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Racconti 69Racconti Erotici Etero

Per favore mi metterebbe incinta

By 11 Gennaio 2009Febbraio 9th, 2020No Comments

Fatti e personaggi descritti in questo racconto sono realmente accaduti, anzi continuano tuttora, i soli nomi sono stati cambiati per ovvie ragioni di riservatezza.

In sala d’aspetto di un poliambulatorio attendevo il mio turno per una radiografia; ero scivolato sul marciapiede ghiacciato e temevo di essermi fratturato l’avambraccio destro. Dolore a parte, era una bella seccatura, mi sembrava di non poter fare nessuna delle cose che rimandavo sempre. Ero lì a rimuginare quando ho sentito due donne, Marzia e Rosa come appresi dai dialoghi, che pensando di non essere ascoltate da nessuno, parlavano di loro cose, forse troppo private.

Marzia: ‘Allora come è andata con la cura che seguivi per rimanere incinta?’
Rosa: ‘Niente da fare, era una cura preparatoria, propedeutica all’inseminazione artificiale, ma dopo tante
delusioni, attese, discussioni e rinnovate speranze ho avuto ieri la doccia fredda: l’inseminazione
eterologa non è più possibile in Italia ‘ e le mie speranze sono andate al diavolo.
Marzia: ‘E tuo marito?…’
Rosa: Inizialmente non voleva, sapessi quante discussioni, poi si era convinto, del resto era a causa sua se
non abbiamo potuto avere figli e poi pensa che col passare del tempo si era così abituato all’idea che
ultimamente sembrava più entusiasta di me. E ora’
Mi hanno suggerito di andare in Inghilterra o in Spagna, ma io non me la sento. Basta, appenderò
definitivamente questo sogno al chiodo.
Marzia: ‘neanche noi abbiamo potuto avere figli: le analisi indicano che gli spermatozoi di mio marito sono
poco vitali ! Io comunque a farmi inseminare artificialmente non ci penso nemmeno e se proprio dovessi decidere, mi farei inseminare con i metodi tradizionali, che se mi capitasse un
donatore bello anzi no, uno bravo ci scapperebbe anche una bella chiavata !
Rosa: ‘Sandra !!!, che dici! ‘
la riprese scandalizzata Rosa, guardandosi intorno e indicando me, che insolitamente indiscreto, guardavo nella loro direzione. A questo punto Marzia, forse anche per allentare la tensione, rivolgendosi verso di me mi chiese :
‘Giusto, No?’
‘senz’altro, condivido in pieno e, se posso dare una mano” risposi io.
‘Tu con quel braccio al collo faresti bene a tenerle più d’acconto le tue mani, e poi non sono le mani che servono!’ Mi rispose Marzia ridendo
‘hai ragione, ma se posso essere d’aiuto’ dissi io mimando una enfatica levata di cappello’
Rosa imbarazzatissima e rossa in volto distoglieva lo sguardo.

Rosa era una pacioccona con qualche chilo di troppo un viso dolce, non particolarmente bella, molto timida e mammesca, Marzia invece con un volto duro e sfrontato, ma senz’altro più interessante.

L’attesa si prolungava e cambiando argomento, intavolammo una piacevole conversazione che si concentrò sui viaggi e sui costumi ed abitudini delle varie popolazioni e che finì per coinvolgere anche Rosa, sebbene rimanesse più formale. Io mi astenni da ogni riferimento al precedente argomento.
Fui quindi chiamato dall’infermiera, salutai ed entrai nel laboratorio radiologico.

Una decina di giorni dopo, ero al supermercato impacciato dalla fasciatura (non era stata necessaria l’ingessatura) mi si era rotto il sacchetto della spesa ed il contenuto si era sparso subito dopo la cassa. ‘Aspetti, l’aiuto’, era Rosa che fattosi dare un altro sacchetto, mi aiutava a raccogliere i miei acquisti.
Rosa mi volle accompagnare al parcheggio portandomi il sacchetto.
‘Grazie Rosa’ le dissi ‘lei è stata gentilissima, mi consenta di offrirle un aperitivo’
Rosa titubante finì per accettare e ci recammo al bar nel centro commerciale, era imbarazzatissima.
‘Grazie di nuovo Rosa, io mi ero offerto di prestarvi aiuto ed ha finito per darmelo lei’ dissi io per rompere il silenzio.
Rosa nervosa aveva gli occhi rossi quasi volesse piangere.
‘Debbo togliermi un dente’ mi disse Rosa ad occhi bassi, e poi di seguito ‘la sua era solo una battuta o mi aiuterebbe veramente? Mi metterebbe incinta?’ Disse Rosa tutto d’un fiato e si avvertiva quanto le fosse costato, una breve pausa e poi sospirò: ‘ecco, me lo sono tolto !’
Io rimasi senza parole, ero forse imbarazzato quanto lei che ora mi guardava con gli occhi umidi e pieni di speranza. Non potevo certo dirle che la mia offerta era rivolta a Marzia, decisamente più attraente.

‘E tuo marito ?’ le chiesi passando al tu.
‘Ne abbiamo parlato, è d’accordo, no, non mi fraintenda! Lui vuole un figlio cui dare il nome, cui lasciare il negozio ed il frutto del suo lavoro. Gli ho raccontato del nostro incontro, delle conversazioni, gli ho detto che mi sembri una persona perbene, intelligente e colta. E’ stato lui stesso a propormelo. Ti sembrerà strano, ma mi ha detto che l’idea di una inseminazione con il seme di uno sconosciuto non gli andava giù. Certo c’è la questione del rapporto sessuale, ma se a me bene a me, lui lo accetta. Non sarà un rapporto di fuoco, solo quel tanto che basta per rimanere incinta, senza trasporto, lui lo sa e si fida di me.
Mi ha però chiesto due cose:
1) non ne avremmo mai più parlato fra di noi,
2) non lo avrebbe dovuto sapere nessuno. Per parenti ed amici io andrò in Inghilterra per l’inseminazione eterologa.’
‘Avevo sentito il tuo indirizzo quando l’hai detto all’infermiera ed io ti facevo le poste, sperando di incontrarti. Già un’altra volta ti avevo visto, ma non avevo avuto il coraggio di avvicinarti, e quando ti si è rotto il sacchetto della spesa, ne ho approfittato.’
,
‘Dimmi ora, sei disponibile o no. Lo so, non sono bella, non ho neanche un bel corpo, ma mi vuoi mettere incinta?’ disse Rosa con un tono risoluto.

‘Rosa, non gettarti via, non sei certo una diva di Hollivood, ma non sei una crosta, certo dovresti aiutarti con l’abbigliamento e con un po’ di trucco , leggero, quel che basta.
Si, se ne può discutere, ma io non sono un donatore di sperma. La cosa non mi interessa e non la farei mai. Certo non faremo sesso per amore, ma faremo sesso, se pensi di venire a letto con il camicione da tirar su lo stretto necessario e con la scrtta ricamata ‘Non lo fo per piacer mio, ma per far piacere a Dio’, cercatene un altro perché io non ci sto’.

Rosa con il labro che le tremava ‘va bene, quanto vuoi? ‘
Io ‘niente, quando sarà il tuo periodo fecondo?’
Rosa ‘dovrebbe iniziare domani o dopodomani, di solito sono regolarissima’
‘bene, partiamo per una settimana visto che devi simulare il viaggio in Inghilterra. Andremo da qualche parte, ma le spese le pagherai tu.

L’indomani mattina Rosa, venne in anticipo all’appuntamento, indossando indumenti assolutamente inadatti ad una breve vacanza e più in generale al suo fisico. ‘La mia temperatura basale conferma che dovrei essere nel periodo fecondo’ disse Rosa. Imboccai l’autostrada diretti al lago di Garda, ma uscii a Brescia dove la aiutai a rinnovare il suo guardaroba con qualche capo più adatto. La accompagnai da un parrucchiere, dove lavorava una mia amica, cui raccontai che Rosa era una collega con la quale dovevamo andare ad un congresso. Prendendola in disparte la pregai di pensarci lei. ‘Torna fra due ore’ mi disse ‘sarà pronta’.

Non aveva fatto miracoli, ma per la miseria, Rosa era ora una gradevole signora, con qualche chilo di troppo che comunque non guastavano, anzi. Era decisamente appetibile, la pettinatura ed il trucco avevano fatto miracoli, sembrava più giovane.
Rosa era raggiante, ‘sai’ mi diceva, ‘non mi sono sentita così bella, neanche quando mi sono sposata. Mi ha anche insegnato a truccarmi! Pensa a trenta anni!’
Ripresa l’autostrada, uscimmo a Peschiera, andammo in un agriturismo che già conoscevo, pranzammo discorrendo amabilmente. La tensione si allentava sempre più, Rosa sembrava serena, si stava godendo una piacevole gita.
‘Vuoi fare un riposino dopo pranzo?’ Le chiesi io, intendendo ben altro, ‘o preferisci rimandare ed andiamo un po’ in giro?’ Non volevo forzare i tempi.
‘No, se non sei stanco giriamo un po’; è da quando ero bambina, che non vengo da queste parti.’
Girammo, fece acquisti e non obbiettò quando camminando, le posai prima la mano sulla spalla e poi le cinsi la vita. Il pomeriggio volò via, cenammo presto, poi le proposi di andare a riposarci. Si rabbuio un istante e poi disse ‘sì andiamo, del resto è per questo che siamo qui.’

‘Mi faccio una doccia, poi vai tu’ mi disse Rosa. Uscì dal bagno indossando l’accappatoio e fu il mio turno. Mi stupivo, ma io ero veramente eccitato al pensiero che avrei avuto Rosa. Non sono mai stato uno sciupafemmine, ma la mia vita sessuale era regolare, intensa e varia, e le donne che frequentavo in quel periodo erano decisamente meglio di Rosa, eppure ero eccitato. Mentre l’acqua scorreva riflettevo, non l’avevo neanche palpeggiata né baciata, ed ora l’avrei scopata.
Era in piedi e mi attendeva, tesa come la corda di un violino, giù al ristorante avevano messo una musichetta gradevole, le cinsi la vita ed accennai qualche passo di danza, poi la baciai. Lei non dischiuse le labbra,
‘E’ proprio necessario?’ mi chiese
‘Si, è indispensabile, ma se hai cambiato idea possiamo tornare subito a Milano’ le risposi, baciandola di nuovo. Questa volta Rosa rispose, eccome! La sua lingua cercava la mia, io avevo iniziato a carezzarle il volto, le baciavo il collo, con una mano iniziai a carezzarle un seno, con l’altra le slacciai l’accappatooio che si aprì scoprendo due seni grandi, ma belli e sodi, una quarta pensai. I capezzoli turgidi fremevano alle mie carezze. Le mie mani ormai sotto l’accappatoio, le carezzavano il corpo nudo, con un gesto fluido feci scivolar via il suo accappatoio ed anche il mio, senza smettere di baciarla. I nostri corpi nudi ormai si toccavano. Più bassa di me, il mio cazzo eretto le spingeva sullo pancia ed io dovevo abbassarmi un po’, arrivandole con le labbra sul collo per toccarle il culo. Mi sono steso sul letto tirandola al mio fianco senza smettere di toccarla ora anche sul pube.
Sdraiata sulla schiena le aprii le gambe adagiandomi sopra di lei, non volevo sembrarle assatanato, ma non potevo venche girarci intorno, eravamo lì per fare sesso.

‘Fai piano per piacere, io ” mi disse Rosa
‘Rosa, ma non sarai mica ancora ”
‘Si Lorenzo, sono ancora vergine, per favore non ridere di me’ mi disse Rosa.
La baciai teneramente ed intanto con una mano le toccavo ia fica, le mie dita le allargavano le grandi labbra e con l’indice le sfioravo il clitoride; la sua fica, inizialmente serrata ed asciutta, cominciò a rispondere e a lubrificarsi, mi misi su di lei e sostituii il mio dito con il cazzo ormai diventato di marmo e strofinavo il glande fra le sue grandi labbra e sul clitoride, poi le presi una mano e la guidai ad afferrarmi il cazzo ‘imboccalo tu le dissi’
‘Mamma mia come è grosso, non può entrare, mi squarterai, fermati! Anzi no, fai piano però, non farmi troppo male’
La carezzai sul viso, la baciai teneramenete, mentre con l’altra mano indirizzai io l’asta all’imboccatura della fica e spinsi fino a raggiungere l’imene, lì mi fermai. Più per paura che per il dolore emise un leggero lamento.
Le dissi: ‘quando te lo dico fai un colpo di tosse Rosa, vedrai non sentirai nulla.’
‘ora tossisci!’ e mentre tossiva con un colpo superai l’imene.’
Un tenue lamento, mentre io immobile le facevo riprendere fiato.
‘bravo, ho sentito pochissimo dolore’
Un’altra spinta e poi un’altra ancora e le ero tutto dentro, toccavo il fondo, ed ora con movimenti regolari la stavo scopando.
‘Fermati per favore, esci fuori, non vorrei macchiare lenzuola e materasso, mi vergognerei come una ladra, alla mia età’ Lo tirai fuori e lei fu pronta e tamponarsi la fica con un fazzoletto e a scendere dal letto. Il fazzoletto era intriso di sangue, ma a parte una piccola macchiolina, avevamo risparmiato il letto. Corse in bagno a lavarsi e dopo un po’ ritornò dicendomi:
‘ mi hai sverginata, è fatta ora! Spero ora sia più facile’ stese un’asciugmarsi sul letto e si adagiò su su aprendo le gambe come una vittima sacrificale. Le salii su e la penetrai lentamente, ma fino in fondo, iniziando a muovermi dentro di lei, presto cominciò a mugolare, segno che il godimento stava prevalendo sul dolore.
‘Oh, che bello, continua, continua così’ diceva Rosa, che ormai si muoveva assecondando i miei movimenti.
Iniziò ad ansimare e dalle contrazioni capivo che era prossima all’orgasmo, io continuavo a stantuffarla cercando di trattenere l’eiaculazione più che potevo, per distrarmi recitavo mentalmente le tabelline.
Ansimava sempre più e con le gambe mi cinse la vita, mentre con le mani mi tirava a se, stava avendo un orgasmo che sembrava un terremoto, le gote rosse e sudate. A questo punto anch’io mi lasciai andare e venni inondandola di sborra, sentendomi venire Rosa si era bloccata e mi tenne stretto a lei fino a che la mia asta perse l’erezione e cominciò ad ucire. A questo punto mi sfilai da lei di colpo e subito le sollevai gambe ed il bacino: Rosa poggiava sul letto con spalle e testa mentre figa e bacino erano in alto.
Rosa capì le ragioni della mia manovra e disse ‘Bene, così non esce niente’
‘No, per uscire uscirà, ma gli spermatozoi rimarranno più a lungo vicino al tuo utero, chi lo sa, magari aiuta.’
Dopo qualche minuto si alzò andando in bagno, lo sperma le colava sulle cosce insieme con qualche traccia di sangue.

‘Mi hai sfondata, sanguino ancora, ma mi è piaciuto tantissimo. Prese il cellulare e mandò al marito il messaggio ‘tutto ok, speriamo bene.’

‘Non gli manderai un messaggio ogni volta che scopiamo’ le chiesi
‘No, ma ho promesso un messaggio al giorno!
‘Andiamo, svelta scendiamo prima che chiudano il bar’ le dissi, ci vestimmo in fretta e chiesi una bottiglia di spumante ‘questa la offro io’ le dissi ‘dobbiamo festeggiare, oggi sei diventata donna!’

Tornammo a letto, la tensione era scomparsa, ci mettemmo nudi sotto il piumone e cominciammo a toccarci, ora il ruolo di Rosa era diventato più attivo, non ci volle molto per riprendere l’erezione, la feci venire a cavallo su di me e la penetrai ‘hai visto, conosce già la strada’ disse Rosa, le insegnai a muoversi ed a fermarsi per non farmi venire subito, intanto le carezzavo il clitoride finchè venne sospirando, continuai ancora un po’, poi mi sentii salire l’orgasmo e venni nuovamente dentro di lei. Senza uscire ci girammo, ora lei era sotto ‘Fermati ora’ le dissi, tamponati la figa con un fazzoletto ed addormentati così, con lo sperma nella vagina.’
‘Domani’ le dissi ‘ti insegno qualcosa di nuovo, le tenteremo tutte per metterti incinta.’

Mi baciò teneramente sulle labbra ‘grazie, mi fai sentire a mio agio, pensavo di sentirmi in colpa, sporca, non avrei mai creduto’ e si addormentò.

L’indomani avremmo continuato, come racconterò in un altro episodio.
Mi svegliai al rumore della porta del bagno che si apriva, Rosa usciva dal bagno avvolta nell’accappatoio, si era già truccata ed aveva un volto radioso ‘forza alzati pigrone, facciamo colazione e subito via, andiamo a Verona, ci andavo spesso quando ero bambina, vedrai non ci vorrà molto’. Mentre mi alzavo aveva iniziato a vestirsi, guardai con orrore le sue mutande e le dissi ‘ad una sola condizione, al primo negozio ti compri altre mutandine e per questa settimana non indossi più le mutande della nonna, ti suggerirei anzi di bruciarle.’ Rosa annui arrossendo.
Fatta la doccia, scesi e la trovai che faceva colazione ‘scusami se non ti ho aspettato, ma avevo troppa fame, troppe emozioni, troppa attività e poi debbo mangiare per due ora, perché me lo sento, sono già incinta! E se non lo sono, abbiamo ancora una settimana davanti a noi’
A Peschiera mi chiese di fermarmi ed aspettarla due minuti, avrebbe fatto in fretta, in effetti fu velocissima, tornò sorridente ed imboccammo l’autostrada. Mentre andavamo si sfilò le mutande e modopo avermelo mostrato con malizia indossò un perizoma nero.
‘Ma come’ le dissi, non mi fai vedere come ti stanno?’ ‘tu guida ora, poi vedrai come mi sta. Come vedi io mantengo la parola. Andiamo a Verona!’

Passammo una bella giornata, Rosa sorrideva spensierata: ‘sono ringiovanita di dieci anni’.

Mi raccontò che suo marito in un incidente in moto aveva perso i testicoli e buona parte del pene poco prima del matrimonio. Lei aveva voluto sposarlo ugualmente non per pietà, ma perché ne era innamorata. ‘Mio marito è l’uomo più buono del mondo, aveva accettato di non fare sesso fin o al matrimonio’.
A sera cenamo e stanchi salimmo in stanza, si spogliò ed a passi di danza mi fece vedere come le stava il perizoma, aveva un culo che era una favola, proporzionato sodo e senza traccia di cellulite, lo avevo sentito al tatto, ma vederlo era tutt’altra cosa.
‘Contento mi chiese, vado bene così? A proposito, perché hai voluto che indossassi mutande più sexi?’ Chiese Rosa, era chiaro che non voleva risposte, voleva complimenti.
‘Perché è un peccato specare quel ben di Dio nelle mutande della nonna e poi perché il sesso ha bisogno di stimoli, di fantasia, di provocazione. Hai un culo che, se non dovessi metterti incinta” le risposi, intanto la guardavo, che metamorfosi, aveva indossato anche un reggiseno sexi che valorizzava ancora di più i suoi seni belli e prosperosi. ‘Qualcosa mi dice che il bambino non patirà la fame, le dissi carezzandole il seno’ intanto le avevo sganciato il reggiseno e aiutandola a togliersi il perizoma, mi ero inginocchiato, ora avevo il viso vicino al suo sesso che aveva un pelo nero folto, ma ben curato, un bacio ed una leccatina all’ombellico e via via a scendere mentre Rosa era un brivido continuo. L’avevo fatta sedere sul letto ed ora con la testa fra le sue gambe le baciavo la fica. Con la lingua le aprivo le grandi e le piccole labbra e le titillavo il clitoride, che non rimaneva insensibile al trattamento. Rosa era bagnata fradicia ed ansimava, io le inrodussi un dito in vagina mentre continuavo a leccarle il clitoride poi le labbra ed a tratti l’interno delle cosce, gemeva finchè esplose in un orgasmo selvaggio, spingendomi la testa contro il suo sesso che intando colava. Rallentai un po’ le stimolazioni senza tuttavia interromperle e mi resi conto che stava godendo di nuovo, o poi una volta ancora finchè mi fermò “basta, non ce la faccio più’ mi disse ‘non sapevo si potesse godere così, è stato meravigioso. Era questo che dovevi insegnaremi?’
‘Anche questo e molto altro ancora, ti scoperò ora come fanno gli animali: i cani, le pecore, i cavalli”, la feci alzare e le feci appoggiare i gomiti sul piano del comò, mi misi dietro di lei e cominciai ad accarezzarla, poi presi a leccarle le gambe, dalle caviglie risalivo su, su fino alle cosce, le natiche, poi la schiena ed ancora più su il collo, mentre il mio sesso ormai allo spasimo si apoggiava alla sua fica.
‘Sto venendo di nuovo, mi disse quasi con un rantolo’ era già in posizione entrai in lei e cominciai a scoparla mentre con le mani le carezzavo i seni che intanto vedevo sballonzolare allo specchio. Sentivo i suoi glutei battere contro la mia pancia, con una mano glieli carezzavo arrivando a toccarle il buchino, non riuscii più a trattenermi e venni dentro di lei, quasi immediatamente cominiciò a vibrare e venne abbaiando ‘Bau, bau, bau!’ aveva le gote infuocate, gli occhi socchiusi e godeva, godeva. ‘ho voluto abbaiare visto che lo stiamo facendo come i cani, che bello!’.
Come i cani rimanemmo attaccati, poi il mio cazzo si ammosciò e lo sperma cominciò a colarle fuori.
Ci lavammo, io tornai a letto per primo, e rimasi ad attenderla ad occhi chiusi, stavo riprendendo forze, stanco dormicchiavo, quando la sentii arrivare, si stese al mio fianco e la sentii che delicatamente esplorava il mio corpo con le dita, il petto, le gambe poi dopo una breve pausa, probabilmente impiegata per farsi coraggio, inizio a toccarmi il cazzo, prima con un dito, poi con l’intera mano, io intanto fingevo di dormire. Me lo scappellava mentre con l’altra mano mi carezzava i coglioni, ormai la mia asta svettava dura e pulsante, un leggerissimo sospiro, poi si chinò mi baciò delicatamente il glande, mi coprì e spense la luce.
A quel punto l’abbracciai e le dissi ‘grazie, mi è piaciuto molto il tuo gesto, non fiatavo perché speravo che continuassi’.
‘Non fraintendermi, l’ho baciato perché gli sono riconoscente, mi darà un figlio e poi mi ha fatto diventare donna’.
‘Mi sarebbe piaciuto tanto che me lo prendessi in bocca’ le dissi
‘Non l’ho mai fatto, non so come si fa e non so se riuscirei a non vomitare’ mi disse Rosa.
‘Ti guiderò io’ le dissi ‘come ho già fatto per il resto. Non sentendo repliche, pensai acconsentisse con il suo silenzio, le accompagnai il capo spingendolo delicatamente sul mio petto e poi più giù , aveva le sue labbra vicino al mio glande, ma non si decideva “prova con la punta della lingua prima, come fosse un gelato, poi piano piano prendilo in bocca’ le suggerii. Lo prese con una mano come fosse un cono e cominciò a leccarlo inizialmente con fare maldestro, io intanto la guidavo, e quando decisi che era il momento le spinsi delicatamente il capo portando contemporaneamente in avanti il bacino spingendole il cazzo contro. Aprì la bocca e inmboccò tutto il glande, mentre io mi muovevo lentamente. Rosa alzò gli occhi ed incrociò il mio sguardo, poi riprese a succhiarmi l’uccello, io la guidavo con dolcezza, pregandola di non farmi male con i denti, ‘attenta che ci serve ancora in forma’ aveva un talento naturale, imparava in fretta, io intanto avevo iniziato a scoparla in bocca, quando sentii che ormai ero prossimo a venire e le dissi, ‘Rosa sto per venire, se non vuoi togliti, ma mi piacerebbe tanto venirti in bocca’
Rosa non disse niente e continuò a succhiarmi, per quanto avessi già eiaculato, venni abbondantemente, Rosa aveva la bocca piena e rivoletti di sperma le scendevano ai lati della bocca. Si tolse e sputò lo sperma su un fazzolettino commentando ‘che peccato sprecarlo così, mi sarebbe piaciuto aumentare le probabilità di rimanere incinta. Sono comunque contenta che ti sia piaciuto, ha un buon sapore, non lo avrei mai creduto’.
Dormimmo di sasso e svegliandoci al mattino le dissi: ‘oggi è domenica e bisogna smorzare le candele, ti insegno come si fa’ e le feci assumere la tipica posizione. Mi scopava divertita, ‘anche se si smorza, io poi te lo riaccendo, tanto ora ho imparato come si fa mi disse Rosa’ cambiammo posizione, si mise a cavallo, ma volgendomi la schiena, piegandosi poi fino ad avere la testa fra i miei piedi, io cominciai a toccarle le natiche e poi il solco e bagnato un dito con gli umori che le uscivano dalla fica, glielo infilai un pochino nel culo. ‘Toglilo di lì, mi sento violata’

‘E’ una zona ricca di terminazioni nervose, se vinci la prima senzazione vedrai che ti piacerà’ le dissi continuando a stantuffarla, intanto muovevo lentamente il dito nel culo tirandolo ogni tanto fuori e lubrificandolo. Dopo un po’ venni e subito dopo anche lei.
‘Mi stai facendo il pieno e in un periodo fecondo per giunta, se non resto incinta adesso vuol dire che sono sterile’ mi disse Rosa’
Uscimmo dopo e girammo un po’ nei dintorni, a sera tornammo e dopo cena crollammo a dormire non potendo fare altro per la stanchezza.

La mattina dopo Rosa mi svegliò e mi chiese ‘Be, oggi non mi insegni nulla?’
Cominciammo a baciarci ed a toccarci, ci denudammo io presi a baciarle i seni ed a ciucciarle i capezzoli poi scesi piano piano fino a leccarle la fica che era già un lago
‘Mi spiace, ma questo già lo conosco, sei a corto di idee” mi disse Rosa ridendo.
Per tutta risposta le feci sollevare le gambe e risalendo, mantenni le sue gambe sulle mie spalle, intanto risalivo fino a che, non appena mi fu a tiro, entrai nella sua figa spalancata e bagnata fradicia. Continuavo ad avere le sue gambe sulle mie spalle e la scopavo con foga
‘Attento con i tuoi colpi, ti sento arrivare fino in fondo, piano che mi sfondi, come ti sento!
Waoh che bello.’
Anche io la sentivo di più, avevo già le palle gonfie e non riusci ad aspettarla, la riempii di sborra sussurrandole ‘scusami!’
‘Aspetta, non ti fermare, vengo anch’io ‘!’
Rimanemmo un poco così, poi mi sfilai tenendole le gambe in alto, la trascinai fino al bordo del letto poi, messo un cuscino per terra, la feci scivolare con i capo per terra sul cuscino ed il bacino poggiato sul bordo del letto.
‘Eccoti lì, piena di sperma, rimani in questa posizione, vediamo quanto resisti’
Mi avvicinai a lei e inginocchiato sul suo viso le misi in bocca il mio cazzo che manteneva un po’ di rigidità residua, ma anche miei e suoi umori, Rosa con la lingua girava intorno al glande e succhiava, mentre io le titillavo il clitoride e le infilavo nel culo un dito che avevo prima pucciato nella sua vagina, ogni tanto lo tiravo fuori e lo lubrificavo, Rosa continuava a succhiare e a gemere, stava per godere, presi a muovermi e le massaggiavo il clitoride e le labbra, ormai ero impegnato con entrambi le mani e ovviamente con il mio cazzo ben piantato nella sua bocca, Rosa non ne potè più e venne, questo per me fu un detonatore, le sborrai in bocca e mentre venivo sentivo che gemeva muovendo la testa.
Ferma, non ti agitare, che altrimenti ti esce lo sperma dalla fica, sentivo il suo respiro affannoso, ricordavo che era un po’ raffreddata.
‘Non sporcare la moquette, manda giù’ le dissi ‘così ti liberi la bocca’
‘Già fatto, maiale stavo soffocando, ma questa me la paghi’ mi disse ridendo
‘Come sarebbe a dire te la pago?’ non dovevi essere tu a pagare le spese? Tieni conto poi che oltre ad ingravidarti, non ti chiedo neanche un compenso per le lezioni’
‘Se accetti pagamenti in natura, saprò io come compensarti’ mi disse Rosa con un tono intrigante, sarà una sorpresa.
Mi chiese un bicchiere d’acqua ed io glielo portai con una cannuccia, lei imperterrita continuava a tenere in alto il suo bacino custodendo il suo tesoro nella vagina. Dopo una ventina di minuti mi chiese aiuto per togliersi da quella scomoda posizione, era tutta anchilossata ed andò in bagno lasciando sul pavimento una scia di sperma.
Fatta la doccia uscimmo ed andammo a pranzo, avevamo trascorso l’intera mattinata a fare sesso scatenato. Uscendo incontrammo la cameriera che ci chiese se poteva rifare la stanza. Rosa si fermò a parlare con lei mentre io la precedevo in sala da pranzo.
Mangiammo di buon appetito anche perché i cibi erano eccellenti e di energie ne avevamo consumate tante.
Dopo pranzo andai a fare un pisolo mentre Rosa rimase giù a leggere.
‘Hai bisogno di riposo, altrimenti mi crolli.’

Partimmo la mattina subito dopo la colazione, destinazione Venezia.
Rosa conosceva bene Venezia, si destreggiava fra le calli ed i ponti come se avesse sempre abitato in quella città. Ho fatto la tesi su Venezia, mi spiegò Rosa. Girammo instancabilmente visitammo chiese, musei fino a che stanchi morti tornammo al nostro agriturismo.
Eravamo appena arrivati quando le squillò il cellulare, mi allontanai per discrezione, rimanendo però in contatto visivo; vedevo il suo volto sereno, parlava con calma, una telefonata lunga intensa. Alla fine si avvicinò a me, aveva gli occhi lucidi. ‘Era mio marito’ mi disse.

‘Ci sono problemi ?’
‘No, mi ha chiesto come stavo, non ha voluto sapere dettagli, solo l’essenziale voleva sapere come mi trattavi.’
‘Poi mi ha chiesto ‘ Tornerai da me, mi vorrai ancora? Lui non considera questo un tradimento, ma un sacrificio doloroso, ma necessario per avere un figlio ed è stato contento nel sapermi felice’.

Andammo a dormire senza fare sesso, ci venne naturale così.

L’indomani lo dedicammo al riposo, una sola scopata la sera senza particolari fantasie né emozioni, alla missionaria, Rosa non raggiunse l’orgasmo ed io non mi impegnai più di tanto.

Il giorno successivo la svegliai con un bacio e le dissi ‘ho ricevuto un messaggio dall’ufficio, debbo partire per il Marocco, domani torniamo, che dici approfittiamo di questo giorno o ci abbandoniamo all’ammosciamento come ieri?’
Non mi rispose, si spogliò imitando uno spogliarello, poi si avvicinò e mi disse
‘non toccarmi ancora, stai fermo, voglio spogliarti io’
Prese poi a carezzarmi, e poi poggiandosi sulla mia schiena mi carezzava con i suoi seni, poi prese a leccarmi, passò davanti intimandomi di stare fermo, mi leccava sul collo, poi sul petto, scendendo giù leccandomi l’asta poi le balle e quindi di nuovo l’asta, le gambe, il cazzo aveva raggiunto un’erezione incredibile e mi sentivo che non avrei potuto resistere di più. Rosa si inginocchiò e mi ingabbiò il cazzo fra i suoi grossi seni che io cominciavo a scopare.
‘Non venire, non voglio sprecare nulla, devi venirmi dentro’ e così dicendo mi fece sdraiare e si impalò.
‘Rosa fammi uscire, altrimenti verrò subito e ti lascerò a bocca asciutta’ le dissi.
‘Non ti preoccupare vieni riempimi. Ah, quanto mi macheranno i tuoi schizzi caldi!’
Non so quante volte venni, ma certo non mi risparmiai, la sua parola d’ordine non era più godere, ma spremermi fino all’ultima goccia.

‘Lorenzo, pensi che basterà? Mi avrai fecondato? Ero così sicura ed ora sono piena di dubbi’.

L’indomani nel viaggio di ritorno volle sapere quanto sarei stato via. ‘Tre o quattro mesi ! ma è tantissimo, mi chiamerai quando torni? Voglio darti la bella notizia e farti una sorpresa, so già che ti piacerà’.

La accompagnai al garage dove aveva lasciato la sua auto e la salutai castamente, non volevamo correre il rischio che qualcuno la riconoscesse.

Sei mesi più tardi, la chiamai dall’aereoporto ‘Ciao Rosa, sono Lorenzo, come stai? Novità?’
‘Lorenzo, che bello sentirti, ho tante cose da dirti ci vediamo?’
Fissammo un appuntamento per il giorno successivo che era sabato avremmo passato il weekend insieme.
L’indomani mattina la vidi arrivare, avanzava sorridendo fiera del suo pancione, indossava un abitino pre-maman elegante ed aveva un trucco leggero ed appropriato, mi abbracciò e mi fece salìre sulla sua auto, raggiunse una zona residenziale ed entrò in un villino. ‘E’ mio, me lo hanno regalato i miei, normalmente lo affiitto, ma ora è libero, qui possiamo stare più tranquilli’ mi disse.

‘Hai visto, sono incinta e di due maschietti, uno si chiamerà Lorenzo, è stato mio marito a proporlo. Io gli ho raccontato tutto, ehm, quasi tutto. Nessun dettaglio, se non per descrivere la tua gentilezza, le tue attenzioni. Gli sforzi che hai fatto perché non mi sentissi come una cavalla portata alla monta’
‘Mio marito non capisce più niente, ha arredato la stanzetta con i due lettini ed ha acquistato un appartamento più grande. Se potesse li iscriverebbe già a scuola e forse anche all’università.’

‘Sai, gli è piaciuto molto il mio nuovo look e mi ha fatto cambiare tutto il guardaroba’, poi la pancia ha cominciato a crescere’.

‘E tu, come stai? Avevo saputo dal tuo messaggio che avresti fatto un doppio turno, ma avevo pensato che fosse una scusa per interrompere, pensavo che non ti saresti fatto vedere più’

Le raccontai della mia vita in cantiere di quanto fosse monotono vivere in un villaggio ai margini del deserto, Le diedi un ricordino che avevo comprato per lei.

‘Cucinerò per te, sono brava sai. Fino a domani sei requisito, mio marito immagina che mi sarei incontrata con te.
Mi ha detto che accetta ed accetterà che ogni tanto io abbia la mia vita sessuale che lui non può darmi. Mi ha chiesto però di non ‘imputtanirmi’, di non cambiare partner ! Non lo deve sapere nessuno, non mi dire niente, inventa una palla, io farò finta di crederti.’

‘Gli ho detto che sarei andata a trovare una mia zia bisbetica, che lui non sopporta.’

‘Come mi trovi? Sono ancora passabile?’
Mi avvicinai a lei, ci baciammo teneramente e cominciai a carezzarla, poi a spogliarla. Incredibile, ma con il pancione, manteneva la sua freschezza ed agilità, i seni si erano ingrossati ancora di più e l’aureola intorno ai capezzoli mi sembrava più scura.
‘Waooh!, che tette, avrai almeno una quinta!’ le dissi, lei annuì.
Ci trovammo stesi sul letto a carezzarci, le toccai la fica era un lago. ‘Fai piano’ si raccomandò.
Dopo un po’ ci alzammo e si mise alla pecorina poggiando i gomiti sul comò, fu una sua idea
‘So che così ti piace’ Mi disse Rosa mentre io la penetravo ed intanto le toccavo i seni e poi il culo e poi le titillavo il clitoride durammo un po’ poi venne e poi venne ancora.
Io uscii da lei non riuscivo a venire, non so perché.
Rosa dalla borsetta prese della crema per il viso, se la spalmò sul buchino dicendomi ‘guai a te se mi dici Faccia di culo!’ poi me la spalmò sul cazzo prima sul glande e poi su tutta l’asta.
‘Questa è la mia sorpresa, il regalo per te ! So che ti piace anche se non hai neanche tentato di farmelo, sono terrorizzata perché non so come possa entrare senza squartarmi, ma avevo deciso di dartelo e te lo darò. Non farmi male se puoi!’
La baciai poi le carezzai i glutei, le misi un dito nella figa e poi nel culo portandole dentro un pò di crema, sentivo il suo sfintere inizialmente contratto, che iniziava a rilassarsi, avvicinai il glande e glielo strofinai sul culo ‘debbo tossire come quando mi hai sverginata?’ Mi chiese Rosa.
‘No, spingi come se dovessi andare di corpo, ora!!’ Spinsi ed il glande entrò Rosa si lamentava, rimasi un po’ fermo per darle il tempo di riprendersi, sentivo il suo sfintere rilassarsi, cominciai a muovermi entrando ogni volta di più. Rendendomi però conto che così era peggio detti una spinta più forte ed ormai più di meta del mio cazzo era nel suo culo, lanciò un urlo e con la mano fra le gambe toccò il mio cazzo e si accorse che metà era fuori.
‘Dai entra, la larghezza ormai non cambia.’
Rimasto interdetto per il suo urlo, dopo il suo incoraggiamento entrai completamente e cominciai a scoparla nel culo, alternando movimenti brevi e frequenti con altri lunghi e lenti ed intanto le tenevo i seni, e la guardavo allo specchio, aveva il volto tirato, si vedeva che soffriva.
‘Ti fa molto male? Vuoi che mi tolga?’
‘Mi fa male, ma sento che diventerà piacevole, se non questa la prossima volta, solo fai in fretta a venire ti prego.’
Ancora un minuto e venni riversandole nel culo una quantità impressionante di sperma, almeno così mi sembrava e così sembrava a Rosa.’
Persi velocemente erezione ed uscii da lei. Si tamponò con un fazzoletto e guardò, sanguinava un po’. Si lavò e si rasserenò vedendo che il sanguinamento era cessato. Intanto mi ero lavato anche io, ce ne era proprio bisogno.
‘Mangiamo ora’ disse Rosa. Indossò una leggera vestaglia trasparente mentre io rimasi in slip e cannottiera.
‘Mascalzone, Io incinta e tu mi hai inculato e mi hai pure rotto il culo, che ora è indolenzito e mi brucia!’ mi disse Rosa fingendo di essere imbronciata ‘ma l’ho voluto io’ continuò passando al sorriso Rosa. ‘Ti è piaciuta la mia sopresa ?’
‘Rosa mi è piaciuto moltissimo e vorrei ricambiare; hai qualche desiderio?.’
‘Qualcosa c’è, te lo dirò domani mattina’ mi rispose Rosa.

Fatta colazione, riprendemmo a carezzarci, le toccavo la fica che non nascondeva affatto il suo stato di eccitazione, stavo per penetrarla, quando mi disse ‘aspetta, il mio desiderio” si mise a cavallo sulla mia faccia, mettendo la fica davanti alle mie labbra, non ci voleva molto ad immaginare cosa volesse. Presi a leccarle le grandi labbra, insinuando la lingua nella sua fessura, poi le leccavo il clitoride che si ergenva turgido, glielo presi delicatamente fra i denti, poi ripresi a leccarlo insinuandole un dito nella vagina, mentre con il pollice le carezzavo il buchino.
‘No, lì no, la prossima volta magari, ora è troppo indolenzito’ mi disse Rosa
‘La prossima volta, promessa ? ‘ ‘Sì, promessa’
Ripresi a leccarle il clitoride ed a scoparla con il dito, presto venne ed io rallentai, senza fermarmi del tutto però, non venne nuovamente e poi ancora, i suoi umori uscivano copiosi e nella posizione in cui mi trovavo mi andavano dritti in bocca, glelo dissi ‘manda giù, come facesti fare a me.’ La feci chinare su di me, volevo fare un sessantanove, ma il pancione glielo impediva.
Cambiammo posizione, si mise in ginocchi davanti a me ed iniziò a spompinarni, prima sulla punta ed intorno al glande, poi lo imboccò spindendoselo dentro, io presi a scoparla in bocca, presto sentii che stavo per venire e l’avvisai. Continuò imperterrita e, poco dopo venni, Rosa se lo cacciò in bocca più che poteva e rimase ferma, la sentivo deglutire. Terminata l’eiaculazione (eiaColazione, come la chiamò più tardi) me lo lecco tutt’intorno pulendolo da ogni traccia di sperma.
‘Piaciuto ?’ mi chiese Rosa
‘Si, molto, ed a te?’
‘Mi è piaciuto molto, sia quando me l’hai leccata fino allo spasimo, sia quando mi hai fatto fare un’altra Colazione.’

Rimanemmo un po’ a parlare, non ci saremmo visti tanto presto per evitare la routine e poi lei cose da fare ne avrebbe avute tante.

Salutandoci Rosa mi disse ‘Tieniti pronto fra un annetto che tenteremo per una femmina.’

Passò un anno, Rosa mi aveva telefonato quando erano nati i bimbi, sono bellissimi mi aveva detto, ‘non mi assomigliano per niente’ tanti sciocchi guardano me, poi mio marito e sentenziano ‘hanno preso tutto dal padre!’
‘Io so quanto è vero!!! Mah, mio marito è contento e rimarrebbe ore e ore a guardarli’
‘Vediamoci sabato pomeriggio, te li porto a vedere’, la raggiunsi nell’appartamentio dell’utimo incontro, Rosa mi aspettava da un po’, ma i bambini dopo la poppata ed il bagnetto dormivano già.
Meglio, disse Rosa, avremo un po’ di tempo per noi. Mi raccontò di come era cambiata la sua vita, ‘non cesserò mai di ringraziarti’ mi disse Rosa abbracciandomi e baciandomi.
Da lì ad andare a letto fu un attimo, Rosa si spogliò ed io mi complimentai con lei, non solo aveva perso i chili messi su in gravidanza, ma era ancora più magra di quando l’avevo conociuta, era migliorata tantissimo. Solo il seno era rimasto imponente ‘per fortuna’ disse Rosa ‘tu non sai cosa vuol dire allattare due disperati’. Si tolse il reggiseno ed il perizoma e si abbracciò a me ‘Quanto tempo!! Ho una voglia di te! Dai baci ed abbracci, passammo a toccarci le baciai i seni le aureole grandi e scure, le misi una mano sulla figa e iniziai a stuzzicarla. Rosa era un bagno, e trasalii quando le spinsi un dito nella vagina. Iniziai a baciarla ed a leccarla su tutto il corpo, partendo dal collo, indugiai sui seni, poi sull’ombellico e quando raggiunsi la figa, Rosa allargò di più le gambe, la mia lingua saettava fra le grandi labbra, poi le presi delicatamente il clitoride fra i denti e lo stuzzicai con la lingua, ad un tratto Rosa con un gemito mi prese la testa con le due mani e la spinse contro il suo sesso, stava avendo un orgasmo, contnuai un poco poi scivolai su di lei e la penetrai. Presi a scoparla con ritmo cadenzato, Rosa gemeva ‘stai avendo un altro orgasmo?’ le chiesi ‘No, è sempre lo stesso waoh non finisce più, fammi venire sopra’ Rosa mi cavalcava e gemeva ‘non venirmi dentro’ mi chiese.
I movimenti di Rosa e le contrazioni della sua vagina mi portarono vicino all’orgasmo ‘sto per venire’ l’avvisai, Rosa si filò rapidamente e mi prese in bocca il cazzo, leccandomi il glande, io intanto avevo preso a pomparle la bocca, e venni. La mia fu una sborrata da record, erano più di dieci giorni che non facevo sesso, ma Rosa riusci ad ingoiare tutto. Poi saltò giù dal letto, controllò i gemellini e ritornò a letto con me.
‘Bello, come ai vecchi tempi, ed io ti sono piaciuta? Certo mi avrai trovata più larga, capirai sono passati due testoni’.
‘Mi è piaciuto tantissimo, la tua topa è perfetta e poi so che non mi farai mancare un passaggio più stretto’ le dissi toccandole il culo, passando il dito nel solco anale per arrivare alla figa, umettarlo e poi tornare indietro al buchino, Rosa prese la solita crema idratante e me la sparse abbondantemente sul glande e lungo l’asta, poi mi dette il barattolino dicendomi ‘a me pensaci tu’ e scendendo dal letto si mise a pecora le fui dietro e cominciai a massaggiarle l’ano lubrificandolo dall’interno, mi avvicinai alle sue spalle, le carezzai la schiena poi i fianchi, con una mano avvicinai il glande al suo buchino e lentamente spinsi. Entrai in lei dolcemente, rimasi un po fermo, poi le carezzai i seni, e mentre le baciavo il collo iniziai a pomparla, portai poi una mano sulla sua figa e iniziai a sditalinarla. Svuotato dalla precedente eiaculazione ci misi un bel po’, Rosa cominciava a risentire dello sforzo prolungato e si lamentava, accelerai quindi rendendo più ampi i movimenti, uscivo quasi completamente e poi rientravo in lei fino in fondo, Rosa girò la testa indietro e cercò le mie labbra, la baciai ed intanto le scaricai una bella sborrata nel culo. ‘Non posso negarti niente’ mi disse Rosa con lo sguardo trasognato.

Ci lavammo, e ci rivestimmo, seduti sul divano discorremmo un po’, io ero un po’ teso poi le dissi
‘Rosa ascolta, io mi sposo, mi sono rimesso con la mia ex, abbiamo chiarito i malintesi ed abbiamo deciso di sposarci fra tre mesi’
‘Vuoi dire che non ci vedremo più?’
‘No Rosa, potremo ancora vederci di tanto in tanto, ma dovevo dirtelo’
I gemellini si agitarono e Rosa dovette intervenire. ‘Meglio andare prima che si sveglino’ ci salutammo.

Passò una settimana, Rosa mi chiamò ‘vediamoci è urgente’, ci incontrammo in un bar del centro ‘ciao Lorenzo, non è successo niente, scusami, ma volevo dirti che mio marito, quando ha saputo che ti sposi ha fatto i salti di gioia, aveva paura che mi innamorassi di te, non voleva perdermi. Ora tutto è più facile, mi ha incaricato di sceglierti un regalo di nozze. Ti ho voluto avvisare subito perché non volevo arrivare troppo tardi’ disse Rosa e mi consegnò i vauchers per due settimane alle Maldive ‘passa all’agenzia viaggi e lascia il nome della tua futura moglie per i biglietti, e se volete cambiate destinazione’.

All’uscita del Bar incontrammo Marzia (vedi il primo episodio) che ci salutò ‘ciao Rosa complimenti per i tuoi gemellini, li ho visti ora, tua suocera li stava portando ai giardinetti. Ma lui non è ‘ Ah, capisco, sei andata in Inghilterra con lui. Piacerebbe anche a me.’
Rosa mi sorrise bonariamente ‘scusa, ma ho da fare, debbo raggiungere i miei gemelli ai giardinetti, sentiamoci, per gli auguri di fine anno’ mi salutò castamente baciandomi sulle guance e corse via lasciandomi con Marzia.

Marzia, mi disse ‘non posso fingere, so tutto, Rosa mi aveva sempre tenuto al corrente di tutto, fin nei minimi particolari’ enfatizzando le parole minimi particolari, hai fatto un lavoro splendido, non solo i bambini, Rosa è irriconoscibile, il trucco, l’abbigliamento, la cura del corpo ed anche il modo di camminare è cambiato. All’inizio volevo chiederti di mettere incinta anche me, poi mi sono trattenuta, pensavo che vi foste innamorati e non volevo ferire Rosa, ora ho saputo che ti sposi ed ho visto che Rosa è felice’
Allora facendosi avanti con la sua espressione decisa mi chiese ‘ce la facciamo una bella chiavata? Però io non potrò fare una gita con te’

Non me lo feci ripetere, Marzia era veramente una bella donna, la presi per mano e la portai a casa mia. In macchina non parlammo, io le posai la mano sulla gamba e Marzia non protestò . Arrivati a casa, Marzia senza tanti traumi si spogliò, aveva un fisico stupendo, due cosce lunghe e ben tornite, un bel seno con i capezzoli che guardavano in su, un bel pancino ed un culetto da sballo. Un ciuffetto di peli sullla figa dorati e riccioli come i capelli, che gnocca pensai, peccato per il suo sguardo duro.

Mi spogliai anch’io, mi avvicinai a lei, la baciai abbracciandola e poi le dissi ‘dovrei offrirti qualcosa da bere, ma magari dopo.

La portai in camera da letto, Marzia mi precedeva, ancheggiando provocatoriamente Si sedette sul sul letto ed io mi abbassai a baciarle la figa, non era ciomposa come quella di Rosa, le grandi labbra appena accennate e i peli biondi e soffici, sembrava la figa di una ragazza. Si stese sul letto per aiutarmi ad arrivare alla sua figa, che io leccai avidamente, Marzia mostrava di gradire muovendo il bacino e gemendo ‘sii, così, lì, lì, continua ohh vengoooo’ e dopo un breve abbandono mi fece sdraiare sul letto e preso in mano il mio cazzo, lo palpeggiò, lo scappellò e disse ‘complimenti che randello’ scese con la bocca lo leccò e senza indugi se lo cacciò in bocca profondamente; in un paio di colpi lo ingoiò quasi completamente. ‘Basta così disse, io voglio un figlio’ mi saltò su e se lo infilò nella figa che trovai molto stretta.
‘Senti Lorenzo’ mi disse ‘Mio marito, non sa e non saprà niente e non potrò fare una gita con te, come hai visto io non sono vergine, non sono ricca, mi piace fare i pompini e se mi fai fare un figlio ti ricompenserò, ti darò il culo che non mai dato a nessuno. Ci stai?’.
La guardai negli occhi poi le chiesi ‘e se è femmina, me lo darai lo stesso?’
‘Si’ disse Marzia iniziando a scoparmi, mi cavalcava con stile, sembrava una cavallerizza, poi volle passare lei sotto, mi mise le gambe sulle spalle e si fece penetrare così. In questa posizione era strettissima mi eccitava tantissimo e dopo un po’ le dissi ‘sto per venire, sicura? Vado avanti?’
‘sì vienimi dentro e intanto baciami’.
Rimanemmo un po’ cosi a toccarci, poi si alzò riparandosi la figa con la mano ed andò in bagno. Quando ritornò mi disse ‘vado in cucina a prendere da bere’ la seguii con lo sguardo, che corpo e che culo! Tornò con due birre, io poggiandole una mano sul culo le chiesi ‘senti Marzia, non si potrebbe avere un anticipo?’
Marzia prese a ridere, cominciò dagli occhi e lo sguardo si ammorbidì poi esplose in una risata di gusto. ‘Ah, ah, anche mio padre che faceva l’imbianchino chiedeva sempre l’anticipo. Se no diceva non sporco nenche il pennello!’
‘Dunque mi vuoi proprio inculare? E sia, ma se non mi metti incinta te la faccio vedere io!!!’
‘Marzia, te l’ho gia vista le dissi prendendo il barattolino della vasellina dal cassetto del comodino.
Marzia disciplinatamente si inginocchiò sul letto poggiando la testa sul cuscino, io le lubbrificai il buchino, e cominciai a massaggiarlielo, poi infilai un dito dentro e cominciai a muoverlo, era molto stretto, e lo sfintere era contratto, mi fermai e tenendole il dito dentro la carezzavo con l’altra mano, sentivo che si stava rilassando, lubbrificai per bene il mio cazzo, poi le rimisi il dito dentro, questa volta lo trovai meno contratto, tolto il dito, mi inginocchiai dietro di lei, le poggiai il cazzo sull’ano e prendendola per i fianchi spinsi. Un gemito, il glande era entrato, ma era così stretto e mi faceva male, rimasi fermo, ma dovetti subito tirarlo fuori. ‘Ahi, ahiai, che male ti basta come anticipo?’ piagnucolò Marzia.
‘Solo un’altra volta’ le dissi ed aggiunto un po’ di vasellina mi rimisi in posizione. ‘Marzia, allargati le natiche con entrambi le mani, sentirai meno dolore’
‘Va bene, ma tu mettine dentro poco poco’
Poggiato il glande detti una spinta più vigorosa e sentii che il glande aveva superato lo sfintere, Marzia gridò ‘che male, mi hai rotto, tiralo fuori’ io rimasi invece fermo dentro di lei, dopo un po’ sentii lo sfintere rilassarsi e presi a pomparla, metà del cazzo era dentro.
‘Basta così, come anticipo basta, togliti che voglio un’altra sborrata nella figa!’
‘Troppo tardi’ le dissi ansimando e raggiunsi l’orgasmo sborrandole nel culo. Nella foga il cazzo era entrato fino alla radice, le mie palle pendevano sulla sua figa.
‘Ahia, sei entrato tutto dentro, che male.’
Lo tirai fuori e Marzia si tamponò con un fazzolettino che si macchiò di sangue, corse in bagno e si sedette sul vater, sulle lenzuola c’era una macchia di sangue. La seguii in bagno e fra le sue gambe vidi che stava gocciolando sperma e sangue.
‘Marzia era terrorizzata, mi hai spaccato il culo, dovrò andare in ospedale, oddio che figura! Cosa dirò a mio marito?’
La tranquillizzai e la feci lavare, poi vicino alla luce la feci piegare e guardai da vicino. ‘Non è niente Marzia, ha smesso di sanguinare, è normale la prima volta.
Mi lavai anch’io e tornammo a letto. Passò una decina di minuti, poi Marzia si tamponò con un fazzolettino e visto che non sanguinava più sorrise, ma poi aggiunse ‘altro che anticipo, questo è un pagamento anticipato. Su forza fai il tuo dovere che io ho già pagato. Chiavami’
A Marzia fu facile farmelo rizzare nuovamente ed io la montai alla missionaria e cominciai a scoparla, mentre lei si lamentava perché ad ogni colpo le si risvegliava il dolore all’ano.

Nei giorni successivi ci incontrammo frequentemente, ma Marzia che lavorava presso un parrucchiere, doveva tornare subito al lavoro, quindi solo sveltine. Una sera venne ad un’ora insolita, citofonò e mi chiese ‘posso salire, o sei impegnato’
‘Sono solo vieni le dissi, non ti aspettavo’
Entrò raggiante e sventolando un certificato mi disse ‘sono incinta!’
‘Saltava come una bambina, mi abbracciava, mi baciava, mi tirò in camera da letto poi si spogliò. ‘Sono venuta a liquidare le tue competenze’ disse e girandosi di spalle si appoggiò sulla pediera del letto assumendo la posizione alla pecorina ‘forza, prendi la vasellina prima che cambi idea’
‘Marzia, non mi devi niente, ricordi il ‘ pagamento anticipato?’ piuttosto vieni che ho voglia di leccarti la figa, ci sdraiammo e Marzia venne su di me, assumendo la posizione del sessantanove, la sua fighetta profumava dei suoi umori, iniziai a leccarla mentre lei aveva imboccato il cazzo e si pompava spingendoselo fin dentro la gola, io mi aiutavo con un dito che le avevo infilato nella vagina, non tardò a venire, i suoi liquidi mi colavano in bocca e lei continuava a succhiare, le carezzai il culo indugiando nel solco anale, poi aumentai il ritmo e spingendole il cazzo su per la gola le riversai la mia sborrata. Non ne fece cadere una goccia!

Prese posto al mio fianco, mi abbraccio e ci baciammo, la sua bocca odorava del mio sperma.
‘Sono felicissima! Finalmente incinta! Anche mio marito è contento, gli ho detto che avevo iniziato una nuova cura e per tutto questo periodo abbiamo scopato come ricci. Sai mi serviva un alibi’.

Ci alzammo ed andammo in cucina per farci il caffè, la vedevo muoversi nuda davanti ai fornelli, era bellissima, mi avvicinai a lei e la baciai sul collo, ‘va là, che il culo te lo do lo stesso anche se non ho più debiti, Rosa mi ha raccontato quanto ti piace e spero che una volta sverginato piaccia anche a me’
Si appoggiò al tavolo della cucina ed io presi il burro e cominciai ad ungerle l’ano, uguale trattamento feci al mio cazzo, poi tagliai una scaglietta di burro e gliela infilai nel culo come una supposta, continuai poi con un dito, quindi appoggiai il glande al suo forelilino e spinsi, lentamente dentro, lo sentii superare lo sfintere e poi entrare tutto dentro era evidente che la strada era già fatta, la sentii lamentarsi, mi fermai ‘ti fa male? Vuoi che esca?’
‘Solo un poco, ma mi piace, fai piano ma continua’
La pompavo con delicatezza ed intanto, passatole la mano fra le gambe, la sditalinavo, Marzia gemeva ‘vienimi nel culo, riempimi l’intestino, e ricordati il mio culo è tuo, te lo darò ogni volta che vorrai’.

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