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Racconti Erotici Etero

Perdevo il controllo..

By 7 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci siamo conosciuti circa un anno fa in ufficio.
E’ stato lui a fare il primo passo. Io ero nuova e molto schiva, me ne stavo sempre sulle mie, non mi interessava conoscere gente, volevo solo fare il mio lavoro nel miglior modo possibile, per ottenere una promozione. Non mi curavo dei rapporti interpersonali. Lui invece iniziò a sedersi accanto a me a pranzo, in pausa cercava sempre di parlarmi, e nonstante non fumasse mi teneva compagnia quando uscivo per una sigaretta.
Così iniziammo a passare diverso tempo insieme. Era palese che io gli piacessi molto. Ma la cosa non mi interessava, lui non era decisamente il mio tipo… Anche se non trascuravo mai nulla nel mio abbigliamento e nel trucco, adoro essere guardata e desiderata..
Col passare dei mesi la confidenza crebbe ed iniziammo a raccontarci le nostre vite e a vederci al di fuori del lavoro.
Ci trovavamo bene a parlare e scherzare, avevamo gli stessi gusti. Da parte sua era visibile un certo desiderio sessuale, che traspariva dalla sua continua ricerca di contatto fisico. Quando un giorno mi capitò di avere un fastidiosissimo dolore al collo, in pausa pranzo, mi fece sedere, ed in piedi dietro me iniziò a massaggiarmi. Persi ogni controllo. Sembrava avesse le dita magiche. Con le sue mani grandi mi accarezzava col giusto vigore ed io finii per chiudere gli occhi ed iniziare a mugolare. Nel sentire quel massaggio stupendo non potei fare a meno di pensare a come sarebbe stato a letto e mi sorpresi con le mutandine fradice…
Di certo anche lui non era indifferente. Sarà stato per la mia maglia scollata e un po’ trasparente, o forse per i miei gemiti, ma di certo il modo in cui dovette sistemarsi per tornare al suo posto era inequivocabile… E la cosa mi fece sorridere con malizia…
Questo tipo di rapporto andò avanti per un po’. Non accadeva mai nulla, ma le allusioni, le battutine, i massaggi, non facevano altro che accrescere la tensione erotica tra noi. Finchè una sera non uscii con un’amica e finimmo ubriache a ballare con due ragazzi, e io mi lasciai andare un po’ troppo. Il giorno seguente lo raccontai a lui, scherzando sull’effetto del Pampero e chiedendogli come mai non andasse mai a ballare e a sballare…
Di tutta risposta mi invitò per bere del vino a casa sua la sera seguente. Accettai, ormai con lui ero a mio agio, eravamo parecchio in confidenza.
L’atmosfera era molto carina. Il suo modo di essere sempre galante ed intellettuale mi piaceva particolarmente. Mi fece accomodare in giardino, su un lettino nel prato, a lume di candela, con una bottiglia di Brunello e due splendidi calici. Come al solito parlavamo di tutto, dalla letteratura alla musica, dalla politica ai viaggi, e un sorso dopo l’altro finimmo sdraiati l’uno accanto all’altra a guardare le stelle.
Mi sentivo tranquilla ed appagata, cinta dal suo braccio intorno al collo, sentivo il suo torace sollevarsi ad ogni respiro accanto a me. Ad un tratto senza motivo smettemmo di parlare e trattenemmo il fiato. Sentii l’affanno crescere e il viso mi si avvampò. Mi sentivo in imbarazzo per i pensieri che stavo facendo. Avevo spento il cervello ed ero concentrata a percepire ogni sensazione scatenata dalla pericolosa vicinanza tra i nostri corpi e dal troppo vino nel sangue… Lui mi strinse a se’ e su un fianco poggiai la testa sul suo petto e una gamba sulla sua, mentre iniziò ad accarezzarmi la schiena con una mano e i capelli con l’altra… Chiusi gli occhi e mi abbandonai tra quelle braccia così dolci e premurose, eppure così bollenti e piene di desiderio. I suoi movimenti si fecero più intensi ed iniziai ad accarezzarlo anche io… Passandogli la mano sul petto e sulla pancia, improvvisamente così sexy… Chinò il viso verso me ed iniziò a baciarmi sulla guancia, e poi, contorcendosi, sul collo e sul petto. Ed in un attimo ero sdraiata in balia della passione di un ragazzo che fino ad allora non avevo mai visto come niente più che un collega e un buon amico, nonostante il suo interesse. Non avevo la forza nè il coraggio di reagire, ero la sua preda e mi lasciavo toccare e baciare, senza fare nulla, forse per sentirmi meno coinvolta. Ma quando le sue labbra si appoggiavano sulla mia pelle avevo dei brividi assurdi, ed assecondavo ogni sua carezza con un’impercettibile pressione del mio corpo contro il suo.
La sua eccitazione premeva contro la mia coscia. E la mia pulsava tra le gambe nude sotto il vestitino di lino nero, che pian piano si sollevava a causa dei nostri movimenti sinuosi. Fremevamo entrambi, senza più dire una parola, per paura di rovinare quel momento.
Ad un tratto le sue labbra erano sulle mie, dischiuse e bagnate. Le nostre lingue si incontrarono timidamente mentre quasi perdevo i sensi per la voglia, per poi incrociarsi vorticosamente senza sosta. Mi afferrò una coscia con forza, sollevandomela e sistemandosi su di me, con il ginocchio tra le mie gambe, e la mano ancora là, sotto di me, che mentre ero distratta dai baci scorreva lentamente verso l’alto, sotto la gonna, fino a sfiorare la coulotte di pizzo aderente sul mio culo. Mi agitavo inspiegabilmente come un’adolescente. Il suo modo di fare era stranamente delicato ed ingenuo, ed eppure carico di un erotismo che mi stava bruciando tutta. L’agonia era insopportabile, avevo una voglia incontenibile di avere il suo sesso dentro me. Sfacciatamente gli slacciai la cinta e mi infilai nelle sue mutande prendendogli il pisello duro, lui trasalì ed ansimò violentemente, passandomi la mano sulla curva dei fianchi fino ad afferarmi un seno…
Lo accarezzavo delicatamente senza tirare fuori la punta, mente spingeva contro me. Adoravo tenerlo sulle spine, così gli accarezzavo i testicoli, poi la pancia, poi di nuovo l’asta del pene. Il suo modo di respirare e di toccarmi mi faceva stare male, non resistevo più. Sfuggii alla sua presa e montai su di lui iniziando a baciargli il collo con la bocca umida e morbida, scendendo giù pian piano mentre gli sbottonavo la camicia. Niente di più erotico che doversi conquistare centimetri di pelle calda da baciare mordere e leccare dovendo tirare fuori faticosamente i bottoni dalle asole…
Fino ad arrivare finalmente a destinazione… Tendendo quel bell’attrezzo storto nella mano iniziai a baciargli la punta e a roteare la lingua intorno al buchino, cercando di osservare l’espressione del suo viso nella penombra. Poi strinsi le labbra e me lo infilai tutto in bocca, scoprendo finalmente tutta la cappella caldissima e pulsante. Lui inarcò la schiena ed emise un gemito stupendo. Alternavo movimenti di lingua a tentativi di infilarmelo tutto fino in gola, continuando a scendere e salire, mentre mugolavo a quattro zampe come una gatta, col vestitino tutto alzato e il sedere a cuore al vento. La sua risposta sonora e i suoi movimenti, in risposta a ogni singola cosa che facevo su di lui, mi stuzzicavano a continuare ed osare sempre più. Ero ebbra di cazzo. Non avrei smesso per nulla al mondo. Con una mano mi stringeva un avambraccio, come se stesse per cadere da un precipizio e dovesse aggrapparsi a me… Vibrava tutto. Farlo godere mi faceva godere a mia volta.
Mi accorsi che stava per raggiungere l’orgasmo perchè il suo respiro si fece velocissimo e la sua presa sul mio braccio serratissima, così rallentai il ritmo e smisi di succhiare, accarezzandolo e baciandolo… Ci guardammo negli occhi per la prima volta da quando avevamo superato il limite, e ci sorridemmo. Tra noi c’era sempre stata una strana complicità, ed ora in quella situazione era palese che tale sintonia sconfinava nell’intesa sessuale. Ricominciavo ad aumentare il ritmo del mio gioco quando si alzò seduto e mi prese per i fianchi tirandomi a se’ per baciarmi. Non era solo sesso… Perdevo il controllo…
Mi spostò di peso ed invertì i ruoli, iniziando a massaggiarmi la mia gioiella e ad accarezzarmi l’interno coscia con tantissimi baci. Mi contorcevo per il piacere e per la voglia di avere di più. Mi sfilò le mutandine e con la sua bocca calda e carnosa iniziò a baciare e succhiare le mie labbra già gonfie e bagnatissime, infilando di tanto in tanto un poì di dito dentro me. Una dolce tortura che durò ben poco.
Lo attirai verso me e mi sfilai il vestito, ci spogliammo completamente e restammo immobili pelle sulla pelle come per assaporare quell’istante… Poi iniziammo a stringerci e ad avvilupparci l’uno all’altra. Quando entrò dentro me mi sembrò di esplodere. Era come aver raggiunto un traguardo. Senza pudore tiravo sù il bacino con gli addominali tutti in tensione, per andare incontro ai suoi movimenti. Non smettevamo un attimo di baciarci. Godevo come non facevo da tempo, ma ero rilassata, mi lasciavo andare con tanta naturalezza che mi stupivo di me stessa. Ansimavo e mi muovevo spudoratamente, e lui mi osservava e cercava di essere perfetto. E lo era. Ma il mio impeto di gatta bollente lo turbava troppo, e di tanto in tanto era costretto a fermarsi per qualche secondo, mentre io sorridevo maliziosa e soddisfatta, continuando a muovermi e a contrarre la vagina per metterlo in difficoltà.
Continuammo a muoverci così ancora per un po’, mentre io sollevavo le ginocchia contro le sue spalle, e lui spingeva più forte quasi fino a farmi male. Finchè non raggiunsi uno strano orgasmo, non era un picco di piacere ma un gradone. Continuai a godere ininterrottamente finchè non fu sfinito anche lui ed iniziò a chiamarmi per nome dicendomi di non farcela più, si muoveva spasmodicamente, così gli sfilai il pisello da dentro me e feci modo da tenerlo in mano tra la sua pancia e la mia, mentre lui era tutto appoggiato su di me, e venne in uno schizzo caldo e abbondante che mi arrivò fino al viso ed infine sgocciolò di lato lungo il mio fianco.
Sorridevo soddisfatta e lo accarezzavo mentre ci baciavamo come due innamorati…

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