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Racconti Erotici Etero

non è possibile

By 21 Dicembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono nel soggiorno a guardare uno dei miei film preferiti, non mi piacciono le trame romantiche, ma questo &egrave eccezionale, denso di emozioni, ben girato. C’&egrave poca luce, ho lasciato acceso un applique sul muro alle mie spalle, giusto per non essere immerso nell’oscurità.
In casa questa sera ci siamo solo noi due; estraniato dal film non ho la benché minima idea di cosa tu stia facendo per casa. Dopo qualche minuto entri; mi hai quasi spaventato con il tuo incedere leggero, noto solo ora che sei scalza. Ti siedi accanto a me sul divano ed io respiro il profumo della tua pelle, accompagnato da una fragranza lieve ma dall’impronta profonda, sensuale.
Cerco di non distrarmi, mi concentro sulla Tv, ma adesso sei molto più vicina, sì, sei aderente a me. Trascorre ancora qualche attimo e la tua mano si posa sulla mia coscia, compiendo un movimento delicato ma pieno di… non so dire di cosa.
Le tue mani questa sera sono strane, il tocco mi &egrave quasi estraneo.
Mi giro verso di te, sì, sono imbarazzato, anche nella semioscurità te ne accorgi senza problemi; ma non smetti, anzi, la tua mano adesso si muove più sinuosa e scivola nell’interno coscia.
Un calore mi prende, parte dallo stomaco e si irradia in tutto il corpo, no, stasera non sei tu, perché quando ti ho guardata, nei tuoi occhi c’erano scintille. E’ tuo quel fuoco che adesso mi brucia e non so se vomitare, urlare o… credere e cedere.
La tua mano raggiunge l’inguine, gonfio a dismisura: sei arrivata dove volevi, ove desideravi. Mi accarezzi con voluttà e con voluttà mi guardi. Cazzo, mi hai ipnotizzato.
Cambi posizione senza lasciare la presa, guardo con ipocrisia il film e con la coda dell’occhio ti vedo seduta sulle caviglie, stai sbottonando sempre più la camicia bianca con cui mi hai raggiunto. E’ lunga fino a metà cosce ed ora si apre, scivolando sui lati, fin quando i tuoi seni abbondanti non hanno finalmente la meglio e la spostano del tutto.
Le tue labbra mi raggiungono all’orecchio destro e lo mordicchiano; il tuo respiro caldo alimenta il mio stordimento. Mi &egrave difficile anche pensare, sono teso e rilassato al contempo.
I tuoi seni poggiano sulla mia spalla, morbidi e consistenti, il tuo corpo ondeggia, sento la pressione variare e chiudo gli occhi. Mi stai massaggiando con tutto il corpo; sono la tua preda.
Entrambe le tue mani convergono sul mio rigonfiamento, armeggiano sapienti sui pantaloni, slacciano, sbottonano, abbassano, liberano la bestia fino a poco fa in gabbia. Cosa stai facendo?
La tua mano sinistra torna a tormentarmi i capelli, a carezzarmi il collo, mentre la destra, avida sin dall’inizio, ha impugnato il mio piacere, una mano non basta a dominarlo, così la fai scorrere, dalla base alla punta. Ti sento sorridere ed ansimare, forse ti stai perdendo anche tu. Mi sussurri che &egrave da tempo che lo desideravi e che sei orgogliosa delle mie dimensioni, mi prometti che ti occuperai di me, da adesso e fin quando lo vorrò.
Accidenti, non ricordo di averti mai chiesto questo.
Ti alzi ed io riapro gli occhi, ma non completamente, la goduria &egrave troppa per aprirli tutti; scendi dal divano, prendi un cuscino e lo butti fra le mie gambe, già da tempo aperte per accogliere i tuoi movimenti. La luce della Tv fa brillare i lustrini del tuo tanga e ne mostra l’erotico disegno sul tuo corpo.
Sei davanti a me, in controluce la tua sagoma mette in risalto i lunghi capelli sciolti, l’abbondanza dei seni e la curva dei fianchi, generosa ma proporzionata. Ti abbassi lentamente ma solo il tempo di schioccarmi un bacio sulle labbra ed insinuare fugacemente la lingua. Mi stai assaggiando, assapori il mio abbandono a te.
Poi ti rialzi e ti giri, ti abbassi nuovamente, fai per guardarmi e sposti i capelli dall’altro lato, &egrave un gesto che mi fa impazzire. Mi chiedi di baciarti il culo ed io lo faccio, mi sporgo in avanti dal divano e ti bacio. E’ una scossa ad alta tensione, più che le tue labbra. Mi arrivano gli odori del tuo piacere, l’aroma leggerissimo del sudore.
Con il sorriso da gatta sulle labbra ti inginocchi sul cuscino, in mezzo alle mie gambe, riprendendo a massaggiare a due mani la mia asta; ti inumidisci le labbra leccandoti in continuazione.
Poi accade: ti chini sporgendoti in avanti, le tue tette si poggiano su di me, vorrebbero piegarmi ma non ci riescono, la mia durezza &egrave troppa, incontenibile.
Ti ritrai compiaciuta e lasci che il viso giunga lì, dove hai sempre desiderato, lo baci, strusciando le labbra senza allontanarle quasi mai del tutto, baci anche le palle, le lecchi, le succhi e poi risali.
La tua bocca si spalanca e lascia andare saliva in abbondanza; già, stai godendo oltre ogni misura. Cerchi di cingere la mia asta lateralmente, quasi volessi addentarla, la percorri dalla base fin quasi alla cappella, poi ti stacchi, raccogli la saliva che ti imperla le guance e cambi lato, ti sistemi i capelli dall’altra parte; ti ho capita, vuoi sempre che io veda il tuo viso mentre fai la porca con me. Non ti ho mai vista, né pensata così e sai che ora &egrave quel che ci vuole.
Vedo la tua mano scostare il lembo del tanga che ti copre la passerina, hai perso il controllo e la percorri incessantemente con le dita. Mugolii ti escono dalla bocca. L’altra mano mi accarezza le palle, le friziona morbidamente.
Decidi che &egrave il momento di concludere e ti tuffi sulla mia cappella, la lecchi e la inumidisci per poi farla sparire in bocca, ti vedo agitarti sul mio cazzo, lotti perché il pezzo che ingoi non &egrave mai abbastanza per te. Finalmente ci riesci: lo vedo scomparire tutto, il tuo viso &egrave rosso ma gli occhi sempre beati e luccicanti; hai trovato il tuo paradiso.
Alterni il ritmo degli affondi: lenti e pausati ad incessanti e violenti. Ho raggiunto il limite e metto entrambe le mani sul tuo capo, ti obbligo a muoverti come desidero.
Mi gira la testa e fremo, ansimo ad alta voce mentre tutta la mia crema si riversa dentro di te. La bevi tutta, con espressione grata, lo tiri fuori e lo percorri velocemente con la lingua, poi lo rimangi, tutto quanto.
Dai diversi colpi e poi ti fermi, restando lì, piena di me, a fissarmi, a ringraziarmi con lo sguardo.
Lo lasci andare, ricoprendolo, ti alzi e mi chiedi se ho voglia di assaggiarti; accenno ad un sì ed eccoti a pecorina, mentre scosti il lembo del tanga che oramai sgocciola dei tuoi umori. Ti assaporo a lungo, leccandoti la passerina depilata e gustosissima, ti ripulisco e rimetto a posto il tanga. Un attimo e ci ripenso, ti blocco, afferro il tanga e lo sfilo, i tuoi piedi si alzano quel tanto che basta perché io me ne appropri, adesso &egrave mio (non soltanto il tanga). Ti giri e mi fai l’occhiolino; – a domani sera – mi dici, e sparisci nell’oscurità del corridoio.
No, non &egrave possibile, cos’hai fatto mamma?

Se avete qualcosa da dire scrivetemi senza esitazione a: erosennin@hotmail.it sono ben accetti sia le critiche che i consigli. Grazie a tutti voi.

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