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Racconti Erotici Etero

Non deve accadere di nuovo!

By 11 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Dedicato a… Lui.

Apro la cartella di posta, un paio di mail, qualche commento all’appena pubblicato racconto.
Apro il primo.. una sola parola: “Deja vù”, firmato “Ettore”… sento il sangue raggelarmi nelle vene, il cuore che smette di battere per qualche istante.
Come ha fatto a scoprire chi fossi? E’ vero, ho lasciato tracce evidenti, inconfondibili dettagli… ma non avrei mai pensato…
Respiro.. batto sulla tastiera..
“Che piacere risentirti, spero non ti dispiaccia che abbia raccontato la nostra storia”.. cursore su “invio”… click.
Qualche minuto, in parossistica attesa, avanti ed indietro per la stanza.. “cazzo, dovrei pure studiare!” penso.
Bip. Mi fiondo al PC.
“Non hai reso giustizia all’originale, tesoro”.
Rispondo “Si, l’ho un pò romanzato alla fine.. non volevo renderlo melenso”.
Bip. “Melenso? Chiara, io lo ricordo solo estremamente bello.. Mi spiace che per te non sia stato lo stesso”.
“Cazzo!” penso “Ha frainteso!”.
“Raccontarlo o leggerlo non è coinvolgente come viverlo.. lo si deve rendere più appetitoso”.. invio.
Non risponde subito… passano 5 minuti, 10 minuti.. mi ritrovo seduta ansiosamente sul divano, fissando lo schermo del portatile. La mia gamba sinistra si muove nervosamente, ho denaturato tra le dita una graffetta… e stò per cominciare l’operazione con un altra…
Bip.
Sospiro di sollievo.
“Il mese prossimo vengo in Italia. Voglio vederti!”. Sento un dolore al petto.
Chiudo lo schermo, mi siedo, mordo nervosamente il labbro, le mani tengono il capo… il respiro si accorcia.
Le dita scivolano tra i capelli, guardo di nuovo il portatile, chiuso.
“Merda!” dico a bassa voce, sbattendo il pugno sulla scrivania.
Mi alzo, reclino il capo, copro il viso con le mani. Mi butto sul letto, “Non deve accadere di nuovo”, penso . Il braccio è appoggiato sulla fronte “Dio, che mal di testa!”, sguardo fisso al soffitto, bianco.

La stanza è imbiancata da poco, aleggia ancora nell’aria un lieve odore di tinta. La finestra è aperta, vedo gli alberi del giardino, e la brulla campagna, più in fondo. Sento il cinguettio degli uccellini e Poldo, il cane, che abbaia in cortile.. E’ estate, entra dalle imposte spalancate un fresco venticello. Soffia verso i teli che ancora coprono i mobili e le poltrone, verso il materasso, approssimativamente coperto da un lenzuolo. Arriva sulla fronte, imperlata di sudore, sui capelli bagnati, sul petto, ancora ansimante, solletica i capezzoli, che si inturgidiscono di nuovo. Sei accanto a me, appoggiato su due cuscini, il mio capo appoggiato alla tua spalla. Il tuo braccio destro, sul collo, si distende verso il basso, sfiorando le ossa iliache sporgenti, coperte da una pelle chiarissima. Scherzi sulla mia carnagione, bianchissima, nonostante il sole cocente di un’estate siciliana. Sul pavimento ancora l’involucro del preservativo, e questo accanto, usato, ma vuoto. Ho voluto prenderlo in bocca, sentire il tuo sperma schizzarmi in gola, e berlo, senza lasciarne una goccia.
Lo sguardo, dalla finestra, si sposta verso il tuo pube, sorridendo, notando il tuo membro ancora turgido nonostante l’appena sopraggiunto orgasmo.
Con la mano destra mi sposto sulla tua gamba, carezzo con le dita la scura peluria, e mi porto in alto, fermandomi sull’inguine. Ti guardo.. mi sorridi.
Carezzo i testicoli, li sento ancora gonfi. Quindi procedo sul pene, cominciando a segarlo, lentamente.
Mi alzo, mettendomi a quattro zampe, venendo di fronte a te. Allargo le gambe, portandole lateralmente alle tue, con i gomiti e gli avambracci lungo il tuo bacino.
Adesso è la mia bocca a solleticare i testicoli. Li lecco, dolcemente, li metto in bocca stringendoli appena. Ogni tanto ti guardo, notando il tuo sguardo appagato dalle mie carezze. Prendo il bocca anche il tuo membro. Come ti piace, lo ingoio tutto, fino alle palle.. Lo riempio di saliva, serro le mie labbra intorno ad esso, con un lento movimento, su e giù.. Con la lingua solletico il frenulo, il meato uretrale, sentendo ancora il sapore di sperma e lattice sul glande.
Con le tue mani mi massaggi la schiena, il collo, mi carezzi i capelli, li sposti dietro l’orecchio per vedere meglio il mio viso, mentre la mia boccuccia è intenta a darti piacere. Lo sento diventare sempre più duro, a poco a poco.
Afferri dolcemente il viso. “Avvicinati”.
Obbedisco. Mi baci, teneramente, ma con passione. Mi avvicino, abbassando il bacino, appoggiando il mio pube sul tuo, sentendo sul basso ventre il tuo membro pulsare.
Mi giri. Adesso sei tu sopra di me. Allargo le gambe, e le stringo intorno a te. Piedi incrociati, dietro la tua schiena. Infili le braccia sotto il dorso. Una, intorno la vita, l’altra, con la mano tiene il collo, da dietro. Io ti carezzo il capo, facendo scivolare i tuoi capelli fra le dita.
Continui a baciarmi, ti fermi ogni tanto, mi guardi, scherzando colpisci il mio naso col tuo. Le tue labbra, dalla mia bocca, si portano sulla fronte, da li sulle tempie, sulle guance, e lateralmente, sull’orecchio.
“Amore mio..” sussurri..
Sorrido, tristemente.
Ti alzi, prendi un altro preservativo, aiutandoti con i denti, apri l’involucro. Lo indossi, tornando su di me.
Apro le gambe, il tuo bacino si avvicina. mi guardi. Non smetti di guardarmi anche mentre, aiutandoti con una mano, punti il membro sull’entrata della mia fighetta. Dolcemente, mi penetri.
Lo sento insinuarsi sempre più profondamente, nel mio ventre. I tuoi gomiti appoggiati poco sopra le mie spalle, con ambo le mani carezzi i capelli, il viso, mentre il tuo pene, con lenti movimenti dei lombi si approfonda ritmicamente dentro di me.
Ansimo, gemo, adoro il modo in cui mi scopi.. amo il tuo cazzo.. e ahimè, non amo solo quello.
Insinui la testa tra il mio volto ed il collo, sento il tuo respiro affannoso sulla pelle.
Ti giro, voglio stare io sopra adesso.
Sei straiato, io, sul tuo bacino, mi muovo con costanti movimenti.. su e giù.. avanti ed indietro. Le tue braccia lungo il corpo, con le mani massaggi le mie cosce, risalendo medialmente, sul pube. Col pollice stimoli il clitoride. Reclino la testa indietro.. lo sai che mi piace da morire! Sento l’orgasmo arrivare, i muscoli vaginali contrarsi. Vengo… bloccando il movimento ed accasciandomi su di te, la testa appoggiata sulle tue spalle. Con una mano mi carezzi il capo, spostando i capelli bagnati dal mio viso. Con l’altra mano afferri il bacino, immobilizzandolo. Adesso sei tu a muoverti, da sotto. Ti guardo, il viso sudato, goccioline di sudore scendono dalla fronte. Avvicini il tuo volto al mio, mi baci, le lingue giocano, ansimi, dentro la mia bocca. Il tuo movimento si fa sempre più frenetico, fin quando non ti sento venire.. Sento il tuo pene pulsare, la tua mano spingere il mio pube più in basso, tenendolo fermo, intorno al membro. Le pulsazioni si affievoliscono, rilassi i muscoli, con un profondo respiro. Mi guardi di nuovo.. “Ti amo”, dici.
Mi abbracci. I nostri corpi, sudati ed ansimanti restano avvinghiati per qualche minuto. Poi sono io ad alzarmi, facendo attenzione a non sfilare il preservativo, pieno, questa volta.
Mi sdraio accanto a te, provando a non pensare alla tua dolcezza ed alle tue parole.
Mi prendi la mano.
Ma perchè queste carezze mi fanno così male?
Ti giri, a pancia in giù, con un braccio cingi il busto, poggiando il capo sul seno. Io resto immobile, occhi lucidi, che, da quella posizione, non puoi vedere.
“Ti amo” ripeti.
Chiudo gli occhi, deglutisco, carezzo il tuo capo con la mano, finchè non ti addormenti.

“No, non deve accadere di nuovo”.

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