prepotente. Solo sapere che sei lì, con il membro duro a sognare la mia bocca, mi fa volare. Prendo il telefono. Sento la tua voce, mentre la mia mano cerca di insinuarsi in profondità. Le dita navigano in un mare di desiderio, i tuoi sospiri riempiono la mia mente, la tua voglia si confonde con la mia. E’ come se sentissi il tuo membro turgido scorrermi in gola. Come se avvertissi la tua lingua tra le mie cosce. Come se ti sentissi dentro di me. Un brivido folle mi avvolge. Non riesco più a frenare la mia voglia. La mia dolcissima tortura quotidiana esplode in un orgasmo violento. Vieni con me, gridandomi quanto mi vuoi. Annego nell’idea di essere tua, leccandomi dalle dita il sapore del mio desiderio infinito.

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