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Racconti Erotici Etero

paola ep £

By 30 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Il lenzuolo ricopriva appena il suo seno piccolo, scorrendo tra le gambe lasciava intravvedere il suo culo e il segno del costume appena sopra l’inguine.
Era abbandonata sul letto e profumava di sesso, il suo tatuaggio faceva capolino tra le lenzuola.
Le carezzai la schiena con la punta delle dita e mugolando mi allungò una mano per cercarmi.
Quella notte per la prima volta avevo dormito a casa di Paola e ci eravamo divertiti tutto il pomeriggio e fino a tarda notte.
L’avevo inculata in tutti i modi, fino a farmi pregare di smetterla. Ormai entravo nel suo buchino senza alcuna difficoltà e, non ostante le sue proteste, imperterrito le aprivo il culo.
Protestava, ed io la punivo sculacciandola e pompandola fino allo sfinimento.
Che spettacolo!!! Solo qualche giorno prima il suo culo era vergine e stretto ed ora la mettevo a 90 ‘ ed il suo culo mi si offriva aperto in tutto il suo splendore.
Quella mattina non le permisi di svegliarsi del tutto e le infilai un plug anale bello grosso e le legai le mani al letto, poi andai a preparare la colazione.
Spremuta e caff&egrave con brioches calde che le portai a letto e la imboccai come una bambina. La mia bambina protestava per l’intruso inserito poco prima.
Con le braccia legate ai bordi del letto era bellissima, nuda come una dea. Il sesso era esposto ed il plug spingeva in lei e più si dimenava per slegarsi e più lavorava.
Avevo deciso di continuare la dolce tortura iniziata la sera prima.
Le misi una crema idratante, massaggiando delicatamente tutto il suo corpo e la baciai in ogni punto dal più recondito al più scoperto e i suoi capezzoli mi furono molto riconoscenti.
Ero eccitato di nuovo, ma vOlutamente dimenticai il suo fiorellino che ormai tradiva l’eccitazione, per dedicarmi ad altri punti.
Inizia a baciare Le sue caviglie , snelle e sottili,le sue gambe affusolate, salendo lentamente con baci e carezze in punta di lingua sulle sue cosce tornite.
Accarezzai il suo seno a mano piena, prendendo e stringendo i capezzoli tra le dita e poi con i petali di una rosa e lei fu colta da brividi su tutta la pelle. solo allora tolsi il plug, chiedendole come si sentiva.
Sospirando mi disse, che si sentiva aperta e oscenamente esposta e vergognandosi mi pregò di baciarla sul seno che ormai era erto dall’eccitazione.
Non mi feci pregare: la mia lingua lambiva i capezzoli scuri intorno alle areole e con piccoli morsi la facevo trasalire dal piacevole dolore.
Le mani sfioravano il suo sesso caldo e bagnato, carico di rugiada come un fiore al mattino.
Era completamente in balia delle mie mani che la frugavano e la carezzavano in ogni punto.
La bendai nuovamente ed iniziai a baciarle i piedi per risalire fino all’inguine e poi mordere i capezzoli stropicciandoli, insensibile ai suoi gridolini di dolore.
Urlava ed iniziai a carezzarla con un piccolo pennello da cucina, ma avevo per lei in serbo una piccola frusta che iniziò a colpire il suo seno e le gambe aperte.
Non se lo aspettava e gridò di smetterla, che amava solo le carezze ma intanto si dimenava e stringeva i polsi e la bocca si apriva quasi a cercare l’aria.
Infilai due dita in lei, in un lento ed estenuante ditalino, frugando nella sua intimità così esposta e si bagnava inondando le mie dita.
Due mollette andarono a pizzicare le sue grandi labbra, tenendole aperte e con una banana iniziai a scoparla.
Dopo un po’, con la figa così conciata, una banana in lei e due mollette a torturarla le tolsi la benda e lei, senza dire nulla mi ingoiò il cazzo duro all’inverosimile e inizio un pompino famelico.
La girai a quattrozampe e, dopo avere strappato le mollette, glielo infilai in un sol colpo nel culo.
Il grido che le uscì fu soffocato da una spinta più forte che fece uscire la banana dalla sua fica bagnata.
Uscii da lei, chiedendole di toccarsi e farmi vedere quanto era diventata porca.
Le sue mani scivolarono da sotto ed iniziò una lenta carezza e piano una e poi due dita entrarono sempre più profondamente nella sua vagina, finché cercò la banana ed iniziò a scoparsi, ed io le infilai il plug nel culo che ormai accoglieva volentieri. Colava di piacere e la pregai di succhiarmi fino a bere il mio succo, che le versai copiosamente in bocca e sul seno.
La portai in doccia e, come consuetudine la lavai ed asciugai come una bambina.
Dopo un caff&egrave le proposi di uscire a prendere un po’ di sole al lago.
Accettò con entusiasmo, ma prima di uscire la preparai per bene: il plug infilato a dovere e le palline di geisha erano nella sua figa e così a piedi ci avviammo lungo il lago.
Camminava imbarazzata, convinta che tutti sapessero, a gambe larghe e lentamente per il dolore e fastidio che gli oggetti le provocavano.
Ci stendemmo su un asciugamano e il suo costume, bagnato all’altezza della sua natura tradiva il piacere.
Intanto le dicevo che non vedevo l’ora di bere il nettare del suo fiore allagato e continuare fino a farla venire nella mia bocca e farmi bagnare dai suoi spruzzi.
Rientrammo accaldati ed eccitati e non feci in tempo ad aprire la porta che le saltai addosso e la scopai sul divano, le sue mani appoggiate al muro e la sua schiena inarcuata e il culo proteso verso di me erano uno spettacolo di travolgente passione.
Scopammo, come se non ci fosse un domani. Infine Paola salì sopra di me impalandosi in un sol colpo offrendomi i capezzoli da succhiare che morsi come una mora succosa. La sua fica colava, mentre lei imprimeva un ritmo sempre più forte .
Ma ad un certo punto mi fece uscire e nella stessa posizione si infilò il membro nel culo, lentamente fino in fondo e poi lo sfilava altrettanto lentamente, inarcando la schiena mentre accarezzavo i suoi seni martoriati.
Venni a lungo in Lei, e lei con me ma, non paga di tutto ciò, iniziò a leccarmi il cazzo succhiando e bevendo i suoi succhi e i miei mischiati in un’estasi di piacere senza fine.

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