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Racconti Erotici Etero

Partita a dadi

By 20 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Partita a dadi

Siamo nel mese di febbraio, nella baita di montagna di un mio amico che ci ha invitato a trascorrervi il fine settimana, per festeggiare i suoi 30 anni.
Siamo in otto (il massimo che poteva ospitare la baita), casualmente (?) quattro ragazzi (io, Davide il festeggiato, Luca e Giacomo) e quattro ragazze (Nadia, Michela, Cristina e Susanna), tutti di età compresa tra i 20 e i 35 anni e tutti single’ cosa che lascia già immaginare come proseguirà il fine settimana’ Non tutti ci conosciamo a vicenda (l’unico che ovviamente conosce tutti &egrave Davide), ma s’instaura subito un bell’ambiente.
La giornata di sabato trascorre all’insegna dell’allegria, tra passeggiate, giochi e scherzi nella neve (complice il bel sole), giochi di società, chiacchierate, eccetera.
La sera dopo un’abbondante fonduta al formaggio, la trascorriamo sui divani a parlare del più e del meno, raccontare barzellette e quant’altro’ naturalmente non mancano birre e grappini’

A un certo punto quando cominciavamo a sentire l’alcool che avevamo in corpo e l’ambiente si faceva più silenzioso, Giacomo ci ‘risvegliò’ prendendo un mazzo di carte che era sul tavolino; disse ‘chi fa un pokerino?’. Un po’ tutti ci siamo fatti timidamente avanti, Luca che era un po’ brillo rilanciò dicendo ‘facciamo strip poker!’ le reazioni furono diverse’ noi uomini ovviamente eravamo d’accordo, Cristina e Susanna (che d’ora in poi chiameremo Susi) la presero come una sfida e volevano giocare sperando di battere gli uomini; Nadia e Michela inizialmente erano assolutamente contrarie, ma poi si lasciarono convincere dalle altre due ragazze. Ci siamo però subito resi conto che in otto non potevamo giocare a poker, io proposi scala 40, ma non eravamo abbastanza lucidi per un gioco in cui bisogna ragionare’ alla fine Susi propose di giocarcela molto più semplicemente ai dadi. La proposta fu accolta, ci piazzammo in cerchio sui divani attorno al tavolino, alternati un uomo e una donna, la regola era che ognuno tirava 3 dadi e a ogni giro chi otteneva la somma più bassa doveva togliersi un indumento. Per partire alla pari abbiamo fatto una specie di conta degli indumenti; noi uomini indossavamo tutti 5 capi di abbigliamento (boxer o slip, calzini, pantaloni, maglietta, maglione), le donne chiaramente indossavano anche il reggiseno quindi 6 capi. Così abbiamo detto loro che per partire alla pari dovevano togliersi un indumento, ci fu qualche protesta, in particolare Michela disse: ‘Potreste fare i gentiluomini e lasciarci un vantaggio’, ma fummo inflessibili. Così Michela e Nadia si tolsero le calze mentre Cristina e Susanna il maglione.

Il gioco comincia, vi parlo quindi un po’ dei partecipanti’
La prima a lanciare i dadi fu Nadia. Nadia &egrave una collega di lavoro di Davide, io la conoscevo poco, l’avevo vista solo un paio di volte, pranzando con Davide e alcuni suoi colleghi. Ha circa 23-24 anni, di media statura, molto magra, porta capelli biondi, fino sotto le spalle e occhi castani; di seno &egrave abbastanza piatta, ma aveva un sederino da urlo.
Poi fu il turno di Davide, Davide &egrave un mio amico d’infanzia avevamo frequentato le scuole dell’obbligo assieme, poi le nostre strade si sono divise, io lo studio lui il lavoro, ma abbiamo sempre continuato a vederci con una certa regolarità. Fisicamente &egrave molto alto (direi attorno a 1.85), fisico atletico, capelli e occhi neri e lo immaginavo ben dotato.
Dopo toccò a Michela tirare i dadi. Michela conosce Davide perché sono entrambi paramedici volontari. Io non l’avevo mai vista prima, ma avevo fatto la sua conoscenza durante la giornata. Ha 27 anni, non molto alta (direi circa 1.60), corporatura normale, capelli castani lunghi, occhi azzurri, abbondante di seno (direi una terza) e un bel sedere tondo. Fisicamente mi sembrava la più attraente delle quattro.
Venne il turno di Luca. Non so come si fossero conosciuti Luca e Davide, ma so che andavano spesso in montagna assieme e anch’io qualche volta mi aggregavo a loro. Luca ha 33 anni, &egrave di altezza media (circa 1.70-1.75), corporatura normale, capelli rasati e occhi marroni.
Dopo Luca fu Cristina a lanciare i dadi. Cristina ha 31 anni, &egrave cugina di secondo grado di Davide, io l’avevo conosciuta quando eravamo piccoli, Cristina abitava fuori città, ma di tanto in tanto veniva con i genitori a casa di Davide, poi l’avevo persa di vista, fatto salvo per qualche incontro casuale. &egrave abbastanza alta e magra, capelli biondi corti e occhi azzurri. A dispetto del fisico esile, ha un seno abbastanza pronunciato.
Giacomo che fu il successivo a lanciare, era un vicino di casa e amico di Davide. Io non l’avevo mai visto prima. Doveva avere 27-28 anni, non &egrave molto alto, magro, capelli neri e occhi marroni, personalmente mi sembrava bruttino e mi dava l’impressione di essere un tipo piuttosto imbranato’
Susi aveva conosciuto Davide durante l’apprendistato e poi erano rimasti amici, io l’avevo incontrata un paio di volte, ma non ci siamo mai veramente conosciuti’ Assomiglia assai a Cristina, tanto che mi venne il dubbio che fossero sorelle, ma non era così. Susi ha 35 anni, abbastanza alta, magra, capelli biondi scuri corti, occhi marrone, un seno proporzionato e un bel sederino.
L’ultimo a lanciare sono stato io (Gino), come ho detto amico d’infanzia e coetaneo di Davide. Fisicamente sono di altezza media, corporatura robusta, capelli castani, occhi azzurri e abbastanza ben dotato.

Al primo giro perse Luca che si levò il maglione. I giri continuavano, non c’era nessuno di particolarmente sfortunato, così gli indumenti partivano un po’ a tutti. Il gioco proseguì calmo finché i primi, e soprattutto le prime si ritrovarono in intimo, tra le donne le prime a trovarsi in mutande e reggiseno sono state Susi e Nadia, tra gli uomini si ritrovarono in boxer per primi Davide e Giacomo, ma tutti gli altri seguivano a ruota. L’ambiente cominciava a scaldarsi e l’eccitazione saliva, in noi uomini era palese il rigonfiamento nei boxer. Qualcuno di noi si fece audace e cominciava ad allungare le mani verso i corpi seminudi delle ragazze. Io poggiai la mano sulla gamba di Nadia che stava alla mia sinistra e con le dita percorsi il bordo dei suoi slip verso l’interno coscia, protestò leggermente, ma mi lasciò fare.
Dopo qualche ulteriore giro, Susi che era già in intimo perse e, seppure un po’ titubante, si levò il reggiseno accompagnata dall’applauso e dai commenti di noi uomini. Aveva un seno sodo e ben proporzionato al suo corpo, probabilmente una seconda, i capezzoli ritti lasciavano capire che in lei c’era una certa eccitazione. Giovanni che era alla sua destra allungò una mano verso le sue tette, ma prima che potesse toccarle Susi lo ricacciò indietro. Io che ero alla sua sinistra per il momento mi limitavo a guardare. Michela, che in quel momento indossava ancora la maglietta, un po’ impaurita dopo aver visto la scena di Susi, disse: ‘Io anche se perdo l’intimo non me lo tolgo per nessun motivo’, ma subito tutti ribadimmo che era tardi per tirarsi indietro.
Dopo qualche altro giro la situazione vedeva praticamente tutti con il solo intimo, gli uomini in boxer, le donne in slip e reggiseno, a parte Susi che era già senza reggiseno. In quel momento la fortuna sembrò girare a favore di noi uomini. Il giro successivo perse Cristina, anche lei un po’ titubante si tolse il reggiseno senza troppi problemi, anche lei aveva i capezzoli ritti e duri. Giacomo che si ritrovava con Susi a sinistra e Cristina a destra entrambe con i seni al vento, era eccitatissimo e sembrava che i boxer dovessero scoppiargli da un momento all’altro.
Poi fu la volta di Nadia, constatata la sconfitta, protestò dicendo ‘No io non me lo tolgo!’, un uomo, credo Luca, con tono ironico ribatté ‘se vuoi puoi toglierti prima gli slip” Nadia lo mandò a quel paese, io che ero seduto alla destra di Nadia, mi spostai un po’ alle sue spalle e le sussurrai nell’orecchio ‘se non lo togli tu, te lo tolgo io’ e per farle capire che non scherzavo spostai le mani sulla sua schiena verso il gancetto del reggiseno, allora con voce abbattuta disse ‘Va bene, ma lo tolgo da sola’ e così fece. Era un seno minuscolo, poco più che abbozzato (forse era il motivo per cui si vergognava a togliere il reggiseno), ma io lo trovavo comunque eccitante e di nuovo le sussurrai nell’orecchio ‘complimenti, vedi che non &egrave stato così difficile’.
Come detto la fortuna era girata a favore di noi uomini, infatti mentre noi conservavamo i boxer, tre donne avevano già perso il reggiseno ed ora toccava a Michela. Michela, che già in precedenza aveva protestato, con voce sommessa disse ‘credo proprio di non avere scelta” Luca ed io con la testa le abbiamo fatto segno di no, allora dopo un lungo attimo di silenzio, slacciò il gancetto e fece scendere le spalline. Ha dei seni importanti, ancor più di quanto avessi immaginato, ma non esagerati. Sia Luca, sia Davide che le sedevano a fianco, allungarono le mani per cercare le sue tette, ma lei si ribellò esclamando un sonoro ‘piantatela cretini!’. Ci fu una pausa dal gioco, le altre ragazze intervennero per calmare Michela che era piuttosto agitata e per chiedere a noi uomini di essere un po’ meno invadenti, ma in questo secondo compito non ebbero grande successo’
Dopo 5 minuti riprese il gioco, sfortuna vuole (o fortuna a dipendenza del punto di vista), che il primo giro dopo la pausa, fu perso nuovamente da Michela. Rimase seduta sul divano senza accennare minimamente a togliersi gli slip, noi uomini la incitavamo sonoramente, anche Susi e Cristina che erano più disinibite cercavano di convincerla, Cristina disse ‘tanto tra pochi giri saremo tutti nudi’. Michela imbronciata si alzò dal divano e rimase in piedi ferma, penso che tutti ci stavamo chiedendo la stessa cosa, si toglie gli slip o se ne va arrabbiata?. Rimase li in piedi come fosse una statua, Luca e Davide gesticolavano dietro le sue spalle, poi con un gesto simultaneo le abbassarono gli slip. Michela per reazione urlò e imprecò contro di loro e poi si rannicchiò a terra piangendo e cercando di coprirsi come poteva le parti intime. Di nuovo intervennero le altre ragazze, dapprima per rimproverare gli autori di quel gesto, i quali si scusarono con Michela, e poi nuovamente per calmarla. Parlavano sottovoce, non riuscivo a capire bene cosa si dicessero, a un certo punto sentii Cristina dire qualcosa tipo ‘&egrave solo un gioco’ e Michela tra le lacrime disse ‘si ma voi almeno avete ancora gli slip’ o qualcosa di simile, dopo qualche secondo Susi si alzò in piedi e disse a Michela ‘guarda, per solidarietà mi tolgo anch’io gli slip’ e così fece. Susi in mezzo alla scena completamente nuda era una visione paradisiaca, ma nessuno osava dire o fare qualcosa, un po’ turbati per quanto successo a Michela. Prima di riprendere il gioco Michela chiese a Susi di scambiarsi i posti, io e Giacomo almeno all’apparenza eravamo più tranquilli rispetto a Davide e Luca che erano parecchio eccitati. E Susi lo sperimentò subito, le mani dei due percorrevano il suo corpo da tutte le parti.
Successivamente persero Davide, che si tolse i boxer esaltando le dimensioni del suo membro che svettava veramente enorme (per la felicità delle donne che approvarono); Giacomo, un po’ titubante perche al contrario di Davide l’aveva di dimensioni modeste; Susi, che si era già tolta prima gli slip senza giocare, quindi le fu concesso di passare il turno. Poi fu il mio turno, mi sfilai i boxer senza timore, ma neanche con particolare entusiasmo, ricevendo anche un complimento da parte di Cristina. A questo punto rimanevano ancora con i boxer, rispettivamente gli slip, Luca, Nadia e Cristina. Non fu uno di loro tre a perdere il giro successivo, ma perse Giacomo, il quale ovviamente non aveva più nulla da togliersi. Ma ad eccezione di Michela e forse Nadia, eravamo intenzionati a proseguire in qualche modo il gioco.
Stabilimmo delle nuove regole: colui che perdeva doveva fare una penitenza decisa da quello che faceva il punteggio più alto. La penitenza poteva essere di qualsiasi tipo, anche sessuale, ma a determinate condizioni: poteva coinvolgere solo colui che subiva la penitenza, colui che l’aveva decisa e al massimo una terza persona, doveva essere eseguita davanti a tutti e infine colui che avrebbe dovuto subirla, poteva rifiutarsi, ma avrebbe dovuto fare una penitenza di altro genere (che non avrebbe potuto rifiutare).
Come detto Giacomo doveva subire la penitenza, il punteggio più alto in quel giro lo ottenni io, gli dissi che doveva andare in ginocchio e leccare i piedi a Cristina, la quale dapprima mi lanciò un occhiataccia, ma poi si dimostrò complice e insistette perché Giacomo facesse una bella penitenza.
Al giro successivo perse Cristina, che con un mini balletto molto sensuale si tolse gli slip con relativi applausi di noi uomini. Poi fu Michela a tirare il punteggio più basso, mentre il più alto fu ottenuto da Davide, viste le scenate precedenti, alcuni di noi fecero cenno a Davide di essere clemente, così le ordinò di andare a prendere birra per tutti’ al suo ritorno qualcuno (credo fosse Luca), più o meno ironicamente disse ‘la prossima volta non saremo più così gentili’. Poi fu il turno di Nadia che senza eccessivo entusiasmo si tolse gli slip. A questo punto l’unico a non essere completamente nudo era Luca che portava ancora i boxer.
Al giro successivo perse Susi e vinse Cristina. A chi conosce bene Cristina, &egrave risaputo che ha tendenze bisex, quindi si sedette sul tavolino al centro e disse a Susi ‘Avvicinati e fammi venire’ Susi senza farselo ripetere si avvicinò e si chinò davanti a Cristina e infilò la testa fra le sue gambe per penetrarla con la lingua, poi cambiò posizione, la penetrò prima con uno, poi con due dita, con un movimento dapprima lento poi sempre più veloce, con la bocca le mordicchiava i capezzoli; Cristina emetteva dei gridolini, che si facevano man mano più forti’ Tutti gli spettatori erano eccitati alla visione della scena, Giacomo che al momento non aveva nessuno accanto si stava masturbando, io senza pensare a quale potesse essere la sua reazione, misi la mano tra le gambe di Nadia che sentii già bagnata, in effetti non ci fu una particolare reazione, ma di certo non allargò le gambe, quindi Davide mi imitò. Luca che era seduto accanto a Michela, inizialmente per paura di qualche strana reazione, si limitò ad osservare la scena, poi timidamente poggiò una mano sulla gamba di Michela e lentamente si avvicinava alla sua fighetta depilata, ma lei strinse le gambe, impendendogli di raggiungere l’obiettivo. Susi intanto continuava il suo lavoro su Cristina, finché non si udì un urlo liberatorio di Cristina che stava avendo un orgasmo. Susi disse a Cristina ‘ora fai godere anche me’, ma Cristina ribatté ‘questa &egrave la tua penitenza, dovrai aspettare per godere’.
Successivamente fu Davide a perdere e Nadia a scegliere la penitenza. Siccome voleva rifarsi della precedente invadenza mia e di Davide nei suoi confronti, disse a Davide che avrebbe dovuto farmi una sega, chiaramente rifiutò dicendo ‘non sono mica gay’ e anch’io protestai. Nadia scelse allora un’altra penitenza, disse a Davide che doveva uscire nudo in mezzo alla neve e fare il giro attorno alla baita. Non poteva rifiutare quindi si alzò e uscì dalla porta, appena mise un piede nella neve, si sentì un urlo seguito da una serie di imprecazioni, nessun altro ebbe il coraggio di uscire al freddo a controllare, ma a giudicare dal poco tempo che era rimasto fuori, il giro attorno alla baita non l’aveva fatto.
In seguito anche a Luca toccò togliersi i boxer sotto lo sguardo ammirato delle donne.
Poi Michela ottenne il punteggio più basso ed io il più alto, non volevo darle ancora una penitenza tranquilla come la precedente, non sarebbe stato corretto nei confronti delle altre, ma non volevo neanche farle fare qualcosa di estremo’ le dissi ‘devi venire qui e farti leccare le tette da me’, ero quasi certo di un suo rifiuto, ci fu un lungo attimo di silenzio, poi si alzò e lentamente venne verso di me. Tatticamente la feci sedere a gambe aperte a cavalcioni sopra le mie, in modo che il mio membro ritto si trovò a contatto con la sua passera e cercavo di fare dei piccoli movimenti. Intanto presi a leccarle l’aureola del capezzolo, prima uno poi l’altro, poi presi in bocca una tetta e le mordicchiai il capezzolo. Si stava eccitando di brutto, ma cercava di non darlo a vedere, forse si vergognava. Prima di rialzarsi, con tono apparentemente ironico, mi sussurrò nell’orecchio ‘sei un porcellino, mi hai fatto eccitare’.
Giro successivo, perdente Cristina, vincitore Giacomo, che le chiese di dargli un bacio con la lingua, fu una cosa rapida e senza un minimo di passione’
Altro giro’ fu il mio turno di penitenza, a deciderla fu Luca, che mi disse di segarmi da solo fino a venire’ non ero entusiasta, ma eseguii; essendo già eccitato da tutta la situazione, non ci volle molto tempo prima di arrivare, sborrai addosso a Susi che era seduta accanto a me. Fece una faccia schifata e si ripulì con il primo capo di abbigliamento che le arrivò tra le mani’
Più si andava avanti, più le penitenze diventavano ‘pesanti’, infatti successivamente perse Luca e vinse Cristina, la quale gli disse che doveva farsi inculare da uno degli altri uomini a sua scelta, chiaramente Luca rifiutò e comunque nessuno di noi avrebbe collaborato’ se la cavò quindi con una ventina di flessioni. Al giro successivo si invertirono i ruoli, Cristina perse e Luca vinse, si avvicinò a Cristina e le disse ‘fammi un pompino come si deve’, Cristina eseguì con particolare passione, fino a far venire Luca. Giro successivo, la penitenza toccava a Nadia e a decidere fu Giacomo che le ordinò ‘mettiti a pecorina che ti scopo’ ci fu silenzio’ avrebbe accettato? Dopo forse un minuto, Nadia si mise a pecorina e rivolgendosi a Giacomo disse ‘basta che non mi vieni dentro’. Giacomo rispose con un cenno del capo, poi con un gesto quasi meccanico e senza un briciolo di sentimento Giacomo infilò il suo membro e inizio a pompare Nadia, venne in fretta e sborrò sulla schiena di Nadia, che non si era minimamente eccitate e in qualche modo si ripulì.
Ci fu un ulteriore giro, perse Susi e a decidere la penitenza fu Davide; disse a Susi che doveva fare un ‘sandwich’ (o doppia penetrazione) tra lui e un altro uomo a sua scelta. Per quanto Susi dava l’impressione di essere aperta a diverse esperienze, si rifiutò. Davide le disse allora che doveva stare in piedi su una gamba per un minuto, ma a causa dell’alcool in corpo Susi non era più abbastanza stabile e durò si e no 20 secondi’

Qualcuno (forse Cristina) disse ‘tutti hanno fatto almeno una penitenza, potremmo anche ritirarci nelle stanze’, ci fu approvazione da parte di tutti. Nella baita c’erano quattro piccole stanze, ognuna con un letto matrimoniale, al mattino avevamo destinato 2 stanze agli uomini e 2 alle donne, ma &egrave facilmente immaginabile che le cose non andarono così’
Susi e Cristina, che erano le due donne più ‘in vista’ si scambiarono un’occhiata, quasi contemporaneamente si alzarono e presero con sé rispettivamente Davide e Luca che tra gli uomini erano sicuramente i più prestanti e ogni coppia si impossessò di una camera. Rimanemmo io, Giacomo, Nadia e Michela; Mi alzai e invitai Michela a seguirmi, dicendole ‘abbiamo una cosetta in sospeso’, cosa che fece di buon grado. Si alzò anche Nadia, si avvicinò a me e Michela e sottovoce mi disse ‘vi prego non lasciatemi con Giacomo, non mi piace e poi &egrave anche imbranato”, le risposi ‘il letto non &egrave grandissimo ma se volete in tre ci stiamo’. Presi entrambe sotto braccio e mentre ci allontanavamo verso una camera, mi rivolsi a Giacomo che era rimasto sul divano solo come un cucù, dicendogli con tono un po’ sbeffardo ‘mi dispiace per te, ma entrambe hanno scelto me” Seppi il mattino successivo che a causa del dispiacere si era ubriacato del tutto’

Arrivati in camera, rivolgendomi in particolare a Michela, dissi ‘mi dispiace che per te non sia andata bene la serata, mi sento parzialmente in colpa’, mi rispose ‘non preoccuparti’ &egrave che non mi ero mai spogliata davanti a parecchia gente e mi vergognavo, ma poi verso la fine del gioco mi sono sentita meglio’ poi aggiunse ‘vedrai che nell’intimità della camera mi scateno di più’, frase che lasciava ben sperare’
Cosa stesse accadendo nelle altre stanze era evidente’ la baita era di legno e non isolata, perciò si sentivano chiaramente tutti i rumori’ dissi ‘cosa aspettiamo? Vogliamo essere da meno?’ e mi sdraiai in mezzo al letto, con il mio socio che svettava all’insù. Michela vi si avventò sopra con la bocca e iniziò a leccarlo per bene, anche attorno alle palle. Nadia si sedette praticamente sopra la mia faccia, offrendomi la sua fighetta bionda a portata di lingua, cominciai a leccare attorno al suo buchetto, poi la penetrai con la lingua andando a cercare il clitoride, mentre con le mani andai a cercare il buco posteriore di Nadia, quando lo sfiorai con le dita ebbe un piccolo sussulto, ma non disse nulla, sembrava quasi in estasi a causa delle mie leccate’ Michela intanto aveva cominciato a pomparmi con la bocca. L’eccitazione era alle stelle, così non ci volle molto prima che le sborrai in bocca. Anche Nadia era scatenata, volevo farla venire solo con la lingua e puntualmente ci riuscii e fui inondato dal suo nettare che cercai di raccogliere con la lingua. Nadia mi disse ‘sei stato così bravo a farmi venire con la lingua, chissà quando mi scoperai”.
Le due si scambiarono i posti. Nadia si dedicava la mio membro, aveva un tocco magico, dolce, con la lingua e le labbra mi sfiorava appena, non ci volle molto tempo per farlo ritornare ritto. Iniziai a lappare la figa di Michela, ma il movimento non era semplicissimo, visto che seduta sopra di me, pesava qualche chilo in più di Nadia, muovevo comunque la lingua al meglio delle mie possibilità, ma non riuscii a farla venire. Nadia in vece con un saccente lavoro di lingua e di bocca mi fece esplodere ancora una volta e lei avidamente ingoiò tutto.
Michela si sdraiò accanto a me a gambe aperte e disse ‘voglio godere anch’io’. Non me lo feci ripetere due volte e ‘rotolai’ sopra di lei, avvicinai il mio membro alla sua ‘entrata’, lo infilai e cominciai a muoverlo avanti e indietro, dapprima con movimenti dolci e lenti. Con la bocca andai a cercare le sue tette, ne infilai una in bocca per quanto potevo, la succhiai, poi le mordicchiai i capezzoli. Lei gemeva dapprima piano, poi sempre più forte. Io cominciai a stantuffare a un ritmo più veloce, lei per sentirmi ancora più dentro avvinghiò le sue gambe attorno a me. Nadia intanto si era sdraiata accanto a noi, era pure lei eccitatissima, con una mano si masturbava il clitoride, con l’altra massaggiava una tetta a Michela’ Nel momento in cui io stavo pompando al massimo dell’intensità, Michela emise un grido liberatorio più forte degli altri, e in quel momento venne in un orgasmo pauroso’ ma non ne aveva abbastanza e continuava a incitarmi’ dopo un paio di minuti stavo finalmente per venire anch’io, ero avvinghiato tra le sue gambe che facevano da morsa, volevo uscire da lei, ma era fisicamente impossibile, le dissi un paio di volte ‘Michela sto per venire’ sperando che spostasse le gambe, ma al contrario mi incitava di più, sembrava un’invasata. Non resistetti oltre e il mio orgasmo la inondò, in quel momento ebbi un brivido di paura, avevo fatto un danno? Mi accasciai sopra di lei e solo in quel momento aprì le gambe, dicendomi ‘sei stato bravissimo’. Volevo parlarle, ma tra l’eccitazione, la stanchezza e l’alcool che avevamo in corpo, decisi che sarebbe stato meglio farlo il mattino successivo, mi limitai a risponderle ‘anche tu’ e ci scambiammo un bacio.
Nadia nel frattempo, masturbandosi, doveva essere venuta almeno un paio di volte’ aveva capito cos’era successo e confermando i miei pensieri, sottovoce mi disse ‘&egrave meglio che ne parlate domattina, adesso non avrebbe senso’ poi aggiunse ‘con me puoi andare tranquillo, prendo le precauzioni necessarie’, frase che suonava come un invito. Spostandomi in mezzo tra lei e Michela, dissi ‘lasciami il tempo di riprendermi e poi mi occupo di te’. Si girò verso di me e con una mano andò a cercare il mio socio, aiutandolo a riprendersi.
Quando fu pronto, lei si alzò, si impalò a smorza candela sopra di me e cominciò a muoversi su e giù, io con il bacino assecondavo i suoi movimenti e trovammo subito intesa nel ritmo. Con le mani andai a cercare le sue tettine, essendo lei alta ci arrivai con fatica, erano piccole, ci stavano in una mano, ma non per questo meno sensuali. Inaspettatamente lei si bloccò, le dissi ‘c’&egrave qualcosa che non va?’, mi rispose ‘sai’ mi vergogno un po’ delle mie tette così piccole’, la rassicurai che mi piaceva così com’era, ma lei di nuovo disse ‘quando giro con le mie amiche, sono la prima ad essere notata dagli uomini, perché sono abbastanza alta, bionda e ho un bel viso, poi quando vedono che sono quasi piatta mi lasciano perdere, a volte mi prendono in giro dicendo che somiglio a un uomo, e proprio per questo ho poche esperienze sessuali al mio attivo’ di nuovo la tranquillizzai dicendole ‘ti assicuro che non mento dicendo che mi piaci e non m’importa se non sei esperta’ e aggiunsi ‘continuiamo da dove ci siamo interrotti?’ Con la testa mi fece un cenno affermativo e ricominciò il movimento ritmico. Si appoggiò con le mani sul mio petto, quasi a volerlo comprimere, io di nuovo cercai le sue tettine. Non ci volle molto tempo prima del suo orgasmo, rallentò il movimento e mi disse ‘scusa se sono venuta così in fretta, ti ho detto che sono inesperta’, le risposi ‘smetti di farti questi problemi e vedrai che ti divertirai di più’ sembrava aver accolto le mie parole, perché ci diede con più foga, per parecchi minuti fino a farmi arrivare all’orgasmo entrambi avevamo goduto di brutto. Si tolse da sopra di me e mi disse ‘ti prego voglio godere ancora’, per quando ne avessi voglia anch’io, ero esausto e stanco ed era tardissimo, le promessi che ci sarebbe stata presto un’altra occasione, che avrebbe potuto chiamarmi quando voleva. Michela nel frattempo era rimasta sdraiata accanto a noi semi addormentata.
Anche dalle altre stanze non giungevano più rumori di sorta, così anche io e Nadia ci addormentammo.

Mi svegliai che il sole era già alto, Nadia era accanto a me anch’ella sveglia da pochi minuti, Michela non era più nel letto. Altre voci giungevano dalla baita, segno che c’era altra gente già sveglia. Subito mi venne in mente il fatto successo nella notte e dissi a Nadia ‘non so cosa Michela si ricordi, perché mi sembrava abbastanza confusa, ma spero che non ne abbia parlato con gli altri’. Nadia si infilò qualcosa addosso e si precipitò a chiamarla. Rientrarono entrambe e Nadia chiuse la porta della camera, sentii Davide urlare ‘non ne avete abbastanza di stanotte?’ e qualcun altro rise sonoramente’ Come pensavamo, Michela si ricordava poco della notte trascorsa, così io e Nadia le raccontammo cos’era successo; si preoccupò assai perché non prendeva nessuna precauzione, disse ‘ho sempre dei preservativi nella borsetta e di solito obbligo il partner ad usarlo, ma ieri ero troppo confusa per pensarci’. In quel momento rabbrividii, rischiavo di trovarmi con un figlio, per di più con una donna che conoscevo da due giorni’ Mi assicurò che appena possibile avrebbe fatto il test e mi avrebbe comunicato l’esito. Le diedi il mio numero e dissi a entrambe ‘questa cosa deve rimanere fra noi tre’. Poi diedi il mio numero anche a Nadia.
La giornata trascorse tranquilla, nessuno parlò della sera e della notte appena trascorse. Così come nessuno aveva voglia e le forze per uscire a passeggiare o giocare nella neve come il giorno precedente’ la sera poi ognuno rientrò alla propria casa.

Nadia mi chiamò pochi giorni dopo e cominciammo a vederci con una certa regolarità, ma più che altro attendevo nervoso e impaziente una chiamata di Michela, che arrivò dopo circa due settimane. Il suo tono era rassicurante, mi disse ‘tranquillizzati il test &egrave negativo’.
Qualche giorno dopo questa buona notizia Nadia ed io abbiamo deciso di diventare una coppia!

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