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Racconti Erotici Etero

Passione gitana

By 7 Luglio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Oggi giovedì 15 giugno giorno di mercato il sole splende nel cielo azzurro batte forte sui tetti delle case, sugli ombrelloni e sull’intera piazza del municipio. Sono le 9 del mattino, nonostante tra pochi giorni ho un esame universitario da sostenere preferisco rimanere a letto a dormire, il sonno mi fa bene al cervello e poi mi serve per ricaricare le forti energie spese la notte a zonzo qua e la per la città.
La mia camera si affaccia sulla piazza in cui si svolge il mercato ogni giovedì e il giorno del mercato non e’ un bel giorno, cioè non è un giorno tranquillo, sicuramente non lo è per una persona che ha in programma di dormire fino a quando ha voglia, forse fino a mezzogiorno o anche più tardi, e il brusio della gente, gli schiamazzi, gli altoparlanti, le grida dei venditori ambulanti sono un cocktail micidiale per farti perdere il sonno, a questo poi si aggiunge l’amico sole che con i suoi raggi non risparmia la serranda della mia stanza non completamente chiusa dalla quale penetrano dei fitti raggi di luce che puntano dritti sulla testata del letto.E’ chiaro insomma che nel giorno del mercato soprattutto d’estate tutto si può meno che dormire, il sonno vero,beato,quello che si fa in inverno con le finestre chiuse sotto un caldo piumone magari mentre fuori piove,te lo puoi scordare.
Ma malgrado ciò, anche se ormai sveglio rimango lo stesso a poltrire sul letto, sono solo in casa nessuno mi rompe i miei sono gia usciti, mia madre come la solito mi e’ venuta a salutare prima di andare a lavoro, silenzio di tomba tutto tace non si sente nessun rumore tranne il fracasso proveniente dalla piazza.
Ogni tanto riesco a prendere sonno per 5-15 minuti circa, ma poi mi risveglio subito di soprassalto, e in questo ritmo di sonno-veglia ad un tratto mi sembra di sentire il portone aprirsi, strano non c’e’ nessuno in casa, ma non mi allarmo più di tanto forse me lo sono sognato,o forse l’ho confuso con un qualsiasi rumore nel baccano generale,quindi senza pormi troppi interrogativi, mi giro, mi aggiusto meglio in cuscino sotto la testa e riprendo da dove avevo lasciato. Oltre ai raggi solari fa molto caldo quindi e’ inevitabile che mi rigiri da un lato all’altro del letto mille volte per cercare la posizione più comoda e tra un rigiro e l’altro che sento un altro rumore ,come se qualcuno avesse accidentalmente urtato qualcosa.
Questa volta il rumore l’ho sentito davvero e non l’ho sognato né confuso con gli altri provenienti dalla piazza, mi allarmo sul serio scendo subito dal letto, afferro la mazza da baseball dentro l’armadio e mi dirigo verso la sala. Passo dopo passo attraverso il corridoio col cuore in gola e con 1000 pensieri che mi frullavano per la testa, arrivo in prossimità della porta della sala, e stando attento a non farmi notare scorgendo la testa vedo una sagoma frugare tra i tiretti e sgraffignare l’argenteria.
Dalla sagoma si capisce che si tratta di una donna: altezza media,corporatura esile e soprattutto una lunga gonna.
La prima cosa che mi viene in mente e’ prendere il cellulare e chiamare subito il 113, la polizia l’avrebbe beccata il flagranza di reato e tutto sarebbe finito a tarallucci e vino come si suol dire, ma trattandosi di una donna decido di tirar fuori il coraggio di affrontare la situazione personalmente, quindi stringo ancora di più il manico della mazza e con un gesto rapido entro nella sala accendo la luce e la prendo di petto. Come avevo ben notato dalla sagoma era una donna, più precisamente una zingara, dovete sapere che nel giorno del mercato oltre al tram-tram generale girano molti nomadi in agguato di qualche borsa da taccheggiare o suonando di casa in casa a chiedere l’elemosina e quando hanno la possibilità anche di entrare nelle case per ripulirle di tutto ciò che c’e’ di valore. Quella zingara era una delle più belle che avevo mai visto in vita mia, doveva avere sui 18 –19 anni ma aveva un corpo perfetto,magra ma con rotondità al punto giusto altezza media carnagione scura capelli neri racconti in una cosa che scendeva sulle spalle, lineamenti del viso delicati: aveva il naso un po’ all’insù ma molto aggraziato e la bocca a ciliegina……insomma una gran figa. Appena mi vede entrare cosi di soprassalto prima sobbalza poi rendendosi conto della situazione cerca di sfuggirmi prendendo la fuga verso il portone, ma con la mano l’afferro e con forza la spingo all’indietro facendola cadere a terra vicino al divano.
Cosi in quella situazione lei atterra appoggiata ad un bracciolo del divano e io in piedi davanti a lei con la mazza da baseball ben stretta fra le mani, lei mi implora “ Scusami, ti prego lasciami andare io ho bisogno di lavorare,mio padre e’ in prigione, mia madre a letto malata e io devo sfamare 5 fratelli.. ti prego lasciami andare…..!!!”. Il modo in cui proferiva quelle parole implorandomi era quasi commovente ma si sa o meglio tutti sanno che quella era la frase che nella stragrande maggioranza dei casi tutti gli zingari recitano nel chiedere l’elemosina, perciò non mi feci imbambolare e le dissi “ adesso chiamo la polizia cosi ti togli il vizio di entrare nelle case della gente” ero veramente deciso a chiamare il 113 era sicuramente la soluzione migliore quella più giusta, ma nel tirar fuori il cellulare fu pronta di nuovo a recitare implorandomi “no, no ti prego non chiamare la polizia lasciami andare…!!!” andò avanti con quella cantilena ancora una volta, poi di nuovo ancora e cosi via… tanto da cominciare ad impietosirmi davvero, se prima era sicurissimo di chiamare la polizia, adesso lo ero di meno e man mano sentendola supplicarmi quella convinzione andava scemando sempre più.
Tra me e me pensai “ cazzo mi sto facendo impietosire non è giusto lei è entrata in casa mia e se non me ne fossi accorto avrebbe preso tutto senza complimenti”, rimasi cosi tra i miei pensieri come un imbecille con in una mano la mazza da baseball e nell’altra il cellulare.
Non sapevo cosa fare anzi se avesse provato ad andarsene non avrei fatto alcunché,ma in quella confusione generale lei lentamente si alza con occhi languidi si rivolge a me dicendomi “ dai lasciami andare faccio qualsiasi cosa qualsiasi cosa pero lasciami andare” all’udire quella parole stranamente comincia a salirmi l’eccitazione e la mia testa comincia ad essere invasa da pensieri suadenti e fantasie erotiche, fisso il mio sguardo su di lei . Cosi rendendosi conto che la stavo scrutando minuziosamente in ogni minimo dettaglio mi guardo dritto negli occhi e senza dirmi nulla si leva prima le scarpe, poi la camicetta il reggiseno poi la lunga gonna che toccava a terra e infine le mutandine rimanendo cosi completamente nuda davanti a me.
Il cuore comincia a battermi all’impazzata , l’eccitazione sale a 1000, era bellissima senza veli con addosso solo un paio di collane due bracciali uno per polso e un braccialetto fine sulla caviglia della gamba sinistra, tutto rigorosamente d’oro naturalmente. Seni piccoli ( forse una seconda o una terza) la vita stretta , un culetto da far invidia ad una top model la figa era ricoperta da un velo leggero di peli bruni. Si sciolse la coda e con i capelli al vento come una dea, si avvicina a me mi abbassa gli slip e con la mano afferra il mio membro e comincia ad andare su e giù.
L’autenticità dell’evento e la maestria di quella mano mi fecero diventare subito duro quindi col cazzo che svettava all’insù si abbassa e con la lingua comincia a leccarmelo prima con la punta soffermandosi sul glande, poi infilandoselo tutto il bocca e succhiando e movendo la testa su e giù,. Era veramente molto brava e il piacere del suo risucchio sommato ad un dolce suono, il tintinnio delle sue collane che sbattevano l’una contro l’altra mentre muoveva la testa avanti e indietro, mi mandano letteralmente in estasi.
Sto quasi per venire cosi di forza la stacco da me e la portai sul divano, la misi a carponi e con due dita le esploravo la figa gia bollente e bagnata al punto giusto, mentre continuava a dirmi di fare piano con un colpo solo glielo infilai tutto dentro.
Lancia un urlo ma io non curante inizio il dolce su e giu con ritmo sostenuto ma con molta intensità, dopo cinque minuti in quella posizione decido di cambiare, la faccio sdraiare sulla schiena gli allargo le gambe glielo metto dentro, e mentre mi muovo con una mano la prendo per le caviglie sollevandole le gambe e con il dito medio dell’altra le violo il didietro.
All’entrata del dito nel culo sgrana gli occhi come se provasse dolore, continuai cosi per altri 5 minuti facendola venire un paio di volte, anch’io dopo un po raggiunsi l’orgasmo ma lo tirai fuori prima le venni in bocca.
Esausta si pulisce bene poi si riveste e di fretta va via.
Passione Gitana……..
smn83@interfree.it

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