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Quella ragazza era stanca di insoddisfazioni

By 25 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

L’evento cominciò tardi quel giorno. C’era ancora una discreta quantità di scatole nel ripostiglio. Il posto era un salone di medie-dimensioni, tutto griglio, sempre in attesa di essere allestito. Quando mi sono recato lì per lavorare non avrei mai immaginato di trovare delle ragazze molto giovani e affascinanti a lavorarci.
Ricordo bene di aver incontrato una ragazza bionda, sotto i 30, responsabile delle consegne che dovevano essere effettuate in quel salone. Appena mi vide fece un sorriso e poi mi chiese di aiutarla nel ripostiglio.
Era una ragazza affabile e poco formale, tuttavia vestiva in modo elegante : una giacchetta con sotto una maglietta molto sottile e dotata di una scollatura alquanto provocante, una gonna e dei leggins sottilissimi che lasciavano poco all’immaginazione delle sue eccitanti gambe. Bionda con capelli lisci e occhiali da vista con montatura nera classici.
Fisicamente non era proprio una ragazza mozzafiato, non una modella con forme e curve perfette, ma era comunque affascinante ed eccitante il suo modo di fare, la sua capacità di essere estroversa e informale.
Mentre l’aiutavo a mettere via le scatole in quel ripostiglio , tanto piccolo quanto intimo, mi accorsi che lei voleva fare uno strano gioco.
Continuava ad inchinarsi davanti a me per prendere le scatole , mostrandomi praticamente tutto dalla larga scollatura che aveva.
Vidi tutto dopo che si piegò, sentendo già l’escrescenza nei miei pantaloni che dava fastidio : il mio membro era duro ed eccitato.
Per tentare di bissare questo turbinio di eccitazione e un po’ di imbarazzo mi chinai anche io per classificare meglio le scatole.
Mentre ordinava qua e la per il ripostiglio mi faceva qualche domanda banale : quanti anni avevo, cosa facevo per vivere’ etc.
Quando alzavo lo sguardo , lei già stava ricambiando il mio. Si recò nell’ufficio adiacente allo stanzino dove eravamo. Ci mise un minuto circa e poi aprì la porta chiedendomi di entrare.
Evidentemente voleva che l’aiutassi con qualche pratica. Appena entrai però , mi disse di prendere le scatole e portarle davanti alla scrivania per farmi continuare il lavoro li nell’ufficio, invece che nello stanzino. Io non feci alcun caso e mi spostai.
Riposte tutte le scatole, mi resi conto di una strana cosa. Dopo essersi rinchiusa in ufficio , la ragazza non aveva più i leggins ! Li aveva tolti lasciandosi addosso solo la gonna risvegliando in me l’eccitazione furiosa che avevo provato pochi minuti . Mi composi e mi posai davanti alla scrivania per lavorare.
Le i mi ringraziò e si sedette proprio alla scrivania, dandomi modo di guardare le sue gambe. In un secondo mi si fermò il cuore e persi il respiro : si era seduta a gambe aperte di fronte a me, e sotto la gonna non portava nulla. Continuava ad ondeggiare le gambe aperte dandomi modo di guardare la sua vulva.
L’aveva ben rasata e curata ed io la guardai con desiderio ardente. Sapevo che aveva fatto tutto consapevolmente. Incominciò a toccarsi davanti a me con una mano, mentre con l’altra faceva ancora finta di nulla al computer sulla scrivania.
Tentavo di non guardare ma era impossibile ed avevo due grandi dolori, il mio pene ultra eretto e la voglia lacerante di scagliarmi su quelle due labbra vaginali per succhiarle avidamente.
All’improvviso chiuse le gambe e si alzò di scatto chiedendomi se avevo ancora bisogno di aiuto. Il suo continuare fare finta di nulla mi faceva palpitare dall’eccitazione. Le risposi di no, ma le si avvicinò a me ugualmente.
Mi guardò e mi chiese se potevo aiutarla, ed io, eccitatissimo e incapace di dominarmi le dissi si. Prese la mia mano e me la mise sulla sua figa. Era liscia e già bagnata ; si era eccitata toccandosi e guardando me.
Senza più alcun ritegno cominciai a penetrarle la vulva con le dita, sempre più in fondo, sempre più fradice per poi avventarmi con la bocca su di essa. Leccai il clitoride , completamente visibile, come se fosse la fonte della mia sopravvivenza, in un misto di ossessione e piacere.
Lei si dovette appoggiare alla scrivania per resistere a quell’impeto sensuale e ben presto cominciò a gemere, poiché la stavo masturbando insistentemente con la lingua e le dita . Stavo leccando ogni suo umore quando sentii che stava per giungere all’orgasmo e così mi fermai.
Mi leccai le dita davanti ai suoi occhi, ad un centimetro dalla sua bocca, per comunicarle la mia completa devozione verso i suoi umori ; li potevo sentire sulle mie dita come se avessi immerso quest’ultime in un barattolo di sacro miele.
Lei mi sbottonò i pantaloni e tolse le mutande per prendermi in mano il membro, durissimo e colante di liquido seminale. Toccò quel liquido e lo succhiò dalla cappella del mio pene. Poi lo prese con forza e lo portò alla sua vagina, strusciandolo sulla sua vulva e bagnandolo con i suoi molteplici umori.
Lo presi in mano, togliendolo dalla sua , e lo inserì con forza dentro la sua vagina tanto da schizzare fuori gli umori che aveva tutt’attorno. Lei gemette subito forte di piacere poiché la penetrazione avvenne con una fluidità magistrale.
Dopo qualche spinta decisa , iniziai a sospirare forte, sentivo che diceva qualcosa ma non capivo. Vidi la sua figa che sgocciolava d’umori più infilavo forte il mio membro.
Prima di farla venire volevo si ricordasse di me, di quel ragazzo che l’aveva posseduta selvaggiamente e l’aveva trasformata da provocatrice a dipendente dal mio pene.
Le presi le gambe con forza e le divaricai lateralmente così che la penetrazione fosse completa, fino a tenere fuori dal suo organo genitale solo i miei testicoli.
Lei iniziò ad urlare, come se non riuscisse a farne a meno, come se fosse una vera tortura di piacere. Glielo spinsi dentro tante volte finchè non ebbe un orgasmo multiplo di sospiri profondi.
Smisi di spingere poco dopo e mi appoggiai al suo seno per leccarlo e baciarlo amorevolmente, con il mio pene ancora dentro il suo corpo. La ragazza era venuta molto forte , ed ero molto estasiato. Sentivo un amore profondo per le azioni che avevo compiuto.
Tuttavia ero ancora insoddisfatto ; volevo eiaculare dentro di lei con tutta la forza della mia eccitazione. La appoggiai completamente sul tavolo, tenendole le mani e ricominciando a spingere.
Lei si dimenò, ma non poteva muoversi, e così in preda al raptus sessuale spinsi veloce e molto forte. Urlò in modo diverso da prima : era un misto di piacere e sofferenza, la cui debole resistenza al quale mi faceva godere ancora di più.
Dopo mezzo minuto di poderose spinte, potevo sentire la sua vulva completamente divaricata, con le fradice labbra che a malapena erano ancora a contatto con il mio pene. Lei urlava e sembrava anche spaventate da quello che sentiva in mezzo alle gambe, era ormai sudata sulle gambe.
Sentì infine che l’eiaculazione stava per giungere e così le lasciai le mani prenderle il sedere con le braccia e spingerla a me per permettere la penetrazione massima in quel momento.
Feci una smorfia e provai un orgasmo incredibile e duraturo : impiegai una decina di secondi per eiaculare, sentendo che dall’estremità del mio membro scorse tantissimo sperma.
Quando finì di eiacularle dentro vidi dalle sue pareti vaginali il colar dello sperma. Decisi di estrarre il mio pene , e con esso colò dalla sua vagina un grumo di sperma e umori.
Lasciai che la ragazza si stese sulla scrivania, provata e soddisfatta, con una mano sugli occhi. Rimase diversi minuti stesa sulla scrivania con le gambe divaricate, mentre continuò a colare sperma dalla sua vagina.
Decisi di infilarle due dita , lei rimase immobile quasi come se avesse perso sensibilità alla stimolazione. Levai le dita subito dopo ed esse erano avvolte in parte di sperma e umori. Gliele spalmai sulle labbra e subito dopo si alzò per fissarmi senza far trasparire alcuna emozione.
Tirò fuori la lingua e si lecco le labbra.

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