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Racconti Erotici Etero

non solo tennis

By 12 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

NON SOLO TENNIS – ROSSELLA

Conobbi Rossella ad una manifestazione sportiva.
Era un torneo di tennis a squadre con sponsor, enti importanti, mezze pippe e agguerriti tennisti della domenica e no, uomini e donne, single, doppi’
La nostra squadra fu accolta all’arrivo da un tipo, che fungeva da tramite tra noi e l’organizzazione ; per me era un cretinetto tutto look e poca sostanza,
Ma fungeva da volenteroso padrone di casa e organizzava gli incontri accoppiando i giocatori : che vuoi di piu’?
Voi andate al campo 5 , voi due fate il doppio e tu-rivolto a me- giochi con mia moglie, e me la indico’.
Seguendo il dito trovai una bionda sorridente e radiosa, fascia tra i capelli a picchio, completino corto da tennis bianco e luminoso come lei, coscette robuste e sode, polpacci perfetti, il viso’- occhi accesi e penetranti, vi ho gia’ detto luminosa?- insomma aveva quel certo non so nei lineamenti che io definisco ”da porchetta”, quel naso non ‘ino alla francese ma neanche schiacciato, con le narici forti, labbra e bocca larga anche da chiusa, colorito roseo paffuta ma non ciccia, semmai ciccetta..
avete presente miss piggy dei muppets?? beh, un tipo che gia’ me la immaginavo cosi’.
Diedi la mano a quella porcellina rosa molto molto soprappensiero su di lei mentre mi chiedevo se dietro, sotto il gonnellino, avesse anche un codino arricciolato come i maialini’ mi ripetei anche di continuo che non dovevo prendere alla lettera quello che mi aveva detto il marito, me lo ripetevo per tenermi tranquillino, vabbe’ che me l’ha suggerito proposto imposto ‘ ma non potevo proprio giocarci come avrei voluto o equivocato’ non ancora, almeno ‘ dovevo farci il doppio misto insieme, semplicemente, come compagno designato nel quadro del torneo’ e non dovevo scherzarci tanto, anzi, dovevo fare sul serio’ e anche questo, per me , valeva in tutti i sensi.
Giocai dunque molto impegnato e immaginerete molto tosto, mi pare che perdemmo perche’ io sono molto , tosto, ma gli avversari erano i migliori del lotto, anche se non cosi’ belli come la nostra coppia’ anche lei non era male come tennista e come
donna’ certo che quando stava a rete non riuscivo a toglierle lo sguardo dal culetto ‘con o senza codino? – e immaginavo di seguire a rete io il mio’servizio e di raggiungergliela con la mia racchetta estensibile’.
Questo non mi costo’ la partita ma alcune risposte molto distratte si , e qualche polluzione notturna -e diurna- nei giorni successivi.
Alla fine ci stringemmo la mano bacini bacini e con la promessa senza famigliari intermediatori di rivederci per ”rigiocare” insieme , visto che come giocatrice era molto vogliosa di giocare e progredire (e io ero a suo dire bravo bravissimo e molto paziente’)
Come giocatrice va bene, come donna anche non era male’
Sperai che almeno come moglie non fosse un granche”

In effetti per mesi mi chiesi cosa ci faceva una cosi sveglia vispa bella intelligente e lenza a stare con un cretinetti simile ma si sa , come sono fatte le donne , e con che gusti e chi scelgano . C’e’ chi sussurra ai cavalli, alcune di loro se la cavano con le racchette, di sicuro molte maneggiano uccelli’.

Nel vicino futuro allora la buttai sul tennis, attenendomi al mio certificato ruolo di partner agonistico , giocandoci talvolta insieme al suo circolo col pretesto di ..compagnucci di squadra.. il doppio di cagnacci ‘uomini come me- misti devastati e travolti da me col mio tennis e da lei con i suoi completini strizzacazzi ..
Il marito era sempre altrove, o troppo scarso o su un altro campo o in altri faccende affaccendato.
Mah..!
Finche’, -esiste allora una giustizia dei sessi- si separarano. Me lo disse lui sconsolato una volta che lo incontrai ai tornelli e gli avevo detto blando salutami tua moglie’eh..beato chi la vede ancora’
Uhm.. pochi minuti dopo le telefonavo una decina di volte naturalmente per fissare organizzare doppi, magari dei singoletti, allenamenti regolari con un certo programmino , senza alcun accenno neanche indiretto a situazioni familiari promettenti’
Prendemmo dunque a giocare-vederci, con regolarita’ , in orari comodi per lei e non compromettenti, pomeriggi in cui dovevo comunque attraversare mezza citta’ per raggiungerla e a questo (quasi) unico SCOPO disquisivamo al telefono regolarmente. Ormai senza piu’ procuratori intermediari e senza ancora niente di succoso o allusivo, a parte storielle di racchette e amenita’ simili , che lei pareva gradire molto anche senza parlare mai troppo.

0gni tanto ci avventuravamo anche in chiacchiere non direttamente tennistiche.. la chiamavo io, cosi’ per coltivare la cosa, fin quando una volta mi interruppe a meta’ di un mio sproloquio metatennistico’
Scusami ma volevo dirti che non sempre ascolto le tue telefonate o sento quello che mi dici,’ ma la tua voce ha un suono’. Che non e’ possibile resisterle.
Ah.
Gioco partita’ non ancora incontro ma la cosa si metteva bene’

Quando la rividi, da separata ormai riconsolata e disponibile mi parve avesse una aureola luminosa intorno al corpo(diciamola cosi’, non che mi sembrasse una santa o che la vedessi, come una santa, anzi.. )
La nuova separata Rossella mi apparve sempre molto sorridente, ma con un’ombra piu’ vissuta nello sguardo, la pettinatura piu’ vaporosa ‘quando una donna cambia vita la prima cosa che cambia sono i capelli- e sembrava perfino piu’ tonica e atletica. Un ungran fisico sepre ben allenato..granf..fisico
Una gran ..fisichessa sempre ben allenata e soda.
Non passo’ molto che organizzai una giornatina per bene ‘ giochi con me-poi ceniamo ..mangiamo qualcosa insieme-una pizza ‘ non preoccuparti se facciamo tardi ti riaccompagno io a casa’

Mi accolse al suo verde circolo sportiva e cordiale come sempre, ma un po’ di piu”

La partita di allenamento sinceramente manco mi ricordo come ando’, sono coscienzioso e concentrato ma chicazzo ci pensava al tennis’ notai in particolare un particolare che mi sconfisse, conquisto’ e convinse definitivamente . Rossella aveva indossato i pantacollant bianchi aderentissimi per giocare , e come cambio si era riservata la mini cortissima pieghettata da tennis per venire a cena con me”””
‘mmmm’..
Usci’ dagli spogliatoi con i capelli effetto bagnato ‘proprio bagnati ancora malgrado 45 minuti di phon, con me ad aspettare nella club house quella.. principessa e a pensare appena la vidi, un po’ provato ma non intenerito dall’attesa, a come bagnarglieli di nuovo’

Per tutto cio’ , capelli sorriso viso e cosce splendenti da atleta in vista fino all’inguine durante la pizzata non facevo altro che aggiustarmi a sedere sporgendomi sul tavolo , far cadere tovaglioli e posate come al liceo , mi alzavo per togliermi il maglione o andare in bagno, tutto pur di sbirciare le sue cosce accavallate disinvoltamente.
Mi racconto’ serena del marito ” ho deciso io ‘ cosi’ non si poteva andare avanti ancora (e io tra me e me ”l’avevo detto”) e poi ”il mio prossimo marito dovra’ avere 50 anni – basta coi bambocci ” io,che ne avevo allora circa 40 feci un rapido calcolo tranquillizzatore.. ero troppo giovane per sposarla (e peraltro non avrei potuto, casomai avessi voluto e non volevo certo) ma abbastanza maturo per interessarla e per’
Dolce? Liquorino? Conto?
Fu una pizza rapidissima.. non feci nemmeno il bis io che di solito me ne faccio 3 alla volta.. di pizze, intendo’ per farne 3 di altre mi tenni leggero, bevvi molto’
Continuavo a fissare il suo labbro superiore, la sua larga bocca e gli occhioni, i capelli boccolati e il sorriso non meno luminoso di sempre, ma piu’ maturato, vissuto .. gia’ degustavo e pregustavo che il meglio, il dolce per me, e soprattutto per lei doveva ancora finalmente venire’ proprio in quel senso del termine'(in quanto a gusto dolce.. dicono sia amarognolo e acidulo.. dicono loro, io manco ricordo’ e Rossella non poteva ancora dirlo ‘) ma eravamo al match point, ormai’. Era una partita tutta in discesa, vinta’ non aveva ormai piu’ scampo ne’ poteva sfuggire al suo destino’
Che ormai prefiguravo dopo averci pensato per cosi’ tante volee-scusate, volte’

A casa sua, rimasta a lei ‘il marito mi disse tristo ”casa mia? quale casa?” – c’era una specie di chiosco altare con 2 gradini in marmo nel salotto buono elegante. Li’, su due cuscinoni la profanai , prendendola da dietro, senza codino ma con tante altre cose belle e porche, usando al meglio la mia racchetta dal manico 6 ‘dotazione propria, non proprio gli attrezzi da tennis’- con l’energia e la professionalita’ che applicavamo anche in campo e che lei tanto apprezzava ‘
Voce sempre suadente, la mia dietro di lei nel suo orecchio durante la selvaggia cavalcata, spettinata e sudata piu’ che al terzo set, concentratissima al suono del mio suadente affanno (non piu’ al telefono ma mollto piu’ vicino e altrettanto persuasivo ed eccitante) e della mia proverbiale energia attrezzata e sfoderata per lei’ non parlavo piu’ molto e nemmeno lei poteva farlo’

E arrivato al fatidico momento le montai a cavalcioni del suo magnifico seno, decisamente troppo grosso e ingombrante per poter essere una tennista piu’ agile e svelta, ma splendido, ideale per accogliermi e massaggiarci reciprocamente .
E mentre la guardavo, lei non proprio piu’ tanto sorridente ma concentratissima su quel, QUEL punto, le esplosi una sborrata che parti’ dalla punta dei seni dove era piazzato e arrivo’ a schizzarle il viso, che divise esattamente in due con una bianca linea, e proseguendo le soffio’ tra i capelli fino al cuscino dietro’.
Non ho mai piu’ lasciato andare una sborrata di tale portata e potenza, il miglior lungo-linea della mia carriera.

Ma piggy davvero la meritava tutta, come tennista e come femmina .
Si asciugo’ alla meglio col suo asciugamano da tennis, e mi congedo’ con un ampio e vago sorriso. game over’

L’ho rivista anni dopo in un circolo di tennis con un mesto 50enne che ne dimostrava 65 , a scanso di equivoci e di troppo infantili se l’era scelto proprio vecchio.
Ha quasi smesso di giocare, a tennis; spero per tutti che continui a intrattenersi con manici piu’ degni di lei,.. ma credo che nessuno le abbia mai fatto un servizio come il mio’

facialmax

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