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Racconti Erotici Etero

Omaggio

By 12 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono seduto davanti a te, sul pavimento, tu adagiata sul divano.
Guardo le tue belle gambe nude, i tuoi piedi nei sandali rossi con il tacco. Mi sento come un postulante davanti al tempio.
Allunghi un piede verso di me, un sorriso si dipinge sul tuo viso, un invito. Cosa può rendermi più felice? Carponi mi avvicino a te, al tuo piede, le mie labbra sfiorano il tuo alluce; non lo ritrai. Inizio a baciare le dita, risalgo sul collo del piede, il tuo sorriso si schiude, la mia eccitazione sale! Risalgo la caviglia, la punta della mia lingua disegna il percorso sulla tua gamba liscia, risalendo lentamente. Un tuo sospiro compiaciuto, brividi. Risalgo il ginocchio, passo dietro, emetti un risolino. Sono contento ti piaccia, che la mia conoscenza di te produca questa gioia. Piccoli baci che tu gradisci e riprendo a salire, sento le tue cosce aprirsi, il tuo bacino scendere verso il bordo del divano. Seguendo la mia lingua la testa s’infila tra le tue cosce, sollevando la corta gonna svolazzante. Mi ritrovo davanti al tuo segreto, liscio di fresca depilazione, come sai che piace a me, adoro la sensazione della tua pelle liscia, l’immagine della tua vulnerabilità. La punta della lingua disegna arabeschi attorno alla tua apertura, sospiri ancora, questa volta per l’attesa, ma sai che adoro far crescere l’eccitazione. La mia bocca copre le tue labbra che lentamente si schiudono, mentre la lingua le penetra. Sento il tuo ventre tendersi, sporgersi verso di me, la mia barba morbida accarezza la tua pelle, sento che lo trovi piacevole. La mia lingua ti esplora, e il sapore cambia, sento il tuo miele invadere la mia bocca, saziare la sete che provo del tuo piacere. Scivoli sempre più in avanti, e allarghi le gambe, sento i tacchi sulla mia schiena. Le tue mani tra i miei capelli, mi accarezzano, ma decise mi tengono li. Inizio a succhiare, la mia lingua piatta percorre la tua fessura, fino al tuo clitoride. Lo sento, tra le labbra, sulla lingua, lo accarezzo e tu gemi, sospiri, lo succhio, mentre il mio mento massaggia la tue labbra. Le tue mani si muovono tra i miei capelli, imprigionandomi piacevolmente. Mi sento il tuo strumento di piacere e questo non fa che aumentare il mio! Una mano scivola sotto il tuo top, stuzzica i tuoi capezzoli duri, l’altra allarga la tua figa, bagnata di te e di me, e insinua dentro due dita, che lentamente si fanno strada. Emetti un lungo sospiro, un ‘siiiì!’ di invitante soddisfazione, le dita si muovono dentro di te, fino in fondo, per poi iniziare e ritirarsi e invaderti di nuovo. Osservo la tua estasi, felice di vedere che la mia abilità ti faccia godere. Si confondono in me i ruoli di sacerdote e postulante del tuo piacere, chi sono io? Il Padrone del tuo orgasmo o il Servo del tuo piacere? è proprio questa dualità che rende dentro me tutto questo sublime. Sento i tuoi brividi e la mia erezione, quasi dolorosa. Sento il mio potere su di te, che controllo i ritmi del tuo piacere, che posso decidere di accelerare o rallentare, facendo riprendere fiato per poi riportarti rapidamente sulla vetta.
Allargo le dita, ti contorci di piacere, il tuo clitoride gonfio contro la mia lingua. Lo sai, mi conosci, sono ingordo del tuo piacere, ma è troppo bello per me vederti in estasi. Le rigiro lentamente, ti sento tenderti, ma non voglio che tu venga già, prima ancora un piccolo omaggio alla mia Dea! Sfilo le dita, le tue mani hanno un attimo di indecisione, non capisci, io però ne approfitto!
Scendo lentamente con la bocca, lungo le tue labbra gonfie, infilandola dentro, facendomi invadere nuovamente dal tuo nettare, scendo e le mie mani sulle tue natiche ti allargano, la punta della mia lingua percorre il perineo, la breve distanza che mi separa dal tuo fiore più segreto; hai capito, sei indecisa, ma poi mi lasci fare. Lo so che a freddo è una cosa per te impossibile, ma sai che io adoro infrangere i tuoi tabù e posso farlo solo nei momenti della tua massima eccitazione, quando tu stessa non saresti in grado di porre un freno al tuo piacere. La mia lingua accarezza il tuo buchino, piatta, lo massaggia, ti rilassa, poi con la punta si fa strada e lo sento pulsare, ti sento gemere. Le mie dita ricoperte del tuo sapore vengono risucchiate dalla tua bocca. Comprendo allora che il piacere ti ha fatto cedere su tutto il fronte, ora sei davvero mia, io non più strumento ma artefice. La mia bocca si incolla al tuo fiore e succhio, regalandoti una sensazione unica, una devozione totale. Le mie dita sono di nuovo dentro di te, che ti allargano, sguazzando nel tuo miele, massaggiano la parte frontale, aprendosi. Ormai è tardi per fermarsi, il tuo orgasmo è irrefrenabile, vieni sulle mie dita, nella mia bocca, regalandomi le tue contorsioni, che tanto amo. Mi ritrovo con la testa stretta tra le tue cosce, mentre cerchi di allontanarmi da quelle parti diventate troppo sensibili per essere anche solo sfiorate.
Mi ritiro, e mi guardi ansimante, mi sorridi. Lo so, aspetto che tu mi chieda l’ultimo sacrificio alla tua femminilità. ‘Vieni per me!’ mi dici, e mentre ti guardo aperta e disponibile, madida di te, di me, allora sì, mi denudo e verso il mio piacere davanti a te, lentamente, sotto il tuo sguardo.

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