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Racconti Erotici Etero

prendimi

By 2 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero sulla mia barca e aspettavo il mio amore.
Già il mio amore: una parola che credevo non avrei più detto e invece eccomi lì come un ragazzino ad aspettare quella ragazza, che mi aveva fatto ritrovare quei sentimenti stupendi.
Era riuscita a fare breccia con il suo sorriso, la sua voglia di vivere e la sua gioventù.
Rita ha 24 anni, bionda, capelli lunghi sparsi sulla schiena, classici occhi azzurri che quasi sempre hanno le bionde, alta 1,71 e gran fisico.
Lo so, nei racconti sono tutte belle, forse perché ognuno di noi vede il proprio amore o i propri desideri, ma Rita era davvero esplosiva.
Un seno prorompente, quasi una quarta, una pelle abbronzata dal sole, celava un sedere che al solo vederlo, mi faceva letteralmente fantasticare su quello che sarebbe stato averlo.
Dopo tanti incontri e scambi di idee e altro, le avevo chiesto se voleva venire sulla mia barca a fare una cena .
La sua risposta sicura ‘ Si’ alla mia richiesta mi risuonava dentro.
I preparativi furono dettati dalla mia contentezza e dalla mia agitazione.
D’altronde vi erano venti anni di differenza tra me e lei, &egrave vero che io sono una persona di successo e che frequento un mondo dorato, dove molti vorrebbero vivere, ma io in quel momento pensavo solo a lei e a come farla stare bene.
Quando salì, potei ammirarla nel suo vestito a tubo nero, ebbi subito una eccitazione, causata dalla mia fantasia che già aveva prevaricato la realtà, andando a godere di quel corpo per me ancora sconosciuto.
Rita come sempre era deliziosa, sorrideva e scherzava maliziosamente con me, mi chiedeva quante donne fossero passate da quella barca e, io maliziosamente le dicevo la verità ridendo.
Tutti e due sapevamo che il nostro gioco era un preludio al nostro atto d’amore che più tardi ci avrebbe presi.
La cena scivolava via veloce, i nostri discorsi diventavano sempre più sensuali, l’ottimo vino bianco scelto (Greco di tufo)faceva da contorno a quella cena a base di pesce.
La cena fu servita da un cameriere preso apposta per dare importanza all’incontro.
Ricordo che mentre il cameriere serviva, io per la prima volta le sfiorai le caviglie col mio piede ormai libero dalle scarpe.
Lei a quel contatto mi guardò diritto negli occhi e spinse la sua gamba per avere un contatto più deciso.
Era il segnale delle prime schermaglie sessuali.
La mia mano prese la sua e cominciai a dirle tutte le frasi più sdolcinate e romantiche che sentivo in quel momento.
Adesso Rita non rideva più, mi ascoltava e valutava quello che le dicevo, avevo notato che aveva la pelle d’oca, ma non avevo il coraggio di chiedere se era il fresco della sera o quello che le avevo detto, unito al tocco che furtivamente ci scambiavamo.
Finito il dessert,f eci un cenno al cameriere, pregandolo di defilarsi,
Appena soli ma alzai e andai alla sua sedia e le posi le mani sulle spalle cominciando a massaggiarle, il mio tocco su quella pelle dorata era leggero e esperto, non avevo fretta, sapevo che dovevo solo aspettare il momento giusto di quella splendida serata per assaporare tutto di lei.
Quando lei emettendo dei leggeri gemiti di piacere, appoggiò le sue mani sopra le mie spingendo la testa leggermente all’indietro, capii che era giunto il momento tanto desiderato.
La baciai continuando a massaggiarla, la sua bocca calda, le sue labbra vellutate come un petalo di rosa, il suo profumi sulla mia lingua.
Sentivo il suo sapore, per la prima volta giocavo con la sua lingua, mentre le mie mani scendevano a cercare i suoi seni.
I capezzoli già duri facevano da contorno a un seno ben fatto e sodo.
Le mie mani si riempivano di lei, la presi in braccio e la portai sul mio letto ricoperto di lenzuola nera di raso e, dolcemente prima di farla stendere, le tolsi il vestito.
Sotto portava solo un piccolo bikini nero.
Guardavo il suo corpo così pieno e perfetto, il contrasto della sua pelle sulle lenzuola era bellissimo.
Una leggera luce soffusa ci permetteva di seguire i nostri corpi.
Era stesa con le gambe socchiuse e le mani tese verso di me, sentivo la sua voce che mi diceva;
‘Ti voglio…prendimi’
Il mio desiderio avrebbe voluto che le saltassi addosso e cominciassi a prenderla come un toro infoiato, ma io non volevo bruciare quell’incontro per la fretta di averla, volevo che lei si ricordasse per sempre di quella notte ricoperta di stelle .
Presi la bottiglia di champagne e lo versai addosso al suo corpo disteso.
Il brivido che la percorse fu leggermente inferiore alla mia lingua che cominciava a leccarla.
Le sue orecchie, poi, il suo collo, un bacio caldo e piano scendevo a cercare i suoi seni, dove mi persi per diversi minuti, i suoi sospiri che crescevano erano il segnale che quello che stavo facendo, era quello che lei sperava.
Le mie mani sfioravano il suo corpo per poi scesero a sentire quanto fossero dure le sue natiche.
La lingua era adesso sul suo ombelico e ci giocava, sentivo il tremore del suo corpo sotto l’assalto delle mie mani e della mia bocca.
Cominciai a giocare con i suoi slip, la mia lingua si infilava sotto l’elastico e faceva il verso di entrare, poi, invece la lasciavo scorrere sui bordi fino ad arrivare tra l’elastico in mezzo alle sue gambe, sentivo il lato estremo delle sue labbra vaginali e mordicchiando la stoffa con i denti, la alzavo quanto bastava per farle sentire cosa l’aspettava da lì a breve.
Lasciai le mani dai suoi glutei e andai sullo slip e piano lo feci scivolare, lei, istintivamente alzò le gambe per agevolarmi e finalmente era nuda come Dio l’aveva fatta.
Guardai il suo pube, adesso libero da tutto e apprezzai la cura dei suoi peli, si vedeva che usava una macchinetta per tenerli ben allineati, solo una piccola riga nera che partiva da sotto l’ombelicoe arrivava all’altezza del suo piccolo fiore.
Subito mi immersi in quell’ anfranto tanto agognato, il suo sapore era gradevole e i suoi umori erano notevoli, come i suoi gemiti.
Per la prima volta mentre entravo in lei, la sentii godere, un gemto lungo accompagnato dal suo bacino che si spingeva verso la mia bocca, obbligandomi a starle dentro al massimo.
Le sue mani erano sulla mie testa e mi spingevano dandomi il ritmo.
Fù un momento passionale di altissimo livello, io continuavo a succhiarle tutto e il suo clitoride, adesso, era un bottone di carne rossastro e caldissimo, la sentivo gemere e cercare di fermarmi con i muscoli vaginali, i suoi ‘
No’ si confondevano con i suoi ‘Si’.
Per la prima volta da quando era stesa sul letto ,sentivo le sue mani cercare il mio membro: spogliarmi dei miei vestiti e accarezzarlo, io non volevo uscire da lei, allora mi misi in modo che anche lei potesse darmi il piacere, cominciò a darmi delle senzazioni stupende, la sua bocca calda mi avvolgeva come da sempre speravo, sentivo la sua poca esperienza riversarsi sul mio membro e cercare di farlo felice.
Adesso stavamo facendo un sessantanove di ottima qualità, sentivo le sue labbra scendere sino al contatto con i miei peli e la sentivo risalire.
Cominciavo a perdermi in quella fellatio e sentivo il sangue aumentare sulle mie vene, le diedi un battito sul sedere per farle capire che ero vicinissimo, lei si fermò un attimo, poi, decise e la sentii stringermi il membro come a volerlo conoscere al massimo.
Chiusi gli occhi e mi lascia andare in quelle labbra setose, esplosi in lei come il mare in tempesta sulle scogliere e continuai a infrangermi in lei fino a che non tornò la quiete dei sensi, piano mi rilassai e cominciai ad accarezzarla, con quelle carezze tipiche dell’appagamento.
Restammo cinque minuti a guardarci estasiati e parlammo di noi, poi, l’effetto delle carezze sulle parti intime cominciarono a risvegliare i nostri desideri e allora io mi misi tra le sue gambe e cominciai a toccare il suo pelo con il mio membro.
Come attirato dalle sirene,mi immersi dentro di lei e conobbi la sua calda carne che facilmente si apriva al mio passare.
Cominciammo una danza dei corpi, guardavo i suoi seni ballare sotto le mie spinte e il suo bacino che frenetico si alzava per accogliermi tutto.
Poi, scesi a baciarla e a toccarla, con le mani mi tenevo alto per non pesarle sul corpo, solo il mio membro aveva libertà di movimenti, agevolato dalle sue gambe aperte al massimo delle possibilità.
Ancora una volta la sentivo venire e godevo di quel momento.
Il mio ritmo lento era tutto un piacere, la passione che davo quando deciso le davo stoccate. era il sublime oltre la realtà, così quando all’apice del mio piacere mi disse di nuovo ;
‘Prendimi, vienimi dentro’
Io mi abbandonai al mio secondo orgasmo e l’unica differenza dal primo, fu solo nell’intensità del mio sperma che piano si insinuava in lei.
Le nostra grida di piacere, si confusero, mi sentivo spossato e soddisfatto ma non mi sentivo ancora appagato, volevo averla ancora e glie lo dissi.
Erano diverse ore che eravamo lì ma l’alba era ancora distante a venire, le stelle erano ancora ben visibili dalla mia barca, presi dell’olio e cominciai a spargerlo sulla sua pelle, i miei massaggi erano sempre più sinuosi, la feci girare e le spalmai l’olio sulla schiene e poi, scesi tra le sue curve stupende, arrivando tra le sue natiche e esplorando il suo piccolissimo fiore, mi intrufolai lubrificandola.
Da sempre desideravo possederla come io amo e quando lei emettendo un gemito si posizionò alzando leggermente il sedere, io mi sentii un nuovo brivido passarmi il corpo e la reazione del mio membro fu subito chiara.
Appoggiai la mia cappella al suo stretto sedere e, mentre lei si allargava le natiche per facilitarmi l’entrata, piano mi spinsi in lei.
La resistenza naturale del suo stretto orefizio, fu agevolato dall’olio e dalla mia voglia .
I suoi gemiti alle mie spinte erano una crescita costante della mia passione.
Sentivo il suo sedere abituarsi all’intrusione e cominciavo a sentire la reazione del suo corpo prima rigido.
Quando venni dentro di lei, fui travolto dal piacere e glie lo urlai.
Dopo quella notte ci siamo rivisti tante altre volte e la passione &egrave ancora come allor…

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