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Oltre i tuoi semplici limiti

By 2 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Siamo in macchina e tu sembri aver perso il controllo, io gioco a fare la troietta, in parte ci riesco ma il resto lo stai decidendo tu, se siamo in questa situazione &egrave anche colpa tua. Mi stai tirando i capelli all’indietro per farmi esporre il collo, me lo lecchi quasi fino ai seni, risali con le labbra e mi lasci dei piccoli morsi sotto il mento.

‘Cosa fai?’ ti chiedo fintamente innocente.

‘Colpa tua, metti queste maglie scollate ” la tua presa &egrave salda,mi fai un poco male, mi sto eccitando. La tua mano sinistra vaga impazzita sul mio busto: dal collo, dove sento le tue dita affusolate premere i punti giusti per farmi mancare il respiro, fino al seno, prima il destro e poi il sinistro. Sento i piccoli capezzoli indurirsi all’istante sotto il tuo palmo che, senza aver chiesto permesso, si &egrave infilato dentro il reggiseno.

Mi piace non poco la piega che sta prendendo questa serata. Così malamente posizionata, dal basso, vedo i tuoi occhi chiari, resi scuri dalla poca illuminazione di questo parcheggio deserto, assumere lo sguardo bramoso di chi vorrebbe possedere qualcosa, o meglio, qualcuno. Ti sorrido. Con le unghie ti graffio sopra la camicia, appena sopra i polsini, dove la stoffa &egrave più sottile, di rimando mi stringi un seno mentre il dolore continuo della presa ai capelli mi fa corrugare la fronte. Ti piace tanto quella linea che si viene a creare fra gli occhi e ti avvicini per baciarla.

‘Puttana’ mi sussurri.

Come sempre, lo sai, dopo questo appellativo provo un imbarazzo enorme, vorrei risponderti in modi contrastanti: ‘puttana lo dici a tua moglie!’, ‘sì, non hai idea di quanto possa essere puttana ”, ‘non sono una puttana!’. Ma la verità la conosciamo entrambi, &egrave la mia natura: provoco perché mi piace il cazzo. E se anche non lo prendessi, mi piace farlo rizzare a tutti gli uomini che posano lo sguardo su di me, specialmente quelli più grandi, specialmente quelli più perversi che a prima vista sanno riconoscere una giovane donna maliziosa.

Non ti rispondo, sposti il mio viso di fronte il tuo, sento il sublime languore preludio di un godimento con i fiocchi. La tua mano gioca con la mia bocca e i polpastrelli premono sulle labbra carnose, forzi un dito ad entrare e la mia lingua prontamente lo accoglie leccandolo, ti fisso(dove stia trovando il coraggio di essere così ardita devo ancora scoprirlo), fai entrare un altro dito e spingi fino in fondo, vuoi mettere alla prova la mia gola, mi fissi, cerco di resistere aiutandomi con la respirazione, la saliva inizia a colare, conti fino 10, ti trattieni un altro po’, sto per respingerti ma mi precedi, mentre prendo aria pulisci le dita ai miei lunghi capelli ma non importa, puoi farmi di peggio.

Ti porto una mano a toccarmi il fondoschiena, non ci pensi due volte, me lo tasti palpandolo a palmo pieno, l’altra mano cerca di infilarsi nei jeans attillati che indosso, non ti ferma la cerniera alzata e nemmeno gli slip, subito arrivi al monte e con il medio inizi a stuzzicare il clito, mi piego all’istante, gemo, non resisto, sono troppo sensibile lì, provo a ritrarmi cercando di allontanarti per un polso però non ce la faccio, ci metto maggiore forza ma &egrave come se fossi bloccato, quella semplice pressione lì mi fa impazzire. Sento il primo dito entrare di colpo, come un sollievo, Dio che goduria, sono fradicia e ne hai conferma, quanto vorresti fottermi?

Prendi la mia mano sinistra e la poggi sul cavallo dei tuoi pantaloni, sei così gonfio, ti masturbo da sopra la stoffa perché rispetto il limite imposto di non toccarti direttamente. Sei tu che puoi avere il mio corpo a disposizione, rispettiamo i ruoli. Hai inserito un altro dito dentro di me, allargo le gambe per agevolarti l’azione, voglio sentirmi aperta e godere, con entrambe le mani mi slaccio i pantaloni ma non ho faccia ad abbassarli. Tu mi stupisci calandomeli di colpo, insieme agli slip. Rimango interdetta per un po’, sta forse precipitando la situazione?

La sensazione di fare qualcosa di proibito serpeggia fra le mie viscere ed &egrave una sensazione inebriante, mi sposti verso il basso e mi giri, ho la testa sulle tue gambe, il culo esposto, me lo stai sfiorando con le dita. No,ora le sculacciate no. Per favore.

‘Sai cosa dire, conta’ mi dici lapidario.

Mi preparo ai colpi e già so che non saranno affatto dolci.

‘Posso sapere almeno il perché?’ ti chiedo con la mia vocina.

‘Non c’&egrave un motivo particolare, ne hai sempre bisogno e io posso farlo’ rispondi sicuro.

‘ah, bene!’ Sorrido sperando di smorzare la tensione.

Il primo schiaffo arriva dopo alcuni secondi, cazzo se fa male,&egrave netto e ben calibrato.

‘Uno ‘ Padrone’. Che vergogna pronunciarlo.

‘Brava’ replichi soddisfatto, nel frattempo passi un dito sul mio sesso bagnato.

‘Sei proprio una troia, scommetto che ti schiaffeggiassi adesso la figa, continueresti a bagnarti e godresti ugualmente’.

Mi mordo il labbro inferiore. Il secondo e gli altri schiaffi, alternati a fugaci massaggi, arrivano sulle natiche sempre più velocemente, come una scarica. Ci hai preso gusto, sento un bruciore non indifferente, ti piace quando cerco di ritrarmi allontanando il sedere, &egrave sangue agli occhi per te. Provo a bloccarti ma con una mano mi hai fermato insieme i polsi dietro la schiena. Ho smesso di contare però non ti importa più, smetterai quando tu lo deciderai e solitamente, l’ultimo schiaffo &egrave anche il più forte di tutti. Me l’hai dato alla natica sinistra, la pelle &egrave bollente. Ho il trucco degli occhi leggermente sbavato e questo non fa altro che eccitarti. Mi tiri nuovamente i capelli, ti sono di fronte, mi lasci un bacio leggero sulle labbra.

&egrave strano. Consideri il bacio un gesto molto più profondo e intimo del toccare un corpo diverso da quello di tua moglie. Baciare per te &egrave ammissione di tradimento, per questo te lo sei imposto come uno dei limiti nel nostro rapporto. O adesso o mai più. Le situazioni non ritornano mai uguali e io ho bevuto un calice di vino di troppo.

Ti prendo per la cravatta e schiaccio la mia bocca alla tua, chi se ne frega di un rifiuto, avrei forse rinunciato a tirarti verso di me usando quel pezzo di seta? L’occasione me l’hai data tu. Domani farò finta che non sia accaduto nulla, come faccio sempre perché nessuno sa di noi. Ti lecco le labbra aspettandomi uno spintone ma non ti allontani, così mi destabilizzi, ti stai comportando diversamente da quello che penso.

Sento la tua mano salire sul collo in una presa decisa, mi guardi negli occhi, aumenti la stretta, ricambio lo sguardo sentendo già il respiro smorzarsi, per un folle momento penso davvero di perdere i sensi, togli la mano prima che accada. Hai un’espressione pericolosamente seria, mi chiedo se ho davvero esagerato nel provocarti. Inspiri ed espiri lentamente, come se volessi riprendere il controllo ma io ti guardo con i miei occhi scuri lucidi che implorano solo di scoparmi. Tu allora chiudi gli occhi. Hai letteralmente i nervi a fior di pelle. Passo piano l’indice sul tuo ginocchio fino alla coscia ed &egrave la goccia che fa traboccare il vaso.

Afferri e allontani il mio polso, con forza mi prendi le spalle spostandomi per far sì che debba andare girata, fra il vuoto dei sedili. Per non cadere mi sostengo con le mani ai posti di dietro. &egrave una posizione scomoda, mi sfili velocemente i jeans e allarghi le mie gambe facendomi poggiare un ginocchio sul posto dell’accompagnatore, l’altro sul posto di guida. Sono oscenamente esposta a te, giro la testa e ti vedo armeggiare con la cintura. Per un istante ho la tremenda paura che tu possa usarla su di me. L’hai visto nel mio sguardo e fai un sorriso più simile a un ghigno.

‘Ti meriteresti questa cinta, Troia’.

Osservo le tue mani, sento il rumore della zip che si abbassa e tu non mi fai vedere più perché tiri i miei capelli, portando la testa all’indietro, sento il corpo teso all’inverosimile. Avverto il tuo membro, solamente visto in Cam, premere su una natica, l’eccitazione respirabile nell’aria, non oso dire nulla.

‘Era questo che volevi fin dall’inizio, vero Puttana?’ me lo sussurri nell’orecchio sinistro.

Vuoi strapparmi i capelli? Se continui a tirare mi spezzo ‘ mugugno.

‘Non ho sentito. Puttana lo vuoi il mio cazzo?’ ripeti.

Per puro spirito di contraddizione sono tentata di risponderti no ma in realtà lo vorrei che spingesse e mi arrivasse fino all’utero.

‘Io ” non concludo la frase, cerco di muovere un po’ il sedere. Rossa di vergogna.

‘Cosa fai ‘ cosa fai ‘ Dio quanto sei troia.’

Avverto un tuo leggero movimento e l’aspettativa si inchioda nello stomaco, di colpo sento la punta del tuo membro forzare la mia apertura, sono stretta ma molto bagnata. Penso che tu lo faccia entrare piano per farmi abituare ma una volta entrata la cappella, mi arpioni i fianchi spingendoti completamente in me!. Una sola spinta data a fondo. Colta di sorpresa un urlo mi si strozza in gola, avvolgo il tuo cazzo alla perfezione, sono bollente dentro, vero? Sento le mie carni abituarmi alla tua presenza, ti sento pulsare dentro, il tuo respiro pesante vicino al mio orecchio &egrave musica, rimani così fermo qualche secondo, poi esci di colpo, sobbalzo involontariamente e tremo.

Rientri interamente con un solo colpo e questa volta avverto i tuoi testicoli impattarmi sul monte o come cazzo si chiama, perché oramai non sono più lucida e la voglia di essere scopata ha preso il sopravvento permettendomi di gemere smodatamente senza più freni. Gemi anche tu, quanto ti piace questa fighetta giovane e stretta? Mi prendi per il collo da sotto, all’attaccatura della mascella, mi fai sentire la tua presa mentre me lo sbatti non staccandoti più da me. &egrave il sesso migliore della mia vita, posso farci l’abbonamento?

Ti sostieni con una mano sulla mia spalla mentre l’altra dal collo sale sulle mie labbra, entri con le dita, te le succhio, blocchi la mia lingua fra due dita, le tue spinte si fanno più forti, le tue ginocchia sono attaccate alle mie come se fossi la mia ombra, mi aggrappo disperatamente con le mani ai sedili di dietro perché ho paura di non reggere i tuoi colpi, ti sento godere come se dovessi venire da un momento all’altro. Non ti do tregua stringendoti internamente con i muscoli pelvici, cazzo, mi balena in mente l’ultimo mio periodo di ciclo.

L’adrenalina &egrave a mille, continuo ad assecondare i tuoi movimenti rincorrendo l’apice del piacere. A un certo punto sento le tue mani staccarsi da me per stringere con forza i miei fianchi, le mie braccia tremano per lo sforzo, un tuo morso improvviso alla spalla mi fa capire che tu non abbia minimamente pensato dove liberarti. O forse non vuoi sporcare la macchina, o forse &egrave naturale così,o forse sono così rincoglionita da accettare tutto senza oppormi. Sento il dolore dei tuoi denti e l’immenso piacere di averti piantato a fondo pulsante dentro di me, vieni gemendo continuando a stringermi con le dita. Mi rimarranno più segni di te in questa notte da ricordare.

Dopo un po’, lentamente ti stacchi da me, non prima di aver lasciato un bacio sulla spalla offesa (in fondo sei dolce), cerchi di ricomporti sul tuo sedile, in silenzio.

Sento il seme fuoriuscire,mi affretto a rinfilarmi gli slip per evitare me mi coli fra le cosce, ho paura a guardarti in volto, mi sembra di toccare a pelle il senso di colpa che emana dalla tua persona, l’ho combinata davvero grossa ora ‘ ma se siamo arrivati a questa situazione, &egrave anche colpa tua.

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