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Racconti Erotici Etero

Primo piacere

By 2 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Eccoti ancora una volta in linea.
Clicco sul tuo contatto e cominciamo come ogni pomeriggio a chattare parlando del più e del meno.

Con il tempo ho imparato a conoscerti scoprendo le tue debolezze, i tuo pregi, i tuoi difetti.
Senza rendermene conto mi sono ritrovato legato a te, impazzisco quando non ci sei, rinasco quando leggo finalmente i tuoi ‘ciao, come va?’ in quella finestra benedetta e maledetta al tempo stesso.

Non dovrei confessarti tutto questo, dovrei mostrarmi forte, dovrei mostrarmi impavido.
Invece soffro quando sei triste e muoio dalla gioia quando sei allegra.

Sì, dipendo da te e sarei disposto a fare tutto per te.

Come è capitato con tante altre persone un giorno finiamo per parlare di sesso.
Ti scopro vergine, ti scopro impaurita e insoddisfatta come tante ragazzine della tua età che si atteggiano a donnacce esperte e navigate di sesso. Mi confessi la tua incapacità di godere, l’inesperienza della tua mano sul tuo corpo.

Cerco di farti raccontare i dettagli, cerco di farti superare l’imbarazzo per capire se e dove sbagli.
Mi chiedi di lasciar perdere ed io, docile e mansueto ti accontento.

E’ passato tanto tempo da quel giorno ed oggi, finalmente, ci incontriamo sul serio. Abbiamo abbattuto la barriera dello spazio, è caduto questo paravento digitale che è lo schermo del pc e finalmente possiamo guardarci negli occhi: siamo impacciati e imbarazzati, io più di te e tu più di me.

Cerchiamo di intavolare un discorso ma finiamo per balbettare tante fesserie. Mi imbambolo a guardare la bibita che ho davanti e comincio a ricordare il tempo passato con te a chattare in rete, a ricordare tutte le cose che ci siamo detti, tutti i segreti che ci siamo confidati. Penso a quanto ci siamo sentiti vicini. Adesso che siamo vicini invece ci ritroviamo lontani anni luce, separati da un sottile ma impenetrabile velo di imbarazzo.

Ho paura di perderti per sempre, di sentirmi non all’altezza delle mie parole. Penso che anche tu probabilmente stai dubitando di te e di me.

Ho il coraggio di alzare gli occhi e fissarti per un istante.

‘Ricordi quello che mi hai confessato sul sesso?’: balbetto arrossando come un ragazzetto alla sua prima esperienza.

‘Si’: mi rispondi con un filo di voce

Ti prendo la mano tremolante. ‘Andiamo da te’: sono le ultime parole che riesco a pronunciare.

Adesso siamo nella tua cameretta, hai appena chiuso a chiave la porta e mi guardi impaurita. Mi fai sentire un lupo affamato di fronte a un agnellino indifeso. Ma sai bene che non è così. Sai che non ti farei del male per tutto l’oro del mondo. Sai che puoi fermarmi in qualsiasi momento e cacciarmi via dalla tua vita per sempre.

Mi avvicino a te e allungo la mia mano sulla tua guancia. Me la stringi con la tua mano e chiudi gli occhi.

Sai meglio di me che per fare certe cose bisogna essere rilassati ed i tuoi occhi chiusi vogliono dimostrarmi la tua voglia di vincere ogni paura. Avvicino la mia bocca alla tua, le mie labbra sfiorano le tue.

Sei immobile davanti a me: non un cenno della bocca, non un movimento del tuo corpo.

Continuo a baciare le tue labbra nella speranza di riuscire a scioglierti. Dopo attimi che sembrano durare un’eternità sento le tue labbra rispondere ai miei baci. Gioisco dentro di me. Ti sento più vicina, più presente.

Senza staccare la bocca dalla tua mi muovo lentamente verso il tuo lettino. Ti faccio sedere. Lentamente muovi la schiena all’indietro. Sai quello che succederà, lo desideri e muori dalla curiosità di toccare con mano per la prima volta il piacere che tante volte ti ho descritto nei miei racconti, il piacere che tanti hanno raccontato nelle loro fantasie.

Un briciolo di paura ti blocca per un attimo: paura di non farcela, paura di deluderti, paura di deludermi.
Ti concentri sulle mie labbra e sulla mia lingua che adesso comincia a cercare la tua. Le nostre lingue si sfiorano una, due, tre volte e la tua mente si svuota completamente.

Ecco. Finalmente ogni pensiero, ogni paura, ogni dubbio sono volati via dalla tua mente che si concentra in questo bacio sempre meno tenero, sempre più appassionato.

Oso. Muovo le mie mani sul tuo corpo, sopra i vestiti.
So che il tocco delle mie dita potrebbe risvegliarti improvvisamente da questo sogno. So che ogni movimento potrebbe quello sbagliato, quello che potrebbe spingerti a fermarmi, a dirmi di no. Ma non posso leggere la tua mente, posso solo provare ad indovinare quali sono i passi che ad ogni istante posso fare. Come Indiana Jones cammino su di un pavimento pieno di trappole e botole.

La fortuna è dalla mia parte. Il tuo corpo accoglie immobile le mie carezze e lascia che le mie mani sfiorino le forme dei tuoi vestiti.
Sono sull’orlo di un baratro: un elastico divide le mie dita dalla tua pelle. Indugio un istante, prendo coraggio e vado oltre.

Il contatto con la pelle viva ti causa un fremito, un improvviso sussulto. Mi blocco senza però staccare la mia bocca dalla tua. Le tue labbra cominciano nuovamente a muoversi sulle mie: è il segnale verde che mi permette di continuare la corsa verso il piacere. Stai viaggiando con me, lasciando indietro i cattivi pensieri e le ossessioni da teenager.

Le mie dita saggiano la consistenza del tuo pancino, attraversano la valle incantata del tuo ombelico per arrivare sulle dolci colline dei tuoi seni. Ne scalo uno con fatica, raggiungo lentamente la sua vetta. Mi aspetta un capezzolo eretto, segno che il tuo sangue è intriso di eccitazione.

Un secondo sussulto del tuo corpo quando la mia mano conquista la cima della tua dolce collina.

‘Devo essere più coraggioso’ ‘ dico a me stesso. Più di una volta mi hai fatto capire di non avere paura.

Stavolta non mi fermo ad aspettare il verde e lascio libere le mie dita di scorrere sulla tua pelle.

Stacchi la bocca dalla mia per liberare un gemito che cerchi di strozzare come puoi.

‘Lasciati andare, piccola mia, lascia che il piacere invada ogni angolo del tuo corpo’: sono le parole che vorrei sussurrarti. Ma non lo faccio. Non voglio rompere con le parole la magia di questo momento.

Sento che ti manca l’aria. Vorrei baciarti ma so che rischierei di soffocarti. Allora blocco i miei occhi sul tuo viso un po’ teso e mi godo l’ennesima battaglia che affronti contro le tue inibizioni.

Le mie dita hanno abbandonato il primo seno e viaggiano rapide alla conquista del secondo. Stringo tra indice e pollice il secondo capezzolo.

Un lungo uhhhhhhhhhh accompagna la mia manovra.

Il palmo della mia mano allora stringe completamente il tuo seno. Mentre le mie orecchie vengono invase dal tuo ansimare sempre più rapido.

Sento vibrare sotto i miei polpastrelli la tua pelle al ritmo forsennato del tuo cuore che sembra dover esplodere da un momento all’altro.

Credo che adesso tu sia pronta per il piacere con la P maiuscola e ho solo un modo per scoprirlo: dopo aver abbandonato i tuoi seni le mie mani invertono la rotta e scorrono verso il basso fino ad incontrare un secondo elastico, l’ultima barriera.

Devo fare in fretta e non svegliarti da questo sogno, devo fare piano per non trasformare il sogno in un incubo.

Mi sento Cesare pronto ad attraversare il Rubicone: ‘Alea iacta est’ ‘ mi dico facendomi coraggio.

Le mie dita si intrufolano nelle tue mutandine incontrando i virginei peli del tuo eccitato pube. Mi faccio strada lentamente, cercando di non farti male, alla ricerca del tesoro che nascondi tra le gambe.

Sento cedere la pelle sotto le mie dita, sono ormai arrivato sulla tua fessura calda e già abbondantemente bagnata. Faccio sprofondare un po’ il mio indice alla ricerca delle piccole labbra. Torno indietro verso il tuo pube e finalmente sfioro il tuo bottoncino eccitato.

Ti sciogli in un lungo gemito mentre il polpastrello lo carezza leggermente.

Accenno ad una carezza più decisa ed è l’apice: il tuo corpo sussulta, un gemito ancora più deciso riecheggia per la stanza, mentre il tuo pube in preda ad una forza misteriosa comincia a spingere verso la mia mano: adesso non è più il mio dito a carezzarti ma il tuo corpo a cercare piacere dal tocco con la mia pelle.

L’orgasmo sul tuo volto è uno splendido quadro di Matisse che mi affascina e mi rapisce.

Godi mia piccola Lisa, quest’orgasmo è solo tuo.

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