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Racconti Erotici Etero

QUANDO LE PAROLE NON SERVONO…

By 19 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivo a casa e stando sul pianerottolo sento la musica, entro senza fare rumore e rimango incantato ad ascoltare le note di Mozart che si spandono nell’aria, il pianoforte e’ la tua passione da sempre e suonarlo ti rilassa, finisce la partitura, ti stiri le braccia e attacchi con un nuovo pezzo, riconosco da subito le note di Child In Time dei Deep Purple, hai sempre amato il rock al pari della musica classica, purtroppo il pianoforte non può riprodurre l’effetto dell’organo di Jon Lord ed e’ un peccato perché la stai suonando benissimo senza nemmeno aiutarti con lo spartito. Concentrata in quello che stai facendo non ti sei ancora accorta della mia presenza, rimango qualche metro dietro di te ad ammirarti e con la mente vado indietro a quella sera in cui, dopo una corte serrata, hai accettato di uscire con me e per la prima volta ci siamo baciati, la rivivo nei minimi particolari come se fosse successa ieri, invece oggi sono sei anni esatti e se possibile ti amo più di allora. Riemergo dai miei piacevoli ricordi e seguendo la musica inizio a cantare ‘Sweet child in time you’ll see the line The line that’s drawn between the good and the bad’, non sono di certo bravo come Ian Gillian, tu senza smettere di suonare giri la testa verso di me e mi sorridi, ti sei finalmente accorta che sono qui, mi avvicino, ti bacio sulla testa e mi accomodo sullo sgabello accanto a te, ti passo un braccio dietro la schiena e ti accarezzo, ti voglio, impazzisco se non ti prendo subito, tu lo sai e di proposito non smetti di suonare, ti piace prolungare la mia attesa. Finalmente stacchi le mani dalla tastiera e mi butti le braccia al collo, mi baci e mi sbottoni la camicia, io ti sfilo il maglioncino che indossi e mi impossesso dei tuoi piccoli seni, che come sempre quando sei in casa tieni liberi dalla costrizione del reggiseno, succhio i capezzolini rossi come ciliegie e inizio a sentire i tuoi sospiri, mi inginocchio tra le tue cosce e con il tuo aiuto ti sfilo i pantaloni e il perizoma, mi tuffo sulla tua fighetta completamente depilata, lecco, penetro con la lingua, stimolo il clito, ti godi il trattamento a lungo prima di fermarmi e farmi rialzare, mi slacci i pantaloni e li abbassi con gli slip, il cazzo salta fuori come una molla, lo baci sulla punta e lo picchietti con la lingua, ho i brividi dal piacere, tu te ne accorgi e continui con un’ espressione soddisfatta stampata sul tuo meraviglioso volto. Ci scambiamo di posto, ora sono io seduto e tu in piedi di fronte a me, ho la tua fighetta proprio di fronte al viso, non resisto e ci affondo con tutta la faccia, bevo i succhi che iniziano a sgorgare copiosi, ora i tuoi gemiti ricordano il Robert Plant di Whole Lotta Love, sento aumentare la pressione delle tue mani sulla mia nuca, un urlo più forte dei precedenti e l’orgasmo ti scuote, bacio il tuo ventre scosso dai fremiti, ti metti a cavalcioni sulle mie gambe e mi baci, rimani abbracciata stretta a me a lungo prima di iniziare a muoverti strusciando il tuo meraviglioso culetto sul mio cazzo, ti sollevi quanto basta per permettermi di entrare e lentamente torni a sederti su di me. Inizi lentamente a muoverti sul mio piolo, nessuna prima di te e’ mai riuscita a donarmi un piacere paragonabile a quello che provo con te, e’ come se una serie continua di scariche elettriche mi arrivasse al cervello, inarchi la schiena all’indietro puntellandoti con le mani alla tastiera del pianoforte e acceleri gradualmente, hai un gemito di approvazione quando inizio a massaggiarti le natiche e un urletto di sorpresa quando ti infilo un dito nell’ano. Ora sono io a dettare il ritmo, sempre tenendoti per le natiche sode, riversi la testa all’indietro mentre io mi piego in avanti e bacio ogni punto del tuo corpo che riesco a raggiungere, ti raddrizzi e mi getti le braccia al collo, mi baci in bocca mentre io do una brusca accelerata, ti stacchi dalle mie labbra e ti abbandoni completamente ai sensi, la testa ciondolante e gli occhi socchiusi. Sento il piacere montare e rallento per prolungare il nostro amplesso ma tu hai deciso diversamente e non me lo permetti, riprendi il controllo della situazione e imprimi una nuova e violenta accelerazione alla cavalcata, ti sollevi fino a farlo quasi uscire e ti lasci ricadere su di me, una volta, un’altra e un’altra ancora, mordendoti il labbro inferiore. La visione del tuo volto trasfigurato dal piacere e’ qualcosa di paradisiaco che ogni volta mi incanta e mi rapisce come se fosse la prima.
Sento l’orgasmo crescere, non c’e’ niente che possa fare per ritardarlo e esplodo inondandoti, tu ti rallenti fino quasi a fermarti e ti incolli alle mie labbra, le nostre lingue che si cercano e si trovano e l’orgasmo che, più violento del precedente coglie anche te prolungando con le sue contrazioni anche il mio.
Rimaniamo abbracciati, appoggi la testa alla mia spalla ansimando, ti bacio il collo che il tuo taglio a caschetto lascia completamente scoperto e ti carezzo la schiena partendo dall’alto fino ad arrivare al sedere. Rimaniamo a lungo stretti l’uno all’altra, poi un bacio e uno scambio di sguardi che vale più di mille discorsi, con gli occhi che brillano di gioia mi prendi per mano e mi conduci nella nostra camera da letto da dove, ne sono sicuro, non usciremo molto presto.

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