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Racconti Erotici Etero

Parcheggio di piacere

By 18 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

PARCHEGGIO DI PIACERE

Sono graditi suggerimenti, opinioni e impressioni a (sia mail che msn) giorgiasupersexy@yahoo.it

-Giorgia, io vado al centro commerciale’ ti va di venire con me?- mi chiese mia mamma.-Certo aspettami che mi preparo’!- Corsi in camera a vestirmi e truccarmi; ogni volta che mia mamma andava lì la accompagnavo, desiderosa di tornare in quel posto che tanto apprezzavo.
Quando scesi le scale mia madre esclamò: -Ma Giorgia! Non ti pare di essere un po’ troppo appariscente? E tutto quel trucco?- davanti alla mia gonna corta, il top e i sandali col tacco a spillo da 12 cm. Un trucco deciso e accattivante mi aveva fatto perdere l’aria della brava ragazza trasformandomi in una femmina tentatrice di uomini.
Salimmo in macchina e per tutto il viaggio lei non disse nulla se non darmi ogni tanto occhiate di disapprovazione per la mia tenuta troppo provocante.
Parcheggiamo nel sotterraneo, in un ampio posto dove diverse persone andavano e venivano dalle compere.
Fu in quel momento che li vidi. C’erano qui e lì dei gruppetti di immigrati algerini, tunisini e marocchini che sostavano senza fare nulla sparsi nel parcheggio. Mentre mia mamma li guardava con diffidenza e paura allo stesso tempo io mi eccitai di colpo, bagnandomi tra le cosce come nei momenti più intensi dell’intimità. Mi scaldai a tal punto che arrossi e lei mi chiese: -Giorgia tutto bene?- -Certo mamma’ ci troviamo qui dopo le spese che devi fare?- -Va bene ma non farmi aspettare troppo mentre guardi le vetrine!-
Ci dirigemmo verso un posteggio e vidi lo sguardo di tre tunisini che scrutarono dentro la nostra auto guardando me e mia mamma con occhiate piene di desiderio; notai anche come i loro occhi indugiarono sulle mie cosce mezze nude e il top scollato. Mi eccitai ancora di più e quando scendemmo dall’auto tra le cosce ero decisamente bagnata.
Ci demmo un appuntamento tra un’ora. Lei sarebbe andata a fare la spesa e io sarei andata a fare un giro delle vetrine che mi interessavano: questi erano gli accordi’almeno in teoria!
Aspettai che salisse la scala mobile che portava ai piani alti e una volta che mia mamma fu sparita alla mia vista mi incamminai verso il fondo del parcheggio dove vedevo sostare diversi extracomunitari che parlottavano fra loro.
Lasciai che tutti gli immigrati che incontravo mi guardassero e ammirassero una bellissima 22enne bionda, mezza svestita, che camminava donando sorrisi a loro su tacchi a spillo da 12 cm. Quando i loro sguardi indugiavano sulle mie cosce e il mio viso da zoccola io rispondevo loro con un sorriso malizioso lasciando intendere che mi sarebbe piaciuto conoscerli meglio.
Mi avviai verso la parte meno frequentata del parcheggio, dove mi avvicinai a un gruppetto di 5 marocchini e algerini. Non appena mi videro scese il silenzio e io per prima dissi loro: -Ciao, sono Giorgia!- con un bel sorriso, per poi aggiungere: -Vi va di farmi un po’ di compagnia?- tutta seducente e provocante. Dopo un iniziale sbigottimento, mi fecero avvicinare e mi circondarono. Non sapevo nemmeno di che nazionalità fossero: c’erano tunisini e algerini forse anche un marocchino, tutti sui 30-35 anni. Lasciai che le loro mani mi sfiorassero e poi mi accarezzassero, prima sui fianchi e poi sul seno. Sentii le loro mani esplorarmi tutta palpando il mio corpo peccaminoso che offrivo loro come una puttanella in calore. Mi toccarono fino a quando baciai due di loro che si erano fatti più vicini. Fu un bacio con tanta lingua per entrambi. Mi presero per mano e mi portarono dietro un angolo dove non potevamo essere visti. Dopo un istante di esitazione mi inginocchiai abbassando il top e tirando fuori le tette.

Mia mamma intanto, ignara di tutto, portava a termine la spesa non immaginando nemmeno lontanamente che razza di figlia troia avesse, una figlia che si eccitava da morire ad andare con immigrati e che non perdeva alcuna occasione per farsi qualche extracomunitario. Mia mamma ha sempre serbato rancore per queste persone e le ha sempre guardate con diffidenza e sospetto tentando di trasmettermi le sue stesse idee. Figuriamoci avesse saputo che la sua bella figlia Giorgia amava farsi sbattere selvaggiamente proprio da costoro! Le prime voglie verso gli extracomunitari in genere mi erano venute proprio per il desiderio del proibito e della trasgressione che ispirava andare con loro. Una bella ragazza italiana che faceva sesso sfrenato con immigrati? Che scandalo! Ma che bello!Dopo i primi ditalini pensando a grossi senegalesi che mi penetravano con bastoni smisurati la mia bella micetta di 22enne bionda, non ce la feci più a non provare l’esperienza e iniziai ad andare con loro. I sogni in cui ero la preda di neri cazzoni duri che mi entravano ovunque mi avevano eccitata troppo per non fare qualcosa. Volli da subito concedere tutto, senza limitazioni. L’unica cosa che contava &egrave che fossero immigrati; non importa se belli o brutti: era il fatto stesso della loro provenienza che mi eccitava e il fatto di fare una cosa che tutti, e in particolare la mia famiglia, additavano come scandalosa.
Per rendere la cosa ancora più eccitante mi vestivo in modo provocante: da zoccola in pratica. Una zoccola italiana che andava a farsi sbattere dai cazzi di extracomunitari. Avrei tanto voluto vedere la faccia di mia mamma nel vedermi farmi prendere da quei grossi membri scuri e possenti. Farle capire perché mi vestivo così sexy e truccata come una puttanella ogni volta che si andava al centro commerciale dove c’erano tutti quegli immigrati che mi facevano bagnare come una fontanella. Che scoprisse quanta voglia aveva la figlia di farsi sfondare da cazzoni di perfetti sconosciuti che spesso non parlavano nemmeno una parola di italiano.
Che si rendesse conto di quanto quegli uomini che tanto disprezzava e le facevano schifo avevano penetrato la figlia in ogni buco che la stessa Giorgia, da brava puttanella, aveva generosamente offerto loro. Di quanto sperma avesse lordato il seno, la bocca, i capelli persino, della sua apparentemente pudica bambina Giorgia.

-Avanti vienimi dentro dai!- dissi al marocchino che in quel momento mi stava penetrando nella cosina. Era il terzo del gruppo che accoglievo tra le cosce, in piedi con le spalle al muro. Eravamo faccia a faccia e mentre mi pompava la micetta lo limonavo appassionatamente con baci alla francese intensi e appassionati. Mi teneva una coscia alzata con un braccio per potermi penetrare la cosina con più facilità. Lo sentii accelerare i colpi decisi e capii che stava per venire al ch&egrave gli dissi:-Dai amore schizzamela dentro la tua semenza!Sento che ne devi spruzzare tanta’.scaricati tesoro!scaricati dentro di me- e pochi istanti dopo mi venne nella fichetta ansimando come un animale e riempiendomi di seme fluente e abbondante. Non usavo preservativo: amavo troppo sentire la loro semenza schizzare dentro di me.
Gli permisi di dare gli ultimi colpi furiosi nella mia figa con quella bella mazza stringendolo a me e baciandolo sul collo ma poi gli dissi:-sei stato favoloso caro, però fai venire il prossimo adesso-.
Fu il turno di un bel marocchino palestrato, il quarto che prendevo tra le cosce fino a quel momento. ‘Accomodati amore:fottimi anche tu selvaggiamente come hanno fatto finora ai tuoi amici!-. Non ci volle molto che di lì a poco mi ritrovai presa da un cazzone duro e lungo che mi sbatteva con forza e mi strappava gemiti di piacere a ogni spinta. Il cazzo durissimo entrava e usciva dalla mia figa come un treno e dovevo controllarmi per non strillare. Mentre mi fotteva come una vacca cercai la sua bocca da baciare e limonammo come fidanzatini con la differenza che ora avevo quel suo uccellone tra le gambe che mi sfondava tutta.
Anche lui sborrò copioso aggiungendo altro seme a quello che mi colava per le gambe e per i tacchi vertiginosi raccogliendosi per terra in gocce quasi a formare una vera pozzanghera.
-Prendimi anche tu! Senza preservativo!- Dissi al quinto: mi scopò di brutto e mentre mi fotteva dissi ad alcuni di quelli che mi avevano già avuta:-Amori miei, siate gentili:dite anche a quel gruppetto lì in fondo di venire a divertirsi con me, non ho molto tempo, tra un po’ mia mamma ritorna!-.
Presa dal godimento di quel quinto pisellone non mi accorsi che altri sette immigrati si erano aggiunti ai primi grazie al mio invito. I loro cazzoni erano già pronti e in tiro: mamma mia che belle dimensioni! Non c’era tempo di spampinarli come avevo fatto coi primi cinque così dissi:
-Mamma mia quanti siete! Presto presto! Entratemi dentro tutti velocemente che se fate veloci riesco a farmi sbattere da tutti! Non c’&egrave bisogno del preservativo: scopatemi senza!-
Cominciò quella che fu una giostra in cui tutti mi entrarono dentro: concessi sveltine a tutti, rapide e intense, facendomeli sborrare tra le cosce con foga e rapidamente. Non volevo perdermene neanche uno. Quando un cazzo entrava subito mi scopava forte e deciso sborrando dopo pochi minuti grazie anche ai baci che davo a quel bel maschione che mi fotteva in quel momento. Le sborrate nella figa si susseguivano frequenti e subito dopo che un membro era uscito subito un altro prendeva il suo posto con spinte furiose fin dall’inizio senza lasciarmi tregua tanto in alcuni momenti quasi da togliermi il fiato. Le mie tette da puttana sballonzolavano a destra e sinistra sotto quei colpi forti e ai miei piedi ora si che c’era una bella pozzanghera bianca!
Mi fottevano e io li baciavo stringendoli a me per farmi penetrare il più possibile.-Sbattetemi vi prego! Sbattetemi !- imploravo verso la fine quando ormai avevo perso il conto di quanti membri stranieri avessero violato la mia fighetta sfondata.
Quando anche l’ultimo si fu scaricato dentro di me ero stremata: loro continuavano a toccarmi le tette e il sedere e mi infilavano dita nella vagina tuttavia io presi la borsetta. Tirai fuori dei fazzolettini per pulirmi dal loro sperma, dato che mi avevano letteralmente insozzata. Sebbene avessi portato con me ben due pacchetti notai con disappunto che non furano sufficienti a pulirmi la cosina e le cosce dal seme che colava: mi ero fatta sborrare dentro da ben 12 immigrati e essere sporca del loro sperma era una cose che mi eccitava alla follia e per questa ragione mai avevo usato preservativi con loro (preservativi che invece usavo regolarmente col mio fidanzato). Rivestendomi alla meglio cercai di asciugare le tracce più evidenti del loro amore almeno tra le cosce. Riuscii a divincolarmi dai loro abbracci che chiedevano un secondo giro tra le mie gambe e corsi verso la macchina dove mia mamma mi aspettava da un pezzo a giudicare dalla sua espressione.
.Giorgia! &egrave oltre mezz’ora che aspetto!- mi chiese vedendomi arrivare di corsa sui tacchi vertiginosi. ‘Scusa mamma, sono stata fermata da una amica che ho incontrato!- non seppi dire altro. Salii in macchina in tutta fretta e lei mi chiese: -ma perché hai fatto questa corsa? Da dove venivi?- – Ero alle vetrine dei costumi’- -Alle vetrine dei costumi? Ci sono stata a lungo e non ti ho vista’- -B&egrave’ mi sono spostata dopo’- – Ah! Ma devi stare attenta alle persone che girano nel parcheggio, hai visto quanti immigrati?- e in quel momento alcuni di loro guardavano dentro la macchina fissando le mie gambe.-Si mamma- -Non vorrei mai avessero cattive intenzioni verso una brava ragazza come te!-. In un momento in cui lei non mi fissava sorrisi ai due che mi guardavano e mandai loro un bacio riconoscendoli come alcuni di quelli che mi avevano avuta poco prima. Peccato solo che non mi avessero penetrata più a lungo.
-Giorgia oggi pomeriggio porto gli zii in stazione per dar loro un passaggio, ti va di venire?- mi chiese sulla strada del ritorno. Estasiata dall’idea risposi prontamente:-Certamente mamma!-

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