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Passione.

By 14 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e mio fratello abbiamo sempre avuto un rapporto che molti di voi definirebbero diverso. Fin da piccoli, ogni esperienza l’abbiamo vissuta insieme, condividendo tutto.

Viviamo in una piccola città in Francia, davvero piccola, dove di giovani come noi ce ne sono ben pochi. Io, Daphne, ho quasi 19 anni e mio fratello, David, ne ha 21.

Ho sempre amato mio fratello, in molti modi diversi. Quello che prima era solamente amore fraterno sento che da qualche tempo, per entrambi, si è trasformato in qualcosa d’altro.

Oramai sono una giovane donna, e anche il mio corpo lo dimostra. Sono diventata più alta, 1.75m, e il mio corpo ha le forme nei punti giusti. Sono stata donata di due belle gambe lunghe e snelle, e i miei capelli color rame arrivano all’altezza del mio seno. Ma ciò che tutti apprezzano di me, a quanto pare, sono i miei occhi verdi. La mia presunta bellezza però, a mio parere e non solo, non è nulla in confronto a quella di mio fratello. E’ alto dieci centimetri più di me, un fascio di muscoli scattanti che percorrono tutto il suo corpo perfetto, senza esagerarne le proporzioni. Occhi verdi come i miei e capelli nero corvino che gli ricadono sulla fronte in dolci onde. E, il suo sguardo virile, ti fa sciogliere sul posto.

Come dicevo, le prime esperienze le abbiamo vissute insieme. E con questo, intendo anche i primi approcci con il mondo del sesso. L’anno scorso, qualche giorno dopo il mio diciottesimo compleanno, eravamo in camera sua, distesi sul letto da parti opposte. La sua mano era abbandonata sul mio ventre, mentre io ero in dormiveglia. Ad un certo punto sentii le sue dita accarezzarmi piano, scendendo sempre di più verso il mio interno coscia. Anche altre volte mi aveva accarezzata così, ma non era mai andato oltre. Le sue dita premevano sempre di più sulle mie mutandine, in corrispondenza della mia fessura. La percorrevano per il lungo, donandomi scariche di piacere sempre più intense, fino a che trovai me stessa a spingere il bacino verso quel dito impertinente. Tenevo gli occhi chiusi, dedita a godere ogni singolo attimo di quella leggera tortura. Oramai le mie mutandine erano intrise dei miei umori, e sapevo benissimo che lui ne era consapevole. Pian piano, sempre quello stesso dito incominciava a spostare leggermente la stoffa che copriva la mia intimità. Non resistevo più, tutto quello che volevo era che quel dito mi penetrasse il prima possibile. Oramai la mia fighetta era del tutto scoperta, e percepivo il viso di David vicino, molto vicino, ad essa. Fremevo di piacere. Con un dito iniziò a toccarmi leggermente l’apertura, per poi spingerci dentro il naso e odorare il mio sapore. Emisi un gemito di piacere, mentre sentivo il suo respiro farsi più pesante. Con entrambe le mani separò le mie labbra e rimase a fissare la mia intimità per quelli che furono interminabili minuti. Intanto continuavo a produrre umori che la bagnavano completamente.

-Il tuo imene mi fa impazzire-. Disse David, improvvisamente.

Quelle parole mi caricarono ancor più di desiderio. Stava osservando la mia verginità, e ne era affascinato.

-Sarai tu a rompermelo, lo sai?-. Dissi io, con un fremito nella voce. Non ne avevamo mai parlato, ma sapevo che sarebbe stato lui il primo ad entrare in me. Percepivo la sua eccitazione mentre continuava a tenermi spalancata la fighetta.

-Non posso, siamo fratelli-. Mentre lo diceva, si avvicinò con la lingua alla mia fessura palpitante e la posò sul mio imene, un poco in profondità. Mi scappò un urlo di piacere. La teneva ferma, dando solo leggeri colpetti sulla membrana. Stavo impazzendo, non riuscivo a tenere fermo il mio bacino.

-Stai ferma-. Il suo era un ordine. La sua mano seguì la sua voce, premendomi il monte di Venere verso il basso e costringendomi a stare immobile. In questo modo era costretto a tenermi aperta la fighetta con una sola mano, separando le labbra con due dita. Iniziò a succhiare e leccare sempre più forte, mentre dalla sua gola provenivano gemiti di piacere. Non riuscivo a trattenere le urla di piacere, così mi misi una mano sulla bocca per tentare di soffocarle il più possibile. I nostri genitori non erano in casa, ma potevamo essere sentiti da qualche passante.

-Ti prego, voglio che sia tu a portarmi via la mia verginità-. Dissi, con un attimo di lucidità in mezzo a quel turbinio di passione.

-Non possiamo Dafne. Non dovremmo fare nemmeno quello che stiamo facendo ora-. La sua voce era tradita dall’eccitazione, e su quella miravo.

-Sì invece. Non c’è niente di male ad amarsi come me e te. Anche se siamo fratelli-. Per un attimo David smise di torturarmi con la lingua, e per la prima volta da quando aveva iniziato quel dolce castigo, mi guardò negli occhi.

-Dici così solo perché sei accecata dal piacere. Devi trovarti un altro uomo che lo faccia-. La sua voce suonava ancor meno convincente alle mie orecchie, ma decisi di lasciar perdere il discorso per il momento. Chiusi di nuovo gli occhi e spalancai ancor di più le gambe sotto il suo viso, provocandolo.

-Perlomeno non oggi-. Quando lo sentii pronunciare quelle parole, un brivido di piacere mi percorse per tutto il corpo.

Iniziò un lento ditalino, senza spingersi troppo in profondità per non deflorarmi così, con un dito. Lo faceva roteare sempre più velocemente dentro le mie carni, mentre con la lingua disegnava cerchi sulla mia lieve peluria. Incominciò a succhiarmi il clitoride, che ormai spuntava pronto per essere soddisfatto.

-Ti prego, fammi sentire solo un po’ il tuo cazzo dentro di me, solo un pochino dai..-. Lo stavo provocando, e gli ci volle tutta la forza di volontà per staccare di nuovo le sue labbra dalla mia fighetta.

-No, e non insistere-. Ancora quella sua voce strozzata dal piacere.

-Solo la punta, so che anche tu lo vuoi. Solo la punta-. Le mie parole avevano fatto centro. Lo vidi sollevarsi in tutta la sua bellezza e aprirsi i pantaloni.

Si avvicinò al mio viso, rimanendo immobile. Lo liberai dai boxer e mi ritrovai davanti il suo bellissimo cazzo, che avevo potuto ammirare ogni volta che facevamo la doccia insieme. Lo presi in mano, inesperta sul da farsi. La sua mano mi accarezzò da dietro la testa e me la spinse verso il suo membro, grosso e duro all’inverosimile. Lo presi in bocca e iniziai a succhiarlo dolcemente. Un rantolo di piacere provenne dalla sua gola, mentre io continuavo ad aumentare il ritmo. Prima di venire si staccò da me e mi raggiunse in mezzo alle mie gambe. L’emozione che provavo era indescrivibile. Posizionò il suo grosso cazzo all’entrata della mia piccola fighetta e sempre con due dita, separò le labbra. Lo spinse dentro di un poco, senza fatica da quanto ero bagnata. Sentivo il mio imene a contatto con la sua cappella e desideravo solo di essere presa in quel momento. Diedi un veloce colpo di bacino verso il suo cazzo, ma lui fu più veloce di me.

-Ho detto non ora!-. Il suo era un ringhio, che mi spaventò un poco. Gli chiesi di scusarmi e mi distesi nuovamente docile sotto di lui, sentendo che di nuovo portava il suo cazzo dentro di me, fermandosi sulla mia verginità.

Lo fece roteare qualche volta, accrescendo il piacere di entrambi. Con un movimento rude mi sollevò la maglietta, trovandomi senza reggiseno. Strinse un mio capezzolo così forte da farmi urlare di piacere, continuando a torturarlo mentre si bagnava il cazzo con i miei copiosi umori. Ad un certo punto sentii un fiotto di sperma inondarmi la figa, seguito da numerosi altri. Il viso di mio fratello era sconvolto dal piacere. Mise due dita dentro di me e iniziò a muoverle molto velocemente, iniziando a farmi gemere ancor di più. Venni con un grido che David soffocò fra le sue labbra, baciandomi con forza. Levò le due dita da dentro di me e le portò sulla mia bocca. Erano intrise del suo sperma e dei miei umori, che leccammo insieme prima di sdraiarci uno accanto all’altra e abbracciarci nella nostra nudità.

Quello fu solo l’inizio delle nostre avventure, che si fecero sempre più audaci nel corso dei giorni.

Dopo una settimana da quella nostra prima esperienza sessuale, i rapporti fra me e David si erano raffreddati. Non me ne spiegavo il perché, ma ogni volta che mi avvicinavo a lui sentivo una sensazione di imbarazzo da parte sua. Come se la mia presenza fosse diventata scomoda tutta d’un tratto. Ne soffrivo e cercavo di farglielo capire, ma ogni volta che cercavo di parlargliene, la risposta era sempre uguale. ‘Non ho tempo’.

Fatto sta che quel giorno dovessimo andare al mare con i nostri genitori, in una spiaggia tranquilla sulla costa della Provenza. Partimmo presto di mattina, poiché il luogo distava un’ora dal nostro paese. Mentre io e David eravamo seduti sui sedili posteriori e i nostri genitori erano impegnati nella guida e nel parlare fra di loro, presi una mano di David. Mi guardò sorpreso, come se non stesse capendo cosa avevo in mente.

Portai la sua mano fra le mie gambe, appoggiandola fra la valle del mio pube. Indossavo un vestitino leggero, la cui stoffa non impediva a David di sentire il calore della mia pelle. Mi voltai verso di lui e vidi che i suoi occhi erano chiusi, il respiro accelerato. Per quelli che sembrarono momenti interminabili, tenne la sua mano immobile dove l’avevo posata io.

Quando stavo per perdere ogni speranza, sentii le sue dita accarezzare la mia fighetta dolcemente, quasi in modo impercettibile. Iniziai a sciogliermi sotto il suo tocco, bagnandomi ancora come l’ultima volta. I pensieri di rimorso che avevano invaso la mente di David, ora erano spariti.

Sollevò leggermente la stoffa del mio vestitino che copriva le mutandine, arricciandola sul mio ventre. Guardò verso i nostri genitori per assicurarsi che non vedessero niente e, quando ne ebbe la conferma, tornò a dedicarsi a me. Spostò le mie mutandine per lasciare scoperta la mia fighetta quanto bastava per inserire un dito. Intanto vedevo il suo pacco gonfiarsi sempre di più, sembrava stesse per esplodere. Per tutto il viaggio mi godetti il suo dito che andava su e giù sulla mia fessura, bagnandosi dei miei umori che continuavo a produrre. Ero attraversata da scosse di piacere, mentre nella mia mente immaginavo il momento in cui finalmente David mi avrebbe rotto l’imene.

Arrivati al parcheggio adiacente alla spiaggia, David ritrasse fulmineamente il dito dalla mia fighetta, lasciandomi una sensazione di vuoto. Era così bello sentire le contrazioni su quel dito lungo tutto bagnato. Sarei potuta andare avanti ore a farmi strusciare la fighetta in quel modo da mio fratello. Prima di scendere, lo vidi portare il dito alla bocca e assaporare i miei umori.

Sotto il nostro ombrellone mi spogliai del vestitino, rimanendo in costume. Avevo attirato sul mio corpo lo sguardo di qualche ragazzo nelle vicinanze, ma non mi importava di nessun altro che non fosse David. Mi accorsi che mi stava osservando il culo, così decisi di sdraiarmi a pancia in giù accanto a lui.

-David puoi mettermi la crema? Non voglio bruciarmi..-. Lo guardai con un sorrisetto malizioso.

Mio fratello si alzò e tornò subito dopo di fianco a me. Mia madre era sdraiata su di un lettino, intenta ad abbronzarsi, mentre mio padre leggeva il giornale col volto rivolto in direzione opposta a noi. Sentii la crema fresca sulla mia schiena e subito dopo le mani virili di mio fratello massaggiarmi vigorosamente. Dapprima seguì la linea che dal collo finisce sulle fossette prima dei glutei. Poi, più audacemente, iniziò a massaggiarmi i seni che uscivano un po’ dai lati. Mi godetti quelle sensazioni di lussuria che stavano prendendo possesso della mia mente, mentre ad un certo punto sentii che i laccetti del mio pezzo di sotto venivano slacciati da David. Mi lasciò nuda, col culetto esposto al suo volere. Divaricai le gambe, per lasciargli una vista parziale della mia fighetta. Ero terribilmente eccitata.

-Non vorrai scottarti questo bel culetto-. Mi sussurrò all’orecchio.

Di nuovo sentii la crema sulla mia pelle. I movimenti di David erano più forti, stringeva le mie natiche facendomi bagnare in modo incontrollabile.

-Guarda cos’abbiamo qua. Sei proprio una maialina-. Non avevo mai sentito mio fratello parlare così. Era eccitato anche lui al parossismo. Infilò un dito nella mia fighetta e poi me lo mise davanti alla bocca. Lo leccai con gusto.

Quello che fece dopo mi sorprese piacevolmente. Separò ancor di più le mie natiche e mise un po’ di crema sul mio buchetto. Non sapevo cosa aspettarmi, quindi lasciai che facesse quello che voleva. Ad un certo punto sentii che con il pollice mi stava massaggiando proprio lì, facendo un po’ di pressione.’ Quando David sentì che ero pronta, infilò il dito dentro il mio culo, piantandolo dentro fino in fondo. Sentii bruciare le pareti del mio buchetto per un po’, ma non potevo emettere alcun suono per paura di essere scoperti. David fece roteare il dito qualche istante, poi lo levò. Pensavo che la mia tortura fosse finita, quando al posto del pollice inserì due dita di nuovo fino in fondo. Dopo qualche affondo, il mio buchetto si aprì maggiormente lasciando che le dita scorressero con più facilità.

-Ti piace eh? Sei una vera maialina-. Quelle parole di nuovo sussurrate al mio orecchio mi fecero tremare di piacere. Mio fratello mi stava vedendo come la sua compagna sessuale. Stava giocando con il mio corpo a suo piacimento, e la cosa mi eccitava all’inverosimile.

Dopo un po’ di quel trattamento al mio buchetto, David estrasse le dita e mi riallacciò il costume. Mi fece voltare ed alzare, pronto per andare in acqua.

Non appena ci fummo allontanati in acqua quanto basta per non essere visti da nessuno, dove però ancora si riusciva a toccare con i piedi, David mi tolse con un movimento brusco il pezzo di sotto. Lo guardai provocatoria, aspettando quello che volesse fare. Mi strinse a sé, facendomi incrociare le gambe dietro la sua schiena. I nostri corpi erano coperti fino all’altezza del mio seno. Iniziò ad accarezzarmi la fighetta con il palmo della mano, per poi tornare a stuzzicarmi il culetto. Gemevo nell’incavo del suo collo, aggrappandomi a lui sempre di più.

Smise di darmi piacere ed estrasse il suo meraviglioso cazzo. Mi fiondai ad avvolgerlo con le mie mani, muovendolo su e giù mentre vedevo il volto di mio fratello stravolto dal piacere. Mi strinsi di nuovo a lui e posizionai la mia fighetta sulla sua cappella, spingendo un po’ per farlo entrare.

-Prendimi ora, fammi tua-. Cercai di incitarlo a sverginarmi, non ce la facevo più.

-No, non ora. Non possiamo-. Teneva gli occhi chiusi, mentre cercava di farmi ragionare.

-Se lo fai ora è meglio no? Non sporcheremo niente con il sangue e nessuno ci potrà scoprire-. Volevo essere presa in quel momento a tutti i costi.

David iniziò a spingere piano dentro la mia fighetta, ma si bloccò quando sentivo che bastava ancora un altro colpo e sarei stata sua. La sua cappella e il mio imene erano vicinissimi.

-No, aspettiamo ancora. Non voglio farlo qui. Quando saremo a casa, però, ti sverginerò il tuo altro buchetto-. E dicendo questo inserì nuovamente un dito nel mio culetto. Queste parole bastarono per distrarmi dalla mia fighetta e concentrarmi sul momento in cui il suo cazzo mi avrebbe preso il culo. Presi il suo volto fra le mani e lo baciai con passione, mentre le nostre lingue danzavano insieme.

Quella sera i nostri genitori sarebbero usciti a cena. Non vedevo l’ora di farmi prendere da mio fratello.

Tornati dal mare, entrammo insieme nella doccia. La facevamo spesso insieme, e non erano mancate le volte in cui David mi aveva sfregato il suo cazzo addosso. Ci insaponavamo sempre a vicenda, lui soffermandosi sul mio seno e sulla mia intimità, io sul suo cazzo. Mi piaceva pulirlo per bene, finendo il lavoro leccandolo con attenzione anche sulle palle. David invece non si era mai spinto oltre all’insaponarmi la fighetta, non l’aveva mai leccata prima della scorsa volta. Gli piaceva succhiarmi i capezzoli e stringerli fra le dita fino a farmi urlare.

Nella doccia avevamo una specie di panca di pietra dove potersi sedere o sdraiare. Mi ci misi sopra e spalancai le gambe, mettendomi subito un dito dentro la fighetta. David si accucciò con il volto all’altezza di essa, osservandomi mentre mi masturbavo. Era rapito dalla scena, i suoi occhi offuscati dal piacere. Gli presi la testa e la misi sul mio sesso, in modo che vi ci affondasse con la bocca. Iniziò a leccarmela e succhiarmela tutta, mordendomi le grandi labbra e tirandole con i denti. Gemevo di piacere come non mai, anche il dolore dei morsi mi eccitava da impazzire. Con la lingua mi titillò il clitoride fino a farmi venire nella sua bocca. Leccò con gusto tutto il mio succo, baciandomi poi sulla bocca. Si alzò in piedi e non potei non notare la maestosità del suo cazzo, svettante verso di me.

-Succhiamelo e bevi tutta la sborra. Se ne farai cadere una sola goccia non ti aprirò il culo stasera-. Sentire parlare così mio fratello era una novità, ma mi eccitava al parossismo. Sapere che mi voleva e che il mio corpo lo eccitava era una sensazione appagante.

Avvicinò il suo cazzo alla mia bocca, e iniziai a pomparlo con foga. Era enorme, facevo fatica a farlo entrare. Continuai a succhiarlo come il più prelibato dei frutti, fino a che sentii mio fratello gemere e fiotti di sperma invadermi la bocca. Era la prima volta che sentivo il suo sapore. Era forte, sapeva di uomo. Non ne lasciai uscire una goccia, inghiottii tutto leccandomi poi le labbra.

-Ragazzi noi usciamo!-. Erano i miei genitori, che ci avvisavano.

-Sei pronta a farti aprire il culo, sorellina?-. David mi guardò con un sorriso lussurioso, facendomi tremare. Quella sera mio fratello mi avrebbe sfondato il culetto, e non vedevo l’ora.

Non appena sentimmo la serratura della porta chiudersi, uscimmo dalla doccia. Ero abbracciata a David, i nostri corpi nudi a contatto. Sentivo contro il mio ventre la sua erezione prepotente, e non riuscivo a fare a meno di strusciarmici sopra. Le mani di mio fratello percorrevano la mia schiena e mi stringevano a lui, mentre la sua lingua era nella mia bocca. Eravamo entrambi eccitati da impazzire.

Ci asciugammo velocemente a vicenda. Subito dopo eravamo in camera di David. Mi afferrò da dietro e mi gettò sul letto, mentre ero ancora avvolta nell’accappatoio.

-Spogliati-. Mi ordinò, leccandosi le labbra.

Fulminea, mi liberai della stoffa che avevo addosso e la feci cadere ai piedi del letto, stendendomi poi nuda a pancia in su. Sentivo il suo sguardo sul mio corpo, che esaminava ogni centimetro di pelle. Dopo qualche istante, David si portò su di me, facendo aderire i nostri corpi, che erano ancora umidi e freschi per la doccia appena fatta.

Sentii le sue mani scivolare sui miei fianchi, suscitando piccoli brividi sulla mia pelle. Non aspettavo altro che il momento in cui avrebbe penetrato il mio culetto. Speravo solo che non fosse troppo doloroso.

-Aspettami qui, torno subito-. David mi sussurrò all’orecchio, e mentre si alzava mi morse un seno. La stanza era semibuia, sembrava un ambiente marino.

Dopo qualche istante lo vidi tornare. Reggeva qualcosa fra le mani, ma non riuscivo a capire cosa fosse.

-Girati e mettiti a pecorina-. I suoi ordini mi eccitavano sempre di più. Mi sollevai e lentamente, con fare sinuoso, mi misi nella posizione che mio fratello desiderava, facendo ben attenzione che il mio culetto sporgesse il più possibile.

Si mise dietro di me, posando il misterioso oggetto vicino a lui, e con le sue mani possenti separò le mie natiche il più possibile. Ora aveva sotto gli occhi la vista di tutti e due i miei buchetti. Iniziò a leccarmi famelicamente la figa, succhiandola e facendomi gemere come non mai. Ci strusciò sopra il cazzo e forzò un po’ l’apertura. Gli servì tutta la sua buona volontà per non prendere la verginità della mia fighetta in quell’istante. Intanto io cercavo di rimanere immobile il più possibile, lasciandogli fare ciò che più desiderava con il mio corpo.

Estrasse il suo cazzo dalla mia figa e lo portò all’altro buchetto, passandoglielo sopra. Cercò di inserire la punta, ma subito sentii un forte dolore e mi scappò un urlo.

-Non ti preoccupare, non sentirai troppo male-. Mi leccò la schiena fino ad arrivare al mio buchetto. Iniziò a titillarlo e a leccarlo, facendomi impazzire. Ogni volta che la sua lingua ci passava sopra, sentivo le mie contrazioni aumentare. Dopo un po’ di lavoro di lingua, David prese l’oggetto di prima. Era burro. Iniziò a spalmarlo sul mio buchetto, roteandovi sopra un dito e poi inserendolo dentro. Iniziavo a sentire le pareti del mio culo rilassarsi sotto quel tocco. Seguirono altre due dita. Ansimavo di piacere e iniziai ad incitare mio fratello a fottermi il culo. Oramai mi sentivo pronta, le sue dita mi avevano aperto a sufficienza.

Mio fratello si posizionò meglio dietro di me e spalmò ancora un po’ di burro sul mio culo. Aprì le mie natiche e sputò dentro al mio buchetto. La mia figa stava sbrodolando copiosamente, mentre gli umori mi bagnavano le cosce. Era giunto il momento tanto desiderato.

Sentii il suo cazzo avvicinarsi alla mia pelle. Lo fece roteare lentamente sull’entrata del mio buchetto. Voleva farmi impazzire di voglia.

-Lo voglio dentro, scopa la tua sorellina!-. Non resistevo più, volevo sentire quel cazzo enorme sfondarmi il culo.

Lo passò ancora qualche volta lungo il solco delle natiche, e con un colpo deciso mi penetrò fino in fondo. Urlai di dolore, cercando di divincolarmi, ma David rimaneva piantato nel mio culo. Il dolore era insopportabile, sentivo tutto bruciare. Mio fratello mi afferrò per i fianchi e mi tenne ferma, lasciandomi abituare al suo cazzo. Pian piano, la sensazione di bruciore svanì, e mi abituai a quella presenza. Io stessa iniziai ad ondeggiare il culo avanti e indietro, facendo capire a David che il peggio era passato. Ora il mio culo era stato preso da mio fratello, e il suo bellissimo cazzo era dentro fino in fondo. Solo con quella consapevolezza sentivo crescere l’orgasmo.

David iniziò a pompare dentro di me, prima piano e poi sempre più forte. Ogni spinta era seguita da un mio urlo di piacere.

-Sì, sì,sì! Fottimi! Più forte!-. Mi sentivo una troia, la sua troia personale.

La forza di David stava diventando animalesca, ogni affondo era più forte e sentivo il mio culo spaccarsi in due. Iniziai a stringermi il clitoride mentre con l’altra mano mi reggevo alla spalliera del letto. Venni con un urlo liberatore e i miei umori finirono sulle coperte del letto di David. I suoi gemiti erano sempre più forti, sapevo che da un momento all’altro sarebbe venuto anche lui. Con tre spinte che mi tolsero il fiato, riempì il mio culo di sborra.

Rimasi a pecorina, sentendo lo sperma di mio fratello uscire dal mio buchetto e scendere fino alla mia figa. David era dietro di me e si godeva lo spettacolo. Separai le labbra della mia fighetta con due dita e lasciai che lo sperma entrasse anche nella mia fessurina. Lo spinsi dentro il più possibile con le dita, e una parte lo leccai.

-Il tuo culo è uno spettacolo, Daphne-. La voce di mio fratello era roca, ancora alterata dall’orgasmo. Le sue parole sapevano dove colpire. Mi sentivo una porca.

Mi girai e mi distesi sopra David, posando la mia fighetta irrorata di sborra sul suo cazzo. Finchè non mi avesse sverginata potevo permettere che mi venisse dentro, anche se con qualche rischio, ma poi avrei preso la pillola.

-Mi sento tutto il culetto aperto-. Dissi con una voce da bambina, guardandolo maliziosa.

-Mmm, fammi vedere bene. Girati di nuovo-. Prese il mio culo e lo portò vicino al suo viso, aprendolo di nuovo con le mani.

-Hai proprio ragione, il tuo buchetto ora è bello grande. Non vorrai mica che si richiuda vero?-. E dicendo questo sollevò il mio culo e mi spinse in avanti. Ero seduta su di lui al contrario.

-Mettitelo dentro-. Un nuovo ordine. Presi il suo cazzo con una mano, sentendo che di nuovo era tornato duro come un palo. Lo inserii nel mio culo con facilità, sentendo tutta la sua lunghezza entrare in me.

-E ora scopati-. Iniziai a muovermi su quel cazzo enorme come un’ossessa, puntando le mani sulle gambe di David e spingendo più che potevo ad ogni affondo. Sentivo l’orgasmo crescere ogni volta che la sua cappella sbatteva dentro il mio canale. Mio fratello ringhiava dal piacere, incitandomi ad aumentare il ritmo e a contrarre di più il culo sul suo cazzo. Mi lasciai cadere di peso su quel palo e urlai esausta per l’orgasmo appena raggiunto, accasciandomi all’indietro sul corpo di David.

-Fammi venire, ora!-. Ordinò sul mio volto stravolto dal piacere.

Mi alzai e, mettendomi su di lui, leccai il suo corpo partendo dal collo e seguendo la linea del suo torace scolpito. Lo sentivo fremere sotto il mio tocco. Scesi fino ai suoi addominali e poi sempre più giù, fino ad arrivare al cazzo ancora svettante. Lo presi in bocca e iniziai a succhiarlo con forza, su e giù, su e giù. Mentre spompinavo mio fratello lo guardavo negli occhi. Afferrò la mia testa per i capelli, e mi spinse il suo cazzo fino in gola. Il primo istinto fu quello di vomitare, ma David mi spinse ancora di più il suo cazzo in gola. Il conato passò, e capii il ritmo. Ad ogni pompata ingoiavo il suo cazzo e lo facevo sbattere qualche istante fino in fondo.

-Continua, continua!-. Stavo facendo godere mio fratello e la cosa faceva sbrodolare la mia piccola fighetta a più non posso. Sentii i fiotti di sperma, questa volta meno abbondanti, invadermi la gola. Leccai tutto il suo cazzo e mi fermai anche sulle palle, succhiandole delicatamente. Mi misi poi sdraiata di fianco a mio fratello, con la figa aperta su una sua gamba.

-Ti è piaciuto, fratellino?-.

-Oh si-. Rispose David, stringendomi ancor di più a’ sé.

-Allora mi farai anche la fighetta, vero?-.

-Puoi scommetterci-. Mi avventai sulla sua bocca, felice della sua promessa. La mia figa sarebbe stata sverginata da mio fratello da lì a poco.

La mattina seguente ci svegliammo l’uno accanto all’altra. Il corpo di David era caldo, invitante. Mi avvinghiai ancor di più a mio fratello, facendo aderire i nostri corpi nudi. Anche altre volte avevamo dormito insieme, ma mai dopo aver scopato come la scorsa notte. Mi sentivo totalmente sua, completamente nelle sue mani. Aspettavo solo il momento in cui mi avrebbe davvero fatto sua del tutto.

Dopo qualche istante dal mio risveglio, anche David aprì gli occhi. Mi guardò e subito mi strinse fra le sue braccia, baciandomi sulla bocca. Ricambiai il bacio con passione, mentre le sue mani scendevano sul mio corpo fino a stringere il mio culo. Gemetti sulle sue labbra, ricordando la notte passata. Il culetto mi bruciava ancora un po’, ma non mi importava. Il piacere provato superava di gran lunga tutto il resto.

Ci alzammo dal letto e ci dirigemmo verso la doccia, per rinfrescarci e lavare via le tracce della notte precedente. Sentivo ancora lo sperma di mio fratello sulle gambe e sulla mia intimità, e non vedevo l’ora di riceverne altro.

Sotto l’acqua calda i nostri corpi erano vicini, si sfioravano eccitati. Appoggiai la mia schiena contro il torace di David, in modo che le sue mani potessero vagare liberamente sul mio seno e sulla mia fighetta. Respiravo ansimando con la testa appoggiata nell’incavo del suo collo, rapita dal piacere che si diffondeva attraverso tutto il mio corpo. Sentivo l’erezione potente di David spingere contro la mia schiena, e la cosa mi eccitava ancora di più.

Mi spinse verso la panca di marmo scolpita dentro la nostra grande doccia e mi fece mettere a pecorina. Subito le sue mani furono sul mio culo, e iniziarono a palparlo con forza. Mi aprì le natiche e osservò il mio buchetto, dove iniziò a passare la lingua per poi infilarla dentro.

-Hai proprio un bel culo, Daphne-.

Sentii il suo cazzo forzare l’apertura del mio culetto per entrare. Dopo qualche spinta, entrò fino in fondo. Mio fratello incominciò a scoparmi nel culo come la scorsa notte, ma con ancora più forza. Cercavo in tutti i modi di trattenere i gemiti, per non farci sentire dai nostri genitori che nel frattempo erano rientrati. David ringhiava ad ogni colpo, sfondandomi sempre di più.

-Sì! Così! Ancora!-. Lo incitavo a dare del suo meglio mentre il suo cazzo mi prendeva come non mai. Sentivo le pareti del mio culetto bruciare per l’attrito, procurandomi un po’ di dolore. Ma questo mi eccitava ancora di più. Per andare incontro alle spinte di mio fratello muovevo il culo verso il suo cazzo, facendo in modo che ogni volta mi impalasse sulla sua verga di ferro. David continuò a spingere sempre più forte, così tanto che non riuscii a tenermi più sollevata sulle mani ma dovetti appoggiare la testa sul freddo marmo della panca. Con una mano iniziai a dare piacere alla mia fighetta, stimolandomi il clitoride velocemente, fino a raggiungere un orgasmo. Poco dopo anche mio fratello venne, sborrandomi copiosamente nel culo.

Finimmo la doccia insieme, lavandoci per bene e rimanendo abbracciati sotto lo scroscio dell’acqua calda che lambiva i nostri corpi. Ero esausta, ma felice che finalmente mio fratello aveva abbandonato ogni freno inibitore. Sentivo dentro di me che mancava poco al momento in cui non sarei stata più vergine.

Quella stessa sera mi dovevo vedere con Sophie, con cui ero amica sin dall’infanzia. Non la vedevo da settimane, poiché era partita per l’Australia in vista delle vacanze estive.

Ci incontrammo in un locale vicino alla spiaggia e, quando mi venne incontro, rimasi a bocca aperta. Il suo fisico già perfetto era ora ricoperto da un’abbronzatura color biscotto, che la rendeva meravigliosa. Risaltavano ancor di più i suoi capelli color del grano e i suoi occhi blu. Uno spettacolo. Mentre eravamo sedute, godendoci un fresco drink, non potevo fare a meno di continuare ad ammirarla. Mi ritrovai per la prima volta attratta da un corpo femminile, sentendomi strana. Sapevo che la mia amica Sophie era uno spirito libero, mi aveva raccontato spesso delle sue avventure con qualche ragazza, ma quando lo faceva ero sempre un po’ in imbarazzo. Non capivo come due donne potessero essere attratte l’una dall’altra, ma ora mi era tutto chiaro.

Sentirla parlare era affascinante. Mi raccontò del suo viaggio e di tutte le meraviglie che il suolo australiano aveva da offrire, compresi i famosi surfisti. Era stata lì solamente tre settimane, ma aveva avuto modo di andare a letto con qualche ragazzo. Si soffermò a parlare soprattutto di uno di questi, decantandone le abilità fisiche nel letto. A quanto pare, una vera macchina del sesso. Sentire le sue storie aveva acceso in me un desiderio ancora maggiore di essere sverginata da mio fratello. Non riuscivo più a togliermi dalla testa l’immagine di lui sopra di me, pronto a farmi sua.

-Daphne, mi stai seguendo?-. Sophie mi risvegliò da mio fantasticare. ‘Forza, andiamo a casa mia, e di’ ai tuoi genitori che stanotte ti fermi a dormire da me-. Disse, con un sorrisetto indecifrabile.

Ci avviammo verso casa sua, che non distava molto da luogo in cui eravamo. Sophie viveva da sola da qualche anno, da quando aveva iniziato l’università.

Quando aprì la porta di casa, mi fece entrare e subito mise un braccio attorno al mio fianco. Mi sentivo leggera, anche grazie ai tre drink che avevamo preso nel locale. Mi lasciai guidare verso la sua camera, dove mi fece stendere di fianco a lei. Non pensavo a quello che stavamo facendo, mi lasciavo guidare dall’istinto. Dopo qualche istante, Sophie iniziò ad accarezzarmi e baciarmi sulla bocca. Mi lasciai andare e la baciai anche io, iniziando un gioco di lingue. Mi sentivo eccitata, e sotto le sue dita i miei capezzoli si erano eretti, pronti per essere succhiati. Sophie mi iniziò a spogliare, levandomi il vestitino che indossavo e lasciandomi in mutandine. Non indossavo il reggiseno. Mi distesi languida sul letto, aspettando le sue mani sul mio corpo. Si spogliò velocemente, rimanendo completamente nuda. Si mise sopra di me e si avventò sul mio seno, succhiandolo e facendomi gemere in preda all’eccitazione. Non avrei mai immaginato di farlo con una ragazza, ma la situazione mi piaceva moltissimo. Sophie alternava il succhiare con morsi e ogni volta che lo faceva sentivo scariche di piacere arrivarmi alla fighetta. Oramai non mi trattenevo più. Iniziai a strusciare la mia fighetta, ancora coperta dalle mutandine, su quella completamente depilata di Sophie. Lo prese come un invito e con un solo gesto mi sfilò l’intimo. Ora ero totalmente nuda, esposta al suo volere.

Iniziò a succhiarmi le grandi labbra con forza, mentre con una mano graffiava la leggera peluria che avevo sul monte di Venere. Gemevo come una cagna in calore, sopraffatta dal piacere che mi stava donando. Spinsi la sua testa ancora più a fondo nella mia figa, invitandola a leccarmi in profondità, dimenticandomi di essere vergine. In quel momento non mi importava di nulla, poteva sverginarmi anche lei con le dita se voleva. Mi aprì le labbra della figa con due dita e osservò la mia apertura, affascinata.

-Ma tu sei ancora vergine!-. Esclamò lei.

-Sì, ma solo nella figa. Mio fratello mi ha fatto il culo ieri sera per la prima volta e fra poco mi sverginerà anche nell’altro buchetto!-. Non mi importava della sua reazione, ero troppo eccitata per badare a ciò che dicevo.

-Con tuo fratello? Che porci! E ti è piaciuto quando ti ha inculata?-. L’incesto non l’aveva sconvolta, anche lei era eccitata e voleva sapere di più, mentre continuava a leccarmi la fighetta.

-Da morire! Mio fratello è una furia, mi ha spaccato il culo anche prima di venire qui. Non vedo l’ora che mi svergini-. Sophie era visibilmente eccitata all’idea del mio imene rotto da David, così iniziò a leccarmelo e a stuzzicarlo.

Ad un certo punto si alzò e andò a prendere qualcosa in un cassetto. Quando tornò sul letto aveva in mano un vibratore.

-Io però non sono vergine, forza scopami!-. Mi ordinò, mettendosi a pecorina.

Mi misi dietro di lei e per la prima volta nella mia vita accarezzai la figa di una donna. Era così aperta e invitante, la fessura bagnata mi faceva impazzire. Inserii un dito mentre Sophie iniziava a contorcersi dal piacere. Volevo assaggiarla, era stupenda. Iniziai a leccare l’apertura della sua fighetta e mi ritrovai in paradiso. I suoi umori erano dolcissimi e avere davanti una figa tutta per me mi eccitava da morire. Succhiai le labbra e affondai la lingua dentro, fino a fare impazzire Sophie.

Accesi il vibratore e lo sbattei nella sua figa, iniziando a scoparla più forte che potevo, gelosa del piacere che stava provando. Doveva essere davvero un piacere indescrivibile ricevere un cazzo in figa, date le urla di piacere che uscivano dalla sua bocca mentre la fottevo. ‘Mi venne sulla mano e subito dopo mi chinai a raccogliere il suo succo, che bevvi avidamente.

Durante la notte continuammo a darci piacere e a scambiarci effusioni, fino a quando ci addormentammo l’una accanto all’altra, dopo aver goduto come porche.

Il giorno dopo tornai a casa dopo aver passato ancora del tempo con Sophie. Il sesso lesbico a cui ero stata iniziata si era rivelato una piacevole scoperta. Era stata una nottata eccitante, passata a soddisfare un’altra donna che si era concessa a me e di me aveva preso tutto.

Mentre Sophie mi riaccompagnava a casa in macchina, teneva una mano fra le mie cosce e accarezzava con un dito la mia fighetta. Non indossavo le mutandine, Sophie mi aveva dato l’ordine di non metterle e io avevo eseguito più che volentieri. Mi abbandonai con la testa appoggiata all’indietro sul sedile, mentre dalla mia fighetta uscivano umori che andavano a bagnare il dito della mia amica. Ad un certo punto lo infilò dentro di un poco, arrivando a graffiare leggermente il mio imene. Pensavo che me lo avrebbe rotto da un momento all’altro, la sua unghia grattava man mano più forte ed era così piacevole che non avevo la forza di dirle di smetterla. Faceva un po’ male ma mi sorpresi a godere anche di questo. Mi sarebbe piaciuto provare ancora più dolore, e glielo dissi.

-Graffiami ancora più forte l’imene Sophie, sverginami ora ti prego-. Non resistevo più,e l’idea di farmi fare la figa da una donna mi eccitava da impazzire.

-Ci penserà tuo fratello a fartelo per bene, diciamo che io gli sto dando una mano-. Continuò a graffiarmi l’imene, e quando arrivammo sotto casa mia tirò fuori il dito. Sopra vi era una piccolissima striscia di sangue, che Sophie leccò con gusto.

-Non ti ho ancora sverginata del tutto, ma volevo lasciare una mia firma-. Detto questo abbassò la testa e la mise fra le mie gambe, inserendo la lingua dove fino a poco prima il suo dito mi aveva stuzzicata. Mi succhiò velocemente la figa e prima di farmi scendere ci scambiammo un lungo bacio. Sentivo il mio sesso gonfio e carico di voglia, quindi mi avviai subito alla ricerca di mio fratello.

Entrai in casa, e scoprii grazie ad un biglietto posto sul frigorifero che i miei genitori se ne erano andati al mare. David doveva essere in casa.

Mi avviai verso la sua camera e la aprii lentamente. Mio fratello dormiva nel suo letto. Mi spogliai completamente e mi infilai sotto le sue coperte, mentre lui si stava svegliando. Iniziai a baciare il suo corpo e con mio piacere notai che anche lui era nudo. Presi in bocca il suo cazzo e iniziai a succhiarlo dolcemente sulla punta. Scoprii il glande con la lingua e pian piano sentii il cazzo crescermi in bocca.

-Daphne’aaahhh’che bel’aaahhh’risveglio’-. Mio fratello si stava godendo il pompino che gli stavo facendo a regola d’arte. Mi prese per i fianchi e mi girò su di lui, iniziando un 69. anche questa era una novità, e mi stavo eccitando parecchio. David aveva deciso di farmi impazzire, così mentre io mi dedicavo al suo cazzo iniziò con lentezza esasperante a disegnare con un dito i contorni delle mie grandi labbra. Stavo sbrodolando dalla figa come non mai. In quella posizione riuscivo ad ingoiare la sua grande verga fino in fondo alla gola, e sentirla tutta dentro la mia bocca mi faceva sentire una gran troia. Il sapore del suo cazzo era inebriante, ne volevo sempre di più. Lo succhiavo come un’ossessa, mentre con una mano gli accarezzavo le palle. David nel frattempo passò dalle grandi labbra a quelle più piccole, che si stavano aprendo come un fiore davanti ai suoi occhi per l’eccitazione. Dovevo essere così bagnata che avrebbe potuto fare entrare tutta la sua mano nella mia figa. Mi accarezzava l’apertura senza inserire il dito, facendomelo desiderare al parossismo. Quando davvero non resistevo più, lo capì e mi prese il culo fra le mani, attirandomi verso di sé e affondando la bocca nella mia figa. Urlai di piacere quando iniziò a succhiarmela fortissimo, mordendomi le labbra e inserendomi la lingua in figa come se fosse un pugnale. Mi venne in bocca e versò tutta la sua sborra nella mia gola, che ingoiai fino all’ultima goccia. Gli leccai poi il cazzo per pulirlo al meglio. Quando poi David mi mise due dita nel culo mentre continuava ad aspirarmi la figa, gli venni sulla faccia con un grido di piacere. Avevo goduto come una porca.

-Perché la tua figa sapeva di sangue? Ti stanno venendo le tue cose?-. Mi chiese, quando ci fummo sdraiati uno accanto all’altro.

-No, a dire il vero. Prima ero in macchina con Sophie e lei mi ha grattato un po’ l’imene-. Mio fratello mi guardò sorpreso.

-Che cosa? Che cosa avete combinato voi due?-. Notavo la sua eccitazione nel modo in cui mi poneva la domanda.

-Ieri Sophie mi ha scopata e io ho scopato lei, ma non mi ha sverginata. Le ho leccato e succhiato la figa e poi ho usato un vibratore su di lei-. Ero sfrontata nel raccontare tutto a mio fratello, ma la cosa mi eccitava. Anche il suo cazzo stava tornando a gonfiarsi.

-Sei proprio una troietta, sorellina! Ma per fortuna non ti ha sverginata, quello è un piacere che voglio riservare a me stesso-. Sentirlo parlare così deciso mi faceva fremere fra le gambe.

-Allora fammi tua adesso, rompimi la figa con il tuo grosso cazzo’-. Lo pregai.

-Pazienta ancora un po’. Prima dammi ancora il tuo culetto piccolina’fa’ la brava, girati dai. Tra poco avrai quello che vuoi-. Mi diede uno schiaffo sul culo che mi fece sussultare, poi mi fece mettere a pecorina.

Si mise dietro di me e mi strusciò il cazzo sul culo, forzando per un po’ con la cappella nella mia fighetta, facendomi sentire i primi strappi dello sverginamento. Lo ritrasse quando vide che stavo iniziando ad ansimare di piacere. Mi puntò il cazzo sul buco del culo, sputandoci sopra per lubrificare meglio. Inserì la punta della sua verga e iniziò a spingere, mentre io con la mano mi torturavo il clitoride ormai gonfio. Continuò a pompare nel mio culo per un po’, poi tolse il cazzo di colpo e mi gettò sotto di lui, coprendomi con il suo corpo.

-Sei pronta a darmi la tua piccola fighetta?-. Mi chiese, carico di eccitazione.

-Oh sì! Sì ti prego! Spaccamela!-. Finalmente il momento era arrivato.

David mi passò il cazzo ora duro come l’acciaio sull’apertura della fighetta, passando fra le mie labbra e facendomi impazzire nuovamente. Cercavo di muovere il bacino verso di lui, per penetrarmi, ma lui mi spingeva con una mano sul letto. Iniziò a fare entrare il suo cazzo, un po’ alla volta, e quando arrivò all’imene cominciò a spingere piano. Sentivo dolore, ma mi piaceva da impazzire. Avrei voluto che durasse per sempre questa sensazione prima dello strappo finale. Scariche di piacere mi stavano pervadendo il corpo, mentre ero abbandonata sul letto con le gambe oscenamente aperte, pronta a farmi sverginare da mio fratello.

-Ti faccio male?-. Disse David, Spingendo ancora un po’.

-Oh sì.. ma è così piacevole.. ti prego continua..-. Stavo godendo come una porca, sentivo il mio imene tirato al massimo.

Mio fratello si chinò su di me, e mentre iniziò a baciarmi, con una spinta fortissima mi piantò il cazzo fino in fondo alla figa. Soffocai un grido sulla sua bocca, mentre qualche lacrima cominciava a scendermi dagli occhi. David mi strinse ancor di più a sé, mentre pian piano cominciava a muovere il cazzo dentro di me, per farmici abituare. Sentivo la mia fighetta in fiamme, mentre il sangue verginale usciva dalla mia dolce apertura. Mio fratello incominciò a ritrarre piano il cazzo, per poi penetrarmi di nuovo. Lo faceva lentamente, mentre mi baciava sulla bocca per tranquillizzarmi. Ad un certo punto iniziò a muoversi dentro di me più velocemente, e il mio piacere salì sempre di più. L’attrito del suo cazzo nella mi figa mi mandava in estasi, il dolore era stato sostituito totalmente dal piacere. Strinsi le gambe ai lati della sua schiena, incitandolo a scoparmi con forza. Subito gli affondi di mio fratello si fecero più profondi, e io iniziai a gemere di piacere mentre il suo respiro si faceva sempre più veloce.

-Sì! Sì! E’ bellissimo!-. Urlavo di piacere mentre David mi scopava divinamente la fighetta, facendomi finalmente sua. Sentivo la sua cappella sbattere sul fondo della mia figa a ritmo martellante, mentre l’orgasmo cresceva dentro di me. Mi strinsi ancor di più a mio fratello, graffiandogli la schiena e come conseguenza ricevendo spinte ancora più forti. Lo sentivo gemere di piacere insieme a me, mentre i nostri corpi si fondevano.

-Vengo’vengo!-. Urlò mio fratello, mentre anche il mio orgasmo esplodeva all’unisono col suo. Mi inondò la figa di sperma, che andò a mescolarsi con il mio sangue. David si accasciò al mio fianco, respirando fortemente e godendosi con me le scariche di piacere che avevano seguito l’orgasmo. Mi sentivo totalmente appagata e felice. Mi sdraiai su di lui e lo baciai dolcemente sulla bocca, mentre le sue mani andarono ad accarezzarmi la schiena.

-Ti amo David-. Gli dissi, accoccolandomi sul suo petto.

-Ti amo anch’io, Daphne-.

Poco dopo ci addormentammo insieme, esausti ma soddisfatti. Quel giorno fu solo l’inizio di una lunga vita di sesso e amore con mio fratello.

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