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Quel cinema lungo la strada

By 14 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Alessia era una ragazza di 22 anni che studiava all’università. Era una ragazza piuttosto carina, dalla pelle molto chiara, con grandi occhioni verdi e capelli neri tagliati a carré. Non era troppo alta, raggiungeva a malapena il metro e sessanta, ma aveva un seno ben fatto (una terza abbondante), un pancino piatto come una tavola e un sedere rotondamente perfetto. Nonostante tale bellezza era anche una ragazza molto introversa: poche amiche, e un solo ragazzo col quale si era lasciata da quasi due anni.
Comunque, dicevamo che Alessia studiava all’università. Ogni giorno prendeva un treno e poi un autobus ed infine faceva una discreta passeggiata fino alla facoltà, poi al ritorno il contrario: passeggiata, autobus, treno, casa. Il fatto era che lungo la strada che separava la facoltà dalla fermata dell’autobus c’era un vecchio cinema. Non era, però un cinema normale: era un cinema a luci rosse! Le prime volte Alessia non si accorse neppure della presenza del cinema: fu una sua amica, mentre passeggiavano verso la fermata, a farle notare la presenza di quella curiosa attività.
-Ale, lo vedi quello?- le disse
-Sì?
-Beh, sai, &egrave un cinema a luci rosse!
Alessia arrossì subito alla notizia, ma l’amica continuò a parlare dell’argomento, spiegandole che era lì da un sacco di anni, ma che ormai, con l’avvento dei vari siti di streaming porno, era in decadenza ed era frequentato per lo più da gay repressi e da vecchietti pervertiti. In ogni caso il resto della passeggiata continuò in modo normale, presero l’autobus insieme e alla stazione si salutarono poiché prendevano treni diversi.
Arrivata a casa Alessia non potette trattenere la curiosità. Come ho già detto la nostra studentessa era una ragazza piuttosto introversa con una scarsissima vita sessuale, cosa che ogni tanto l’aveva portata a sfruttare proprio quei siti di video porno già citati. Stavolta, però, la chiave di ricerca fu una in particolare: ‘Porn cinema’. Il video che trovò mostrava una coppia, composta da un uomo castano e una bionda in minigonna alla scozzese che entravano in un cinema e si univano ad una orgia, con il gran finale di tutti gli uomini che venivano sul viso della sopracitata biondina.
Alessia si ritrovò estasiata da tal video, ma la fantasia rimase fantasia. Del resto la strada la faceva con una amica, non poteva mica dirle ‘Ah, scusa, io vado nel cinema a luci rosse, ci vediamo domani!’, no? E poi un conto sono le fantasie, un’altra la realtà, o almeno così lei si disse fra sé e sé.
La situazione rimase immutata per un paio di mesetti. Ogni giorno passava davanti a quel cinema nascondendo la sua curiosità all’amica, e trattenendo le fantasie che le balzavano in testa.
Col nuovo semestre, però, si ritrovò a passeggiare da sola sulla strada del ritorno. Infatti l’amica aveva un orario diverso e tornava a casa un paio d’orette prima. Il primo giorno passò oltre, facendo finta di niente. Il secondo giorno si fermò un attimo, per poi ripartire subito. Il terzo giorno si fermò un po’ di più, abbastanza per rendersi conto che la via non era poi così frequentata. Il quarto cedette: si guardò attorno, si morse il labbro ed entrò timidamente.
Un uomo sui cinquant’anni stava alla biglietteria. Lei, completamente rossa in faccia gli si avvicinò.
-Un… un biglietto… per favore.
-Per le signore &egrave gratis.- rispose cortesemente lui, non prima, però, di averle squadrato la scollatura.
Effettivamente c’era un cartello che diceva proprio così.
-Gr…grazie…- bofonchiò lei mentre ritirava lo scontrino. Poi, si avviò verso la sala.
Dentro era buio pesto. Era così buio che dovette fermarsi un attimo per non cadere a terra. L’unica fonte di luce proveniva dallo schermo sul quale era proiettato un vecchio film anni settanta: un uomo con folti baffi stava leccando la figa di una rossa che ansimava in modo ridicolmente forte.
Alessia allungò la mano per cercare i sedili, ma toccò un uomo.
-Mi… mi scusi!
-O fa niente piccola!- rispose lui con voce roca.
Lei affrettò il passo. La vista si abituò al buio e trovò un posto a sedere che le piacque. Era a circa metà sala, un paio di sedili oltre il corridoio. Numerosi sedili erano liberi in ogni direzione.
Iniziò a guardarsi attorno. C’erano diversi uomini in piedi, altri seduti che si masturbavano, persino uno che si stava facendo spompinare da un’altro. Aveva anche notato che in molti la guardavano mentre si toccavano, ma i più non si avvicinavano. Uno però lo fece.
-Scusi signorina, posso sedermi accanto a lei?
-C…c…certo…
Se ne accorse solo quando ormai era seduto che lui aveva il cazzo di fuori.
-Le piace il film?- domandò lui
-Ecco… emm… sì?- rispose lei incerta. Si sentiva in trappola, eppure era proprio per quello che era venuta.
-Anche a me.- replicò lui, guardando però Alessia e non lo schermo.
In realtà anche la ragazza non guardava lo schermo: non riusciva a staccare gli occhi dal cazzo di quell’uomo. Lui se lo massaggiava lentamente mentre la guardava e le accarezzava le gambe avvolte nei legghins. All’improvviso l’uomo le afferrò il polso e le disse:
-Ora ti faccio toccare con mano.
Le avvicinò la mano al cazzo ed Alessia non poté fare altro che afferrare l’asta. Iniziò una lenta masturbazione.
-Che brava bambina…- commentò lui soddisfatto, mentre con la mano libera le palpeggiava il seno.
La ragazza non credeva a quello che faceva. Stava segando un uomo del quale nemmeno vedeva il volto. Colta dall’eccitazione decise, però, di rilanciare. Si sedette sulle ginocchia, alzò il sedere verso l’alto e allungò la bocca fino ad avvolgere il cazzo dello sconosciuto con le sue labbra. Neppure un secondo passò che la mano che le cingeva il polso si posò sul suo capo.
-Oh, sì! CHE TROIETTA!
Alessia ormai non capiva più nulla. Il cazzo in bocca pulsava e le lasciava uno strano sapore. Non si fermò neppure quando senti un altro paio di mani afferrarle le natiche, esplorarle l’intimità con le dita. Anzi, iniziò a masturbarsi lei stessa, accarezzando quelle mani sconosciute.
D’improvviso il cazzo in bocca esplose, riempendole il palato di sborra. La mano le impediva di staccarsi così non ebbe altra scelta di ingoiare. Quando la bocca fu libera tossì un paio di volte e quindi si rese conto che le mani che le esploravano il sedere avevano abbassato sia i legghins che le mutandine e la stavano penetrando senza ritegno. Alzò lo sguardo: altri tre uomini si masturbavano guardandola. Allora si alzo, abbassò del tutto i legghins e si sedette sull’uomo che la stava palpeggiando, facendosi penetrare. Dunque si voltò verso gli spettatori e sussurrò:
-Anche voi…
Allora uno degli uomini si arrampicò letteralmente sui sedili e le mise il cazzo di fronte al viso. Lei lo ingoiò senza remore. Un’altro le mise il cazzo in mano, mentre l’ultimo le si mise dietro e le sussurrò all’orecchio:
-Ora ti inculo.
Lei spalancò gli occhi ma non fece a tempo a far nulla. Era entrato. Per di più, a causa della masturbazione di prima, che non aveva risparmiato il suo culetto, penetrò in modo relativamente facile.
-Oh! La cagnetta ha il culetto aperto! Capito ‘ste sgualdrinelle!
Gli uomini risero. Lei continuò a succhiare.
La scoparono per un bel po’. Poi, uno dopo l’altro le sborrarono in ogni orifizio del suo corpo. Lei accettò tutto con felicità.
Rimase seduta sul sedile, grondante di sperma, per almeno venti minuti. Era stremata. Tentò di ricomporsi come meglio poteva. Per fortuna i suoi quando arrivò a casa erano ancora fuori. Si vergognava tantissimo di quello che aveva fatto, eppure, il giorno dopo, quando passò di fronte al cinema, entrò senza remore.

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