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Racconti Erotici Etero

Nemesi

By 29 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Amore’ mi vedi?’ mi sposto in modo da avere la luce frontalmente.
‘Si amore’ ti vedo’ che bella sei, anche dalla cam traspare la tua bellezza’ ironizza un po’, mi fissa con sguardo compiaciuto nello striminzito quadratino della chat.
‘Fatti vedere bene’ sei svestita? Cosa hai addosso’ dai alzati’ fammi vedere bene, mostrami le tette” mi dice e lo accontento.
Mi alzo dalla sedia e mi mostro a lui a breve distanza.
Osserva il mio reggiseno nero di pizzo e intravede il merletto delle mutandine.
‘Perché sei svestita? Vuoi farmi eccitare sempre, vero? Spogliati tutta’ fammi vedere quanto sei bella e porca’ mostrami le tette, sbrigati” la sua voce è roca, bassa di una evidente eccitazione.
Mi scosto le spalline del reggiseno e calo una coppa sotto un seno.
‘Amore’ amore mio”
‘Dimmi piccola”
‘Ieri mi ha detto Amelia’ te la ricordi Amelia, quella mia compagna di scuola?’
‘Si’ la ricordo, si’ quasi non bada alle mie parole, si tocca il pacco mentre io mi ostino a strizzare un capezzolo tra le dita.
‘Sai, si è trasferita. Vive anche lei in città, lì da te. Mi ha detto di averti visto”
‘Ah si? E quando?’ percepisco il brusio della zip e vedo le sue mani intente a cercare’ tira il cazzo fuori, ne scorgo solo la punta dal tavolo che lo copre.
‘Dai, cala del tutto il reggiseno’ stringi le tette tra le mani, avvicinale, strapazza i capazzoli, forza, fallo!’ si mena vistosamente ora.
‘Ti ha visto a spasso per il corso due giorni fa con una ragazza’ bionda’ ti ha visto baciarla e metterle una mano sul culo”
‘Si sarà sbagliata, amore” ora rallenta i movimenti ma non cede, tenta di non mostrare insicurezza.
‘Non si è sbagliata, amore’ ti ha chiamato e tu ti sei voltato ma non l’hai riconosciuta”
‘Ma no’ è impossibile” accampa scuse ora’ il cazzo in fuori penzoloni davanti allo schermo ‘guardami in volto’ non è vero, non crederle!’
‘Ah no? Mmmm’ eppure mi ha dato una descrizione molto dettagliata del fatto, come quello che avete fatto nel vicolo lì vicino ad esempio’ difficile non crederci!’ una mano maschile emerge alle mie spalle. Mi tocca il seno e inizia a muovere il capezzolo sinistro tra i miei primi lamenti.
‘Cosa fai?!’ urla inferocito.
‘Cosa faccio? Ti mostro come si realizza un tradimento a dovere’ te lo mostro per bene’ abbasso la cam verso il mio ventre e calo gli slip di pizzo nero.
Passo una mano tra le labbra della figa, mi masturbo poco e ben presto mi raggiungono le mani del ragazzo alle mie spalle.
‘Smettila! Chi cazzo è questo??? Solo io posso toccarti!’ urla, batte i pugni sul tavolo.
‘Davvero? Vuoi vedere che mi faccio scopare da lui? Dai’ guarda come mi faccio fottere’ tu hai la fortuna di vederlo in diretta. Io l’ho saputo solo tramite altri” dirigo le mani del ragazzo e gli indico di premere con maggior vigore. Mi sfugge un respiro più intenso.
‘Basta Ambra’ basta! E” è vero’ ho sbagliato’ ti prego, basta’ non è importante per me quella” i toni iracondi si alternano ai lamenti di dolore.
Dolore di ciò che mi ha fatto? Io credo sia solo il dolore della ferita all’ego che gli procuro.
‘Va bene, basta. Ora basta giocare.’ tiro fuori il cazzo del ragazzo e lo striscio lungo lo spacco, in lungo, per bene, facendoglielo vedere. Poi lo punto e lo invito a spingere. Lo osservo’ vede i miei occhi in cam, li vede cambiare. Trova quello sguardo, quel luccichio di godimento che mi poteva procurare solo lui.
‘Tutto questo per gelosia’ solo per vendetta’ sei una puttana” rassegnato si siede e con le unghia graffia il tavolo.
‘Si, sono una puttana. E tu un traditore!’ incito il ragazzo a scoparmi.
Lui parte in poderosi colpi che mi smuovono. Inizio a gemere come non mai, gli parlo, gli dico di spaccarmi, di rompermi, di farmi godere come il mio ragazzo non fa. Di farmi gridare da puttana quale sono.
I suoi colpi si fanno più energici. Con una mano mi tiene a testa bassa sul tavolo. Dall’altro lato del computer lui mi vede riversa sul ripiano, intravede la mia testa bruna e la sagoma del mio culo che ondeggia sotto i ripetuti colpi. Sul culo la mano dell’altro che stringe, sculaccia, tasta come meglio può e ascolta i nostri grugniti che si susseguono, suoi e miei.
‘Sto venendo’ forza, dai, più forte! Scopami più forte!’
Ora è in piedi davanti allo schermo, imprecando pesantemente.
‘Ancora’ ancora!!! Vengo’ vengooo!!!’
‘Cristo santo’ smettila’ smettila’ nooooo!!!’
‘Oh’! Si”.

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