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Racconti Erotici Etero

Prima volta.

By 3 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

19 Giugno. 8 anni fa. Fa caldo, terribilmente caldo nella mia città natale. La spiaggia non è ancora affollata dai tanti turisti che vengono ogni anno a trascorrere le vacanze qui. Perchè poi arrivare fino a questo posto sperduto ai più, davvero non l’ho mai capito, ma.. Contenti loro, contenti tutti.
Fa terribilmente caldo, nonostante stia per calare la sera. Sono con il mio ragazzo, a rubare gli ultimi raggi di sole prima di tornare a casa, quando decidiamo di fare un altro bagno.
In acqua scherziamo come al solito, complici, innamorati, e presto iniziamo a coccolarci. A baciarci, con foga crescente, ad accarezzarci, sempre più intimamente, persi l’uno nell’altro.
Mi prende in braccio, gli avvolgo le gambe alla vita, e la sua erezione inizia a strusciarsi contro il mio costume, facendomi desiderare di più.
Gli bacio il collo, gli mordicchio il lobo dell’orecchio destro, lo lecco, e lo sento fremere, mentre le sue mani mi arpionano le natiche facendomi sentire sempre più il suo cazzo, che duro reclama sollievo. La mia mano scende verso di lui, quasi involontariamente, e presa da un istinto animale lo stringo e tocco come non ho mai fatto prima. Perchè le ‘toccata e fuga’ che ci eravamo precedentemente concessi non erano affatto paragonabili alla sete di sesso che accende entrambi in questo momento, perchè per una volta le mie mani non tremano, ma sono decise quando stringono per poi iniziare a muoversi, su e giù, su e giù, come se da questo dipendesse la mia stessa vita, il mio stesso piacere. Lui geme, e questo mi manda in estasi. Mi piace che lui mi voglia, mi piace fargli perdere la testa, mi sento assurdamente potente.
Le sue mani scorrono lungo tutto il mio corpo, lo accarezzano, per poi iniziare a stringere, i miei fianchi, il mio seno, le mie natiche. Mi mordo le labbra, e lo guardo affamata. Voglio di più. Voglio il piacere. Voglio lui.
‘Ti voglio’ gli sussurro nell’orecchio, soffermandomi a leccargli il collo, fino alla clavicola, e poi su fino alla mascella, per avvicinarmi quindi alle labbra, e baciarlo con passione. Capisce che non scherzo, che faremo sesso. La prima volta. Per entrambi.
Mi guarda, e mi chiede di allontanarmi. Lo guardo stupita, anzi sconvolta. Pensavo mi volesse anche lui. Sto già per lasciarmi andare ad assurde paranoie quando mi dice che conosce un posto nelle vicinanze perfetto per farlo indisturbati.
Annuisco, e torno sulla spiaggia. Poco dopo mi raggiunge. Il fatto che la sua eccitazione non sia evidente mi fa immaginare cosa abbia fatto in acqua da solo, ma non commento, e lo seguo in questo posto perfetto.
Posto che perfetto non è. è un piccolo spiazzo vicino ad una cabina elettrica in un campo lì vicino. L’erba è alta, e da sdraiati nessuno ci può vedere. Stendo il mio asciugamano sulla terra, e riprendiamo da dove avevamo interrotto.
Ci baciamo, con passione, in un intreccio di lingue che ci fa davvero sentire il sapore dell’altro. Le nostre mani riprendono a scorrere sui nostri corpi, accarezzando, stringendo e graffiando ogni centimetro disponibile. Adoro le sue spalle. Possenti, ben scolpite, sono la parte del suo corpo che più mi attrae, mi piace toccarle, mi piace baciarle, mi piace affondarci i denti. Mi guarda un po’ sorpreso, un morso proprio non se lo aspettava, ma quando gli sorrido un po’ maliziosa, ricambia il sorriso. Ed il morso. E questo mi fa ribollire il sangue nelle vene.
Divento impaziente, voglio di più. Gli sciolgo il laccio del costume, e con un gesto secco glielo abbasso. Libero il suo cazzo, che è già bello turgido, e anche un po’ bagnato. Lo accarezzo, scendendo fino ai testicoli, prendendoli in mano e stringendo piano, per poi risalire lungo l’asta e arrivare al glande, che stimolo piano, con la punta delle dita. Mi guarda in trance, per poi riscuotersi e decidersi a togliermi il ‘pezzo di sopra’ del mio bikini.
A piene mani mi afferra i seni, e li stringe, forte, ma non mi sembra mai abbastanza, e poi passa ad accarezzarmi i capezzoli, a stringerli, a leccarli, a mordicchiarli. Mi piace. Mi piace da matti avere le sue mani che mi stringono, calde, forti, decise. Ma all’inguine la morsa di desiderio chiede di essere soddisfatta, quindi impaziente gli porto una mano sul mio slip. Slip che risulta fradicio, e non per il bagno di poco prima. Inizia a toccarmi da sopra il costume, con movimenti lenti e circolari, ma voglio di più, e con un gemito di protesta gli faccio capire di andare avanti.
Mi sfila il costume, e rimango interamente nuda davanti ai suoi occhi, che famelici sembrano volermi mangiare tutta. Mi fa allargare le gambe, e mi guarda mentre mi tocca, come se non volesse perdersi neanche un’istante della mia vagina che si schiude per lui per la prima volta. Continua a toccarmi con movimenti circolari, stimolando il clitoride, e un’ondata di piacere mi sommerge, mentre un inaspettato bisogno di pienezza mi fa gemere frustrata.
Gli prendo la mano, e la porto poco più in basso, proprio dove sento il bisogno di essere riempita, e gli spingo le dita contro la mia entrata. Subito un intenso piacere mi assale. Mi sembra quasi di toccare il paradiso. Un paradiso scialbo davanti a quello che invece provo quando inizia a muovere le dita, dentro di me, facendosi spazio tra la mia pelle. Un paradiso ulteriormente oscurato quando sento il secondo dito entrare in me, e portarmi sul baratro di una piacevole tortura.
Gemo e godo, e continuo a volere di più, a quasi supplicare per avere di più.
Lui mi guarda, scosso quanto me dalla voglia di sesso che ora ha permeato l’aria attorno a noi, e mi dice di dover mettere prima il profilattico. Lo sento sfilare le dita dalla mia vagina, e cercare quella dannatissima protezione. Si alza per raggiungere lo zaino, proprio mentre io mi metto seduta, ed il suo cazzo così dritto, pulsante, bello sembra chiamarmi.
Non ci rifletto neanche, mi avvicino e lecco il glande. Lui non se lo aspetta, rimane paralizzato, sembra quasi aver timore di essersi sognato tutto. Incuriosita scendo con la lingua verso la base, per poi leccare di nuovo tutta l’asta fino alla fine. Lo faccio più volte, scendendo sempre più in basso verso i testicoli ogni volta, per poi finalmente decidermi e leccare anche quelli. Lo sento gemere di nuovo, e allora ne prendo delicatamente uno in bocca, per poi tornare a leccare l’asta.
Ma arrivata alla punta, questa volta apro le labbra, e lascio che entri nella mia bocca. I suoi gemiti si fanno più forti, soprattutto quando decido di scendere così verso la sua base, tentando di prendergli tutto il cazzo in bocca. Non riesco a farlo, e allora afferro la parte restante con le mani, e coordino i movimenti di bocca e mani, come a simulare che le mani siano un’estensione della mia bocca.
Geme senza ritegno ora, e mi afferra i capelli, guidandomi leggermente nel movimento. In realtà questo un po’ mi infastidisce, perchè non mi permette di muovermi come preferisco, ma lascio correre. I suoi gemiti mi fanno sentire così brava, così sensuale, che decido di ripagarlo succhiandogli il cazzo come se fosse la cosa più bella del mondo. Ed a giudicare dai suoi lamenti rochi, la mia dedizione viene apprezzata.
Dopo un’ultima leccata, mi allontano. Protesta, ma quando struscio la mia intimità bagnata sul suo cazzo capisce cosa voglio.
Si infila il preservativo, mi fa allargare le gambe, e si posiziona tra di esse.
Lo sento, quando appoggia il suo cazzo sulle mie labbra, lo sento, quando piano si fa spazio tra la mia carne, lo sento, quando per questo un gemito gli esce dalle labbra, lo sento, quando avanza lentamente. Sento prima una tensione più forte, come se dovesse abbattere una barriera, poi sento l’attrito sulla mia carne, lo sento pulsare dentro di me, prima che il piacere mi scolleghi il cervello e mi renda difficile ricordare anche il mio nome.
Mi ero preparata al dolore, e invece esplodo nel piacere.
Quando poi si è spinto fino in fondo, il gemito sulle mie labbra è salito spontaneo. Il suo cazzo, così grande, così dritto, così pulsante, così bello, mi sembra il mio miracolo personale.
Ricordo con precisione di aver pensato che sarei stata a gambe aperte anche per il resto della mia vita, se questo avesse significato poter godere così sempre.
Ma dopo qualche fantastica spinta, il piacere sembrava scemare invece che aumentare. Disperata alzo il bacino, andandogli più incontro nei movimenti, ma il piacere che provo non mi porta ad urlare di felicità.
Gli faccio cenno di aspettare, di uscire un attimo dal mio corpo. Pensando che sia per il dolore accetta, anche se con poca voglia. Riprendiamo a stuzzicarci, e quando infila le dita di nuovo nella mia vagina provo piacere puro, e gemo estasiata. Decido allora di farlo rientrare in me, ma lui dice qualcosa su ‘dettare il ritmo’ che all’inizio mi lascia sorpresa, ma poi capisco. Devo trovare il mio ritmo per poter godere. Lo faccio quindi allungare, e gli salgo addosso.
Quando il suo cazzo entra di nuovo in me, di nuovo mi sento in balia del piacere, forse anche più di prima, e ogni volta che mi muovo, avanti e indietro, col bacino, mi sembra di stare per esplodere, di toccare ogni volta vette di godimento mai provate prima.
Le sue mani stringono una un mio fianco, l’altra un seno, e sono solo un altro dettaglio che mi fa impazzire e gemere come un’assatanata. Presa dal piacere continuo a muovermi, spinta anche dai suoi gemiti, che si intrecciano ai miei, in un’unica manifestazione di desiderio.
Mi chiede di rallentare, ma mi sento così vicina all’orlo dell’orgasmo da non dargli retta. Continuo, aumentando leggermente il ritmo, e poco dopo lui viene in me, lasciandomi solo intravedere la punta di quella beatitudine che cercavo tanto intensamente.
Frustrata, mi lascio cadere al suo fianco, quasi arrabbiata con lui per non essere stato in grado di resistere pochi minuti in più. Ma questo sentimento passa in fretta, quando mi mordicchia piano la spalla e mi guarda adorante.
‘Alla fine non avrò provato il primo orgasmo, ma ho anni di pratica davanti per tentarci di nuovo, e riuscirci’, penso soddisfatta, dandogli un bacio sulle labbra mentre accarezzo quella piccola macchia di sangue sul mio asciugamano.

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