Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Parte sesta: ritorno alle origini

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Passarono due lunghi mesi ed ogni notte mi davo ad illustri sconosciuti’ogni sera tardi mi arrivava un messaggio sul telefono che mi diceva di mettermi un abito trasparente e un soprabito con dei tacchi altissimi. Quello &egrave stato il mio abbigliamento per due mesi e mascheravo la storia ai miei dicendo che facevo la barista in un locale e dovevo stare attenta che vedessero cosa nascondevo sotto il cappotto..

Ero oramai in preda a quella voce che prima di andare in albergo mi diceva di andare in farmacia a comprare i profilattici atteggiandomi a gran troia mostrando tutta la mercanzia’alcune volte mi diceva di fare il pieno alla macchina..pagando con la carta di credito che ho tra le gambe, questo mi umiliava ma non potevo fare a meno di farlo..io ero la sua troia e mi costringeva a dirglielo al telefono nei posti più strani e molte volte qualcuno mi ha ascoltata e dopo a visto il mio imbarazzo esplodere con il rossore delle guance’

La situazione mi era da tempo sfuggita di mano, ogni tanto cercavo di riprendermi la mia vita ma quando pensavo di esserci riuscita ero costretta a dire ancora un’altra volta..

Sono la tua troia..

Subito tornavo in quell’albergo a farlo con sconosciuti che entravano nella mia camera, alcuni erano gentili e mi portavano dei fiori mentre altri mi prendevano contro il muro senza neanche chiudere la porta e spesso tanta gente ha assistito alle mie evoluzioni, questo mi imbarazzava ma non potevo farci nulla’faceva si che mi dessi ancor più’

Una sera la voce mi indirizzò verso una scuola, parcheggiai la macchina e scesi guardandomi attorno e cercando di chiudere bene il cappotto per coprire il vestitino aderente che indossavo..lo sentivo salire ad ogni passo fino a scoprire le cosce nella loro interezza..mentre fui nei pressi della scuola squillo il telefono e risposi..

‘ciao troia’entra nel cancelletto’&egrave aperto’come te”

‘ed entra nella scuola dalla porta del sottoscala alla tua sinistra’

entrai nel cancello della scuola..ma avevo molta paura..mi recai nel sottoscala a aprii la porta..mi colsero mille pensieri..sino ai ricordi di quando facevo le medie, di quando i ragazi ci provavano..di quando le amiche invidiose mi alzavano la gonna e lasciavano vedere le mie mutandine allora rosa..facendomi diventare rossa..ma insistevano’avevano messo in giro la voce che io fossi facile e quindi alla vista delle mie cosce i ragazzi si eccitavano..e non poche volte mi sono ritrovata a farmi spogliare da loro ma poi presa dalla paura e dall’imbarazzo correvo via piangendo..ricordo che cambia anche scuola ma non ho mai realmente dimenticato..poiché nella nuova scuola avvennero altre cosa di cui parlerò più in là..

ma ora ero entrata in una camera scura e buia..mi avvicinai verso un corridoio..provai ad accendere le luci ma non funzionavano..nel frattempo guardai il telefono e c’era un messaggio che diceva di arrivare fino alla fine del corridoio’e mi avviai..

ogni passo era amplificato dal rumore dei tacchi e dal vestito aderente che si strusciava sulle mie gambe..sentivo qualcosa di umico colare tra di esse ma non mi fermai’e giunsi alla fine del corridoio..era buio..ma ben presto sentii delle mani sui fianchi e altre sul viso a coprirmi gli occhi’le mani che avevo sui fianchi mi tolsero il cappotto e sollevavano il vestito fino a toglierlo del tutto..sentii una benda sugli occhi che mi si stringeva e poi una voce femminile calda e sensuale mi sussurrò nell’orecchio’

‘bene..troietta..’

quella parola mi provocò un brivido di eccitazione’

‘ora ai il vestito che meriti..dimmi cose sei”

risposi con un filo di voce’

‘nuda’

lei disse”urlalo’

‘SONO NUDA’

‘ok troietta’ora hai un compito da eseguire stanotte..ora ti legheremo le mani legate e dovrai trovare i tuoi vestiti in questa scuola solo con la tua pelle’avrai i guanti’quindi puttana..userai tutto il tuo corpo..e se non lo troverai in tempo’beh’ti nasconderai a meno che tu non voglia essere scoperta dagli studenti domani mattina..e se non lo troverai sarai punita come meriti’troietta’ti controlleremo..sta attenta’

ben presto mi trovai sola in quella scuola, completamente nuda, bendata e con le mani legate’mi recai ai piani superiori e cercai con le braccia di cercare il vestito sui banchi, negli armadi e nei bagni sfruttando anche i piedi e le cosce la dove non riuscivo a fare di meglio..ma non riuscii a trovare nulla e il tempo scorreva, non potevo certo sapere quando sarebbe stata l’ora di nascondermi e cercavo impaurita a senza alcun risultato, tornai al piano di sotto e cercai al piano inferiore’ma niente’iniziavo ad avere freddo..trovai una porta chiusa e cercai di aprirla come potevo ma non riusci a girare la maniglia, provai con i gomiti e riuscii ad aprirla. Cercai il mio vestito ma sembrava che all’interno di fossero solo cianfrusaglie, doveva essere un magazzino’ormai doveva essere quasi l’alba e decisi di restare chiusa li, non potevo cervo rischiare di farmi trovare nuda e legata dai ragazzi..certo..forse mi avrebbero potuta aiutare..o forse mi avrebbero solo scopata e non avrei potuto fare nulla per evitarlo..scelsi di nascondermi dietro uno scaffale e mi accucciai..a dir la verità non sapevo se di li ci fossero dei vetri e potessero vedermi ma fui positiva a attesi che il giorno passasse..infatti poco dopo iniziai a sentire movimento ma fortunatamente nessuno entrò nel magazzino..ma delle persone passarono nel corridoio antistante facendomi tremare per la paura oltre che per il freddo che sentivo sulle natiche e sulla schiena appoggiata sulle piastrelle.forse questa sensazione fece si che i miei capezzoli rimasero duri fino a farmi male..il tempo sembrava non passare mai e iniziavo ad avere fame ero stremata, sentivo un dolore forte alle gambe e alla schiena, avevo bisogno di alzarmi ma non potevo..cercavo dei minimi movimenti ma non facevo altro che esporre la mia pelle nuda al contatto con il freddo di ciò che mi circondava e mi ricordava la mia condizione’cercai di sdraiarmi di schiena sfidando il freddo e cercando di ottenere una posizione più comoda..e mi rilassai attendendo che tutti andassero via..mi addormentai. Al mio risveglio attorno c’era silenzio, non sapevo che ora fosse ma pensai che il pericolo fosse passato e mi alzai..titubante uscii dal magazzino e iniziai la mia ricerca..passò circa un’ora ma non trovai nulla, non capivo se attorno a me o fosse buoi non riuscivo a vedere nessuno spiraglio di luce dalla benda e andai in un laboratorio. D’un tratto sentti un rumore metallico e rimasi impietrita in piedi. I capezzoli tornarono rigidi e le gambe iniziarono a tremare. Sentii la presenza di una persona che mi fece accomodare su un tavolo facendomi aprire le gambe in un modo che mai avevo sperimentato..erano aperte al massimo quasi sfiorando il dolore..ma la paura mi fece dimenticare anche di questo..sentivo quel rumore metallico avvicinarsi..e improvvisamente sentii freddo sul polpaccio e via via su’sull’interno coscia fino alle labbra interne..doveva essere un coltello e un cacciavite’ero terrorizzata..e sussurrai..

‘che vuoi farmi?’

non rispose nessuno e continuò a giocare con la mia paura e il mio corpo ma non sentii dolore e pian piano mi tranquillizzai. Mi fece alzare prendendomi per mano e mi fece fare tutto il corridoio..aprii un porta e mi fece entrare..facendomi mettere faccia al muro. La donna del giorno prima mi disse tirandomi i capelli’

‘ora visto che non hai trovato il vestito subirai la punizione’chinato a novanta gradi troietta”

lo veci e presto una sculacciata raggiunse il mio sedere’poi un’altra’sempre più forte..con violenza..ogni colpo sussultavo e urlavo per il dolore ma per non farmi far rumore mi misero qualcosa in bocca di morbido’lo strinsi per sopportare quei colpi che mi martoriavano..dopo le mani usarono altre cose ma so cosa esattamente, forse cinture’so solo che mi fecero molto male per tutta la notte. Dopo ora di sofferenza smisero e mi fecero mangiare a quattro zampe del riso scondito e freddo poi mi rimisero sdraiata nel magazzino col seno schiacciato sul pavimento con un bicchiere d’acqua colmo messo sulla schiena’

‘troia’se lo fai cadere attirerai l’attenzione’e sarai punita..ricordalo..’

non sentii più nulla solo il freddo sul mio corpo e le gocce che dal bicchiere colavano sulla mia schiena ad ogni mio respiro..e iniziarono a sentirsi persone che affollavano la scuola’non potevo muovermi sentivo il bicchiere pericolosamente in bilico e cercai il più possibile di non muovermi. Anche se avessi sfruttato un momento di rumore per farlo cade me la sarei dovuta vedere con i vetri e non la punizione’quindi restai buona ferma subendo la tortura che mi stavano facendo’credevo di impazzire, non riuscivo più a star ferma e fui sul punto di far cadere il bicchiere ma non potevo..c’erano molte persone nel laboratorio vicino al magazzino e di sicuro mi avrebbero trovata e non volevo che succedesse..

Era ormai pomeriggio inoltrato e non resistevo più cosi ma non mi andava neanche l’idea che mi punissero ancora..ma non riuscii a far nulla quando l’apertura della porta di scatto mi fece sobbalzare facendo cadere il bicchiere bagnandomi la schiena e facendomi uscire dalla bocca un urlettino che tentai di strozzare in gola..era troppo tardi..avevo anche paura di farmi male con i vetri accanto al mio seno’pensai che chiunque era li mi avrebbe vista ma sentii richiudere la porta e dopo silenzio’dopo qualche ora sentti la porta aprirsi e una donna mi aiutò a rialzarmi e mi disse’

‘ora sarai punita troia”

mi porto di nuovo in fondo al corridoio e questa volta sembro non finire mai..mi mise di nuovo faccia al muro’ma sentivo che questa volta c’era molta più gente in quella camera’lo capii dai bisbigli quando entrai nuda e bandata

‘ora sarai penetrata nella tua passerina’troia’e con la bocca dovrai capire quale di questi uomini &egrave stato..se non lo troverai’sarai inculata a sangue e non avremo pietà! Poi riprenderai e se riuscirai ad individuarlo ci fermeremo..ricorda sarai penetrata tre volte poi ti girerai e cercherai chi tra loro &egrave stato! Ok?’

‘si’

così fu il primo mi penetro con colpì decisi che mi fecero vibrare i seni che penzolano dal mio corpo..provai piacere ma presto qualcuno mi prese per i capelli e mi mise di fronte a un membro in erezione e col la bocce cercai di capire dal calore se fosse quello ma non capii nulla passai all’altro e poi all’altro ancora ma niente’mi misero al muro e sentii qualcosa di freddo entrare pian piano del mio culetto e poi con forza e ancora ebbi bisogno di avere qualcosa in bocca da stringere per soffocare il dolore’poi tocco ad un altro penetrarmi e segui la ricerca che andò ancora vana’e quindi fui ancora violata e violata per tutta la notte fino alle luci dell’alba..e lo capii quando un liquido iniziò a colarmi dappertutto’&egrave proprio come pensate si erano messi intorno a me ed erano venuti riempiendomi del tutto’sentivo le gocce colarmi sul corpo..e mi vergognavo..pensavo mi portassero a lavarmi ma mi riaccompagnarono in magazzino e dopo aver pulito i vetri mi fecero sdraiare sporca’questa vola a seno in su..pensavo che stavolta non dovessi subire lo stesso trattamento ma fu anche peggio’sentii le mollette stringermi i capezzoli..mi fecero avvicinare le caviglie al sedere e legarono a queste le cordicelle legate alle mollette, le mani mi furono legate ai piedi dell’armadio e sulla pancia fu collocato un bicchiere di cristallo grande colmo di dopobarba’ma prima di posizionarlo mi diedero dei ceffoni sulla pancia fino ad arrossirla e farla bruciare’dopo di che posizionarono il bicchiere..

‘troietta’in questo bicchiere non c’&egrave acqua ma dopobarba..quindi non dovrai solo stare attenta a non far rumore ma ti conviene non versare neanche una goccia’sul pancino..se non vuoi urlare sul serio’e ricorda se cercherai di allungare le gambe sentirai i capezzoli tirare’quindi’divertiti”

andarono via tutti e restai sola e costretta a restare immobile perché nessuno vedesse in che condizione mi ero messa’e oltretutto sapevo che ad ogni goccia avrei sofferto..ma ciò che iniziavo a sentire era il dolore e il bruciore del mio sedere che era stato violato senza ritegno..e avrei dovuto ancora sopportare’fortunatamente mi dissero che avevano avvertito i miei che non sarei tornata perché ero andata a Roma per un colloquio e avevo il telefono scarico..ma fino a che punto mi avrebbero umiliata? Fino a che punto avrei resistito? I miei muscoli già iniziavano a dolermi’.ma mi promisi che uscita da quell’incubo sarei tornata alla mia vita ed avrei smesso di farmi comandare..ero convinta di questo..ma fui dubbiosa quando sentii delle gocce scivolare..no..non dal bicchiere’e non solo sperma che ovunque mi pervadeva’

Leave a Reply