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Racconti Erotici Etero

Prima di uscire a cena.

By 4 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono seduto in poltrona, al cellulare, con la mia agenda sul bracciolo della poltrona sto scrivendo delle cose.
Ieri sera, al telefono siamo rimasti che stasera saresti venuta a casa mia per poi andare da qualche parte, a cena. Tu verrai dopo il lavoro, il tempo di uscire e di arrivare a casa mia. Ci vorrà si è no al massimo un’ora.

Mancano 10 minuti alle 19 e il tram ti lascia a pochi passi dal mio palazzo. Una signora sta uscendo e ti lascia entrare, non hai bisogno di citofonare. La strada per la mia scala la conosci. Cammini tranquilla. Driiiiin.

Ti aspettavo per le 19, non prima. Sono al telefono con un cliente, sto prendendo un appuntamento: “E’ aperto!” dico ad alta voce.
Sono rientrato da poco, non ho chiuso la porta, così riprendo a parlare al telefono, guardando verso il corridoio da cui dovresti sbucare. Giri la maniglia ed entri sorridendo, ti addentro in casa, la porta dà sul corridoio, quello del nostro primo appuntamento, della nostra prima ‘volta’. Giri a sinistra, e dopo due passi mi vedi, e io vedo te. Ti sorrido, facendo cenno al telefono: “Finisco subito” cerco di sussurrare, prima di riprendere a parlare e finendo di scrivere sull’agenda. Ho dei pantaloni scuri, mocassini neri, camicia.
Tu sorridi e mi saluti dicendomi sottovoce di non preoccuparmi, nessun problema.
Intanto posi la piccola valigia contenente le tue cose per la notte e per il giorno dopo e la metti in camera di la poi torni in sala. Osservo ciò che fai e ti sorrido.

Hai una gonna plissettata al ginocchio, nera come le decollète classiche lucide, punta chiusa. Un tacco alto immagino 10-12, sottile, senza plateau. Le guardo, mentre rientri in sala
e risalgo lungo le gambe belle, nude, liscie. Sopra hai una camicetta bianca, leggermente sbottonata. Il trucco è leggero, come piace a me. Un po’ di mascara e un rossetto bello rosso. Oggi hai uno smalto chiaro, sia mani che piedi.

Ritorni in sala, poggi la tua borsa su una sedia e ammicchi, mentre sto terminando la telefonata.
Apro il frigo e bevi dell’acqua poi una volta finito poggi il bicchiere nel lavello…mentre sento il dolce suono dei tacchi sul pavimento.
Ti guardo tornare, mentre faccio cenno che mi sta annoiando quella telefonata. Tu ridi e vieni verso il divano, sedendoti sopra, con un ginocchio e col busto verso me, una mano sullo schienale.
Ti guardo, sorrido…”Sei bellissima”, sussurro con le labbra.
Tu, sempre sorridendo sussurri “Grazie'”.
Ti sfioro una gamba con una mano mentre continuo a parlare. Mi carezzi la testa, aspettando che finisca.

Io: “Sì, va bene, grazie…a domani…”. Chiudo finalmente la telefonata.”Scusami…ciao…”, ti dico.
Tu: ‘Ciao…nessun problema, figurati’ (e sorridendo ti avvicino e mi bacio sullelabbra). Rispondo al tuo bacio con un bacio sfiorato mentre le mani sfiorano i fianchi e tu sorridi sulle mie labbra appena baciate
Io:”Guarda è stata una giornata tutta così, una telefonata dietro l’altra. Non vedevo l’ora che arrivassi, e ora che c’eri non riuscivo a parlarti…un disastro!”
Tu: ‘Beh dai, adesso è finito e io sono qui finalmente con te…’ e continui: ‘Per fortuna è venerdì, non vedevo l’ora arrivasse questo fine di giornata, uuuhh!’
Io: “Abbiamo anche un po’ di tempo per rilassarci, ho prenotato tra un’ora e mezza ed è abbastanza vicino”
Tu:’ Ah si? beh, meglio così allora, riesco anche a rinfrescarmi un attimo eheheh’
Io: “Non mi sembra che tu ne abbia bisogno, sei uno schianto come sempre…”
Tu: ‘Mmm adulatore’, e così dicendo mi stampi un bacio sulle labbra e io ti sfioro di nuovo i fianchi, sentendo la tua forma sotto la gonna.
Mentre continuiamo a chiacchierare la mia mano scorre e sotto la stoffa non sento altra stoffa e ti sorrido. Ti accorgi del mio sguardo e ridi.

Io: “‘E quindi forse dovrò andare a fuori città la prossima settimana.”.
La mano scivola sotto la gonna. Parliamo mentre continuo a carezzarti sopra la gonna, che tiene le gambe scoperte solo dal ginocchio in giù. Sfioro le tue cosce piano e poi la curiosità, mentre parliamo, porta la mia mano a salire lungo la coscia fino a sentire la natica nuda mentre continui a parlare come nulla fosse.

Sorrido e interrompendo la frase sussurro: “Esci così stasera?’
Tu: ‘Uhmm pensavo di si, dici che non è il caso?’, e ammicchi.
Io: “No figurati, ci mancherebbe, anzi sarò solo eccitatissimo per tutta la cena…”.
Tu: ‘Allora penso che resterò così, eheheh’
E riprendiamo i discorsi, rilassandoci stando assieme; io tengo la mano sul tuo sedere, accarezzo, ti ascolto, rispondo, allargo un poco le gambe, sentendo l’effetto che mi fai.

Io: “Sì, la città dove andrò è bellissima però sei più bella tu e tu devi restare qui.”
Tu: “Ma a me mi trovi anche quando torni e poi manco ti accorgi se te ne vai in giro per la città, con tutto quello che c’è da vedere… “, e detta questa frase, grazie anche alla mano sul tuo sedere liscio e nudo, ti alzi dal divano, prendendo uno dei cuscini grandi che c’è sopra e lo metti per terra, davanti a me e ti ci siedo sopra su un fianco.
Io: “Ma se sarò chiuso in uno studio tutto il giorno…”
Tu: “Ma ci sarà del tempo libero, no? Mica fai un lavoro da ufficio di otto ore piene?”.

Parlando seduta a terra sul cuscino, con una mano cominci a slacciare i bottoni del pantalone.

Io: “Mah, devo seguire un lavoro, anche più di otto ore in realtà tra preparazione’, faccio una pausa guardando quello che fai, ‘Magari avrò tempo alla sera…”.
Tu: “Uhmmm lamentone, con un lavoro bello come il tuo io non mi lamenterei, anche a me piacerebbe non stare chiusa in un ufficio per otto ore…che noia tra lavoro, colleghe isteriche, scadenze…ufff'”.

Dopo questa frase ti sei ritrovata col mio cazzo in mano e lo seghi lentamente.

Io: “Vabbeh, ma oggi come è andata? ancora problemi con le tue colleghe?”
Tu: ‘Mica con tutte…ricordi questo pomeriggio intorno alle 5 mentre parlavamo che poi sono sparita? Mi ha fatto perdere un casino quella scema della Grazia con le sue domande e i suoi documenti da preparare”
Io: “Sì, certo..”.
Intanto ormai il mio cazzo è di marmo tra le tue dita.
“Però lo sai che le devi dare retta”.
Tu: ‘Che palle, poi ci si mette anche la responsabile con le sue uscite su quanto bisogna essere professionali, che stiamo crescendo ecc’.
Appena finita la frase osservi il mio cazzo quasi duro nella tua mano e, tirando la pelle verso il basso dai un bacio sulla cappella.

Io: “E anche la responsabile la devi ascoltare, pure se non ti va…”, e ti osservo.
Tu: “Ma si, non è lei che mi fa arrabbiare…poi ci sono quelle due zitelle di cui ti ho parlato che stanno sempre dietro a uno dell’ufficio spedizioni e stanno a punzecchiarsi tutto il giorno, una contro l’altra e io quelli del mio ufficio ce la ridiamo sempre ah ah ah”.

Il mio cazzo adesso e quasi del tutto duro e prendi a dare dei bacetti lungo la parte dell’asta lasciata scoperta dalla mano.

Io: “Lo sai che è anche per me è così, che con alcuni miei vecchi colleghi si finisce sempre a discutere, a farsi ammorbare…Credo che sia così per tutti, gli ambienti di lavoro sono pieni di gente che non ha nulla di meglio da fare che romperti…”.
Tu: “Si, credo sia una condizione comune a tutti…mal comune…eheheh”.

La lingua adesso passa inorno alla cappella, intorno la parte inferiore del bordo.Il cazzo guizza, duro, eccitato…ti guardo per un istante, senza parole.
Ci prendiamo qualche secondo di silenzio, dove ti ti dedichi a leccare la cappella morbida. Io ansimo, sentendo la consistenza della tua lingua.

Io: “In fondo’penso che tu sia davvero brava…nel tuo lavoro…e credo che anche la responsabile lo sappia…”
La mia frase ti fa sorridere e sento il tuo alito sulla cappella mentre una tua mano è ferma a impugnare il mio cazzo e l’altra mi abbassa i pantaloni giù a terra.

Tu: “Spero che lo sappia e che se ne ricordi quando si parlerà di aumenti o di una promozione…”
Io: “Io penso di sì…da quanto sei lì a lavorare..?”

Stacchi le tue labbra dal mio uccello facendole schioccare.
Tu: ‘Sono circa 4 anni…’. E mentre parli mi seghi
Io: “Quattro anni iniziano ormai a essere tanti…ed è solo lei che decide di aumenti e promozioni?”, ti chiedo mentre allargo bene le gambe.
Tu: “Ma no, non è l’unica, si riuniscono un po’ tutti i responsabili una volta l’anno…io due anni fa ho avuto la mia prima promozione…Stiamo a vedere che succederà…”.

Finisci la frase e affondi la bocca su cappella e asta, mi fermi quasi il respiro e apro gli occhi al massimo. Vai su e giù un paio di volte e alla seconda volta liberi il cazzo dalle labbra e lo osservi tutto lucido di saliva, poi riprendi a succhiare. Io ti guardo e mi perdo, lasciandoti fare. Lecchi l’asta prima a destra poi a sinistra e la riprendi in bocca succhiando, il mio cazzo è tutto bagnato tra le tue labbra. Ti accarezzo la nuca, i capelli mentre ti abbassi verso le palle e le prendi in bocca succhiandole un po’per poi tornare sul cazzo.

Ansimo, col respiro corto. Ti guardo, mentre la bocca risale sul cazzo duro. Seguo con lo sguardo la strada che fai e intanto sussurro: “Se pensi che io sono dieci anni che ho lo stesso stipendio…”.
Tu: “Ma tu però fai un lavoro che ti piace tantissimo, o sbaglio?”.
E così dicendo prendi la cappela tra le labbra e la solletichi con la lingua.

Io: “Infatti’ahhh’certo, è proprio quello il punto…mmm’Altrimenti me ne sarei andato da tempo…Però’uhhh ogni’ ogni tanto…ci penso…”.

Non mi rispondi, ma continui a stimolare la cappella mentre la mia mano sulla tua nuca ti accarezza.
In controluce osservo le tue labbra attorno al cazzo lucido. Prendo dolcemente i capelli e ti tiro un poco indietro lasciando solo la punta della llingua sul retro della cappella e ti guardo. La tua lingua è posata sotto la cappella e si muove lenta a destra e sinistra. Ti prendo la mano e te la poggio sull’asta. Tu avvolgi l’asta nella mano e vai su e giù.
Ti guardo, ansimo, lascio la presa sui capelli.
Lavori con la bocca e la testa su e giù sul cazzo con la tua mano che guida il pompino.

Io: “Mettiti bene in ginocchio…”
Tu: “si…” e ti stacchi dal cazzo, ti inginocchi meglio sul cuscino tra le mie gambe e poi lo riprendo continuando il pompino.
Tu gemi, mugoli mentre mi sporgo in avanti e con una mano sollevo la gonna oltre i fianchi
facendo spuntare il tuo culetto nudo.
Adesso sei inginocchiata carponi sul cuscino, quasi una pecorina mentre mi ciucci il cazzo con la gonna sollevata e il culo nudo all’aria, per il resto rimani ancora vestita e mi succhi.
Io sono al limite, sorrido, ti guardo e dico: “Ma non dovevi rinfrescarti tu..?”
Tolgli il cazzo dalla bocca per rispondermi: “Non ci metterò molto a rinfrescarmi…c’è ancora tempo…” e lo riprendi in bocca segandolo con la mano.

Gemo, i muscoli delle gambe scattano mentre tu continui, senza fermarti.
Io: “La lingua…la’lingua…”.

Senti il mio cazzo pulsare, quel tipico pulsare che riconosci e sai cosa precede, così lo liberi dalle tue labbra e lo fai poggiare sulla lingua. Ci guardiamo negli occhi.

Io: “Dio sì…così…co'”

Non rispondi alle mie parole per non perdere l’attimo in cui mi sentirai sulla tua lingua e continui ad osservarmi, tranquilla, da gatta.

Ad un certo punto le contrazioni del cazzo. E poi gli schizzi.
I primi due lunghi, arrivano in fondo alla bocca…I successivi inondano la lingua.
Sono degli schizzi lunghi ma fluidi che trovano lo spazio giusto dove andare a finire. La lingua avverte la piacevole sensazione di calore e li accoglie.
Continuo a venire, svuotandomi completamente sulla tua lingua e riprendendo piano fiato.
Gli schizzi una volta giunti sulla lingua e calati di intensita entrano nella tua bocca. Accogli il mio seme in bocca e un po’ lo lasci colare sulla cappella per poi affondare con le labbra sopra e riprendere il succo in bocca e…ingoiarlo…Tutto.
Ti spingo la punta in gola e tu la succhi mentre piano ti lascio risalire sorridendoti’ridendo.
Mi ammicchi e risali dal pavimento mentre ti prendo le mani e ti bacio. Un bacio forte e mentre ci baciamo ridiamo.
Io: ‘Sei una meraviglia.’

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