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Racconti Erotici Etero

RAGAZZE IN CALORE

By 14 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

MICHELA

Da pochi giorni, Michela &egrave la mia amante…….un’ amante calda, passionale e piena di vita: questa &egrave la storia della prima volta che ci siamo uniti.

Michela &egrave una ragazza che ho conosciuto in treno: me l’ ha presentata mia nipote, ha l’ argento vivo addosso. Un viso pulito, l’ emblema dell’ innocenza e l’ atteggiamento spavaldo di chi vuole imparare in fretta ad avere un rapporto speciale con il proprio corpo e la propria intimità. Sono rimasto sorpreso dalla sua naturalezza, perch&egrave quando in mia presenza Betty -mia nipote- le ha chiesto se le piacevo e se voleva scopare con il sottoscritto, non ha battuto assolutamente ciglio, anzi ha mostrato entusiasmo unitamente alla volontà di diventare donna quanto prima. Sì, perch&egrave fino a pochi giorni fà questa esile e fragile ragazza era ancora vergine: non aveva mai goduto, se non qualche volta grazie ad un leggero e superficiale sgrillettamento, ma senza ovviamente poter inserire qualunque genere di oggetto nella sua vagina. Ha lunghi capelli castani e tette e culo non sono ancora sviluppate, ma quando l’ ho vista la prima volta ed ha tolto le ballerine per iniziare a giocare con i suoi minuscoli piedini avvolti in collant trasparenti di color carne, ho capito che doveva essere mia e ho subito desiderato possedere il suo corpo: non ho dovuto nemmeno faticare, perch&egrave &egrave stata mia nipote con la sua “proposta indecente” a togliere le castagne dal fuoco…….Abbiamo fissato un appuntamento, dato che lei abitualmente rimane sola a casa per l’ intera giornata: quando ho bussato alla porta erano appena le nove del mattino di un giorno qualunque, e sono rimasto piacevolmente colpito dalla sua semplicità: indossava una camicia da notte sopra il ginocchio e talmente attillata che la forma dei capezzoli, delle aureole e delle tettine era perfettamente scolpita……..un succinto slippino di colore rosa completava l’ opera. Non appena la porta si &egrave chiusa dietro le spalle, Michela mi ha abbracciato e mi ha ficcato la lingua in bocca, strusciando le tette sulla mia camicia: l’ ho presa allora da dietro ed ho iniziato ad accarezzarla fra le natiche, intrufolando la mano oltre le mutandine, giusto per avere un primo contatto con la sua pelle vellutata ed ancora inviolata. Dopo un lungo e appassionato bacio, ha preteso che stessi fermo mentre mi spogliava: voleva essere lei la protagonista…….voleva per la prima volta vedere un uomo nudo……..il suo primo uomo, che dopo un pò avrebbe preso il suo fiore più prezioso…….! E’ stata a lungo ad osservarmi quasi incredula: prima d’ ora non aveva mai visto un cazzo da vicino…….solo qualche giornale oppure in tv: &egrave rimasta per un attimo scioccata…..quasi interdetta, perch&egrave -nonostante Betty le avesse già detto che ero in possesso di una verga di dimensioni ragguardevoli- non immaginava…….non poteva certo immaginare ora che aveva a pochi centimetri il membro che l’ avrebbe fatta crescere e diventare donna! Tra l’ altro il bacio e la sua lingua mi avevano notevolmente intrigato e dinanzi a lei ero già abbastanza eccitato e pronto a prenderla……anche lì sul pavimento. Sono rimasto a guardarla mentre lentamente ha tirato sù la sua camicia: solo allora mi sono quasi inginocchiato e l’ ho aiutata a sfilare lo slippino. Due piccole labbra ed un contorno ancora perfettamente rasato: ho portato un dito alla bocca per inumidirlo a sufficienza e poi l’ ho lasciato scorrere delicatamente all’ imboccatura della vagina: lei ha avuto un fremito e mi sono rialzato abbracciandola ancora, mentre la verga premeva impietosamente contro il suo pancino, già pronto ad accogliere il mio seme. Ancora un caldo bacio e la sua lingua inesperta che faticava a farsi strada ed a star dietro alla mia: allora l’ ho presa in braccio e le ho chiesto dove volesse farlo…..mi ha indicato la porta che conduceva alla sua camera che, una volta entrati ho subito chiuso a chiave e poi l’ ho adagiata delicatamente sul letto. Le ho detto di stendersi al centro e di tenere le gambe aperte, affinch&egrave potessi prepararla per la penetrazione……..la sua prima penetrazione………Ho messo un cuscino sotto la sua testa, perch&egrave potesse stare più comoda, e guardare me, mentre mi insinuavo fra le sue cosce: con la lingua ho puntato direttamente alla sua fica ed ho lasciato che entrasse leggermente, mentre con le dita dilatavo le grandi labbra: Michela ha subito cercato di ritrarsi ed allora ho fatto in modo che la mia lingua si limitasse a semplici carezze, senza violare la sua intimità…….ho iniziato quindi a sgrillettarla, mentre mi eccitavo sempre più al colore violaceo del suo buchino, che da lì a poco ho nuovamente ricominciato ad insalivare. Un pò alla volta la mia amante ha smesso di ritrarsi ed ha accettato sempre più di buon gusto che le lubrificassi l’ imboccatura della fica, fino a quando un urlo -seguito da un paio di contrazioni- mi hanno fatto capire che era venuta. Ho continuato a leccargliela ancora un pò, perch&egrave si abituasse all’ idea e poi ho provato ad inserire un dito, ma senza naturalmente andare in profondità: poi le ho allargato ulteriormente le grandi labbra -ormai volgarmente dilatate- ed ho iniziato a penetrarla con la lingua. Mentre lo facevo mi ha chiesto di chiavarla e di renderla felice oltre che donna, ma non era ancora giunto il momento. Mi sono allora messo seduto e l’ ho invitata a fare altrettanto: volevo che prendesse familiarità con il mio bastone di carne e le ho chiesto quindi di accarezzare la cappella con le dita. E’ ciò che ha fatto: con una mano ha impugnato l’ asta, mentre con le dita dell’ altra ha iniziato a dedicarsi al filetto e alla fenditura, che già eruttava liquido trasparente. Con una mano si &egrave messa a fare sù e giù, mentre con l’ altra continuava ad usarne le minuscole dita per donare alla pelle della mia capocchia indescrivibili sensazioni di piacere: senza che le dicessi niente, si &egrave quindi chinata sul mio pube, mentre con le labbra andava ad avvolgere la cappella ormai gonfia e violacea all’ inverosimile. Le ho chiesto di tenere indietro i denti usando appunto le labbra come scudo, come se il mio cazzo fosse un gelato: Michela ha iniziato quindi a succhiare voracemente la cappella, mentre con la sua piccola mano riusciva ad impugnare solo una porzione della mia verga sempre più vogliosa: ogni volta che le labbra si richiudevano potevo sentirne il risucchio. Sapevo che non avrei resistito ancora a lungo e allora le ho detto di iniziare a spompinarmi sul serio, facendo sù e giù e provando ad arrivare fino alla base: &egrave quanto ha fatto con mia grande sorpresa e piacere, perch&egrave non immaginavo che la sua bocca potesse ingoiare tanto cazzo. Le ho chiesto di titillare i testicoli con le dita della mano che non impugnava la mazza e quando mi sono reso conto che stavo quasi per godere, le ho chiesto di dedicarsi nuovamente solo alla cappella ed in particolar modo alla fenditura, che &egrave la parte più delicata e sensibile. Ora ero io che con due dita premevo forte alla base dei coglioni per ritardare la venuta, ma sono bastate tre o quattro slinguazzate per farmi sborrare copiosamente: al primo fiotto lei ha provato a ritrarsi, ma io le ho fatto cenno di continuare a giocare con le labbra serrate e di scendere man mano lungo l’ asta per raccattare i residui umorali che inesorabilmente colavano come la resina degli alberi. Quindi di sua iniziativa, la ragazza a ripreso a leccare la cappella, insalivandola per l’ ennesima volta: le ho detto contemporaneamente di ingoiare ciò che aveva in bocca, giusto per abituarsi al sapore acre dello sperma. Dopo un pò si &egrave fermata, forse stanca per la posizione: allora l’ ho invitata a seguirmi in bagno dove le ho chiesto di sciacquarsi la bocca, mentre contemporaneamente aprivo l’ acqua nella cabina doccia, regolandone man mano la temperatura. Le ho chiesto di entrare e di farmi compagnia, cosa che ha fatto dopo aver legato e raggomitolato i capelli indossando una cuffia: appena entrata, ho richiuso la porta scorrevole ed ho preso un pò di sapone tra le mani che ho usato per vellutare le tettine, il sedere e l’ ingresso della fica, facendola mugolare per il movimento ad uncino. Quindi le ho chiesto di insaponarmi e di usare un pò di igiene intima per spalmarla sulla verga già nuovamente eretta e fare avanti e indietro con entrambe le mani, in modo da simulare la masturbazione: molto più semplicemente volevo che acquisisse quanta più familiarità e confidenza possibile con il mio cazzo, affinch&egrave non vivesse il momento della penetrazione e gli attimi successivi come un trauma…….Ci siamo quindi vicendevolmente risciacquati dai residui di sapone e l” ho abbracciata e stretta forte a me baciandola con passione e tanta voglia di entrare dentro la sua pancia: le nostre lingue si sono intrecciate mille volte ancora, mentre le mani perlustravano ogni centimetro dei nostri corpi………Ho chiuso l’ acqua e siamo usciti dalla doccia: ho indossato un largo accapatoio e ho invitato anche lei ad entrarci. Mi ha subito abbracciato e gettato le braccia al collo per baciarmi ancora, mentre le asciugavo la schiena: ho tolto quindi l’ accappatoio e mi sono inginocchiato per asciugarle le gambe e i piedini. L’ ho ripresa nuovamente in braccio per ricondurla in camera dove l’ ho adagiata sul letto: ancora una volta le ho chiesto di stendersi sulla schiena e lei -quasi istintivamente- ha aperto le gambe per permettermi di entrare: &egrave quanto ho fatto e una volta trovata la giusta posizione, le ho piegato le gambe in modo che le ginocchia andassero ad urtare contro i minuscoli seni. Facevano tuttavia da contrasto due aureole abbastanza larghe e perfettamente arrotondate ed i capezzoli, non ancora particolarmente sviluppati, ma turgidi e duri come il marmo al tatto e leggermente all’ insù. Michela si &egrave comunque alquanto irrigidita, pensando che fosse giunto il momento -in verità anche da me tanto atteso- ma, a dispetto dell’ invitante posizione di ingresso, ho preso un piede ed ho iniziato a leccarle le dita, per poi scendere fino alla pianta e poi al tallone ed altrettanto ho fatto anche con l’ altro piedino……..Lentamente -molto lentamente- la mia lingua ha deciso di risalire dalle caviglie, l’ interno delle cosce, le grandi labbra sempre più palpitanti e desiderose di cazzo……fino ad arrivare alle tette: ne ho leccato e succhiato avidamente i capezzoli e poi il collo fino ad arrivare alla sua bocca per l’ ennesimo bacio, mentre intanto mi distendevo sul suo corpo e lei si &egrave aperta ancora più per permettermi di insinuarmi fra le sue gambe. Ho sentito quindi la cappella urtare contro le labbra della fica, che però non erano granch&egrave umide: Michela infatti, ha avuto un sussulto ed allora mi sono ritratto e prontamente ho intrufolato la lingua nella sua fica…….questa volta senza tanti complimenti, mentre con le dita di entrambe le mani, allargavo via via sempre più le grandi labbra per prepararle alla penetrazione. Ho leccato avidamente spugnando la vagina di saliva e quando la ragazza ha iniziato ad agitarsi e dimenarsi per l’ eccitazione, ho capito che era giunto il momento: mi sono quindi fulmineamente inginocchiato ed ho poggiato la cappella sull’ imboccatura della fica, premendo leggermente in avanti per creare lo spazio e l’ alloggiamento necessario. Lei ha provato nuovamente a ritrarsi, ma questa volta non l’ ho assecondata perch&egrave ho continuato a spingere fino a quando la capocchia non &egrave stata inghiottita dalla sua fica: ho letto la preoccupazione sul suo volto e le ho detto quindi di rimanere calma, mentre continuavo a scendere. Un urlo soffocato mi ha fatto capire che ero giunto alla mucosa da lacerare: allora mi sono nuovamente ritratto, ma giusto per darle il tempo e la facoltà di rilassarsi, perch&egrave era chiaramente molto tesa! Mi sono nuovamente disteso sul suo corpo e le ho detto di incrociare le gambe dietro la mia schiena: ancora una volta ho sentito le grandi labbra dilatarsi al passaggio della cappella, fino ad urtare nuovamente contro la parete……..ancora un urlo di dolore……Allora ho ricominciato a fare avanti e indietro senza forzare………non so…….forse 15 o 20 volte, mentre ci baciavamo sempre più appassionatamente e poi, improvvisamente con un solo colpo di reni ho affondato e l’ ho penetrata fino ai coglioni. Ancora un urlo soffocato, perch&egrave nel tentativo di distrarla le avevo infilato la lingua in bocca: allora mi sono fermato rimanendo dentro lei, mentre guardavo alcune lacrime che le solcavano il volto. Le ho asciugate con una mano ed ho ripreso a baciarla in bocca, mentre iniziavo lentamente a muovermi per scoparla: ha cercato giusto un attimo di ritrarsi, ma poi ha inevitabilmente ceduto assecondando il movimento naturale. Ho quindi aumentato un pò alla volta il ritmo, facendo scorrere contemporaneamente le mie labbra sulle sue tette tormentando i capezzoli: ho sentito le pareti della vagina adattarsi sempre più alla grandezza della mia verga, fino a stantuffarla a fondo, facendola mugolare di piacere. Mi ha detto di essere diventata la mia troia e mi ha esortato a chiavarla sempre più forte, fino a quando due o tre brevi spasmi hanno preceduto l’ amplesso: non mi sono certo fermato, perch&egrave ero infoiato e dopo alcuni colpi, mi sono liberato scaricando nella sua fica già fradicia, un mare di sborra. Ancora una volta, Michela -che evidentemente ci aveva preso gusto- mi ha incitato a non fermarmi, a continuare a fotterla fino a toccarla internamente: abbiamo quindi scopato, baciandoci e leccandoci, per almeno dieci minuti. Poi sono uscito dalla sua fica, ma siamo comunque rimasti distesi abbracciati e abbiamo continuato a baciarci ancora a lungo…….Lei aveva ancora voglia di provare nuove emozioni e forse anche a me era rimasta ancora tanta frenesia dopo averla svezzata: un corpo forse ancora un pò acerbo, ma che si avviava alla definitiva maturazione…….un cuore di donna che si stava aprendo lentamente ma inesorabilmente alla vita……..Allora, l’ ho presa per mano e ancora una volta le ho chiesto di seguirmi in bagno, dove l’ ho fatta sedere sul bidet e l’ ho aiutata ad eliminare con l’ acqua i residui di sangue, testimoni del suo primo rapporto sessuale. Si &egrave rimessa in piedi e dopo essersi asciugata, mi &egrave venuta incontro per l’ ennesimo abbraccio della mattinata: mentre ci baciavamo, con un movimento improvviso ha fatto praticamente un salto per incrociare le gambe e serrare le caviglie dietro la mia schiena, aggrappandosi ulteriormente alle mie spalle per non cadere. Allora, l’ ho sorretta con una mano che proteggeva le natiche ed un’ altra dietro la schiena, proprio come si fà quando si tiene in braccio un beb&egrave, e mi sono nuovamente diretto verso la sua stanza: mi sono quindi seduto sul letto tenendo le gambe fuori, per permetterle di rimanere nella stessa posizione: abbiamo allora iniziato a baciarci avidamente e a leccarci e pian piano ho sentito il cazzo diventare sempre più duro e la cappella farsi strada, fino a quando non sono nuovamente scivolato nella sua vagina. Avvinghiati in un unico e passionale abbraccio, Michela si muoveva molto lentamente sulla mia verga, sempre più succube delle accoglienti e calorose pareti vaginali, ormai adattate al suo diametro e fradice dei nostri umori: mi sentivo interamente risucchiato dalle sue fauci e quando le ho chiesto di girarsi, molto rapidamente si &egrave alzata. L’ ho aiutata afferandola per i fianchi, affinch&egrave -mentre si calava sul mio pube, il suo buchino potesse incontrare la punta della mia asta: si &egrave seduta impalandosi, mentre con la schiena premeva contro il mio petto ed ero nuovamente immerso nelle sue viscere. Ho iniziato quindi a muovermi dall’ alto verso il basso, approfittando anche della notevole flessibilità del materasso mentre la mia amica -per l’ ennesima volta riempita- mugolava e mi incitava a chiavarla aumentando il ritmo: le mie mani si erano impadronite delle sue tette e tormentavano i capezzoli, che ad ogni stretta la facevano suusultare, fino a quando, dopo poco siamo venuti in contemporanea e le ho allagato la fica di liquido seminale. Ho continuato a scoparla fino a quando l’ uccello mi &egrave rimasto duro e poi ci siamo distesi sul letto, dove per un pò sempre abbracciati, ci siamo concessi un’ ora di riposo.

Per informazioni: mauriziorso@libero.it Silvia……un’ ospite invadente e molto calorosa…….

SILVIA

Prima dell’ estate, io e mia moglie fummo ospiti a cena a casa di una sua collega: &egrave sposata e ha una figlia di nome Silvia. Notai subito il suo atteggiamento anche fin troppo sbarazzino, che mi fece intendere -da vecchio lupo di mare- che tipo di persona fosse……..disinibita…….provocatoria…….una troietta in erba, tanto per farla breve. Indossava collant blu velatissimi e una minigonna -a dir poco- ascellare, che metteva in chiara evidenza un corpo sinuoso già ben proporzionato e sviluppato. Si muoveva e camminava sculettando e ancheggiando a più non posso………guardava, sorrideva e ammiccava! Le piaceva essere studiata e desiderata e durante una breve pausa tra una portata e l’ altra, stava distesa sul divano, dove in modo sempre più spavaldo si apriva, mostrando un triangolino rosa, appartenente ad un minuscolo slip che accarezzava la sua fica. Giocherellava con le ballerine che sfilava in continuazione, mostrando i piedi nudi e le sue pose volutamente oscene, provocarono vari richiami all’ ordine da parte dei genitori. Nonostante il mio apparente distacco, la situazione mi intrigò ed in me si fece strada la perversa intenzione di saggiare con la lingua ogni centimetro della sua pelle, iniziando ovviamente dalle estremità inferiori! Verso la fine della cena andai in bagno per le necessità di rito e fui attratto dal cesto della biancheria, che era in netto contrasto con le chiare e soffuse tinte dell’ ambiente: lo aprii e scorsi in cima al mucchio un paio di calze di un colore che avevo già potuto ammirare poco prima. Erano di una taglia abbastanza ristretta e poich&egrave l’ unica altra donna presente in casa -sua madre- era un donnone alto quasi quanto me, capii che ciò che avevo fra le mani doveva appartenere, senza ombra di dubbio e andando per esclusione a sua figlia. Dato l’ intrigo precedente e la mia ben nota passione per i piedi femminili e per il nylon, fu spontaneo annusarli per saggiarne quelle magiche essenze, che avevo già mille volte testato: ne fui letteralmente pervaso ed estasiato e le avvicinai alla punta delle labbra, stringendole fra le estremità. Erano di un sapore leggermente acre, ma che mi stava possedendo: avevo ancora il cazzo libero, che andò subito in tiro e decisi di cingerlo e circuirlo con quel magico tessuto. Avrei voluto masturbarmi per completare l’ opera, ma con la mia assenza prolungata avrei insospettito i presenti in sala. Per cui, seppure a malincuore riposi il maltolto dove lo avevo trovato e, dopo essermi ricomposto, mi riaccodai al gruppo, che nel frattempo discuteva di un nuovo argomento, che suscitò all’ istante la mia attenzione: infatti, la settimana successiva i padroni di casa dovevano assentarsi alcuni giorni per motivi di famiglia e non si fidavano a lasciare la ragazza da sola. Almeno per me le ragioni erano scontate, dato che non doveva essere sfuggito ai diretti interessati, quanto fosse stronza la loro figlia. Mia moglie stava appunto offrendo la nostra ospitalità e dopo un breve cenno di intesa e di approvazione da parte mia, prese accordi affinch&egrave la sua ipotesi fosse realizzabile ed infatti lo fu. Attesi con ansia e trepidazione, che arrivasse il fatidico giorno: ero curioso di capire fin dove si sarebbe spinta con la sua audacia e il giorno arrivò…….
Appena entrato in casa, udii delle voci provenienti dalla camera di mia figlia: diedi per scontato che stesse parlando con Silvia, perch&egrave la nostra ospite era appunto attesa per quel pomeriggio. La porta era aperta ed infatti, era seduta sul letto: notai che indossava solo una canottiera e un paio di mutandine abbastanza succinte. Mi meravigliai perch&egrave non potevo certo immaginare che fosse mezza nuda ed ancora più stupito, quando dopo avermi salutato, mi venne incontro per darmi un bacio -tra l’ altro abbracciandomi- come se tutto rientrasse nella normalità, in considerazione del suo abbigliamento quasi da bordello. Con altrettanta tranquillità si rimise seduta e rimasi alquanto imbarazzato per il gesto, anche perch&egrave Francy -mia figlia- aveva seguito divertita la scena e, quando i nostri sguardi evidentemente si incrociarono, mi sorrise…….ma ironicamente! Nemmeno da parte sua era appunto lecito attendersi un simile trasporto da parte di una persona che avevo incontrato una sola volta in vita mia: il suo atteggiamento era da autentica stronza navigata e provai comunque a mantenere un certo distacco, perch&egrave la contemporanea presenza di una persona di famiglia era alquanto inibitoria. Inoltre, con una moglie abbastanza rigida e moralista, non ero certo abituato a vedere n&egrave lei, n&egrave tantomeno nostra figlia girare per casa conciate in quel modo. In quei frangenti, sicuramente desiderai di essere da solo con lei, per poterla sbattere sul pavimento e farle passare la voglia di provocare! E non solo quella! Inoltre, era già stato stabilito che il giorno successivo avrei avuto il piacere della sua compagnia, dato che le donne della casa, sarebbero state impegnate fino al tardo pomeriggio con il lavoro e i corsi universitari: avevo quindi pensato di portarla a mangiare qualcosa da McDonald. Sapere che avrei trascorso alcune ore in sua compagnia non mi dispiaceva per niente: era una specie di vulcano…….il nostro primo incontro era stato un fulmine a ciel sereno e poco prima avevo percepito tanto calore quando abbracciandomi, le tettine avevano strusciato sul mio petto. Pensavo a tutte le maialate che avrei potuto fare con una così: mi sentivo abbastanza porco e rividi mentalmente la scena di qualche giorno addietro, quando chiuso in bagno ero stato ammaliato dall’ odore dei collant. Volevo giocare con i suoi piedini e stringerli intorno alla cappella fino a consumarla…….Anche durante la cena fui assorto in pensieri peccaminosi di vasta portata, ed infatti mi dissero che ero troppo silenzioso, ma era difficile rimanere indifferente!
Moglie e figlia trovarono ben presto la strada del letto, perch&egrave per loro la sveglia sarebbe stata come al solito fiscale. Io invece, avendo a disposizione una settimana di ferie arretrate, potevo spassarmela alla grande: iniziai con vari filmati su YouTube e poi mi dedicai alla tv, con una splendida carrellata di gol dei campionati esteri. Forse erano da poco passate le undici e SkySport era ancora il mio compagno di avventure serali, quando Silvia entrò in soggiorno: si accomodò sulla poltrona che era proprio accanto al divano dove sedevo e per un pò rimase in silenzio con il suo telefonino. Indossava un gonnellino che metteva in mostra in maniera generosa le cosce ed una canottiera abbastanza attillata, che evidenziava due poppe piccole ma già ben modellate: risaltavano inoltre i capezzoli, che con la loro forma scolpivano il tessuto che li ricopriva……..due protuberanze accattivanti che, dati i trascorsi, ammiravo in verità con scarsa discrezione. Del resto, in quanto a discrezione, non &egrave che Silvia fosse proprio un modello da emulare a qualunque costo e difatti, il mio interesse -che non passò inosservato- non le causò il bench&egrave minimo imbarazzo. Anzi, di tutta risposta accavallò le gambe e con una rapida e furtiva occhiata, notai che non aveva nemmeno le mutandine: per attimi interminabili ci fissammo e lei sostenne -fino alla fine- il mio sguardo, senza la minima esitazione. Ero irretito da tanta audacia, ma non eravamo soli in casa ed un lungo corridoio che ci teneva separati dalle camere da letto, non era sufficiente per realizzare quello che avevo in mente: anche lei ne era perfettamente cosciente, ma non avevo ancora familiarizzato abbastanza con la sua troiaggine. Era a non più di due metri di distanza -forse anche meno- e, di punto in bianco tirò su’ la gonna allargando le gambe a sufficienza, affinch&egrave potessi intravedere nella penombra la sua fichetta perfettamente depilata: la divaricò con entrambe le mani mostrando il buchino rosa e, dopo aver piegato le ginocchia poggiando i piedi sul bordo della poltrona, iniziò a sgrillettarsi e a masturbarsi, inserendo nella cavità due dita ogni volta che vi entrava. Continuava imperterrita a fissarmi, mentre con la lingua si inumidiva le labbra e di tanto in tanto, reclinava il capo all’ indietro: le piaceva essere guardata e rimasi immobile a godermi lo spettacolo, seppur con l’ orecchio teso, e lanciando qualche fugace occhiata alla porta. Fortunatamente, tutto taceva ed il silenzio della notte veniva interrotto solo dai flash provenienti dallo schermo e dai suoi sospiri, che riuscì a contenere in maniera egregia: anche quando venne, inarcò lievemente il bacino e dopo un attimo si ricompose. Continuava a guardarmi languidamente e -senza nemmeno darmi il tempo di realizzare- in un batter d’ occhio si alzò, ma solo per affiancarsi a me: portò due dita alle labbra, le mise in bocca e le leccò avidamente e poi le avvicinò alla mia bocca. Mi toccò le labbra e spinse, come per voler entrare a tutti i costi e leccai altrettanto avidamente le sue dita insalivate ed intrise dei suoi umori: aveva un buon sapore e la mia eccitazione era già alle stelle. Un istante dopo, si intrufolò con una mano nei pantaloncini e senza tirarlo fuori, iniziò ad accarezzare la cappella ed i testicoli e, subito dopo a masturbarmi: divaricai lievemente le gambe per agevolare il movimento e, quando mi resi conto che stavo per venire, le strizzai una tetta. Sborrai nella sua mano e Silvia portò nuovamente le dita alla bocca per leccare i miei residui organici, mentre continuava a studiare ogni mio movimento, senza mai perdermi di vista: avevo ancora il cazzo duro e feci in modo che venisse fuori dalla sua custodia. Il mio gesto fu abbastanza eloquente e la ragazza riprese a masturbarmi e proseguì lentamente per una decina di minuti, fino a quando non irrorai nuovamente le sue dita. Ancora una volta, leccò tutti i residui e dopo un’ ultima occhiata si alzò ed uscì dalla stanza, lasciandomi con la verga ancora in tiro. Decisi allora di darmi una ripulita e ritornai poi in soggiorno: avevo bisogno di riflettere……..di riflettere………di riflettere……..ma, talvolta la stanchezza e la tensione giocano brutti scherzi! Infatti, furono le voci di mia moglie e di mia figlia a svegliarmi di colpo: mi stavano facendo notare che mi ero addormentato sul divano del soggiorno. Ma non c’ era tempo per le chiacchiere di rito, perch&egrave -come al solito- erano in ritardo……un bacio, un rapido saluto e dopo un attimo erano già in strada. Riuscirono solo a dirmi che in cucina la colazione era già pronta per due: indubbiamente un pensiero molto gradito e non me lo feci ripetere, perch&egrave dopo un rapido pit-stop al bagno, ero già alle prese con burro e marmellata. Ma mi tremavano le gambe…….erano trascorse non più di sette ore e l’ idea delle sue manine che sfioravano la verga mi fece eccitare all’ istante, anche perch&egrave eravamo soli in casa: non sapevo nemmeno se Silvia stesse ancora dormendo o meno. Ero soddisfatto ma di certo non appagato: avevo fame……una gran voglia di divorarla……..di possederla……..di farla semplicemente mia…….Era ormai diventato un chiodo fisso, fin da quando alcuni giorni prima, mi aveva attirato già al primo impatto con la sua spregiudicatezza. Ma le mie fantasie furono di brevissima durata, perch&egrave dopo qualche istante la ragazza fece il suo ingresso in cucina: sicuramente era sveglia già da un pò e sapeva anche che non c’ era nessun altro in casa. Infatti, indossava la canotta della sera precedente ed un minuscolol perizoma: mi salutò con un ampio sorriso e prese posto per gustarsi il suo caffelatte, ma solo quello perch&egrave disse che non aveva molta fame. Apparentemente era tranquilla e ciò mi metteva alquanto a disagio, perch&egrave pensavo e ripensavo a ciò che avevamo fatto: ero indeciso se introdurre l’ argomento o aspettare il naturale sviluppo degli eventi, ma la mia ospite, nonostante l’ aria abbastanza strafottente aveva un obiettivo preciso. Me ne accorsi, quando di punto in bianco mi chiese se volevo fare la doccia con lei: la richiesta mi colse di sorpresa, ma in verità non attendevo altro che un minimo input da parte sua per completare l’ opera. Infatti, dopo qualche istante eravamo già in bagno: i nostri abiti finirono sul pavimento e ci ritrovammo nudi. Avevo una voglia matta di scoparla, ma lei mi prese per mano ed entrammo nella cabina doccia: ci insaponammo a vicenda e ci baciammo con passione……..le lingue si muovevano frenetiche e ci fu un notevole scambio di fluidi……..il cazzo era schiacciato contro il suo pancino e non vedeva l’ ora di entrarci dentro. Mentre eravamo abbracciati, approfittai di un dito ancora insaponato per infilarglielo nel culo: lo mossi su e giù con perizia e furono sufficienti pochi colpi ben assestati per farla venire mentre era avvinghiata a me. Anch’ io ero totalmente preso, perch&egrave l’ idea di sbattermi una fica giovane, ma già così disinibita mi tirava non poco…….Dopo esserci reciprocamente asciugati usando un unico accappatoio,la presi in braccio e la condussi nella camera da letto degli ospiti, che praticamente non utilizzava mai nessuno: infatti, le amiche di Francy dormivano sempre nella sua stanza e altrettanto aveva fatto Silvia. La poggiai delicatamente sul letto facendola distendere sulla schiena, in maniera tale da potermi comodamente insinuare fra le sue cosce per leccarle la fica: aggrappata alla spalliera mi chiese di chiavarla con la lingua, che entrava ed usciva dalla sua passera simulando un vero e proprio rapporto. Mugolava in seguito al piacere che le stavo procurando e venne urlando, scaricando tutti i suoi umori nella mia bocca: era giovane ma sapeva già di donna, e mi faceva arrapare il suo modo di guardarmi, mentre -dopo l’ amplesso- continuai a stuzzicare con la lingua l’ imboccatura del canale vaginale. Ormai era pronta per il grande passo…….mi disse che voleva essere presa all’ istante, ma io noncurante della sua richiesta, mi misi in ginocchio e mentre guardavo la sua fregna volgarmente dilatata, presi i suoi piedini e li usai per massaggiarmi le labbra, il torace, il basso addome……..Erano da poco stati detersi, avevo provveduto personalmente a farlo e quindi non avevano quella tipica fragranza delle scarpe appena smesse: ma erano piccoli e ben modellati…..erano sensuali e incitavano a fare porcate di ogni genere. Li presi in bocca e li leccai con avidità e, dopo averli insalivati a dovere, li strofinai sui capezzoli e poi sulla cappella…….poi li ebbi nuovamente a portata di lingua……le labbra si chiusero più volte intorno alle dita…….mi facevano impazzire e sarei rimasto a leccarli per ore, ma Silvia smaniava dalla voglia di essere posseduta e anch’ io ormai ero alla frutta……..il cazzo era talmente gonfio che sarebbe esploso a breve! Ancora una volta mi tuffai sulla sua passera e la lubrificai con la saliva…….poi -lo avevo già notato in precedenza- poich&egrave in camera c’ era una specie di sgabello abbastanza solido, senza manici e privo di schienale, le dissi di alzarsi…….lo fece e mi guardò dubbiosa, ma intese ben presto le mie intenzioni, quando dopo essermi accomodato, le dissi di sedersi sopra le mie cosce. Allargò quindi le gambe, e dopo aver afferrato l’ asta con una mano, vi si sedette sopra, lasciando semplicemente che fosse il suo peso ad impalarla: così facendo, il bastone di pelle le scivolò nella fica senza trovare il minimo ostacolo……Teneva i piedi a terra e questo l’ agevolò, perch&egrave iniziò a sollevarsi leggermente e a fare su’ e giù per dare il ritmo: era una posizione davvero invitante e mi sentivo completamente risucchiato nella sua vagina, che si adattò istantaneamente alla lunghezza ed al consistente diametro del mio palo. Si strinse ulteriormente a me: le tette si andarono a schiacciare contro il mio torace e sollevò le cosce, incrociandole dietro la mia schiena…….evidentemente il movimento precedente l’ aveva un pò stancata. Allora, l’ afferrai saldamente per le chiappe e, tenendole divaricate la feci muovere sopra di me: non durò a lungo, perch&egrave godemmo all’ unisono, mentre le nostre bocche e le nostre lingue continuavano imperterrite a scambiarsi fluidi. Le scaricai dentro tutto il desiderio che avevo accumulato nei giorni precedenti e continuai a sollecitare con le mani, le ritmiche e tipiche movenze del suo bacino, grazie alle quali la stavo facendo mia: il movimento divenne sempre più lento, fino a quando si arrestò del tutto. Per una decina di minuti rimanemmo fermi in quella posizione a baciarci e a leccarci instancabilmente: la ripresi quindi nuovamente fra le mie braccia e la portai fino al letto. Si distese e, mostrando per l’ ennesima volta il suo buco di un rosa delicato, mi invitò a distendermi sopra il suo corpo per fotterla nella classica posizione: per me era come un invito a nozze e un istante dopo, entrai nuovamente nel suo pancino. Mentre la facevo sussultare in seguito alle randellate del mio arnese, le strizzai le tette succhiando famelicamente i capezzoli e quindi le ficcai la lingua in bocca: la chiavai con veemenza e, dopo averle tormentato per l’ ennesima volta le aureole con le labbra e con la lingua, venimmo quasi contemporaneamente e sborrai per la seconda volta nella sua fica, dalla quale proseguii ad entrare ed uscire con il manganello ancora voglioso della sua cavità, ma dopo un pò, decidemmo di concederci una tregua. Infatti, l’ attività fisica aveva stimolato il nostro appetito e decidemmo quindi -rimanendo tra l’ altro entrambi nudi come vermi- di andare in cucina per mangiare qualcosa: fù molto gentile e mi preparò due uova al tegamino. Lei mangiò un cornetto di quelli già imbustati e rimanemmo a chiacchierare: poi, nonostante il mio parere contrario, decise di lavare a mano alcuni piatti rimasti nel lavandino……ma non tardai ad afferrare la ragione che l’ aveva spinta a farlo. Mi dava chiaramente le spalle e potevo ammirare il suo culo…….due chiappe da favola, piccole ma rotonde: insomma, era un sedere ben fatto e adatto per essere montato! Era uno spettacolo stare a guardarla e le feci presente che mi stava facendo eccitare: udendo i complimenti che le stavo facendo, Silvia iniziò a sculettare visibilmente a mò di provocazione…..evidentemente fin dall’ inizio era sempre stato quello il suo intento e il cazzo fù ben presto in tiro. Mi alzai e mi piantai alle sue spalle cingendole la vita e strizzando con entrambe le mani le poppe, mentre l’ asta premeva contro la sua schiena: le baciai e leccai il collo più volte, fino a quando, voltandosi di scatto si inginocchiò sul parquet e iniziò a farmi un pompino. Leccò prima la cappella, poi scese lungo l’ asta e si dedicò ai coglioni, che solleticava con la lingua: risalì nuovamente spalmando saliva lungo il percorso e si accanì ancora sulla punta della cappella succhiando come una forsennata…….con la lingua cercava spesso la fenditura e ciò mi mandò in estasi. Poi si rimise in piedi e mi chiese di prenderla da dietro: si piegò in avanti sul tavolo offrendomi un panorama da brividi. Mi inginocchiai e le allargai leggermente le chiappe: le grandi labbra erano ancora dilatate ed iniziai a leccare l’ orifizio anale…….vi sputai sù più volte per agevolare il processo di lubrificazione e quindi iniziai a penetrarla prima con una e poi con due dita. Si dimenava spudoratamente e mi incitava ad incularla…….era pronta e voleva essere inchiavardata anche nel canale secondario: mi rimisi allora in posizione eretta e mi sporsi in avanti, avvicinando la punta della cappella che andò a premere sul buchino già abbastanza dilatato dal precedente massaggio. Difatti, mi bastò sporgermi ulteriormente e questo fù più che sufficiente per affondare nel suo intestino: la ragazza urlò…….non era chiaro se dal dolore o dal piacere ed allora mi arrestai, ma lei mi disse di continuare a martellarla. Allora, afferrandola per i fianchi ripresi a stantuffarla lentamente, ma ciò servì a poco perch&egrave furono sufficienti una dozzina di battute per farla venire…….ma, non era ancora sazia e mi chiese di proseguire la mia opera: sprofondai nelle sue viscere senza darle tregua, e la trapanai ancora per un pò, fino a quando
-vicino alla capitolazione- lo sfilai dalle sue chiappe e puntai diritto alla passera. Ancora una volta, fu sufficiente un colpo di reni per penetrarla fino ai coglioni, che durante il movimento urtavano contro la sua pelle morbida e vellutata……inumidii due dita fra le labbra e di tanto in tanto, le immettevo nel canale posteriore per aumentare il suo piacere: Silvia si aggrappò al bordo del tavolo e divaricò vergognosamente le cosce, per agevolare la cavalcata…….urlava ad ogni affondo e mi incitava a spingere sempre di più……..sempre di più…….finch&egrave sborrai nuovamente nella sua cavità. Rimanemmo nella stessa posizione e proseguii a fotterla fino a quando il cazzo rimase duro……..lei venne ancora una volta e poi un’ altra ancora………sembrava che non fosse mai abbastanza, ma fortunatamente -almeno per me- giunse provvidenziale lo squillo del telefono a separare temporaneamente i nostri corpi: erano i suoi, che volevano avvisare una volta giunti a destinazione. Li ringraziai per il pensiero e -tra me e me- anche per la pausa che mi permise di riprendere giustamente fiato: Silvia sarebbe stata nostra ospite per quasi una settimana e quello era solo il primo giorno……..era solo l’ inizio di un lungo ed estenuante -ma estremamente piacevole- godimento………

Per informazioni: mauriziorso@libero.it

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