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Racconti Erotici Etero

Pompino di Barbara

By 5 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

TOC, TOC!
Busso sul vetro del panificio per richiamare l’attenzione di Barbara.
Sono arrivato tardi! A momenti non riesco a prendere il pane e il latte e poi chi la sente mia moglie a casa!
Per fortuna però Barbara mi sente bussare e col suo solito sorriso stampato in faccia corre ad aprirmi la porta.
– Scusami Barbara, ho fatto tardi!
– Ciao! Non preoccuparti, ma poi te l’ho già detto diverse volte che se vi serve il pane ve lo porto a casa io, basta che mi fai un trillo, così eviti di fare le corse!
– Lo so, grazie, bisogna che mi segni il numero… lo so &egrave sullo scontrino… dovrei solo ricordarmelo…
Mi fa entrare e chiude la porta alle nostre spalle.
– Ti dispiace se poi usciamo dal retro?- Mi chiede facendo scattare nuovamente la serratura.
– Ma figurati! Piuttosto, non mi aspettavo di trovare te, non ho visto la tua macchina parcheggiata fuori…
– Il catorcio &egrave dal meccanico, oggi pomeriggio non ne voleva proprio sapere di partire…
– Bisognerà che la cambi!
– Si… il fatto &egrave che fin che dura volevo tenerla… – Mi risponde dirigendosi dietro al bancone. – Che ti do? – Mi chiede. – Non &egrave rimasto molto…
‘TE!’ Penso tra me e me… mi ha sempre fatto un certo effetto, sarà per la sua solarità sarà per quel suo visino sempre sorridente ma tante volte mi sono soffermato a pensare che &egrave proprio carina… anzi che mi stimola proprio!
Ritorno in me.
– Dammi due dei panini che ti sono rimasti… poi basta va bene così!
Idea!
– Ma scusa, come torni a casa? Sei a piedi?
– Si, si ma son dieci minuti!
– Ti porto io!
– Ma no, son dieci minuti, figurati! Poi passeggiare mi fa bene, tiene in forma!
– In forma? Ma se sei in splendida forma così! – E guardandola penso che &egrave proprio vero. – Poi &egrave buio e abitiamo praticamente attaccati!
– Va bene dai! Allora vorrà dire che il pane te lo offro io! – E così dicendo mi porge il sacchetto di carta bianco.
‘Oddio ho dimenticato il latte…’ Penso ma non oso chiederglielo altrimenti mi offre anche quello…
– Vieni, usciamo di qua. – Mi dice, indicandomi la porta che divide il negozio dalla sala dove vi sono i forni ed i vari macchinari.
Mi fa entrare nella stanzone, c’&egrave solo una luce accesa vicino alla porta d’uscita e nella penombra ha un che di angosciante… tutte le macchine spente… se non fosse per il profumo del pane sembrerebbero provenire da una scena tratta dal film Terminator.
Prima di seguirmi spegne la luce del negozio e poi si chiude la porta alle spalle.
Mi giro verso di lei proprio mentre si sta sfilando il grembiule facendolo passare sopra alla testa e il maglioncino le rimane per alcuni secondi arrotolato in vita scoprendo il ventre piatto.
Mi soffermo ad osservare la linea degli addominali che si intravedono sotto la pelle e un fortissimo desiderio di accarezzarla si fa strada dentro di me.
– Ehi? Ti sei incantato?
‘Cazzo! Se n’&egrave accorta!’ Penso con un po’ d’imbarazzo.
– …scusa… stavo guardando che sei veramente in forma!
– Dici? – Mi chiede lei alzando leggermente il maglione di cotone a mostrare ancora gli addominali.
– Dico si! Non hai un filo di pancia! Non sapevo avessi tempo di andare anche in palestra, ti si vedono gli addominali!
– E chi ce l’ha il tempo di andarci! Sono i bambini a tenermi in forma!
– Immagino siano un bell’impegno.
– Eh, si… ma danno anche tante soddisfazioni… solo che poi non ti rimane mai tempo per te, per le tue cose, loro occupano tutta la giornata.
– Ad ogni modo ti faccio veramente i complimenti!
– Ti ringrazio! E’ una vita che qualcuno non mi fa complimenti per il mio aspetto…
Nella sua voce noto una sfumatura di malinconia.
– Ma va la! Veramente stai proprio bene… anzi di più…
– Cosa intendi?
Nei suoi occhi mi pare di vedere una luce strana.
– Si insomma… ti ho sempre trovata molto carina…
– Carina? – Chiede lei avvicinandosi di un passo verso di me.
– Non era proprio quello che volevo dire…
– Ah, no? E cosa volevi dire?
Altro passo.
Mi sembra di poter sentire il suo profumo.
– …volevo dire che ti ho sempre trovata attraente…
– Attraente?
Altro passo, ormai &egrave davanti a me, potrei toccarla ma mi sento come bloccato.
– …molto attraente…
Si toglie gli occhiali, il suo sguardo &egrave invitante, la testa mi gira: &egrave molto bella senza quelle due lenti sul viso.
Vorrei dirglielo ma prima che possa aggiungere altro mi getta le braccia al collo ed inizia a baciarmi.
Sento le labbra premute forte contro le mie mentre con la lingua inizia delicatamente ad esplorare la mia bocca.
E’ un bacio appassionato ed in nostri corpi si stringono forte, ho voglia di lei e lei ha voglia di me, sembra che il nostro desiderio sia tangibile e solido.
Le nostre lingue si intrecciano e le labbra si succhiano.
Con difficoltà mi stacco da lei, la guardo, mi perdo in quegli occhi blu cielo…
– …ti voglio… – Riesco alla fine a farfugliare io.
– …non posso… – Mi risponde dopo alcuni istanti mentre la sua testa ruota poggiando sul mio mento.
– …ma… – Cerco di obiettare io.
Si stacca e con sguardo triste ma malizioso aggiunge: – Non posso… ho le mie cose… ma ho in mente altro per te!
Un sospiro di sollievo misto a tristezza mi pervade, ma &egrave solo un secondo perché prima che me ne renda conto mi spinge con le spalle contro il muro e riprende a baciarmi.
Quasi non riesco a respirare, le sue mani si muovono sul mio corpo cercando il mio sesso che intanto ha iniziato a svegliarsi dentro i pantaloni.
Anche io esploro il suo corpo e il desiderio di vederla senza quel maglione addosso &egrave incontenibile, le afferro il bordo inferiore ed inizio ad alzarlo scoprendo sempre più centimetri di pelle.
Lei si stacca da me e dopo aver poggiato gli occhiali sul bancone mi aiuta a sfilarlo sopra la testa.
I lunghi capelli le ricadono sulle spalle ed eccola li davanti a me in tutto il suo splendore.
La pelle bianca sembra seta, &egrave magra ma non troppo, i muscoli sono ben delineati ma non eccessivi, le braccia sottili e forti ed i seni piccoli e pieni incorniciati da un reggiseno bianco bordato di pizzo.
Per alcuni secondi rimango incantato a guardarla, poi l’attiro a me e cingendola tra le braccia inizio a baciarle il collo.
E’ profumata… o &egrave il suo odore che mi inebria? Non lo so ma in questo momento sento che non smetterei mai di baciare ogni centimetro del suo corpo.
Le passo la lingua sul collo, la bacio sotto al mento quando butta la testa all’indietro, la sua pelle &egrave fresca e delicata.
Mi afferra per la nuca costringendomi a staccarmi e riprende a baciarmi.
Le sua lingua si intreccia con la mia mentre le mani iniziano ad armeggiare con la mia cintura che con qualche fatica riesce a slacciare.
Infila una mano dentro ai jeans ed inizia a massaggiarmi il membro attraverso il tessuto dello slip, smette di baciarmi e mi mordicchia dolcemente il labbro inferiore.
– Cosa c’&egrave qui dentro? – Mi schernisce ridendo.
– Qualcosa per te…
– Ah si… da quanto tempo aspetti questo momento?
– Dalla prima volta che ti ho vista…
– Ma dai! Mi prendi in giro!
– No assolutamente! Fin da subito mi hai colpito… sei sempre sorridente… e mi sei sempre piaciuta un casino…
– Anche tu… mi sei sempre piaciuto…
Il fiato mi si fa corto sia per le sue parole sia perché inizia lentamente a masturbarmi.
– Fammi vedere che cosa c’&egrave qui dentro…
Con una rapida mossa fa uscire il mio pene già discretamente eretto.
– Ohhh ma che bella sorpresa che avevi per me… stai messo bene lo sai?
– Se lo dici tu… – Le sue osservazioni un po’ mi imbarazzano ma mi sento lusingato, non ho mai badato troppo alle dimensioni ma sentirsi dire così devo ammettere che &egrave gratificante.
– Si… e adesso voglio assaggiarlo!
Si inginocchia davanti a me, con una delicata mossa finisce di scappellarmi ed inizia a leccare.
Sento la punta della lingua muoversi sapientemente lungo il frenulo, ad ogni contatto scariche di piacere mi corrono lungo la spina dorsale, inizia a rotearla attorno alla cappella sempre più rossa e gonfia, prima lentamente, poi più veloce.
– …ahhh….si…..
Alza lo sguardo e sul suo viso si dipinge un’espressione veramente oscena.
– …cazzo…mi fai morire…
– Ho appena iniziato…
– Appunto mi farai mori….
Non riesco a finire la frase che la sua bocca cince la mia cappella in un morbido bacio che mi mozza il fiato.
La succhia forte come una bambina col gelato tanto desiderato, senza farlo uscire sento la lingua che riprende a roteare attorno alla cappella pulsante.
– …..siiiii…. così…. non ti fermare….
Lentamente inizia a muoversi avanti e indietro lungo il mio uccello ormai duro come il marmo senza mai smettere di muovere la lingua.
Sento le labbra che mi cingono il membro mentre con una mano cerca di accarezzarmi i testicoli ma non ci riesce, i vestiti le impediscono i movimenti, allora afferro slip e pantaloni e in men che non si dica li abbasso alle caviglie lasciandola così libera di operare.
L’immagine del mio uccello tra le sue labbra sottili &egrave meravigliosa, diverse volte ho fantasticato cercando di ricreare nella mia mente quella scena e adesso non mi sembra possibile che stia accadendo realmente.
Si muove sempre più forte e rivoli di saliva le colano dai lati della bocca lungo il mento ogni volta che lo fa uscire prima di accoglierlo nuovamente dentro fin quasi in gola.
Tenendola per la nuca comincio ad assecondarla nei movimenti, lentamente, dolcemente.
Con una mano mi regge alla base mentre con l’altra mi accarezza delicatamente i testicoli.
La sua bocca &egrave calda e delicata ed io mi lascio trasportare dalle sensazioni che quel meraviglioso pompino mi regalano abbandonandomi alle sue cure mentre appoggio la schiena al muro.
E ci sa fare, cazzo se ci sa fare.
Non sembra una mangiatrice di uomini, anzi tutt’altro ma i suoi movimenti suonano le corde del mio piacere come un’esperta musicista fa col proprio strumento.
Lecca e succhia ed accarezza i punti giusti nei momenti giusti, &egrave dolce e decisa allo stesso tempo, delicata e vogliosa come se fosse lei stessa a godere di quel contatto, forse &egrave proprio così perché mi accorgo che ha iniziato a mugolare come un animale in calore.
Apro gli occhi e la guardo proprio quando il suo sguardo cerca il mio.
Oddio! Che stupendi occhi da cerbiatta! E’ fantastica!
Le carezzo le spalle ed il collo, cerco di infilarmi inutilmente dentro al suo reggiseno e allora mi sposto ad accarezzarle le braccia. Sento i muscoli tesi per lo sforzo sotto alla pelle fresca e liscia. Oddio, la visione delle vene appena accennate all’altezza dei bicipiti &egrave troppo eccitante. Sento l’orgasmo montare dentro di me.
Lei se ne rende conto ed inizia a pomparmi sempre più forte. Succhia con foga mentre la lingua rotea impazzita attorno alla mia cappella pronta ad esplodere.
– Si che mi fai impazzire!!
– ….siiii… schizzami tutta…. voglio sentire il tuo sperma sul mio viso… – Mi dice posizionandosi meglio tra le mie gambe.
Mi afferro saldamente il cazzo mentre lei mi carezza i testicoli ed inizio a segarmi velocemente.
Sento l’orgasmo farsi strada dal mio basso ventre, voglio schizzarla ben bene e appena percepisco il piacere pronto ad esplodere inizio a stringere sempre più forte. I coglioni mi fanno male, la visione della sua bocca spalancata pronta ad accogliere il mio seme e terribilmente eccitante e quando vedo la lingua uscire per cercare di leccarmi ancora non riesco più a trattenermi.
– VENGOOO!!!
Un primo potente getto esce quasi dolorosamente e la oltrepassa finendo sul pavimento alle sue spalle colpendola solo parzialmente sulla fronte e sui capelli, ma il secondo fiotto la centra in pieno viso lasciando una bianca linea netta che va dal naso alla fronte passando vicino all’occhio sinistro.
Mi sposto leggermente in modo da dedicare le mie cure anche all’altra guancia e subito un terzo getto la colpisce finendole questa volta anche su un occhio.
Poi altri si susseguono velocemente ricoprendole abbondantemente il viso e sporcandole qua e la anche i capelli.
Una buona quantità le finisce in bocca e sulla lingua, rivoli le colano lungo il mento e gocciolano sul suo seno ancora fasciato da quel reggiseno bianco che avrei voluto strapparle poco prima e noto che alcune gocce hanno lasciato tracce umide sulle coppe bianche.
– …..oh…. oh….. – continuo a gemere mentre le ultime gocce escono dalla cappella finendole in bocca o sul mento.
La vedo muovere la lingua e giocare con il mio sperma, poi la chiude, deglutisce e la riapre mostrandomela ora completamente vuota.
‘Cazzo… &egrave fantastica…’ Penso mentre il desiderio di possederla li in questo momento si fa strada dentro di me.
Ma so che non &egrave possibile. Non ora almeno.
L’aiuto a rialzarsi, le gambe mi tremano e devo appoggiarmi alla parete dietro di me.
Con passo incerto si dirige verso un rotolo di carta bianco posizionato sul bancone a poca distanza da noi, lo srotola e ne prede una buona porzione con cui inizia pulirsi il viso, il mento e il seno. Getta la carta in un cestino, ne prende ancora alcuni strappi e si avvicina per poi iniziare a pulirmi, ma prima che lo possa fare l’attiro a me ed inizio a baciarla ardentemente per quel regalo che mi ha appena fatto.
La stringo forte per diverso tempo e lei si abbandona tra le mie braccia, ma poi ci dobbiamo staccare e rivestire altrimenti qualcuno potrebbe insospettirsi, non sono trascorsi troppi minuti ma in fin dei conti forse &egrave meglio non tentare troppo la fortuna.
Rapidamente mi ripulisco e mi rivesto, getto la carta nel cestino dove poco prima anche lei ha gettato il suo e la seguo in bagno dove &egrave andata per cercare di ripulirsi i capelli.
Mi vede nello specchio e mi sorride.
Prendo alcune salviette e l’aiuto a ripulirsi il meglio possibile, dopo poco &egrave di nuovo presentabile, o almeno lo spero.
Usciamo e lei finisce di rivestirsi, prende il giacchino appeso vicino alla porta, spegne le luci e prima di farmi uscire mi bacia un’altra volta appassionatamente.
Si stacca, la guardo, nei suoi occhi non c’&egrave più la passione di prima, c’&egrave qualcosa di diverso… non oso definirlo… ma &egrave qualcosa che mi fa sciogliere il cuore. Si rimette gli occhiali e mi fa cenno di uscire.
Vado alla macchina col sacchetto di carta bianco in mano, accendo il motore e poco dopo sale anche lei.
Mi dirigo verso casa, c’&egrave silenzio, ma &egrave tremendamente pieno di significati… e non pesa, anzi sembra cullarci per quei pochi minuti che ci separano dalle nostre abitazioni.
Freccia, svolto a destra quando lei mi chiede di fermarmi li.
– Ma manca poco perché mi fai fermare qui?
– Perché non voglio che mi vedano scendere dalla tua macchina e così ho la scusa buona per il ritardo.
– …ok… – Acconsento anche se riluttante perché devo rinunciare alla sua presenza accanto a me anche se solo per pochi minuti ancora.
Accosto e mi fermo.
– Dammi il tuo numero. – Mi dice, più che una domanda &egrave un ordine.
Il cuore mi si ferma un attimo nel petto.
Come un automa glielo detto mentre lei prende nota sul telefonino.
– Ciao!
Mi saluta e mi da un ultimo delicato bacio quasi solo sfiorandomi le labbra, la osservo scendere dalla macchina e incamminarsi davanti e me verso casa.
Esco dallo stato di trance nel quale sembra che sia caduto, accendo il motore e parto, solo un cenno di mano quando le passo di fianco e poi la vedo sparire nello specchietto.
Arrivo al parcheggio sotto casa, la mente &egrave un turbinio di emozioni, non scendo, non posso salire in casa mentre il mio io &egrave ancora completamente stravolto da quello che &egrave appena successo, inoltre la voglio vedere ancora, ancora una volta.
Eccola che arriva, sembra cercare con lo sguardo la mia macchina nel parcheggio, la vede, non sembra notare me ancora seduto.
Tira fuori le chiavi ed apre il cancelletto.
Adesso &egrave davanti al portoncino, entra, accende le luci e dopo pochi secondi sparisce su per le scale tornando alla propria vita di sempre.
Anch’io devo decidermi a scendere, so che non finisce qui. Sento che questo &egrave stato solo l’inizio di un qualcosa di speciale.
Ho paura.
Ma forse ho più paura che possa non ripetersi.
Con questi pensieri esco finalmente dall’auto.
Una rapida occhiata alla sua finestra e poi mi dirigo a passo spedito verso il portoncino del mio condominio.

Per consigli, commenti o quant’altro potete scrivermi a grigio_verdi@yahoo.com

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