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Racconti Erotici Etero

Nel mio ufficio

By 2 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un pomeriggio noioso come tanti, fino a quando nel mio ufficio non entrò lei.
Bussò alla porta del mio ufficio con una scusa, dicendo che cercava una collega che era sua amica. Già da li avrei dovuto capire che c’era qualcosa che non andava, la mia collega non rimaneva mai il pomeriggio! Allora decisi di stare al gioco e dissi che se voleva poteva aspettare perché sarebbe potuta arrivare più tardi. Mi chiese se poteva accomodarsi e le feci cenno di entrare. Alta un metro e sessantacinque, una terza coppa c, ed un bel culo, molto carina. Appena seduta la invito a fumare una sigaretta con me e mi alzo per aprire la finestra, passando dietro di lei ho notato che una volta seduta dal pantalone si intravedeva bel perizoma con i disegni militari. Iniziammo a parlare del più e del meno e dopo pochi minuti avevo capito che la mia collega non la conosceva ma che era in cerca di un favore.
Ora non per fare a tutti i costi la persona per bene, ma in tutti gli anni in cui ho ricoperto quel ruolo,0 che mi avrebbe consentito di fare sesso con un sacco di donne, non ho mai ceduto alla tentazione, se non con una donna con la quale ancora oggi mi vedo (o forse dovrei dire scopo, ma questa &egrave un’altra storia’).
Sono il classico uomo che non &egrave bello ma che piace alle donne, fisico sportivo, addominali, abbronzato ed un cazzo normale. Devo però dire che non ho mai avuto problemi con le donne e quindi non ho mai voluto approfittarne su luogo di lavoro.
Con Deborah (nome inventato) però fu diverso. Non so cosa mi abbia preso ma da subito ho pensato che avrei fatto sesso con lei, infatti dopo un po’ che parlavamo il discorse era già andato sul personale (fidanzato, moglie, ecc’), e dopo neanche un’ora ci stavamo baciando senza che nemmeno sapessi come. Decisi di smettere quasi subito e riprendemmo a parlare ma in realtà non riuscivo a pensare ad altro se non a come scoparla. Poi feci una battuta sul perizoma mimetico e le chiesi se quindi era pronta per la battaglia, con mio stupore mi disse che quel giorno non era pronta però’ però’ si alzo ed andò a chiudere la stanza a chiave, tornò mi mise una mano sui pantaloni e me li sbottonò, li abbassò ed in quel momento realizzò che c’&egrave l’avevo già duro come una roccia. Abbasso anche le mutande ed il mio cazzo svettò all’aria, senza dire una parola lo prese in bocca ed iniziò a succhiarlo avidamente alternando con sapienti leccate lungo tutta l’asta, mentre con una mano mi toccava le palle. Ma la cosa che più mi fece arrapare fu che ogni tanto, mentre continuava a ‘lavorare’ mi guardava negli occhi quasi a chiedermi se gradivo il trattamento che stavo ricevendo. Ad un certo punto le presi la testa fra le mani ed iniziai a scoparmela in bocca, cercando di spingerlo sempre più dentro, fino a quando non riuscì ad infilarlo completamente in gola. Ci furono dei piccoli conati di vomito, ma lei non si tirò indietro. Sapevo che stavo per venire, e mi aveva fatto già capire che qual girono non avrei potuto avere di più, anche lei capì che stavo per venire perché inizio a menarmelo con la mano libera, io non sapevo se venirle in bocca oppure no e quasi come se avesse già capito mi fece un cenno di assenso con la testa e proprio in quel momento le riversai in bocca tutto il mio seme. Da brava puttana lei lo accolse tutto e lo bevve, ma non mi lasciò il cazzo fino a quando non fu completamente pulito. Forse pensò che adesso mi sarei calmato ma il cazzo rimaneva ancora duro perché voleva altro. Mi ribadì che per quel pomeriggio non avrei potuto avere altro ed allora le dissi che volevo che venisse anche lei. Ci pensò un attimo, poi si abbasso i pantaloni ed il perizoma ed iniziò a toccarsi la fica. Avevo già notato le mutande umide, ma sinceramente non sapevo cosa avrei trovato sotto. Mi si presentò alla vista, e purtroppo quel pomeriggio solo quello, una fica con i peli castani ben curati. Nel frattempo le sue dita passavano dallo stimolarsi il clitoride ad entrare nella fica due alla volta, pochi minuti e fu anche il turno di Deborah di venire. Prima di rivestirsi si passò la mano bagnata dai suoi umori con la lingua e se la leccò tutta. Io avevo ancora il cazzo da fuori ed ara ancora duro dalla voglia di continuare a fare sesso. Purtroppo si rivestì e mi disse che ci saremmo rivisti, perché dovevo seguirle una pratica (non mi mai chiesto di essere agevolata, ma a questo punto non avrei potuto fare altro).
Pensai fra di me che ci saremmo rivisti molto prima di quanto non pensasse.

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