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Racconti Erotici Etero

Prenderti

By 6 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ una luce arancione quella che filtra dalle persiane e gioca con i nostri corpi nudi, tagliandoli, vestendoli di carnevale.

‘Voglio fare con te
quello che la primavera fa con i ciliegi’

E’ tutto il giorno che mi balena in testa questo capolavoro dell’espressione umana.
Neruda mi toglie il fiato.
Anche tu.
Sei bella, distesa nuda e morbida giaci a pancia in giù guardandomi.
Che bello il tuo culo!
Abbiamo fatto l’amore abbiamo scopato come animali selvaggi ma non siamo ancora riusciti ad appagarci, forse nessun uomo riesce davvero ad appagare una donna quando ne ha voglia, puoi sopirlo per un poco quel desiderio, ma dentro il fuoco resta.
Solo uno stolto può pensare di mettere fine a quel vulcano, uno stolto oppure uno che non abbia mai scopato davvero.
Oppure triste cosa, uno che non sappia accendere e mantenere accesa la passione.
Triste cosa.

‘Voglio fare con te
quello che la primavera fa con i ciliegi’

Gioco con i tuoi capelli, li arrotolo tra le mie dita.
Sono incredibili, trucioli di carbone dolce, ambrosia, miele di erba medica, manna dal cielo.
Passo le dita sulla tua schiena, la disegno cerco i punti che ti mettono i brividi poi li lecco ci soffio sopra.
Amo torturare la tua pelle e lei mi ricompensa increspandosi, anche i tuoi gemiti mi ricompensano.
Sono una moneta più preziosa dell’oro.
La tua pelle profuma, il tuo corpo profuma ed anche il tuo sesso profuma, profuma di noi, profuma dei nostri amplessi, profuma del mio seme che esce da te e si insinua tra le tue cosce.
Affondo il viso tra le tue natiche, ti mordo ti lecco, mi e ti accarezzo con le guance.
Sei fantastica.
Il mio uccello, la mia carne dorme ancora ma la mia anima &egrave sempre calda di te, i tuoi occhi sono pozzi neri nei quali precipito impotente.
Mordo i tuoi fianchi, ancora brividi ancora gemiti e poi scendo arrivo alle tue cosce e poi giù dietro i ginocchi ed i polpacci.
Il tendine d’Achille la pianta del piede’
Risalgo e finalmente affogo il viso e la bocca in te, fradicia di te e di noi, fradicia di quello che &egrave stato.

‘Voglio fare con te
quello che la primavera fa con i ciliegi’

Lecco succhio continuo a respirare la tua carne intanto guardo il tuo viso le sue smorfie di piacere assoluto, ti penetro con la lingua: &egrave una fiamma che ti brucia ma non ti consuma.
Rovo sempiterno e ardente.
Farnetico pensieri, ho la mente in paradiso.
La tua bocca aperta disegna un cerchio, i tuoi denti riflettono la poca luce e sono umidi del tuo piacere, muovi la lingua mordi le labbra.
E gemi.
Le tue cosce si chiudono e stringono il mio capo, mi chiudono le orecchie ed ora il tuo orgasmo &egrave un film muto, sei scossa da brividi forti, hai due dita che entrano ed escono dal tuo buchetto più stretto e spingi il tuo bacino contro il mio viso, cerchi la mia lingua, ti inarchi.
Stai fiorendo tesoro vedo tante cose belle nei tuoi occhi, inebriato di te, io ora, non solo nella mente.
Ho voglia, ho voglia del tuo corpo, ho voglia di prenderti ho voglia di farti mia perché il tuo sesso non mi basta, non può bastarmi, voglio entrare in te riempirti di me.
Ti giro, sei alla pecorina ora ti salgo sopra mi chino avvicino la mia cappella al tuo buchetto.
Impunto, aspetto, ti irrigidisci.
E’grande e fa un po’ male.
Capisco che posso andare oltre, ancora un poco, poi mi fermo.
Attendo paziente e comincio a muovermi, hai una nocca della mano in bocca, la serri con i denti &egrave lucida di saliva, l’espressione del viso tirata.
Entro ancora, sono quasi in fondo.
Abbracci il mio sesso con il tuo calore, &egrave una sensazione indescrivibile, tremo vistosamente, la luce &egrave fioca adesso il giorno sta morendo con noi, mi muovo avanti ed indietro, respiri forte con una mano cerchi il tuo sesso, non sei ancora paga e sapere della mia eccitazione ti eccita all’inverosimile.
Eccitare &egrave eccitante, il sesso ci fa brillare di luce riflessa.
Ora sei completamente dilatata, posso colpirti forte, i nostri corpi si incontrano e sbattono violentemente, mi ancoro ai tuoi morbidi fianchi per fare ancora più forte e spingo, spingo ancora senza sosta senza pace senza pensiero alcuno.
La voglia &egrave entrata con le sue dita umide dentro la mia anima ed ora la stringe e l’accarezza come fosse sua.
E’ un dolce uragano, che mi scuote il cuore che ti scompiglia i capelli che si sollevano come onde ad ogni mio colpo.
Li afferro ora i tuoi capelli di Medusa, li avvolgo nella mano e li tiro, come briglie, tu pieghi accondiscendente la testa indietro gemi ancora, ti mordo piano le guance, il mento, respiro dentro il tuo orecchio la mia voglia di te.
Esplodo finalmente, mi irrigidisco e tutto il mondo perde i contorni i suoni e gli odori, muoio e rinasco.
In te.
Sei la mia rosa rotonda, la mia costellazione fissa.
Amarti &egrave amarci.
Abbracciati, il tuo seno premuto contro il mio petto, abbiamo gli occhi stanchi e l’anima giovane.
Respiro ancora i tuoi capelli, edera benigna che avvolge il mio cuore.
Respiro te.
Poi,
come un vecchio,
sereno,
chiudo gli occhi.

Edo

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