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Racconti Erotici Etero

quel giorno in ufficio

By 11 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un giorno come tanti, avevo molto lavoro da sbrigare ed in quei giorni in azienda c’era poca gente.
La giornata era trascorsa in fretta con mille cose da fare e senza che me ne rendessi conto si erano fatte le 19.30. Mi guardai intorno e mi accorsi di essere rimasta sola.

Mi alzai dalla scrivania e andai verso l’armadio per archiviare delle pratiche e distrattamente alzai una mano per portarmi indietro i capelli che mi erano andati a finire davanti agli occhi.
Ad un tratto sentii un piccolo rumore proveniente dalla stanza del responsabile vendite ma lasciai correre credendo che si trattasse di una mia impressione.
In quel momento pensai a lui, pensai che era veramente un bel tipo., molto fico. Era stato lui a farmi il colloquio e poi ad assumermi. Mi aveva fatto un contratto della durata di qualche mese anche se ormai stava per scaderne il termine. Mancavano solo due giorni alla scadenza del mio contratto e poi sarei partita per svolgere il mio consueto lavoro estivo’
Comunque gli ero davvero grata e poi provavo una fortissima attrazione fisica che spesso mi portava ad evitare il suo sguardo.
Mentre continuavano a balenarmi nella testa tutti questi pensieri all’improvviso vidi la porta aprirsi: era lui!

Improvvisamente provai un fortissimo imbarazzo, come se lui avesse ascoltato i miei pensieri e nervosamente abbassai lo sguardo a terra e lo salutai velocemente dicendo: ‘buonasera..’
Lui aveva il capo chino e stava trafficando con il suo cellulare e rimase sorpreso nel vedermi lì a quell’ora e disse: ”buonasera’come mai ancora qui a quest’ora?’
Non mi uscivano le parole, tale era l’imbarazzo e non so come riuscii solo a dire: ‘ dovevo chiudere le ultime pratiche”.
Indossavo un abitino nero di tessuto leggero un po’ trasparente, con uno scollo a v molto profondo che lasciava intravedere il rigonfiamento del mio bel seno. Le bretelle sottili si poggiavano sulle mie spalle e la lunghezza dell’abito, morbido sulle gambe, terminava alle mie ginocchia. Indossavo un paio di sandali neri con tacchi molto alti ed un cinturino sottile avvolgeva delicatamente le mie caviglie. Avevo i capelli sciolti e fluenti che si adagiavano sulla schiena e qualche ciocca ribelle copriva il mio sguardo lasciandolo però intravedere.
Lui invece indossava una camicia bianca, una cravatta di seta grigia e dei pantaloni neri gessati. Dalla camicia leggermente aderente riuscivo ad intravedere la muscolatura del suo torace e la sua vicinanza mi faceva sentire il suo profumo inebriante’i suoi capelli neri, gli occhi verdi, gli zigomi pronunciati ed una barbetta rasata gli davano l’aria del maschio virile..
Lui ad un tratto con fare molto delicato con un gesto della mano mi invitò ad entrare nella sua stanza dicendomi ‘le pratiche possono aspettare anche domani, mentre io avrei urgentemente bisogno del tuo prezioso aiuto perché non riesco a trovare nel computer il file con i report delle vendite effettuate in questa settimana. Potresti darmi una mano a cercarle..?’.
Rimasi senza fiato perché ero troppo imbarazzata, il cuore mi batteva fortissimo e non riuscivo a parlare ma non so come risposi: ‘ certo’.
Entrai e lui mi fece accomodare sulla sua sedia accanto alla quale ce ne era una più piccola dove lui si accomodò velocemente.
Iniziai dunque a smanettare sul suo computer mentre lui aveva il suo volto vicino al mio: sentivo il suo respiro ed il suo profumo e temevo che lui sentisse il battito frenetico del mio cuore..ad un tratto la sua mano sinistra si accostò al mio viso e scostò una mia ciocca di capelli che muovendosi aveva oscurato parzialmente la sua visuale. Continuai a guardare il monitor senza distogliere lo sguardo ma con la coda dell’occhio vedevo che lui mi scrutava ad una distanza di dieci centimetri’stavo impazzendo!
Mi voltai verso di lui per dirgli che avevo finalmente trovato il file e lui già con sguardo fisso su di me accennò ad un sorriso e disse a voce molto bassa: ‘dovresti cercare ancora altri file se non ti dispiace’cerca..cerca bene’anzi cerchiamoli insieme’. All’istante capii che sarebbe accaduto qualcosa e gli risposi: ‘va bene, allora mi dica cosa vuole che cerchi..’. Lui afferrò la mia mano e la poggiò sulla sua coscia e disse ‘voglio che inizi a cercare qualcosa che hai sempre desiderato..’.
Io innocentemente balbettai:’ cosa’cosa dovrei” le mie gambe tremavano ed iniziai a sentire un leggerissimo senso di umido nella mia fica. Lui con la punta del naso iniziò a sfiorarmi la pelle del braccio e quasi sottovoce mi disse ‘sei molto bella lo sai”. La mia fica si stava bagnando ancora di più al suono di quella frase e sentii l’esigenza di divaricare leggermente le cosce perché i miei umori avevano bagnato il mio perizoma.
Lui delicatamente portò la mia mano, inzialmente poggiata sulla sua coscia, sul suo cazzo per farmi sentire l’effetto che gli facevo.
era molto gonfio ed il pantalone era un pò bagnato

rimasi completamente incredula davanti a quello spettacolo e senza proferire parola allungai due dita ed iniziai ad abbassare la lampo dei sui pantaloni.

La cerniera si aprì velocemente perché il suo cazzo stava esplodendo e non riusciva a rimanere più rinchiuso lì dentro.

In un lampo lui mi afferrò la vita e mi alzò in piedi e mi buttò sulla sua scrivania: il mouse del computer cadde a terra sbattendo prima sulla tastiera e tutte le pratiche iniziarono a svolazzare in aria.
Lui con violenza e velocità mise le sue due mani sulla punta delle mie ginocchia e mi spalancò le gambe. Poi con maestria avvicino la sua testa al mio perizoma e con i suoi denti afferrò il lato sinistro del perizoma e me lo strappò di dosso. Quel suo gesto mi fece eccitare tantissimo ed ebbi un sussulto nella figa che continuò a bagnarsi e a grondare la mia eccitazione.. e tanto che era bagnata che le mie labbra si allargarono al massimo rendendosi pronte alla penetrazione.

Lui si tolse i pantaloni senza che io me ne accorgessi ed iniziò a strusciare il suo cazzo sulle mie cosce per raggiungere il traforo che aveva probabilmente desiderato di penetrare.
Per prima cosa infilò le sue dita nella mia fica e si accertò che fosse tutta aperta poi se le infilò in bocca dicendomi che il mio sapore gli piaceva e mi disse che davanti alla mia fica sarebbe venuto anche solo guardandola. Mi disse che avrebbe voluto assaporare l’orgasmo della mia fica nella sua bocca e poi l’avrebbe leccata piano piano per farmi venire ancora.
le sue parole scatenarono un desiderio unico di fare sesso in modo molto animalesco e per la prima volta in vita mia mi resi conto di cosa significasse godere..
Non stavo capendo più nulla e sapevo che non mi sarei fermata davanti a nulla in quel momento e che avrei fatto qualsiasi cosa per lui, per il suo membro che desideravo a tutti i costi.
Non riuscivo ad allargare, più di quanto non lo fossero, già le mie cosce..volevo sentirlo bene nella mia fica aperta i suoi testicoli’volevo che mi penetrassero anche le sue palle. Erano così gonfie che volevo leccare anche quelle.
Era talmente alta l’eccitazione che non riuscivo ad aprire i miei occhi dai quali uscivano lentamente le lacrime.
Lui mi disse a bassa voce: ‘tra un secondo ti inonderò ma voglio farti ingoiare un po’ il mio sperma perché tu da questo momento sei una cosa mia e da questo momento ti devo possedere sempre’. Uscì dalla mia fica e mi tirò a se spingendomi verso la porta. Aprì la porta ed io rimasi incredula di come non temesse di essere visto da qualcuno. In effetti in ufficio non c’era più nessuno ma perché rischiare così?
Comunque mi spingeva sulle spalle in direzione dei bagni. Entrammo dentro, chiuse la porta e girò la chiave. Mi fece sdraiare supina a terra, lui rimase on piedi a gambe divaricate sopra di me mentre il suo cazzo continuava a gocciare. Io alzai un po’ la testa verso l’alto e a bocca aperta mi leccavo le le labbra e facevo in modo che le gocce del suo sperma entrasser nella mia bocca. Lui con viso soddisfatto mi disse:’ adesso ti svergino con la mia lingua..’. Si girò in senso contrario e si sdraiò sopra di me: il suo viso era sopra la mia fica mentre le sue gambe divaricate fecero si che il suo cazzo si adagiasse sopra il mio volto.
In un secondo le sue mani allargarono di prepotenza la mia fica, ormai fradicia e già provata dalla penetrazione precedente, e la sua lingua iniziò a pulire i miei umori gettandomi in uno stato di estasi: succhiava il mio clitoride e con la punta della lingua lo sfregava velocemente, poi scendeva giù e infilava la sua lingua dentro la fica facendosi strada con la punta dura della sua lingua. Su è giù’su è giù’e poi succhiava di nuovo il clitoride. Apriva con due dita le labbra della mia fica e leccava la parte interna delle mie labbra e poi scendeva giù fino a raggiungere il mio ano.

Ero venuta già tante volte, mi sentivo senza energie e sapevo che dovevo renderlo felice quindi spalancai la bocca permettendo al suo cazzo di entrare. Era lui a muoversi e a scopare la mia bocca. Stavo per soffocare perché il suo cazzo era molto grosso e lungo ed il suo movimento frenetico rischiava di soffocarmi.
Mi venne dentro la bocca mentre io venivo nella sua’il suo sperma aveva un sapore un po’ acre ma anche un po’ dolciastro ed era così tanto che fuoriusciva dalla mia bocca colando lateralmente dagli angoli delle mie labbra.
Non contento si tolse e con violenza mi voltò e mi fece alzare in piedi. Poi mi disse di salire sul lavello e grazie al suo aiuto capii la posizione che dovevo assumere. Mi fece mettere con il dorso rivolto allo specchio e mi fece allargare le gambe. La mia fica bagnata e ancora gocciolante della sua saliva era spalancata davanti allo specchio: si vedeva il mio traforo, il mio clitoride..lui apri il rubinetto e con una mano mi iniziò a lavare la figa e di tanto in tanto a ficcarmi il suo indice dentro.
Questa cosa lo stava eccitando di nuovo come un cavallo pazzo ed io temevo che non si sarebbe fermato. Infatti mano a mano che continuava a lavarmi la fica e a bagnarla con l’acqua io ricominciai a godere e distesi le braccia in alto poggiandole sullo specchio così da inarcare la schiena, spingere il sedere all’indietro e divaricare ancora di più la fica per assaporare il godimento dei suoi movimenti.
Quella posizione lo fece andare su di giri così mi afferrò la vita con tutte e due le mani ed infilo il suo cazzo ormai bello turgido nel mio culo pompando con una forza inaudita e provocandomi anche un po’ di dolore.
Poi mi sussurrò: ‘devi soffrire un po’ per tutte le volte che ti ho fatto venire stasera..’.

Pompava nel mio culo ad una velocità incredibile mentre le sue mani, che aveva portato di nuovo sulla mia fica, continuavano a sfregare il clitoride.

ho goduto da morire..

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