Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Non solo massaggi

By 6 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Marina di Pinarello, Corsica
Luglio di 9 anni fa

Alcuni giorni dopo, istigata dalla mia amica Pamela, avvicinai Jean-Luc chiedendogli quando fosse libero per farmi un massaggio; lui mi rispose che lavorando al villaggio era a disposizione degli ospiti e che per l’appuntamento ci si poteva accordare in base alle mie esigenze.
Gli proposi se poteva andare bene un dopo cena, lui mi fece cenno di sì dicendo:
– Mercoledì le va bene?
Finsi di rifletterci sopra per un po’, quindi ci accordammo per incontrarci 2 giorni dopo così come da lui proposto. Mi recai in spiaggia al nostro ombrellone e riferii il tutto a Pammy che d’istinto mi disse:
– Bene! Mercoledì dopo cena farò in modo di girare al largo dal nostro bungalow!
Io cercai di protestare meravigliata ma lei m’interruppe immediatamente:
– Shhh! Sei in vacanza, sei libera, abbiamo capito che gli piaci, a te la cosa non dispiace affatto… vedi come va a finire, no?
Le sorrisi e così acconsentii alla sua fuga premeditata.
Il mattino seguente, camminando verso la piscina del resort, incrociai Jean-Luc. Fece cenno di avvicinarmi e, visto che aveva diritto alla pausa cena, mi propose di andare in paese con lui a mangiare in un ristorantino, poi tornare insieme al villaggio turistico così da potermi fare il massaggio con calma prima che andassi a dormire. Accettai qualche ora più in là dopo essermi assicurata che Pammy non sarebbe rimasta da sola per cena.
Giunte al mercoledì sera, Pammy come da copione sparì prima di cena con la scusa di andare a vedere Elena e Serena fare l’aquagym, mentre io mi preparavo non senza un certo nervosismo visto che sospettavo ci fosse in ballo ben più che un professionale massaggio rilassante. Indossai un abito beige lucente, molto scollato sulla schiena, retto da sottili spalline e lungo fin sopra il ginocchio, sabot beige con tacco alto in metallo, il tutto accessoriato con gioielli vari ed un velo di profumo distribuito qua e là.
Jean-Luc arrivò poco prima delle 20 e così ci recammo in paese per cenare. Arrivammo in un piccolo locale affacciato sul porticciolo, un po’ spartano ma noto per le sue pietanze a base di pesci, molluschi e crostacei. La cena infatti fu deliziosa e lui molto galante tutto il tempo; ogni tanto coglievo le occhiate che indirizzava in giro per il ristorante (persino alla moglie del proprietario), ma si faceva facilmente perdonare visto che i suoi occhi erano spesso distratti dalla mia scollatura. Non potevo che sorridere in modo un po’ vanitoso al pensiero. Usciti dal ristorante passeggiammo un poco mentre lui mi raccontava del suo lavoro, di come aveva iniziato, di alcuni episodi buffi capitatigli. Cominciava ad alzarsi una lieve brezza ed io mi sentivo un po’ infreddolita così con molto savoir-faire mi circondò le spalle con un braccio dicendomi:
– Meglio tornare. Qua tra un po’ farà davvero freschino.
Sorrisi annuendo e mi rilassai a contatto del suo braccio caldo e muscoloso mentre tornavamo verso l’auto.
Durante il viaggio di ritorno lo notai sbirciare spesso le mie gambe e con un movimento naturale scoprii la sinistra accavallandole mentre si chiacchierava. Non nascondo che fossi lusingata dal fatto che mi trovasse attraente.
Giunti al villaggio mi accompagnò al bungalow dicendomi che sarebbe tornato subito con l’occorrente per il massaggio. Io mi sedetti sulla verandina ad attenderlo fumando una sigaretta ed interrogandomi su cosa sarebbe successo di lì a poco.
Tornò col borsone, lo feci accomodare in veranda chiedendogli se gradiva un drink e ci siamo seduti a sorseggiare 2 rhum e cola fatti con le mignon fornite dal resort. Chiacchierammo per un po’ del più e del meno, ad un certo punto mi alzai per fumare appoggiata alla balaustra e lui mi raggiunse mettendosi accanto. Emanava calore e lo percepivo in maniera distinta. Mi stavo innervosendo e, mentre mi chiedevo quando si sarebbe deciso a far la prima mossa, una sua mano scostò il ciuffo di capelli che di tanto in tanto planava davanti al viso.
Lo guardai sorpresa, lui sorrideva vicino, molto vicino… Lanciai via la sigaretta senza badare dove andasse a finire e lo baciai senza indugi pensando:
– Stupido, così si fa!
Non se l’aspettava, subì le mie labbra per svariati secondi, lo sentivo respirare a fatica mentre lo aggredivo mangiandogli le sue. Poi d’un tratto si riebbe e sentii le sue mani incollarsi ai miei fianchi saldamente.
Ci baciammo freneticamente mentre con calcolo gli piazzavo una coscia contro il pube percependone il turgore. Appagata dalla scoperta mi staccai da lui sorridendogli in modo esplicito, lui mi guardava famelico. Lo fissai e con un gesto studiato sganciai il vestito dietro il collo facendolo cadere ai miei piedi, svelando così quello che già sapeva: sotto indossavo solo un tanga, nient’altro che un tanga!
All’improvviso le sue mani, le sue labbra furono ovunque, finalmente si era sbloccato! Dopo qualche minuto di confusione mi ritrovai con le sue labbra attaccate voracemente al capezzolo sinistro e le dita della sua mano sinistra ad accarezzarmi decise attraverso l’esile stoffa del tanga. Lo lasciai fare per svariati minuti, stava diventando selvaggio e lo volevo così. All’improvviso notai qualcosa alle sue spalle, oltre la veranda, sforzai gli occhi e vidi Pammy. A stento trattenni un’esclamazione, poi notai che muoveva una mano come a salutarmi. Ci misi qualche secondo a capire che agitava il suo cellulare, le feci cenno d’aver capito e sparì nella notte. A quel punto posai la mia mano destra sulle sue dita pressanti e gli dissi:
– Seguimi dentro e non t’interromperò più.
Lo precedetti camminandogli intenzionalmente davanti, ancheggiando sui tacchi decisa a caricarlo di più. Ora che si trovava lì volevo prenderlo a modo mio! Arrivai accanto al letto, lo guardai un attimo, mi sedetti posando le mani dietro di me e tenendo le gambe larghe. Si inginocchiò senza indugi e pochi istanti dopo avevo la sua bocca sul tanga ormai semi-prigionero delle labbra a causa delle sue dita curiose.
Cominciò a baciarmi attraverso la stoffa, a leccarla. Io percepivo tutto ma a quel punto volevo di più, volevo ”sentirlo” di più. Con la mano destra scostai di lato il tanga dicendogli:
– Non mi sembri tipo da rifiutare il dolce…
Devo averlo colpito forte, dopo alcuni istanti in cui metabolizzò il messaggio mi attaccò divorarandomi freneticamente. Presa alla sprovvista dal suo impeto mi resi conto che avrei ceduto in breve tempo così indietreggiai sul letto mentre provava a seguirmi con le labbra. Bloccato dal bordo del letto nell’inseguimento mi osservò sfilare il tanga. A quel punto gli dissi:
– Vuoi che sia l’unica nuda qui dentro?
Si spogliò di corsa rivelando quel che già sospettavo sin dal momento del massaggio in spiaggia: la natura era stata generosa con lui e in quel momento niente nascondeva le sue reali dimensioni.
Salì sul letto e una volta giunto al mio viso afferrai decisa il suo pene e lo guidai verso l’ingresso del mio umido piacere. Posandogli le mani sui fianchi lo invitai ad entrare. Lo fece lentamente così mi gustai lascivamente ogni centimetro mentre si faceva spazio! Allargai le gambe sotto di lui e nel giro di pochi attimi prese un ritmo deciso.
Mi godevo il momento e me la godevo talmente che sentii di esser ancora a rischio di venire in pochi minuti. Così decisi una variazione invitandolo a passare sotto di me. Invertimmo le posizioni facendo in modo che il suo pene restasse al caldo e una volta sopra ebbi il controllo della situazione. Cominciai ad andare su e giù cambiando più volte ritmo all’improvviso, muovendo i fianchi sinuosamente disegnando un immaginario 8, accelerando e rallentando in base al suo respiro.
Non so quanto durò la cosa ma ad un certo punto ero al culmine, mi accorsi che lui ansimava tenendo gli occhi chiusi così raccolsi le energie e avviai una forsennata cavalcata sopra di lui. Iniziai a godere dopo pochi istanti senza esternarlo, aumentando il ritmo sinché lo sentii esplodere dentro di me! Fiotti lunghi, incandescenti si fecero strada dentro di me. Mi lasciai andare e liberai il mio orgasmo gemendo senza più ritegno.
Ci ritrovammo una sull’altro ansimanti e sudati, lentamente mi sfilai e sdraiai accanto; con la coda dell’occhio notai il cellulare sul comodino, mi ricordai di Pammy fuori dalla verandina, lo presi senza esser vista, avevo 2 suoi messaggi:
1 – Ho scordato il cellulare! Passo a prenderlo.
2 – PORCELLA!
Sorrisi maliziosa e le risposi:
– GUARDONA!
Posai il telefonino e mi girai verso Jean-Luc, ansimava col cuscino pigiato sugli occhi, dal pene pendeva un rivolo di sperma bianchissimo mentre si rimpiccioliva. Poggiata su un gomito portai una mano sul suo glande, raccolsi la goccia su un polpastrello e la spalmai tutta intorno. Lui ebbe un sussulto e il suo pene si rizzò nuovamente in pochi istanti!
Piacevolmente meravigliata dalla cosa presi lentamente ad andare su e giù con la mano. Jean-Luc protestò debolmente riguardo che intenzioni avessi e io gli risposi: – – Indovina… Sta giù e goditela, vedrai che domani andrai a lavorare rilassato.
La mia mano, con movimenti studiati, ridiede pieno vigore al suo pene e prendendo ritmo lo portai verso la soglia del non ritorno.
Interrompendomi di tanto in tanto gli rivolgevo domande tipo:
– Ti piace? Di’ la verità: quante turiste ti fai ogni estate? Se stringo così ti faccio male? Continuo? O preferisci che mi fermo?
Una decina di minuti dopo eruttava sperma sul suo stomaco con suoni animaleschi mentre osservavo la scena divertita e compiaciuta.
Mentre riprendeva fiato andai in bagno a farmi una doccia per levarmi di dosso l’odore di sesso; portai con me il cellulare, altro messaggio di Pammy:
1 – Passavo di lì per caso!! :D
2 – Comunque io su quel letto stanotte non ci dormo!
Risposi prima di aprire il rubinetto:
– STRONZA! Dove sei!?
Tornata in camera gli posai accanto i vestiti mentre sonnecchiava:
– Dai che magari rientra Pamela e ti trova così, non sei presentabile!
Lui sorrise imbarazzato e dopo essersi sciacquato alla bell’e meglio si rivestì ed andò via. Il cellulare vibrò:
– Dalle amiche di Serena, sono tutte ubriache! :D
– Io sono sola…
Attesi 10 minuti, altro messaggio:
– Da Elena. Ti aspetto.
Sbuffai, indossai il bikini azzurro e il pareo bianco ed uscii. Arrivata lì la trovai seduta sulle scalette dell’ingresso. Mi fece cenno di non parlare e di aspettarla. Passò sul retro e qualche minuto dopo mi aprì la porta. Mi sussurrò:
– Le ho lasciato un biglietto attaccato all’amaca con una molletta così domattina non si spaventa.
– Ma perché…?
– Shh! Il nostro letto ora è impraticabile. Non vorrai davvero che vada a dormire lì?!
Mi fece l’occhiolino, ridacchiai e ci sdraiammo sul letto vuoto di Elena. Mentre ci stavamo appisolando abbracciate sgranai gli occhi di colpo. Se ne accorse:
– Che c’è Dany?
– Il massaggio! Non me lo ha fatto!!
Cominciammo a ridere trattenendoci a fatica.
Ero sicura di una cosa: l’avrei rivisto presto e non solo per quel massaggio!

Leave a Reply