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Racconti Erotici Etero

Quel cuor perdesti

By 15 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

// Perch&egrave m’incanto ancora ad osservarti giocare a scacchi?//
Nelle nostre confidenze i piaceri ed i fastidi sono risaputi da entrambi. Conosco ogni tuo pensiero ed un filo invisibile tra di noi trasporta come corrente elettrica ogni emozione che proviamo. Quando il Maresciallo ci ha accolto i nostri sorrisi si sono automaticamente formalizzati alla situazione e perso tutta la loro genuinità. Lo avevi previsto: ‘ Come minimo mi obbligherà all’ennesima sfida a scacchi e così la mia signorina si annoierà tutta sera gettata su quella poltrona che tanto la consola’ io ti avevo sorriso in gesto d’assenso predisponendomi già a sonnecchiare in una malinconica domenica sera. //Il nostro ingresso al circolo &egrave la sceneggiatura di una vecchia parabola che fastidiosamente sopportiamo da troppo tempo. Il tuo assenteismo viene preso a cuore dai membri più anziani che nel loro affanno di motivarti alla fine altro non fanno che alimentare il tuo distacco. Tu sei un eremita ma destinato alla mondanità, dovresti rassegnartene, ma che te lo dico a fare!//

// Perché insinui ancora il tuo sguardo tra le mie cosce?//
Rivivo le domeniche sere di due anni fa quando su questa poltrona lasciavo l’odore della mia eccitazione trattenuta tutta la sera. Il tuo diabolico gioco di sguardi che toccava il mio corpo nelle sue intimità.// Quanto ti intrigava portare la mia scarsa pazienza a regge un limite impossibile, folle.
Questo blasonatissimo circolo in cui pesa grave il senso di nobiltà imponendo un etiquette poco consona al mio spirito ribelle. La poltrona delle torture e tu distante ma lineare nella mia visione della stanza che sorridi nel vedermi costretta a trattene una furia selvaggia. Tutto ovattato’ il bisbiglio dei partecipanti discorsi politici o intellettuali tra i membri e frivole filastrocche demod&egrave tra le signorili consorti. Io mi sento in preda a conati di vomito.

//noi eravamo.//

//Il lento procedere del gioco &egrave il mio supplizio//
Un’ angoscia straziante di un animale ferito mortalmente che agonizza i suoi ultimi aliti di vita.
Da qui in fondo la scacchiera assume una luce malvagia. Oggetto asettico di un gioco dove le tue doti mentali sono acutizzate in maniera esponenziale, al manipolare ogni pedina con la responsabilità della sua futura posizione e nella valutazione di ogni successiva mossa dell’avversario. Tutto controllato dalla tua mente. Un errore, una distrazione… inaccettabile!//

// nervosamente seduta//
Irrefrenabile richiamo,io mi alzo.
Non voglio scoprire se mi vedi o non ti accorgi che lascio la mia poltrona, non mi interessa.
Sono vittima della mia personalità e come serva ne svolgo le funzioni che mi impone. Ho bisogno di uscire da questo folle incubo, di togliermi un vincolo oramai disciolto ed entrare nel nero dei miei sogni. Sento qualcuno che mi chiama e non utilizza un suono riconoscibile ma sussurra esclusivamente al mio orecchio parole cattive che narcotizzano il mio cervello e mi esplodono nella fica. Cammino meccanica, quasi una marcia. La mia statuaria figura ed altezzosità celebra col mio stile nel cammino verso la notte.

// Piange la notte//
La piccola veranda &egrave vuota. Io nel buio mi sento viva, accesa. Io sono la notte, tu non più la mia notte. Quel cuor perdesti.
Ed io t’aspetto.Sbatte la vetrata. Qualcuno mi ha seguita. Ecco un’altra vittima ed io cacciatrice annoiata da questi proseliti del corteggiamento. Perché passare dal cuore per prender la figa? Sei uomo? Ed allora fai l’uomo! Non mi volto non me ne frega un benemerito cazzo chi esso sia, troppi smidollati rospi a sto mondo, io non mi accontento più! Ho avuto il meglio e l’ho lasciato al tavolo fino a quando non mi verrà a cercare e poi riprendere per rientrare in un letto troppo freddo per chi sembra una bambola di porcellana ma in verità &egrave un Hooligans travestito da Diva
Passi lenti ed il fruscio d’aria. Forse intravedo l’ombra ma altri passi e lui &egrave dentro il mio nero, la mia notte. Due colpetti di tosse e il fastidioso trascinare una sedia. L’imbecille vuole mi volto io posso proseguire a fregarmene mentre il suo il suo profumo d’uomo mi &egrave già dentro

// fottimi qui, castigami ora senza permettermi di voltarmi//
‘ come l’onda e poi se ne va.

http://www.youtube.com/watch?v=nTNDz-yCA14&feature=related

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