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Racconti Erotici Etero

PILLOLE DI EROS

By 22 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La prima notte di nozze

Ringrazio di cuore la mia amica C., la vera autrice di molti di questi racconti

‘Tra poco ti prenderò in modo del tutto diverso’, sussurrò lui procurandole un brivido. Finito di cenare uscirono sulla loro veranda privata, dove lui la fece adagiare in una comoda sdraio e prese a sfiorarla con la punta delle dita, con carezze lievi come piume che le procuravano un languido rimescolamento. L’avevano già fatto quand’erano fidanzati, ma quella sera lei sapeva che non si sarebbe fermato, che non avrebbe più dovuto trattenere a forza lo spasmo che la bruciava. Le tolse di mano il calice di champagne e le baciò le dita a una a una, mordicchiandola piano. Le posò le labbra sul palmo, e lei avvertì il tepore della sua lingua.
Quando lui le mordicchiò il lobo dell’orecchio, lei si inarcò con sussulto. La risatina di lui le giunse sommossa e inebriante. ‘Lo sapevo’ Sei un’allieva così promettete, tesoro mio’ lo udì bisbigliare.
A poco a poco lui guidò al piacere il suo corpo arrendevole. Le insinuò una mano tra i capelli, avvicinò il viso a quello di lei e la esplorò delicatamente con le labbra dietro le orecchie, sulle tempie, in punti che lei non sapeva essere così sensibili, procurandole lunghi gemiti, in una sensazione nuova e fluttuante che le rese difficile il respiro. Quando infine lui le trovò la bocca, la sentì schiudere le labbra con l’avidità di un neonato affamato e la passione di una donna innamorata. Non più passiva, lei rispose ai suoi baci con trasporto. Lui si alzò e la sollevò tra le braccia, per riportarla nella loro alcova principesca.
La fece sdraiare sul tappeto di pelliccia e lasciò accesa solo una piccola lampada che li avvolse in una luce morbida e soffusa. Le sfilò i vestiti, sfiorandola con le labbra a mano a mano che la spogliava, e lei assecondò il lento fluire dei suoi movimenti. Si ritrovarono nudi tutti e due quasi senza accorgersene.
Si chinò ancora a cercarle le labbra in un bacio sensuale e provocante, facendo scivolare le mani dalle spalle al seno turgido. La fece sedere e la voltò in modo che la sua erezione calda e pulsante aderisse contro le natiche di lei, le mani chiuse a coppa intorno al suo seno. Lei sentì la sua bocca ansante risalire la spina dorsale, scendere e poi spingersi di nuovo fino alla nuca per affondarle i denti nella pelle. Si contorse sotto le dita di lui, che indugiavano sui suoi capezzoli inturgiditi fino a farglieli dolere, e di nuovo sentì fluttuare nel ventre un piacere sconosciuto.
Percepì appena l’umido fra le cosce, e subito le mani di lui dai fianchi scivolarono proprio là, quasi sapesse di trovarla pronta. Con carezze insinuanti, lui la spinse a dischiudere le cosce, prima di tastarla sotto il morbido intrico di peli. Lei sussultò con violenza, contraendosi, fino a quando lui la fece voltare e la strinse a lui.
Poi la baciò ancora, la fece allungare sulla schiena e lasciò la sua bocca per scivolare lungo la gola e sul seno, dove prese a succhiarle con foga un capezzolo inturgidito. Un violento spasimo di puro piacere la scosse, e si abbandonò gemendo tra le braccia forti di lui.
La indusse ad allargare di più le gambe e si chinò a stuzzicarle con le labbra le dita dei piedi, accarezzandogliele con la punta della lingua, succhiandogliele a una a una, e scariche di piacere le si irradiavano verso le cosce, facendola sobbalzare. Quando al termine del languido sentiero di baci lui affondò il suo viso nel soffice intrico di riccioli rossi, li sentì la sua lingua arrivare decisa al centro della sua femminilità.
Raggiunse immediatamente l’orgasmo, il corpo inarcato, la testa lasciata ricadere all’indietro, ma lui non si arrestò. La vece venire ancora e ancora in un abbandono selvaggio, afferrata al tappeto di pelliccia, con mugolii strozzati, con la lingua carezzevole, lasciva, guizzante, fino a lasciarla in un bagno di sudore.
Allora lui la raccolse tra le braccia e le riavviò i capelli arruffati, le baciò la fronte sudata e gli occhi chiusi, esausti.
‘Toccami’ le chiese in un soffio, ‘accarezzami’. Lei non aveva mai toccato il pene di un uomo prima, non sapeva che fosse così liscio, duro, delicato. ‘Si’piano”. La voce di lui era rauca. ‘Siii’così”. Mentre lo esplorava con dita esitanti, risalendo fino alla punta, lei sentì un grido sottile sgorgare dalle labbra di lui. Ruotò la mano e una sostanza tiepida a viscosa le calò sulle dita.
Con una altro dei suoi movimenti rapidi, lui le rialzò le gambe e le appoggiò sulle sue spalle. Lei ebbe una fuggevole visione del suo pene di nuovo eretto, prima di sentirlo premere dove già le aveva posato le dita e le labbra, e quando lo sentì entrare in lei provò un beato senso di pienezza. Ad un subitaneo orgasmo ne seguì un altro. Lei prese il conto delle volte in cui lui la condusse ad un appagamento totale, di un’intensità quasi dolorosa. Mente dalla gola le uscivano suoni aspri, che non riconosceva, gli allacciò le gambe alla vita e sollevò i fianchi, per permettergli affondi più potenti, contrasse i muscoli interni intorno a lui, sentendolo spingersi alla profondità estrema.
Come l’acqua che urta la chiglia, i corpi madidi di sudore sbattevano l’uno contro l’altro, in un vortice di erotismo sconvolgente e sconosciuto, che spinse lei ad artigliargli le natiche, frenetica e instancabile, con grida da belva ferita. A occhi sbarrati, appannati dal piacere, attese l’estasi finale. Percepì i respiri di lui più aspri e ravvicinati e, mentre lo abbracciava con slancio quasi disperato, un fiotto caldo e copioso la invase. In uno spasmo di estasi simile ad un’agonia, il suo grido fece eco a quello del marito.

Per commenti, critiche, suggerimenti per nuove storie scrivetemi a: prometheus796@gmail.com



Nel bagno del cinema

Ringrazio di cuore la mia amica C., la vera autrice di molti di questi racconti

Lei si avvicina e lo bacia. è calda, morbida, bella, profumata e desiderabile’
‘Che facciamo? Ci chiudiamo in bagno?’ Lei sorride. ‘No, rimaniamo qui.’ Poggia le mani indietro, si spinge sugli avambracci e quasi si arrampica sul lavandino, salendoci sopra. Poi allarga le gambe e lo avvicina. Mentre lui sta per baciarla vede uscire dalla tasca del suo giubbotto le sue mutandine. Se l’è già sfilate e questo lo eccita ancora di più. Una risata dalla sala arriva improvvisa proprio mentre lui si apre i pantaloni. Anche questo lo eccita. Poi eccolo in lei. Ridono insieme mentre la penetra. Poi lei, ad un tratto, fa un gemito e sospira mentre di là scoppiano a ridere. Lui poggia le mani sulle natiche di lei, quasi si aggrappa e si spinge dentro perché sia ancora più sua.
Di là ridono di nuovo. Anche lei. Anzi no, non ride, sorride. Poi sospira. Si appoggia al collo di lui e lo morde leggera. ‘Dai continua, non ti fermare” Lui continua lentamente, lei si muove sul lavandino. Le si scoprono le gambe, la gonna scivola di lato. La sua pelle sulla porcellana bianca e fredda del lavandino. Lei ha un fremito. Sposta le mani indietro, appoggia la testa allo specchio. Lui le tira le gambe più su, verso l’alto e la raggiunge ancora più dentro. Sospira. Sempre più forte. Sospira mentre la sente venire. Poi una risata grossa dalla sala. Il rumore della porta del bagno. Lui chiude gli occhi, riesce a malapena a sfilarsi e viene anche lui. Lei perde l’equilibrio, quasi scivola di lato dal lavandino. Per aggrapparsi si tiene ad un rubinetto e lo apre bagnandosi tutta la gonna di dietro. ‘Ah! E’ gelata!’ Ridono. Lui chiude al volo l’acqua. Subito dopo si chiude anche i pantaloni sistemandosi per quanto possibile. Lei si guarda allo specchio. Dietro è tutta bagnata. La tenda si muove e poi puff! Compare una signora. ‘Oh non riuscivo più ad uscirne, ‘sta tenda è di un pesante! E’ qui il bagno vero?’

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