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Neville e Narcissa – Scoprendo Narcissa

By 23 Gennaio 2025Gennaio 29th, 2025No Comments

Il piano era chiaro, semplice quanto audace. Dovevano scoprire cosa stava tramando Draco, e rimanere ad Hogwarts non avrebbe portato a nulla. La sola opzione era infiltrarsi nella villa dei Malfoy. L’Esercito di Silente aveva organizzato l’incursione nei minimi dettagli, sfruttando una preziosa informazione estorta a Tiger sotto l’effetto della pozione veritas di Hermione. Draco e i suoi genitori erano fuori per affari, e il castello sarebbe rimasto vuoto per diverse ore: un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
Una volta individuata la residenza dei Malfoy, il gruppo si mise in marcia. Harry, Ron, Hermione e Neville avanzavano con le bacchette strette tra le dita, pronti a qualsiasi evenienza. Il primo pomeriggio li avvolgeva in un’atmosfera cupa e carica di tensione: un cielo grigio e basso prometteva pioggia imminente, aggiungendo un tocco di malinconia e pericolo alla missione.
La villa dei Malfoy, maestosa e intimidatoria, si stagliava all’orizzonte. Ogni passo verso quell’oscura fortezza sembrava amplificare il silenzio che li circondava, un silenzio spezzato solo dal rumore ovattato delle loro scarpe sul terreno umido. I quattro amici sapevano che il pericolo era reale, ma nessuno osava fermarsi: il desiderio di scoprire la verità li spingeva avanti, mentre l’aria densa di elettricità sembrava suggerire che qualcosa di più grande stava per accadere.
Una volta forzato il cancello, si mossero con cautela tra le ombre del grande giardino, cercando riparo tra gli alberi. La villa sembrava deserta, ma l’atmosfera carica di tensione li teneva in allerta. Il vento agitava lievemente le fronde, facendo danzare le ombre sul terreno, come a ricordare che nulla era davvero al sicuro.
Sotto un maestoso castagno, il gruppo si fermò per pianificare il prossimo passo. Decisero di dividersi: Ron ed Hermione avrebbero fatto la guardia, stando in giardino e controllando qualunque movimento, mentre Harry e Neville si sarebbero intrufolati nella villa, passando dal retro della proprietà.
Appena Ron ed Hermione si ritrovarono soli però, il silenzio del giardino sembrò riempirsi di un’energia diversa. Ron, incapace di resistere oltre, le si avvicinò con uno sguardo che tradiva desiderio e impazienza. Prima che Hermione potesse dire qualcosa, lui le afferrò i fianchi e la attirò a sé, le loro labbra che si incontrarono in un bacio carico di passione repressa.
La ragazza si lasciò andare, rispondendo con ardore. La sua divisa scolastica, con la camicia leggermente sbottonata e la gonna appena stropicciata, la rendeva incredibilmente sexy agli occhi di Ron, che non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua figura. Le sue mani scivolarono lungo la schiena di lei, stringendola con una forza che sapeva di bisogno, mentre il cuore di entrambi batteva forte, sovrastando il lieve fruscio del vento tra le foglie.
Hermione, con il respiro ancora affannato dai baci, cercò di protestare, accennando alla missione ed al fatto che dovessero rimanere vigili. Ma Ron, con un sorriso sfrontato, la zittì con un altro bacio, più profondo, più audace. Le sue labbra si mossero con una tale determinazione che lei non riuscì a trattenere un gemito. Quando si staccò, lui la guardò negli occhi, i suoi pieni di desiderio, e sussurrò ridendo: “Dai tesoro… E’ da prima che ho voglia e se Harry non ci avesse trascinati qui, saremmo in camera a finire quello che avevamo iniziato… Lo so che anche tu lo vuoi tanto quanto me.”
La ragazza dopo essersi guardata intorno, abbassò lo sguardo, un misto di imbarazzo e desiderio che le accendeva le guance. Poi, come sconfitta dalla verità che non poteva negare, lo ammise con un filo di voce. Ma invece di fermarsi, fece un passo indietro, guardandolo negli occhi con una nuova scintilla, una malizia che Ron non aveva mai visto prima. Con un gesto lento, quasi ipnotico, afferrò l’orlo della gonna e la sollevò appena, svelando ciò che fino a quel momento aveva celato.
Non indossava nulla. La sua fica, liscia e perfettamente curata, brillava leggermente sotto la luce filtrata dalle fronde degli alberi, un invito irresistibile. Ron rimase senza parole per un attimo, i suoi occhi che si divoravano ogni dettaglio, fino a che un sorriso carico di complicità e desiderio non si dipinse sul suo volto. “Lo sapevo,” mormorò, la voce roca e piena di voglia.
Hermione, divertita e ardita, inclinò leggermente la testa e con un sorriso malizioso fece un passo indietro verso gli alberi, piegando un dito per invitarlo ad avvicinarsi. Era uno sguardo che non lasciava dubbi: quella non era resa, ma un gioco. Un gioco pericoloso, eccitante, dove il rischio aumentava solo l’intensità del desiderio che entrambi sentivano. Ron non attese un altro invito. Fece un passo avanti, le sue mani già tese verso di lei, pronto a cogliere quel momento proibito che sapeva non avrebbe mai dimenticato.
Intanto, Harry e Neville si muovevano lungo il lato destro della villa, schivando i cespugli bassi e restando nell’ombra delle mura imponenti. Giunsero infine a una porta di servizio, semplice ma ben chiusa. Harry, con un cenno rapido a Neville, estrasse la bacchetta e mormorò un incantesimo a bassa voce: Alohomora. La serratura emise un clic sordo, e la porta si aprì lentamente con un lieve scricchiolio.
Entrarono con cautela nella cucina, le orecchie tese e i passi felpati. La stanza era immersa in una penombra inquietante, con lunghi ripiani di marmo e pentole appese che sembravano osservatori silenziosi. Nessun suono disturbava l’aria pesante, solo il respiro trattenuto dei due ragazzi.
Procedettero con lentezza, attraversando la cucina fino a raggiungere il salotto. Ogni passo sembrava amplificato dal silenzio surreale che li circondava. Il salotto, un’enorme sala con pareti ornate e mobili antichi, emanava un’aura di eleganza decadente, come se fosse rimasto sospeso nel tempo. Anche lì, però, nessun segno di vita. Probabilmente anche la servitù, elfi domestici inclusi, erano via come i padroni di casa. Eppure, non potevano permettersi di abbassare la guardia.
Si muovevano con precisione, sfiorando i mobili con dita leggere, cercando qualsiasi indizio che potesse tradire i segreti della famiglia Malfoy. Il ticchettio di un antico orologio da parete era l’unico rumore che accompagnava i loro movimenti, una presenza costante che scandiva il tempo e aumentava la tensione. Ogni ombra sembrava nascondere un potenziale pericolo, ogni angolo della stanza una possibile minaccia.
Neville, con la bacchetta pronta, lanciava occhiate rapide a Harry, che si muoveva con sicurezza studiata. Entrambi sapevano che il rischio era alto, ma il richiamo della scoperta li spingeva a continuare. Il salotto, con i suoi segreti nascosti sotto il velo di ricchezza e mistero, sembrava quasi respirare con loro, in attesa del prossimo passo.
Dall’esterno, la villa sembrava svilupparsi su almeno tre piani. Cucina e salotto al piano terra, le camere probabilmente al primo e uno studio o una biblioteca all’ultimo, dove potevano trovarsi informazioni cruciali. Harry, inginocchiato accanto a un grande mobile antico, aveva trovato una cartella di pelle contenente dei documenti e li stava sfogliando, cercando qualsiasi indizio utile. Neville, che lo osservava con un misto di curiosità e impazienza, gli sussurrò: “Io salgo di sopra intanto, controllo i piani superiori.”
Harry alzò lo sguardo e annuì. “Va bene,” disse a voce bassa. “Vai all’ultimo piano. Io intanto finisco qui e poi esaminerò le camere. Stai attento.”
Neville strinse la bacchetta e fece un cenno di assenso, il cuore che batteva forte. Lentamente si diresse verso la scala principale, una struttura ampia e maestosa, le cui assi sembravano quasi trattenere il respiro per non scricchiolare sotto i suoi passi. La casa, immersa in una penombra inquietante, lo avvolgeva in un silenzio pesante, interrotto solo dal lieve fruscio delle sue scarpe sul tappeto che copriva i gradini.
Man mano che salì, l’oscurità si fece più densa. La luce del pomeriggio filtrava appena dalle tende spesse e dai vetri polverosi delle finestre, creando ombre che si allungavano sui muri. Ogni tanto Neville si fermava, trattenendo il respiro per ascoltare, ma l’unico suono era il battito del suo cuore e il lontano fruscio di Harry che sfogliava i documenti al piano inferiore.
Arrivato al primo piano, Neville si fermò un istante per orientarsi. Il corridoio davanti a lui sembrava interminabile, punteggiato da porte chiuse e mobili dall’aria austera. Ma il suo obiettivo era più in alto. Puntò la bacchetta in avanti per rischiarare il cammino e continuò a salire, i gradini che sembravano trascinarlo sempre più verso il cuore del mistero della villa.
Neville, mentre continuava a salire le scale, si fermò davanti a una finestra che dava sul giardino. Lanciò un’occhiata verso l’esterno, e un movimento tra gli alberi catturò la sua attenzione. Aguzzò la vista, cercando di capire meglio cosa stesse succedendo. Quando finalmente mise a fuoco, un sorriso malizioso gli si disegnò sulle labbra.
Tra le ombre degli alberi, Hermione era appoggiata contro un tronco robusto, la camicetta completamente aperta che lasciava intravedere i suoi seni pieni e tesi, la pelle luminosa nella luce soffusa del pomeriggio. Con una mano teneva sollevata la gonna, scoprendo le sue cosce lisce e la sua fica perfettamente rasata, mentre l’altra mano affondava nei capelli di Ron, inginocchiato davanti a lei. Il rosso sembrava completamente immerso in ciò che stava facendo, la bocca affondata tra le sue gambe, leccandola con una dedizione che faceva trasparire quanto desiderio provasse.
Hermione aveva la testa leggermente inclinata all’indietro, le labbra socchiuse da cui sfuggivano gemiti che Neville poteva quasi immaginare. La sua mano tremava leggermente mentre stringeva la chioma del suo fidanzato, guidandolo con movimenti decisi ma disperati, come se ogni tocco della lingua di Ron accendesse una scintilla di piacere che le attraversava il corpo. Il suo petto si sollevava ritmicamente, accompagnando ogni respiro profondo, ogni gemito di piacere che sembrava vibrare nell’aria.
Ron, completamente assorto, la baciava, leccava e succhiava ogni centimetro della sua intimità, le mani salde sulle sue cosce per tenerla ferma. I suoi movimenti erano lenti e sapienti, studiati per farla tremare di piacere, mentre il suo respiro caldo le accarezzava la pelle già accesa. Hermione, con le guance arrossate e gli occhi socchiusi, sembrava perdersi completamente in quel momento, dimenticando ogni altra cosa, persino il pericolo che li circondava.
Neville osservò la scena per un lungo momento, il cuore che gli batteva più veloce non per paura, ma per un misto di eccitazione e curiosità. Si passò una mano tra i capelli, cercando di riportare l’attenzione alla missione, ma il pensiero di quella scena continuava a bruciare nella sua mente. Sentiva l’eccitazione montare dentro di sé come un’onda inarrestabile.
L’immagine di Hermione, con il corpo esposto e vulnerabile, le gambe divaricate e il piacere dipinto sul viso, lo faceva impazzire. Quella ragazza, che per anni aveva visto come un’amica, era diventata il fulcro di molte sue fantasie solitarie, e ora, vederla così, nuda ed erotica, era come un sogno proibito che prendeva vita.
La mente di Neville vagò pericolosamente. Immaginava di avvicinarsi a lei, afferrarla per i fianchi e piegarla contro quell’albero. Le sue mani avrebbero stretto il suo culetto sodo e perfetto, scoprendolo completamente, mentre i suoi gemiti, già così intensi, sarebbero diventati urla soffocate di piacere. Sentiva quasi il calore della sua pelle contro la sua, la stretta avvolgente del suo corpo mentre si spingeva dentro di lei, ogni movimento alimentato dal desiderio più primordiale.
Con uno sforzo tremendo, Neville si costrinse a distogliere lo sguardo. Si scosse, cercando di liberarsi da quei pensieri che minacciavano di sopraffarlo. Si rimise in movimento, salendo i gradini con passi lenti e pesanti, ma ogni fibra del suo essere sembrava ribellarsi alla sua volontà. La tensione nei suoi pantaloni gli ricordava costantemente quanto fosse acceso.
Quando raggiunse il pianerottolo, prese un respiro profondo, ma le immagini della scena che aveva appena visto continuavano a perseguitarlo. Senza volerlo, la sua mano scivolò verso la patta gonfia, accarezzandola leggermente attraverso il tessuto.
Davanti a lui, un lungo corridoio illuminato solo da una luce fioca che filtrava attraverso le pesanti tende. Le pareti, rivestite di antichi arazzi, sembravano quasi respirare nell’oscurità, e un silenzio opprimente avvolgeva l’ambiente. Diversi ingressi si allineavano lungo il corridoio, porte chiuse che sembravano celare segreti inconfessabili.
Un brivido gli percorse la schiena, non tanto per paura, quanto per un misto di tensione ed eccitazione ancora irrisolta. Stringendo la bacchetta, si avvicinò alla prima porta. La maniglia sembrava gelida sotto le sue dita, e il legno, massiccio e scuro, emanava un’aura quasi minacciosa. Stava per spingerla lentamente, quando un suono improvviso interruppe i suoi pensieri.
Un gemito. Lieve, quasi un sussurro, ma carico di qualcosa di innegabilmente intimo.
Neville si fermò, il cuore che accelerava. Rimase immobile per un istante, cercando di capire se fosse stato solo un’impressione. Ma poi, un altro gemito, più intenso, lo raggiunse. Questa volta non c’erano dubbi: qualcuno si trovava dietro una delle porte, e ciò che stava accadendo non lasciava molto spazio all’immaginazione.
Incuriosito e incapace di ignorare il suono, Neville seguì quel richiamo involontario. Ogni passo lungo il corridoio sembrava amplificare quel rumore: respiri spezzati, un ritmo crescente, il suono soffocato di qualcuno che cercava di trattenere il piacere. Si fermò davanti a una porta socchiusa, da cui filtrava una luce calda e tremolante, forse quella di un camino. Appoggiò l’orecchio contro il legno, trattenendo il respiro, e i gemiti divennero più chiari, più distinti.
Neville rimase immobile, il respiro appena trattenuto, con l’orecchio quasi premuto contro il legno freddo della porta. Ora i gemiti erano inconfondibili: suoni morbidi, carichi di piacere, di una donna che si lasciava andare completamente. La voce era un sussurro quasi etereo, ma abbastanza chiara da far vibrare qualcosa dentro di lui. Tuttavia, non sentiva altre voci. Era sola? O chiunque fosse con lei si stava muovendo in un silenzio complice?
Il suo cuore batteva forte, il sangue che gli pulsava nelle orecchie e la tensione che gli stringeva il petto. Quei suoni, così proibiti e così vicini, si univano all’immagine ancora fresca di Hermione nel giardino, amplificando un desiderio che già lo stava consumando. Era eccitato, terribilmente eccitato, al punto che la pressione nei pantaloni era ormai insostenibile. La sua mente si riempiva di scenari: una coppia nascosta, due amanti che si erano approfittati dell’assenza dei Malfoy, forse persino due domestici che avevano trovato un modo per passare il tempo.
La curiosità lo divorava, ma una parte di lui sapeva che era sbagliato. Eppure, i gemiti continuavano, sempre più profondi, sempre più intensi, e con essi cresceva anche il suo desiderio.
Neville si abbassò lentamente, il cuore che batteva all’impazzata mentre si avvicinava alla serratura. Era una serratura vecchia, di quelle ampie, che sembrava fatta apposta per rivelare segreti a chi osava guardare. Trattenne il respiro, quasi temendo che anche il più piccolo suono potesse tradirlo, e poggiò l’occhio contro il freddo metallo.
La scena che si rivelò davanti a lui lo lasciò senza fiato.
Il camino acceso diffondeva una luce calda e tremolante, che danzava sulle pareti e illuminava un grande letto al centro della stanza. Al suo interno, una donna matura, dalla figura mozzafiato, si abbandonava a un piacere sfrenato. Era inginocchiata sul materasso, il corpo perfettamente scolpito inarcato in una posa che sprigionava pura sensualità. I suoi seni, grandi e sodi, si muovevano al ritmo del suo corpo, ondeggiando con ogni movimento, mentre le mani li stringevano con una determinazione lasciva. I suoi pollici e indici pizzicavano e tiravano i capezzoli, facendoli risaltare turgidi e invitanti nella luce del fuoco.
Neville non riusciva a staccare lo sguardo mentre la donna cavalcava un oggetto dalla forma inequivocabilmente fallica. L’oggetto era poggiato al centro del letto, e lei lo montava con movimenti ipnotici, salendo e scendendo con un ritmo lento ma inesorabile.
Ogni discesa faceva sparire completamente quel simbolo di desiderio dentro la sua fica bagnata, che si apriva accogliendolo con una facilità che parlava di puro godimento. Il suono umido e invitante dei suoi movimenti, mescolato ai suoi gemiti soffocati, arrivava chiaramente fino alla serratura, amplificando l’eccitazione di Neville.
La donna aveva i capelli lunghi biondo platino, con ciocche nere che incorniciavano il suo viso e cadevano in morbidi ricci sulle spalle. Era Narcissa Malfoy. Inconfondibile, con quell’eleganza innata che la rendeva magnetica anche in quel momento di abbandono totale. La sua testa era leggermente inclinata all’indietro, le labbra rosse socchiuse che lasciavano sfuggire gemiti profondi e gutturali, mentre i suoi occhi socchiusi sembravano completamente persi nel piacere. Ogni movimento delle sue anche era un atto di pura perfezione, un ballo lascivo che faceva risaltare il suo corpo scolpito.
Neville sentì un’ondata di calore attraversarlo, ogni fibra del suo corpo accesa dal desiderio. Non poteva distogliere lo sguardo, completamente catturato dalla visione di quella donna che si dava piacere con una tale intensità da sembrare quasi un rito. La sua pelle luminosa brillava alla luce del fuoco, mentre il ritmo dei suoi movimenti aumentava lentamente, e i suoi gemiti diventavano più forti, più profondi, più intensi.
Neville si rese conto di avere la mano stretta contro la patta gonfia dei suoi pantaloni, il desiderio che pulsava senza controllo. La scena davanti a lui era così intima, così proibita, eppure non poteva fermarsi. Il modo in cui Narcissa cavalcava quell’oggetto, con le sue cosce forti che si stringevano e si aprivano, e il suo corpo che si contorceva in cerca di più, lo teneva incatenato a quel momento, incapace di fare altro che guardare, desiderare, e bruciare.
I gemiti della donna si fecero più chiari, trasformandosi in un sussurro roco, carico di desiderio. Le parole che uscivano dalle sue labbra, sussurrate come segreti proibiti, erano un alternarsi di incitamenti eleganti e oscenità crude. “Sì… cosi…,” mormorava, la voce quasi musicale, ma con un tono che tradiva la sua brama. “Non fermarti… voglio sentirti… fino in fondo.” Ogni frase era un misto di raffinatezza innata e abbandono totale, come se la sua stessa natura non potesse fare a meno di aggiungere un tocco signorile anche alle parole più sporche. “Prendimi e fammi tua… fino a farmi urlare.”
Neville era completamente rapito. Le sue parole, unite alla vista di quel corpo sinuoso che si muoveva in un ritmo così erotico, lo ipnotizzavano. La donna cavalcava l’oggetto con movimenti più decisi, e ogni discesa era accompagnata da un gemito più profondo, più gutturale, che sembrava vibrare nella sua testa e accendere ogni fibra del suo corpo.
I suoi occhi erano incollati alla donna, al modo in cui il suo corpo si muoveva con una grazia quasi innaturale, le cosce che si contraevano mentre si spingeva sempre più a fondo, il suo viso contratto in un’espressione di estasi pura. Iniziò a toccarsi attraverso la stoffa, un gesto lento e misurato, come se volesse prolungare il tormento, assaporare ogni istante di quella scena proibita. Era una lenta masturbazione, quasi una tortura autoimposta. Il tessuto ruvido aggiungeva una nota di piacere crudo al suo tocco, e la tensione si accumulava dentro di lui come un fuoco che non poteva spegnere.
Per un istante, Neville rimase immobile, come paralizzato.
La casa, che credeva vuota, celava un segreto tanto inaspettato quanto proibito. Sapeva che avvicinarsi di più o lasciarsi andare poteva essere rischioso, ma nessun pensiero razionale riusciva a strapparlo da quel momento. Era troppo tardi: la voce della donna, i suoi gemiti soffocati e le parole sussurrate come un incantesimo lo avevano già catturato.
Dietro quella porta, il ritmo della donna cresceva, ogni suono che sfuggiva dalle sue labbra un invito irresistibile. Il tono era un alternarsi ipnotico di raffinatezza e oscenità.
Neville sentì un brivido attraversargli la schiena, il suo corpo completamente dominato dalla visione di quella donna che si abbandonava con tale maestria al piacere. Ogni respiro che tratteneva, ogni movimento della sua mano contro i pantaloni, sembrava sincronizzarsi con i movimenti di lei. Si sentiva parte di quel momento, anche se nascosto, e non poteva fare altro che arrendersi a quel desiderio crescente.
La donna rallentò il movimento delle anche, il suo corpo che si fermava in un tremito di anticipazione. La sua voce si fece più dolce, ma al tempo stesso carica di desiderio, come se stesse rispondendo a un amante invisibile. “Cosa? Non ho capito…” mormorò con un sussurro che sembrava quasi un canto. Poi, con un sorriso malizioso che curvava le sue labbra rosse, aggiunse: “Vorresti prendermi da dietro? Oh… davvero?”
Si fermò per un istante, il respiro affannoso che riempiva la stanza, mentre le sue mani scivolavano lentamente lungo i fianchi, accarezzando la curva delle sue natiche. “No, non posso farlo,” continuò con un tono di falsa resistenza, quasi giocando con il suo interlocutore immaginario. “Nemmeno a mio marito concedo di toccarmi lì… e tu osi chiedermelo?” Il sorriso si fece più ampio, i suoi occhi chiusi mentre una risata sommessa e sensuale le sfuggiva dalle labbra.
Poi, con un gemito spezzato, il tono della sua voce cambiò, divenendo più disperato, più bramoso. “Oddio, sì… mi stai facendo impazzire. Non riesco a resistere. Sì, ti prego, fallo… ma sii delicato…” Le sue parole erano un misto di supplica e comando, un gioco teatrale in cui si abbandonava completamente al piacere, creando un dialogo con un amante che esisteva solo nella sua mente.
Neville era paralizzato dietro la porta, il suo corpo teso e il respiro che si faceva sempre più corto. La scena davanti a lui era così erotica, così ipnotica, che sentiva di essere trascinato in quella fantasia, come se le parole di Narcissa fossero rivolte anche a lui.
Narcissa si sollevò lentamente, con movimenti aggraziati che sembravano parte di un rituale antico. Il dildo, bagnato e lucido dei suoi umori, scivolò fuori dalla sua fica con un suono umido e invitante. Lo guardò per un istante, i suoi occhi che scintillavano nella luce del camino, poi lasciò che scivolasse sul letto.
Con una grazia naturale, si leccò la mano, la lingua che si muoveva lentamente, lasciando dietro di sé una scia di umidità sulle dita. Poi la fece scivolare dietro di sé, tra le natiche perfette, accarezzando la pelle liscia con un movimento languido. Un gemito profondo le sfuggì dalle labbra mentre iniziava a massaggiare il buchino stretto con la punta delle dita, prima delicatamente, poi con più decisione.
Neville trattenne il respiro, osservando mentre Narcissa spostava la mano in avanti, passando attraverso la sua fica aperta e fradicia. Le sue dita raccoglievano i suoi umori abbondanti, trascinandoli lentamente di nuovo verso il buchino, che ora brillava di desiderio nella luce del fuoco. Con movimenti fluidi, iniziò a spalmare, massaggiandolo con attenzione, preparandolo con una lentezza esasperante.
La donna continuava a parlare con il suo amante immaginario, la voce un misto di dolcezza e lussuria, mentre il piacere che si dava cresceva sempre più evidente. “Sì… così… preparami bene,” mormorava, il respiro spezzato dai gemiti. “Non essere frettoloso, voglio sentire ogni singolo secondo di te.” Poi, con un sorriso malizioso e un gemito più profondo, aggiunse: “Oddio, sì… ora entra… più a fondo… riempimi.”
Neville osservava senza riuscire a distogliere lo sguardo, il corpo completamente avvinto da quella scena proibita. La mano di Narcissa si muoveva lentamente tra le sue natiche, accarezzandosi con un’abilità che sembrava innata. Le sue dita si spingevano contro il buchino stretto, tracciando cerchi lenti prima di insinuarsi delicatamente. Il primo dito entrò con una facilità sensuale, mentre lei gemeva piano, il suono un mix perfetto di piacere e soddisfazione. “Sì… così… bravo,” sospirò, come se davvero qualcuno fosse lì con lei.
Dopo qualche istante, il ritmo della sua mano aumentò. Con un secondo dito che si aggiunse, Narcissa cominciò a spingersi dentro con più decisione, il suo corpo che si contorceva leggermente mentre i suoi gemiti diventavano più intensi. Il movimento delle sue dita era ipnotico, e il modo in cui il suo corpo rispondeva, con piccoli tremiti e sospiri, accendeva un fuoco sempre più grande dentro Neville.
Poi Narcissa, con un sorriso languido e il respiro ancora spezzato, ritirò lentamente le dita dal suo buchino, il movimento accompagnato da un gemito soddisfatto. Mormorò parole magiche in un tono basso e sensuale, quasi un sussurro incantatore. Il dildo, ancora lucido dei suoi umori, si alzò lentamente in volo, levitando con precisione sotto il suo comando. Lei lo osservò con uno sguardo carico di desiderio, come se fosse realmente vivo, una presenza che poteva soddisfarla nel modo che desiderava.
Con una grazia naturale, Narcissa si piegò in avanti, appoggiando il viso sul lenzuolo morbido, le labbra leggermente socchiuse e rosse come il fuoco. Il suo corpo si inarcò perfettamente, le cosce si aprirono con lentezza, e il suo magnifico culo rimase completamente esposto, in un’offerta tanto invitante quanto proibita. Il buchino, ancora umido e pulsante, era spalancato, pronto ad accogliere il piacere che aveva immaginato e comandato.
Il dildo fluttuò dietro di lei, posizionandosi con precisione contro il suo ingresso posteriore. Narcissa, con la voce bassa e tremante, sussurrò al suo amante immaginario, le parole intrise di lussuria: “Oh, sì… vieni da me, con il tuo cazzo grosso e meraviglioso… riempimi… fammi tua.” Ogni parola sembrava una supplica, un comando, e un invito irresistibile tutto insieme. Il dildo iniziò a spingersi dentro di lei con lentezza, aprendo quel buchino già preparato con maestria. La donna gemette profondamente, il suono un mix di piacere e di una dolce sofferenza.
Neville, nascosto dietro la porta, era sul punto di esplodere. Guardare Narcissa così abbandonata al suo piacere, con il suo corpo che si contorceva mentre quel dildo le entrava sempre più a fondo, era troppo per lui. Il modo in cui lei si muoveva, accompagnando il ritmo dell’oggetto, il suo culo che si apriva per accoglierlo, era una visione che lo lasciava senza fiato. Senza pensarci due volte, consapevole del rischio, tirò fuori il cazzo duro dai pantaloni. Era gonfio, caldo, e la sola sensazione dell’aria che lo sfiorava lo fece gemere piano, trattenendo il fiato per non farsi scoprire.
Neville iniziò a masturbarsi, la mano che scivolava lungo la sua asta con movimenti lenti e decisi, mentre i suoi occhi rimanevano incollati alla serratura. Il suo pollice accarezzava la punta umida, e ogni sfioramento mandava un brivido lungo la sua schiena. Non riusciva a staccarsi da quella scena: Narcissa ora gemeva più forte, il dildo che si spingeva sempre più a fondo, mentre le sue dita si muovevano rapidamente sul suo clitoride, strofinandolo con una frenesia che mostrava quanto fosse vicina al culmine.
“Sì… così… più a fondo,” gemette Narcissa, la sua voce ora rotta dal piacere. Il modo in cui parlava, come se stesse davvero parlando a un amante in carne e ossa, faceva bruciare Neville di desiderio. Il ritmo della sua mano aumentò, i suoi gemiti soffocati nel tentativo di non essere sentito, ma il piacere che cresceva dentro di lui era ormai incontrollabile.
Il culo di Narcissa si muoveva contro il dildo, spingendosi indietro con movimenti sensuali, ogni spinta che lo faceva scomparire più a fondo dentro di lei era accompagnata da un gemito gutturale che riempiva la stanza. Le sue dita sul clitoride lavoravano con precisione, accelerando il ritmo mentre il suo corpo tremava sotto l’ondata di piacere che stava crescendo.
Neville, ormai sopraffatto dal desiderio, si rese conto che non aveva più nemmeno bisogno di guardarla per eccitarsi. La sua immaginazione, alimentata dai gemiti di Narcissa e da ciò che aveva appena visto, era più che sufficiente. Con il respiro pesante e il cuore che batteva all’impazzata, si spostò dalla porta, cercando un punto più comodo. Si appoggiò alla parete con la schiena, le spalle che affondavano nel legno freddo, mentre i gemiti della donna continuavano a riempire l’aria, dolci e pericolosamente invitanti.
Chiuse gli occhi per un istante, lasciandosi trasportare dal suono della sua voce. Le immagini si formarono nella sua mente con una chiarezza quasi dolorosa: vedeva Narcissa, piegata in avanti sul letto, il culo perfetto, tondo e morbido che si offriva senza vergogna. La luce tremolante del camino che le accarezzava la pelle liscia, rendendola quasi eterea. Ma questa volta, nella sua fantasia, non era un oggetto a riempirla. Era lui.
Neville accelerò i movimenti della sua mano, il pollice che accarezzava la punta umida mentre il piacere cresceva dentro di lui, sempre più intenso. I suoi gemiti trattenuti si mescolavano a quelli di Narcissa, creando un’armonia proibita e perversamente perfetta. Ogni suono che le sfuggiva era come un richiamo diretto a lui, spingendolo sempre più vicino al punto di non ritorno.
La mente galoppava veloce, ogni immagine sempre più vivida, ogni scena sempre più perversa. I suoi gemiti, dapprima trattenuti, cominciarono a sfuggirgli con un ritmo crescente, mentre il suo respiro diventava affannoso, quasi animalesco. “Narcissa… sì, così… Dio, sì!” mormorava tra un ansimo e l’altro, la voce ormai senza freni, incapace di contenere il desiderio che lo stava consumando. La mano si muoveva con sempre più frenesia sul suo cazzo duro e pulsante, e ogni colpo immaginario dentro il suo culo lo faceva avvicinare sempre di più al culmine.
Era così immerso in quel piacere proibito che non si rese conto che i gemiti dietro la porta si erano interrotti. Non percepì nemmeno il lieve cigolio della porta che si apriva accanto a lui. Era troppo preso dalla sua fantasia, dal calore che lo avvolgeva, dai pensieri osceni che ormai avevano preso il controllo.
Dalla penombra della stanza, Narcissa apparve, avvolta solo da una vestaglia nera di pizzo trasparente, chiusa in vita da una sottile cintura di seta. La sua pelle era lucida di sudore, i suoi capelli disordinati, e il suo corpo emanava un’aura di erotismo puro. La vestaglia lasciava intravedere i seni pieni e sodi, il pizzo trasparente che non nascondeva ma esaltava ogni curva del suo corpo. I suoi occhi, ancora scintillanti di piacere, fissavano Neville con un misto di curiosità e malizia.
Neville, con gli occhi chiusi e il volto contratto dal piacere, non si accorse della sua presenza finché non sentì qualcosa di inaspettato: una mano calda e decisa che afferrava il suo cazzo. Il contatto lo fece sobbalzare, gli occhi si spalancarono di colpo, e il sangue gli gelò nelle vene.
Neville balbettò qualcosa, un suono incomprensibile, ma lei non disse nulla. Con una lentezza ipnotica, la sua mano avvolse meglio il cazzo di Neville, stringendolo con la giusta pressione, e iniziò a guidarlo verso la porta aperta. Neville non riusciva a opporsi; il terrore e l’eccitazione si mescolavano in un vortice che lo lasciava completamente alla sua mercé. Ogni passo che faceva, guidato dalla mano sicura di Narcissa, lo avvicinava a un punto di non ritorno.
Entrarono nella stanza illuminata solo dalla luce tremolante del camino. Narcissa lo portò al centro, senza mai lasciargli il cazzo, e con un gesto fluido chiuse la porta dietro di sé. La serratura scattò con un suono che risuonò come una sentenza definitiva. Neville sentiva il cuore battere all’impazzata, ma non ebbe nemmeno il tempo di pensare o dire qualcosa, perché lei si voltò lentamente, il sorriso sulle sue labbra ora più largo, più pericoloso.
“Nessuno ti ha insegnato che spiare è molto… sconveniente?” sussurrò Narcissa, la sua voce bassa e seducente, ogni parola scandita con una calma che lo fece tremare. La sua mano, ancora avvolta intorno al cazzo duro di Neville, iniziò a muoversi lentamente, quasi distrattamente, ma con una precisione che lo fece gemere piano, incapace di trattenersi.
Neville non riuscì a rispondere. Il suo corpo era completamente sotto il controllo di quella donna, il suo respiro affannoso mentre lo lasciava andare e lo spingeva delicatamente ma con fermezza verso il letto.
Narcissa incrociò le braccia sul petto, il suo sguardo divenne freddo e autoritario, contrastando con il calore che ancora emanava il suo corpo sudato. Con voce dura, quasi tagliente, gli ordinò: “Spogliati. Subito! Piccolo pervertito…”
Neville deglutì, il terrore che gli attraversava il petto si mescolava in modo perverso all’eccitazione che non riusciva a controllare. “Mi… mi dispiace,” balbettò, abbassando lo sguardo, il tono supplichevole e disperato. “Non volevo… non avrei dovuto…” La voce gli si spezzò mentre cercava di scusarsi, ma Narcissa non sembrava intenzionata a cedere. Il suo sguardo, un misto di divertimento malizioso e severità, lo inchiodava lì, incapace di muoversi.
“Ho detto, via i vestiti!” ripeté, con un tono che non lasciava spazio a repliche, mentre le sue labbra si piegavano in un sorriso diabolico. “Non fingere di essere innocente ora. Ti ho sentito… ti ho visto. Ora sono io a voler vedere.” Ogni parola sembrava un colpo che colpiva Neville, ma anche una scintilla che alimentava il suo desiderio incontrollabile.
Neville, tremante, iniziò a togliersi i pantaloni. Le mani gli sfuggivano dai bottoni, il respiro accelerato dal misto di paura e desiderio che lo invadeva. Quando finalmente li abbassò, la sua erezione si rivelò in tutta la sua evidenza, tesa e pulsante, incapace di sgonfiarsi nonostante l’umiliazione. Cercò disperatamente di coprirsi con le mani, ma Narcissa lo bloccò con un semplice gesto della mano.
“Non osare coprirti,” ordinò, la voce più bassa, quasi un ringhio sensuale. “Hai avuto il coraggio di spiarmi… ora tocca a me vederti.” Il tono autoritario si intrecciava con una malizia che faceva vibrare l’aria, e il modo in cui lo guardava, alternando uno sguardo severo e cattivo a uno pieno di eccitazione, lo faceva tremare.
Neville obbedì, lasciando cadere le mani lungo i fianchi, esponendo il suo corpo e la sua eccitazione incontrollabile. Narcissa lo osservò con attenzione, i suoi occhi che scorrevano lungo di lui, soffermandosi con un sorriso compiaciuto sulla sua erezione. “Beh,” disse lentamente, con un tono che oscillava tra il sarcasmo e l’apprezzamento. “Sembra che ti sia davvero piaciuto quello che hai visto… e devo ammettere che sei meglio di quanto mi aspettassi.”
Poi, senza smettere di fissarlo, Narcissa iniziò a sciogliere con calma la cintura della sua vestaglia. Le sue mani si muovevano lentamente, come se stesse eseguendo un rituale destinato a stregarlo. Quando la stoffa scivolò via dalle sue spalle, la vestaglia cadde ai suoi piedi, rivelando completamente il suo corpo. La luce del camino accarezzava la sua pelle liscia, mettendo in risalto ogni curva, ogni dettaglio. I suoi seni pieni e tesi sembravano quasi sfidarlo a guardare, mentre il suo ventre piatto e la sua fica rasata e lucida, ancora umida dai suoi piaceri precedenti, erano una visione che lo lasciava senza fiato.
Narcissa rimase in piedi di fronte a lui, completamente esposta, il corpo un capolavoro di sensualità e potere. “E ora?” disse, con un tono che mescolava sfida e comando. “Ti eccitavi tanto a spiarmi… vediamo se hai il coraggio di fare qualcosa ora che sono davanti a te.” Fece un passo verso di lui, il suo corpo nudo che sembrava bruciare di eccitazione e autorità. “O forse sei solo un ragazzino spaventato… con un bel cazzo, che non sa usare ancora.”
Neville non sapeva se sentirsi terrorizzato o completamente perso nel desiderio. Le sue mani tremavano, ma il suo cazzo, rigido e pulsante, parlava per lui.
Narcissa lo fissò dall’alto, il suo sguardo autoritario che lo trapassava come una lama. “Sdraiati,” ordinò con una voce dura, che non lasciava spazio a repliche. Neville, incapace di resistere, si lasciò cadere all’indietro, il corpo rigido per la tensione e l’eccitazione. Il suo cazzo, ancora teso e pulsante, si ergeva tra di loro, e lo sguardo di Narcissa si abbassò su di lui con un misto di compiacimento e desiderio.
Con un movimento fluido, Narcissa si avvicinò e si posizionò sopra di lui, le ginocchia che affondavano sul materasso ai lati del suo corpo. Il suo sguardo non lasciava mai il suo, carico di malizia e potere. La sua mano scese con sicurezza, avvolgendo il cazzo di Neville con una presa ferma, facendolo sussultare. “Beh… devo dire che sei una bella sorpresa nascosta,” sussurrò, la sua voce morbida e maliziosa. “Decisamente più grosso di quanto mi aspettassi.”
Con calma esasperante, posizionò la punta del cazzo contro la sua fica fradicia, già lucida e pronta. Neville gemette, il suo corpo che tremava sotto di lei, mentre sentiva il calore e l’umidità avvolgerlo. Narcissa, con un gemito basso e gutturale, si abbassò lentamente, prendendo dentro di sé ogni centimetro del suo cazzo, il suo corpo che si adattava perfettamente a lui. “Oh, sì… decisamente una bella sorpresa,” mormorò, la voce spezzata dal piacere crescente.
Quando fu completamente dentro, si fermò per un momento, lasciando che il suo corpo si abituasse alla sua lunghezza e spessore. Le sue mani si appoggiarono sul petto di Neville, le dita che tracciavano cerchi sulla sua pelle prima di graffiarlo leggermente con le unghie.
Con un movimento lento ma deciso, Narcissa iniziò a cavalcarlo, sollevandosi e scendendo con un ritmo che presto divenne più rapido e intenso. Il suono dei loro corpi che si univano riempiva la stanza, mescolandosi ai suoi gemiti sempre più profondi e ai sospiri spezzati di Neville.
“Oh, sì… così,” gemette Narcissa, il suo corpo che si muoveva con una grazia animalesca, le sue cosce che lavoravano con precisione mentre lo cavalcava con foga. I suoi capelli disordinati ondeggiavano intorno al suo viso, mentre le sue labbra si schiudevano per lasciare sfuggire gemiti che diventavano sempre più forti. “Dio sei così giovane… e così duro… fammelo sentire”.
Neville non poteva fare altro che abbandonarsi completamente a lei, il suo corpo che rispondeva ai suoi movimenti, ogni colpo che lo faceva avvicinare sempre di più al culmine. Sentiva le sue unghie che scavavano nel suo petto, lasciando segni che bruciavano di piacere. Il suo cazzo era avvolto in un calore umido e pulsante, ogni spinta di Narcissa che lo faceva gemere più forte.
Narcissa aumentava il ritmo con movimenti sempre più decisi, il suo corpo che si abbassava e si sollevava con foga, ogni colpo più profondo del precedente. I suoi gemiti si facevano più forti, più gutturali, e con un sorriso perverso, abbassò lo sguardo su Neville. “Ti piace, eh? Dimmi quanto ti piace,” sussurrò con voce roca, il tono carico di malizia e autorità. “Dillo. Voglio sentirti.”
Neville, inizialmente timido, si limitò a un gemito soffocato, ma il calore del suo corpo, il modo in cui la fica di Narcissa lo stringeva con una perfezione sconvolgente, lo fecero cedere. “Sì… mi piace… mi fai impazzire,” mormorò all’inizio, il viso arrossato, il respiro spezzato. Ma Narcissa non era soddisfatta. “Più forte,” ordinò, con un colpo di fianchi più deciso, spingendolo a fondo dentro di sé. “Dimmi quanto ti piace scoparmi, voglio sentire ogni parola.”
Neville, ormai completamente perso, cominciò a parlare con un’oscurità che non sapeva nemmeno di possedere. “Oddio… sì, è stupendo,” ansimò, le mani che finalmente trovarono il coraggio di stringersi sui fianchi di Narcissa. Poi, come se un interruttore si fosse acceso dentro di lui, il tono cambiò, diventando più sporco, più volgare. “La tua fica… così stretta, così calda… mi fai impazzire. Cazzo…”
Narcissa emise un gemito profondo, quasi un urlo soffocato, le mani che si aggrappavano al petto di Neville mentre il suo corpo tremava. “Sì… così… parla ancora,” lo incitò, il tono spezzato dal piacere. “Dimmi quanto ti piace scoparmi… dimmi quanto desideri la mia fica.”
Neville, ormai completamente preso, obbedì senza esitazioni.
Ogni parola sporca che Neville pronunciava sembrava accendere Narcissa ancora di più. Il suo corpo si muoveva con una frenesia quasi selvaggia, i suoi gemiti che si trasformavano in grida di piacere. “Sì… così… continua,” gridò, il suo viso arrossato, i capelli sudati che le cadevano sul viso mentre lo guardava con occhi che brillavano di desiderio. “Stringimi il culo… voglio sentirti più forte… dimmi che non puoi resistere.”
Neville non si fermò. “Non posso resistere… La tua fica è perfetta, il tuo culo è incredibile,” continuò, i suoi colpi che si facevano più decisi mentre spingeva i suoi fianchi contro di lei. “Sei una dea… La mia dea… Ti adoro…”
Le sue parole, così volgari, così piene di desiderio sfrenato, portarono Narcissa al limite. Il suo corpo si inarcò, i suoi gemiti si trasformarono in grida mentre veniva con una forza che la fece tremare, ogni fibra del suo corpo accesa dal piacere. Ma non si fermò, continuando a muoversi, a cavalcarlo, spinta dal desiderio di portare anche lui oltre il confine.
Neville, ormai completamente perso nella frenesia del momento, si lasciò andare, il desiderio che prendeva il sopravvento su qualsiasi esitazione facendo esplodere tutta la sua perversione. Con la voce roca, ansimante, quasi un ringhio, le sussurrò: “Voglio fotterti il culo… come a una troia.”
Le parole uscirono come un’esplosione, sfuggite al controllo. Narcissa si bloccò di colpo, il suo corpo fermo sopra di lui, il suo sguardo ora serio e penetrante. Gli occhi scintillavano di qualcosa che Neville non riusciva a decifrare: rabbia, sorpresa o forse pura malizia. Per un momento, il silenzio si fece pesante, e lui sentì il sangue gelarglisi nelle vene. “Come osi parlarmi così?” disse, la sua voce bassa ma tagliente, ogni parola che scivolava fuori come un coltello affilato.
Neville sentì il suo corpo irrigidirsi, il timore di aver oltrepassato il limite. “Io… mi dispiace,” balbettò, il volto che si arrossava mentre cercava di spiegarsi, ma Narcissa non lo lasciò continuare. Con un sorriso malizioso che si disegnò lentamente sulle sue labbra, si abbassò fino a sfiorargli l’orecchio con il fiato caldo. “Fottermi il culo, eh?” sussurrò, la sua voce ora piena di lussuria e ironia. “Vuoi fottermi come una troia? No, caro… io non sono una troia.”
Si fermò per un momento, il sorriso che si allargava mentre osservava il suo viso confuso e ancora arrossato. Poi, con un tono lento e perverso, aggiunse: “Io sono una cagna… e una cagna ama essere fottuta… Se vuoi il mio culo, allora dovrai farlo come si deve.”
Neville rimase a bocca aperta, incapace di credere a ciò che aveva appena sentito.
Narcissa, con movimenti lenti e sensuali, iniziò a sollevarsi dal suo cazzo, i muscoli del suo corpo che tremavano leggermente mentre lo lasciava uscire dalla sua fica calda e bagnata. Poi si voltò lentamente, mettendosi a quattro zampe sul letto, il suo corpo che si piegava con una grazia animalesca, le natiche che si sollevavano in un’offerta irresistibile.
“Guardami,” ordinò, voltando leggermente la testa per fissarlo con occhi che brillavano di eccitazione. “Questo è il culo che vuoi… allora prendilo.” Le sue mani si spostarono dietro di sé, separando le natiche per mostrargli il suo buchino stretto e perfettamente esposto, ancora lucido dai suoi piaceri precedenti.
Neville, con il cuore che batteva all’impazzata, si posizionò dietro di lei, il suo cazzo duro che pulsava di desiderio. Le sue mani afferrarono con forza le sue natiche, stringendole mentre si avvicinava, la punta del suo cazzo che sfiorava il buchino stretto di Narcissa. Lei emise un gemito basso, un suono che lo fece tremare, e con un sorriso perverso gli sussurrò: “Forza ragazzino… fammi sentire quanta voglia hai di scoparmi il culo.”
La vista del suo corpo piegato a quattro zampe, offerto senza vergogna, fece tremare il ragazzo. Con un respiro profondo, iniziò a spingere lentamente, sentendo la resistenza del suo ingresso. Narcissa emise un gemito profondo, quasi animalesco.
Neville si mosse con movimenti decisi, ogni spinta più profonda della precedente. Il suo cazzo scivolava lentamente ma inesorabilmente dentro di lei, allargando quel buchino perfetto che sembrava avvolgerlo con un calore pulsante. Narcissa gemeva più forte a ogni centimetro che entrava, la sua voce che si spezzava in parole oscene e provocanti. “Oddio… sei così grosso… mi stai aprendo come una vera cagna. Sì, cazzo, riempimi tutta.”
Le sue parole, così sporche e piene di desiderio, lo accendevano ancora di più. Neville afferrò i suoi fianchi con forza, le sue dita che affondavano nella carne morbida mentre spingeva sempre più a fondo, fino a sentirsi completamente dentro di lei. Narcissa urlò di piacere, il suo corpo che tremava sotto di lui, mentre iniziava a muoversi lentamente, il ritmo che aumentava con ogni colpo. “Sì, così… prendimi… fammi sentire quanto ti piace fottermi.”
Con una mano salda sul letto per sostenersi, Narcissa portò l’altra tra le sue gambe, le dita che trovarono immediatamente il clitoride gonfio. Cominciò a strofinarlo con movimenti rapidi e precisi, aumentando l’intensità del piacere che la stava consumando. “Dio, sì… scopami più forte,” gridò, il suo corpo che si muoveva contro di lui, incontrando ogni sua spinta. “Sono la tua cagna… fammi godere come merito…”
Neville, ormai completamente sopraffatto dal desiderio, iniziò a spingere con tutta la sua forza, il suo cazzo che entrava e usciva dal culo di Narcissa con colpi decisi e profondi. Le sue mani stringevano i suoi fianchi con forza, tirandola contro di sé a ogni spinta, mentre il buchino, ormai dilatato, sembrava accoglierlo con una voracità quasi surreale. Ogni colpo faceva tremare il corpo della donna, e il suono dei loro corpi che si incontravano riempiva la stanza, mescolandosi alle urla di piacere sempre più oscene di Narcissa.
“Sì, cazzo, così… aprimi…, riempimi fino in fondo!” gridava, la sua voce piena di lussuria e follia. Ogni parola era un incitamento che spingeva Neville a muoversi con ancora più forza, i suoi colpi che diventavano sempre più rapidi e intensi. “Dio, sì… voglio essere scopata così… voglio che mi sfondi il culo!”
Il suo corpo iniziò a tremare, le sue gambe che si irrigidirono mentre un’ondata di piacere la travolgeva completamente. Narcissa venne con un urlo soffocato, il suo corpo che si contorceva sotto di lui, il buchino che si stringeva spasmodicamente intorno al cazzo di Neville, quasi a volerlo trattenere dentro di sé.
Narcissa, ancora persa nel suo orgasmo, non smetteva di gemere, la sua voce che si alzava a ogni spinta di Neville. Gridava senza freni, il suo tono che alternava supplica e comando. Le sue dita, ancora sul clitoride, non si fermarono, prolungando le onde di piacere che la stavano consumando, mentre il suo corpo rispondeva a ogni colpo con una fame insaziabile.
Più Neville spingeva con forza, più Narcissa rispondeva con il suo corpo, muovendo il bacino all’indietro con decisione, come a volerlo sentire ancora più a fondo. Il suo culo si apriva ad accoglierlo completamente, ogni colpo che la riempiva fino all’ultimo centimetro la faceva gemere più forte, con una passione quasi selvaggia.
Neville, preso dalla passione e dalla crescente sicurezza, lasciò una mano dal fianco di Narcissa e la portò ai suoi capelli biondi e sudati, afferrandoli con forza. Con un gesto deciso, li tirò indietro, costringendola ad alzare la testa. Il suo viso si piegò all’indietro, il collo che si arcuava in una posa perfetta di sottomissione, e un urlo di piacere esplose dalle sue labbra.
L’atto deciso di Neville, quella presa così forte e dominante, la fece perdere completamente il controllo. Il suo corpo tremò violentemente, e un nuovo orgasmo la travolse, ancora più intenso del primo. Narcissa urlò senza vergogna, i suoi gemiti che riempivano la stanza, mentre il suo culo si stringeva spasmodicamente intorno al cazzo di Neville, amplificando ogni sensazione per entrambi.
“Sì, così… scopami più forte!” urlò, le sue dita che non smettevano di lavorare sul clitoride, prolungando il piacere che la stava devastando.
Neville ansimava pesantemente, il corpo che tremava mentre sentiva il piacere montare dentro di lui con una forza inarrestabile. Ogni colpo, ogni spinta sempre più profonda nel culo stretto e pulsante di Narcissa lo portava al limite. “Sto… sto per venire,” mormorò con voce spezzata, incapace di trattenersi, il cazzo che pulsava in modo incontrollabile dentro di lei.
Ma Narcissa non rallentò, né accennò a fermarsi. Anzi, con un sorriso malizioso, spinse il bacino ancora più indietro, accogliendo ogni spinta di Neville con un ritmo che sembrava volerlo spingere oltre il punto di non ritorno. “Vieni… sì, vieni dentro di me,” lo incitò, la voce bassa e gutturale, carica di lussuria. “Riempimi… fammi sentire tutto il tuo caldo piacere. Voglio sentirti esplodere dentro il mio culo.”
Quelle parole, così oscene e provocanti, lo fecero cedere completamente. Neville, con un ultimo gemito profondo, si abbandonò al piacere, il suo cazzo che pulsava violentemente mentre un’ondata di sborra calda e vischiosa riempiva il culo di Narcissa. Ogni spasmo del suo corpo lo faceva venire ancora di più, il piacere che lo attraversava in onde potenti e interminabili.
Narcissa gemette di piacere, sentendo il calore del suo orgasmo invaderla. “Sì, così… riempimi tutta…” sussurrò con voce roca, muovendosi lentamente su di lui, come per spremere ogni ultima goccia. Il suo corpo tremava leggermente, godendo della sensazione del cazzo di Neville che continuava a pulsare dentro di lei, mentre il suo buchino si stringeva intorno a lui, trattenendolo come per non lasciarlo andare.
Neville, ancora perso nel piacere, sentiva il cuore battere forte, il corpo esausto ma incredibilmente soddisfatto. Narcissa si mosse con calma, il suo sorriso compiaciuto mentre si girava leggermente per guardarlo, il viso arrossato e i capelli disordinati. “Bravo, ragazzo,” mormorò con un tono di compiacimento perverso. “Hai fatto esattamente quello che volevo.”
Fuori dalla porta, Harry si era fermato, attirato dai gemiti e dai suoni carnali che filtravano attraverso il legno. Incerto su cosa stesse accadendo, si accucciò, il cuore che batteva forte mentre si chinava verso il buco della serratura. Quando finalmente posò l’occhio, la scena lo travolse come un’ondata bollente.
Neville stava scopando Narcissa Malfoy con una forza e una passione che Harry non avrebbe mai immaginato. La donna, sempre impeccabile e altezzosa, era piegata a quattro zampe, il culo spalancato che accoglieva con voracità il cazzo di Neville. Il suo corpo si muoveva contro di lui, seguendo ogni spinta, i gemiti trasformati in grida di piacere sfrenato. “Sì, cazzo, così… aprimi tutta… sono la tua cagna, scopami più forte!” gridava, le sue parole così oscene che Harry si sentì bruciare di desiderio e incredulità.
Non riusciva a staccare gli occhi dalla scena, il sangue che gli pulsava nelle tempie mentre osservava Neville stringere i fianchi di Narcissa e spingerla ancora più a fondo sul suo cazzo. Ogni colpo era accompagnato dai gemiti gutturali di lei, il corpo che tremava sotto il suo dominio. Harry, completamente rapito, sentì la sua erezione premere dolorosamente contro i pantaloni. Senza nemmeno rendersi conto di ciò che stava facendo, slacciò la cintura e tirò fuori il suo cazzo, già duro e pulsante.
Le mani tremavano leggermente mentre iniziava a toccarsi, i movimenti lenti e precisi all’inizio, ma presto più rapidi e disperati, mentre i suoi occhi rimanevano incollati alla scena. Ogni spinta di Neville, ogni gemito osceno di Narcissa lo avvicinavano sempre più al limite. “Dio… non posso crederci,” mormorò sottovoce, incapace di contenere l’eccitazione che lo stava consumando.
Quando Neville tirò con forza i capelli di Narcissa, facendole alzare la testa mentre continuava a fotterla senza pietà, Harry non riuscì più a trattenersi. Il suo respiro si fermò per un momento, il piacere che lo travolse completamente mentre veniva con un gemito soffocato. Gli schizzi del suo orgasmo finirono sul pavimento davanti a lui, caldi e vischiosi, mentre il suo corpo tremava nel tentativo di riprendersi.
Harry rimase lì, ancora con il cazzo in mano, il petto che si sollevava per il respiro affannoso. La scena davanti a lui continuava, ma il suo corpo era ormai scosso dal piacere, il sudore che gli scivolava lungo la schiena. Aveva appena vissuto qualcosa di così proibito e perverso che non riusciva nemmeno a elaborarlo completamente.
Narcissa si alzò dal letto con una lentezza studiata, ogni movimento deliberato, consapevole dello sguardo rapito di Neville che seguiva il suo corpo nudo. Lo sperma colava pigramente dal suo culo, scivolando lungo la curva delle sue natiche fino alla coscia, lasciando una traccia evidente del piacere sfrenato che avevano condiviso. Non si preoccupava minimamente di coprirsi, anzi, sembrava godere del modo in cui Neville, ancora tremante e in silenzio, la osservava.
Senza dire una parola, camminò fino allo specchio, il suo corpo che si muoveva con una grazia quasi innaturale, le gambe ancora deboli ma cariche di una sensualità disarmante. Arrivata di fronte alla superficie riflettente, si fermò e si ammirò, le mani che scivolavano lentamente sui fianchi, accarezzando ogni curva con un tocco.
Narcissa si voltò appena verso di lui.
“Devi capire una cosa, ragazzo,” disse infine, la voce carica di autorità e perversità. “Quello che è successo qui non uscirà mai da questa stanza. Se osi parlare, non saranno solo i Mangiamorte a trovarsi un nuovo giocattolo… io stessa mi assicurerò che tu rimpianga ogni parola.”
Neville, terrorizzato e al tempo stesso incapace di staccare gli occhi dal corpo della donna, annuì freneticamente. “Sì… non dirò niente, lo giuro,” balbettò, la voce tremante.
Narcissa sorrise compiaciuta, tornando a guardarsi allo specchio. “Bravo ragazzo,” mormorò, quasi distrattamente, mentre lasciava che le sue dita scivolassero lungo il ventre piatto fino alla sua fica ancora calda e umida. “Ora rivestiti. Hai fatto abbastanza… e io mi sono divertita a sufficienza con te.”
Mentre Neville si affrettava a rimettersi i pantaloni, Narcissa si chinò leggermente verso lo specchio, osservando con attenzione il modo in cui lo sperma continuava a scendere lungo la sua gamba, disegnando scie lucenti sulla sua pelle chiara.
Con uno sguardo compiaciuto, Narcissa lasciò scivolare una mano lungo la coscia, raccogliendo con due dita un rivolo di sperma che scendeva lento e vischioso. Osservò il liquido bianco che brillava sotto la luce del camino e, senza smettere di fissare il proprio riflesso, portò le dita alle labbra. La sua lingua uscì lentamente, avvolgendo il dito e assaporando quel sapore proibito con un sorriso perverso.
Neville, ancora frastornato da ciò che era appena accaduto, uscì dalla stanza chiudendosi dietro la porta, poi scese lentamente le scale, il cuore che batteva ancora forte nel petto e il corpo che sembrava pesargli più del solito. Ogni passo era accompagnato dal ricordo vivido di Narcissa, delle sue urla di piacere, del suo corpo perfetto e dello sperma che colava dalle sue cosce. Cercava di riordinare i pensieri, ma era impossibile. Era come se ogni fibra del suo essere fosse ancora intrappolata in quella stanza.
Quando uscì dalla villa, vide il resto del gruppo che lo aspettava. Hermione si sistemava i capelli scompigliati, il viso ancora leggermente arrossato. Ron, con il suo solito sorriso compiaciuto, sembrava incapace di nascondere l’aria soddisfatta di chi aveva appena concluso qualcosa di molto piacevole.
Harry, invece, lo guardava con uno sguardo strano, quasi interrogativo. Sembrava studiarlo, come se sapesse qualcosa che Neville voleva disperatamente nascondere. Ma Harry non disse nulla, limitandosi a fissarlo per un lungo momento prima di abbassare lo sguardo.
Il gruppo si avviò verso Hogwarts, camminando tra gli alberi sotto il cielo grigio. Hermione, sempre pragmatica, cercò di riportare l’attenzione sulla missione. “Dobbiamo discutere di ciò che abbiamo scoperto,” disse, aggiustandosi la camicetta ancora leggermente sgualcita. Il gesto attirò per un momento l’attenzione di Neville, che non poté fare a meno di notare come il bottone superiore fosse rimasto slacciato, rivelando un accenno della curva del suo seno.
Ron, camminando al suo fianco, sembrava compiaciuto di ciò che era accaduto tra loro poco prima, il suo sorriso un misto di soddisfazione e noncuranza. “Avete trovato qualcosa di interessante? Qui fuori è stato tutto… tranquillo” disse con un tono volutamente ambiguo, strizzando l’occhio a Hermione, che arrossì leggermente ma non rispose.
Harry, invece, si fece serio, interrompendo l’atmosfera rilassata. “Io ho trovato qualcosa,” disse, estraendo alcuni documenti spiegazzati dalla tasca. “Nei registri di Malfoy c’è un riferimento a un rituale oscuro che potrebbe avere a che fare con Voldemort. Non sono sicuro, ma ci sono dettagli importanti che dobbiamo analizzare.”
Mentre Harry spiegava con precisione ciò che aveva scoperto, Neville si accorse di non riuscire a concentrarsi. Le parole gli arrivavano come un eco lontano, annegate nei ricordi del corpo di Narcissa, delle sue parole oscene, e del modo in cui si era abbandonata completamente a lui. Ogni passo che faceva sembrava riportarlo a quella stanza, a quel momento, e il suo corpo reagiva ancora, come se fosse intrappolato in un ciclo infinito di eccitazione e confusione. Sapeva che qualcosa era cambiato in lui, e non riusciva a capire se fosse terrorizzato… o eccitato da ciò che quel cambiamento significava.

Questa fanfiction di Harry Potter è un’opera di fantasia creata esclusivamente per scopi di intrattenimento. I personaggi, gli eventi e le situazioni descritti sono immaginari o ispirati a opere esistenti, e non sono intesi a rappresentare la realtà o persone reali. Tutti i diritti sui personaggi originali appartenenti a opere di terze parti restano di proprietà dei rispettivi creatori. L’autore non si assume responsabilità per eventuali fraintendimenti o interpretazioni del contenuto. Ogni elemento è stato scritto nel rispetto della creatività narrativa e senza intento offensivo o dannoso.

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