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Ragazze, non sono superdotato!

By 27 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Avere 21 anni non era affatto male. Serate con gli amici, birre a non finire, qualche ragazza ogni tanto. Niente di serio. Fino ad allora avevo avuto solo qualche incontro con un paio di ragazze, sperimentando il sesso e l’amore, ma poi sono tutte finite. Preferivo il divertimento con gli amici.

La mia sorellina di 18 anni era giù in piscina con qualche amica quel pomeriggio di luglio, faceva veramente caldo in effetti, ma io non potevo aggiungermi a loro perch&egrave stavo editando un nuovo articolo per il giornale locale. La piscina a casa, anche se non molto grande, era un vero spasso e ci permetteva di rilassarci a piacimento invitando anche amici. In quel periodo i nostri genitori erano fuori città per lavoro, perciò io e mia sorella Katia avevamo la casa tutta per noi.
Katia aveva appena concluso il quarto anno di liceo con buoni voti, andavamo d’accordo solitamente, anche se ogni tanto avevamo delle gran litigate. Alta 1.70, magra, cappelli lunghi mossi castani, un terza abbondante, un gran bel culo e visetto dolce. Era una bella ragazza senza dubbio, ma sicuramente non l’avevo mai guardata nel suo aspetto completamente femminile, ma sempre solo come mia sorella minore.

Quel giorno le finestre della mia stanza al primo piano erano spalancate per permettere a quel po’ di vento che c’era di entrare e le voci delle ragazze di sotto mi distraevano dal lavoro. Non parlavano forte ma erano leggermente udibili. Rinunciai all’articolo e mi sedetti sul letto, curioso di carpire qualche informazione dal loro dialogo, magari avrei udito un nome di un qualche ragazzo che piaceva a Katia e di conseguenza avrei cominciato una nuova serie di amichevoli prese in giro nei suoi confronti. Ecco cosa riuscìi a sentire:

Silvia: ‘Dovrebbe essere bellissimo poterlo toccare, stringere tra le mani e assaggiare sulla lingua’.
Ilaria: ‘Io ho avuto a che fare con un paio di ragazzi, lo sapete, ”’poco conto i loro arnesi. Franco della nostra classe era abbastanza ridicolo ”’. La frase non mi era del tutto chiara.
Katia:’Sono così curiosa, ma allo stesso tempo non possiamo mica andare dal primo ”’ e sembrare delle puttane!’. Mia sorella che pensa a ste cose…assurdo, quasi non voglio più ascoltare, eppure la curiosità mi fa rimanere.
Giulia:’Ma Katia quel figo di tuo fratello come ce l’ha? Non l’hai mai spiato!? ” ‘
Katia:’ Ma che dici cretina! E’ mio fratello ed &egrave un cesso! L’ho visto nudo qualche volta e sembrava avercelo abbastanza grosso’ Ma cosa mi fate dire, &egrave mio fratello!’
Martina: ‘Cesso!? Dici così solo perch&egrave sei sua sorella, &egrave un gran figo invece…non ti ricordi quando era a scuola che tutte gli andavano dietro!?’. Quella gran stronza di Martina, ora parla così ma un paio d’anni prima mi aveva rifiutato apertamente perch&egrave innamorata di qualche tipo. In quel periodo avevo solo voglia di scopare e lei mi era sembrata quella adatta al momento: bionda capelli lunghi, quarta di seno, un culo un po’ grosso ma sodo, coscie formose, un viso carino. Una ragazza normale insomma…ma le tettone sono il suo punto forte. Eppure mi aveva rifiutato.
Ilaria:’Io un pensierino su Stefano tuo fratello me lo farei”.
Katia:’Parla piano stupida, la sua finestra &egrave proprio lì sopra!’

Da lì in poi non riuscìi a sentire altro di quella conversazione poich&egrave continuarono bisbigliando sommessamente. Conoscevo bene quelle ragazze che spesso mi ritrovavo a casa e in piscina, ma di certo non mi sarei aspettato un interesse così particolare nei miei confronti. Martina poi, mi aveva stupito più di tutte, quella stronza. Mentre ci pensavo, mi vennero in mente tutti quegli apprezzamenti da parte loro sulle mie foto al mare su facebook. A volte una, a volte l’altra, puntualmente cercavano di attirare forse la mia attenzione in quegli ultimi mesi. Me ne resi conto solo all’ora. Forse davvero qualcuna di loro era interessata a me…mi resi conto di essere almeno piacente ai loro occhi.
Dopo aver ripreso il controllo tornai al lavoro sull’articolo, cercando di concentrarmi. Erano circa le 15.00 ed avevo scritto pochissimo.

Verso le 16.00 sentìi il bisogno di una pausa. Non riuscivo a lavorare, la mia mente pensava ad altro. Indossai un costume a caso e scesi in giardino. Le ragazze stavano prendendo il sole poco lontano dalla piscina. Salutai e spiegai loro che volevo semplicemente fare una veloce nuotata per rilassarmi. Dopo pochi minuti mi raggiunsero in piscina e cominciammo a parlare del più e del meno. Ora cominciavo a guardarle davvero come donne, ed erano tutte delle gran belle fighette. Silvia era un po’ più alta delle altre, ma non era un gran ch&egrave. Bionda capello lungo, seconda di seno e un culetto interessante. Giulia e Ilaria si assomigliavano perch&egrave entrambe basse, seno piccolo, capelli lunghi e avevano due culetti da sballo. Quelle cinque formavano davvero un bel gruppo eterogeneo, ma il solo pensare ai discorsi che facevano poco prima mi eccitava. Lasciai ben presto la piscina per evadere da sconci pensieri e soprattutto per continuare il lavoro.
Più tardi sentìi le ragazze andarsene, erano ormai le 19.00.

Quella sera io e Katia mangiammo una pizza chiaccherando tranquillamente e ci guardammo un film. Eravamo alla terza birra quando Katia mi disse:
‘Devo parlarti Stefano’
Io:’Dimmi sorella’. Il film era davvero figo, ta ta ta ta ta, mitragliatrici, bombe, fucili’
SBAM! Io:’AHHHIAAAAA! Ma seiii scemaa!’ Che botta, mi aveva colpito in testa!
Katia:’Oh mi ascolti un attimo? Spegni la televisione!’ Ubbidìi.
Katia:’Senti Stefano, oggi io e le altre parlavamo…insomma…di sesso ecco” Era chiaramente imbarazzata, ma non capivo dove volesse arrivare. Raramente parlavamo di questi argomenti.
Io:’Ehhh…ti ascolto!’
Katia:’Mi &egrave toccato assecondare la loro decisione e fare da portavoce per farti una richiesta, ma non ne sono in grado…mi vergogno, lascia stare!’. Aveva le guance tutte rosse, non solo per le birre bevute. Girò la testa verso il televisore e prendendo il telecomando lo accese, come se nulla fosse.
Io:’Hahaha andiamo Katia, sono tuo fratello! Sputa il rospo! Adesso sono proprio curioso!’

Continua. Io:’Katia parlaaaa!!!!!’ Cominciai a farle il solletico piantandole le dita nei fianchi.
Katia:’Va beeeeneee!! Adesso ti dico tutto…lasciamiii!’
Io:’Oh ti ho lasciato, avanti sono tutto orecchi!’
Katia:’Vedi…loro hanno pochissima esperienza col sesso…solo quella porca di Ilaria ha scambiato qualche toccatina con un paio di maschi, ma per il resto sono tutte curiose di scoprire l’altro sesso…e anche io lo sono. Ma il fatto &egrave che non vogliamo sembrare delle puttane capisci…&egrave semplice curiosità che a 18 anni tutte le persone hanno, se non hanno avuto la possibilità di sperimentare prima!’
Io:’Certo &egrave normale questo…continua!’
Katia:’Insomma che ne diresti di…fare veder loro il tuo…coso’ Mi hanno pregato di chiedertelo, vogliono vederti nudo a tutti i costi…e non solo! Fratellone non &egrave colpa mia, io ho detto che era una cazzata ma”
Io:’Aspetta un attimo, perch&egrave proprio io, con tutti i ragazzi che ci sono in giro!??’
Katia:’B&egrave vedi, perch&egrave ti conoscono da un po’ e sanno che non faresti mai loro del male e quindi la cosa resterebbe in segreto tra noi; poi perch&egrave tu a loro piaci, fisicamente per loro sei veramente un figo, me lo dicono sempre St&egrave! Ma soprattutto…ecco…sanno che ce l’hai bello grosso!!’
Io:’Ma che dici Katia, il mio…coso’ &egrave perfettamente nella media, nulla di più!’
Katia:’Mmm…Fratellone, io te l’ho visto di sfuggita un paio di volte, lo sai… e anche se non ho molta esperienza credo sia bello grosso e sicuramente sufficiente per loro che vogliono vederlo!’
Io:’Ah ho capito…quindi dovrei fare lo spettacolino e spogliarmi davanti alle tue amichette! Tanto che si facciano gli occhi! Non se ne parla nemmeno, che senso avrebbe mettermi in mostra in quel modo!’
Katia:’B&egrave non sarà proprio così, loro saranno a tua disposizione’ Insomma vogliono imparare come toccarlo, come leccarlo’ Oddio che imbarazzo a dire queste cose’Insomma partecipano al gioco quanto te, e per te!’
Io:’Ora &egrave più chiaro…devo ammettere che questa storiella mi attira un po’, ma non vorrei risponderti ora avventatamente, potrei fare la scelta sbagliata. Certo, le tue amiche sono delle belle fighette in effetti’ Ma per Martina come la mettiamo? In qualche modo potrei fargliela pagare per il rifiuto di un paio d’anni fa. Bah, ci penserò, tanto vengono domani pomeriggio vero? Ti farò sapere domani mattina Katia.’
Katia:’Martina &egrave forse quella che più ti desidera quindi credo tu possa vendicarti come vuoi ahah, ma non essere crudele fratellone! Pensaci e fammi sapere, buonanotte!’
Io:’Un attimo sorellina, aspetta. Fin’ora hai sempre parlato di loro, le altre ecc’ Ma di te non mi hai detto nulla. Se io accettassi la proposta, tu come ti comporteresti? Starai chiusa in camera tua a studiare o…?’
Katia:’Ehm’penso che verrò a guardare’ Non mi dispiacerà vederti nudo ihihi. Parlavo di loro ma ero compresa pure io… Notte St&egrave!’
Io:’Che maiala di sorella!! Notte Katia, e cerca di far calmare i tuoi bollenti spiriti!’

Quella sera non riuscivo ad addormentarmi. Non potevo rinunciare ad un’occasione così ghiotta…avere quattro ragazze ai miei piedi, o cinque se mia sorella avesse deciso di partecipare. Forse era quello che mi frenava, la presenza di Katia. Come potevo mostrarmi nudo di fronte a lei, o addirittura a fare porcate con le sue amiche, quando era da diciotto anni che vivevamo sotto lo stesso tetto, come veri e propri fratelli?!! Se accettavo la loro proposta, gli equilibri in casa non sarebbero più stati gli stessi. D’altra parte anche Katia, come le altre, non aveva mai avuto esperienza, ed essere io il primo che vedeva nudo, forse era una buona cosa, in modo da iniziarle all’arte del sesso. Essere per loro un maestro, per farle toccare con mano cosa vuol dire far godere un uomo, ed insegnar loro come un uomo può farle godere. Si, sarebbe senz’altro stata una cosa fantastica, che non ricapita più in vita. Non potevo rifiutare’
Ma Katia ancora mi bloccava dal prendere la tanto agoniata decisione.

Pensai e ripensai ancora per un’oretta, senza riuscire a dormire. Decisi di scendere a fumare una sigaretta e prendere un po’ d’aria. Indossai solo un paio di pantaloncini e mi avviai in corridoio. Una luce tiepida filtrava da sotto la porta della stanza di Katia, pensai che stesse leggendo perch&egrave era al massimo l’una e mezza della notte. Leggeva spesso la mia sorellina, era proprio appassionata di letture. Aveva preso da me!
Scesi le scale e uscìi in giardino, accesi una sigaretta e mi sedetti. La brezza fresca mi rilassava, il fumo della sigaretta mi intorpidiva i sensi e mentre pensavo all’ardua scelta che mi sarebbe toccata l’indomani, il mio uccello cominciò a inturgidirsi. Finito di fumare, decisi di spogliarmi nudo e farmi un bagno in piscina…era notte e nessuna luce illuminava il giardino. L’erezione del mio pene si calmò solamente dopo cinque minuti di nuoto nell’acqua fresca. Non nuotavo nudo spesso, ma mi dava sensazioni straordinarie. Mi venne in mente che avrei potuto giocare proprio in piscina con le ragazze, qualche volta, durante le prossime settimane!

Uscìi dalla piscina e mi asciugaii alla bell’&egrave meglio con i pantaloncini e le mutande, dato che non avevo portato nulla in giardino. Tornai in casa e nudo, salìi le scale in silenzio per non farmi sentire da Katia. La luce era ancora accesa. Cosa stava facendo alle due di notte ancora sveglia? La curiosità mi travolse e decisi di spiare dal buco della serratura. Rimasi di sasso. Si stava masturbando, stesa sul letto! Incredibile, non avevo mai visto mia sorella in quelle condizioni…indossava solo il reggiseno, messo di traverso a scoprire un seno. Un seno decisamente grosso e bello, con un capezzolo rosso irto verso l’alto. Le gambe oscenamente spalancate mi offrivano una vista completa sulla sua figa depilata, tutta bagnata, in cui le sue dita si muovevano ad un ritmo esagerato. Inutile dire che il mio uccello si &egrave rizzato in due secondi a quella vista…e che dire, era un vero e proprio spettacolo mozzafiato. Non sapevo che la mia piccola sorellina innocente fosse una porcella che si masturbava nel pieno della notte!
Potevo vedere in parte il suo viso. Era una smorfia di godimento continuo. La sua mano si muoveva veloce dal clitoride a dentro la vulva, mentre l’altra mano si stringeva, ogni tanto, il seno!
Io ero in silenzio, inginocchiato a guardare. Non potevo toglierle gli occhi di dosso. Decisi di non masturbarmi, anche se il desiderio era enormemente grande, perch&egrave sarei venuto subito e oltre a sporcare porta e pavimento, mi sarei fatto sentire e quindi scoprire.
Katia venne dopo pochi minuti, con un lamento basso e sommesso, chiaramente trattenuto. Mi alzai in piedi e corsi a letto, senza far rumore. Quello che avevo visto per una decina di minuti di spettacolo, mi aveva aiutato a scegliere come comportarmi.
Avevo deciso cosa fare l’indomani: mi sarei mostrato a tutte e cinque le ragazze.

Continua.
A colazione Katia ed io ci comportammo come sempre, mangiammo biscotti e fette biscottate ricoperte di marmellata ed immerse nel latte caldo. Era estate si, ma il latte caldo di mattina ci voleva sempre! Feci finta di non averla spiata la notte precedente. Non volevo farle sapere che conoscevo il suo lato più intimo, più animale. Forse sarebbe tornato fuori il giorno stesso, nel pomereggio, con le sue amichette.
Mia sorella stava sparecchiando la tavola quando decisi di tirare fuori il discorso.

Io:’Katia, sta notte ho dormito pochissimo e alla fine ho preso una decisione per quanto riguarda la vostra richiesta’.
Katia:’Davvero? Dimmi, cosa hai scelto di fare?’
Io:’Lo farò, voglio darvi una mano ed iniziarvi al sesso, in modo che non siate del tutto impreparate quando dovrete farlo con i vostri futuri partner.’
Katia:’Woooow St&egrave &egrave fantastico! Grazie mille, lo vado subito a dire alle altre così che si possano preparare!’ Si avviò verso la porta della cucina, si fermò, mi diede un bacione sulla guancia e continuò la camminata. ‘Fatti figo anche tu fratellone!’

La mattinata passò rapidamente lavorando sul reportage, una noia mortale in cui non distrarsi era impossibile! Pensavo e ripensavo a quella porca di mia sorella e alle fighette delle sue amiche.
Dopo pranzo una lunga doccia, prima fredda e poi sempre più calda. Sentivo ogni muscolo in fermento, in attesa dell’evento del pomeriggio. Ancora non avevo ben chiaro cosa avrei dovuto fare, se sarei stato io a condurre il gioco, loro, oppure nessuno.

Le ragazze erano arrivate alle 15.00 in punto e fui io a farle accomodare in casa. Erano imbarazzate, come me del resto. Mia sorella arrivò poco dopo e si sedette con loro sui divani del salotto. Avevano tutte dei corti vestitini leggeri e, sotto, il costume. D’altronde faceva un caldo torrido. Che situazione surreale. Non sapevo cosa fare e allora glielo chiesi.

Io:’Beh, quindi, cosa dovrei fare ragazze?’ Si guardarono un po’ divertite e un po’ imbarazzate.
Giulia:’Perch&egrave non cominci… a spogliarti?’

Risatine sommesse. Ero in piedi davanti a tutte loro e non era semplice superare la vergogna, ma presi coraggio convincendomi che quella fosse l’occasione d’oro. Mi tolsi la maglietta e rivelai i miei pettorali e addominali. Non ero un palestrato ma mi tenevo in forma, ed ecco che le cinque giovani donzelle cominciavano ad illuminarsi. Mi avevano visto più volte in piscina a torso nudo, ma sembrava che quella fosse la prima volta! Lasciai scivolare via anche i pantaloncini e rimasi con solo un paio di mutande a slip bianche.
Osservavano ogni mio movimento, ogni spostamento, con un interesse quasi idilliaco.

Ilaria:’Puoi’ Puoi toglierti le mutande? Per favore, Stefano!??’
Ah Ilaria, curiosa di andare subito al dunque. Notai che fino ad allora avevano parlato solo lei e Giulia, quelle che mia sorella definiva le più porche. Le altre erano rimaste sempre zitte.
Io:’Ma ragazze, non sono superdotato! Spero che lo sappiate, non voglio illudervi’ Il mio pene in completa erezione raggiunge i diciotto centimenti, niente di che!’
Ilaria:’Stefano ma che dici! Noi vogliamo vedere il tuo pisello, vogliamo te! Sappiamo che ce l’hai bello grosso, non ci interessa se non &egrave enorme! Dai…stiamo aspettando solo quello, anche la tua sorellina qui presente ahaha!’
Katia:’Che stupida che sei’ Forza St&egrave, non vogliamo aspettare oltre!’
Io:’Hahaha, allora vi farò attendere ancora!’. Le loro facce si rabbuiarono all’improvviso e mi godetti quelle espressioni di delusione capendo oramai di averle in pugno. La parte che stavo recitando, quella di esibizionista, mi stava piacendo moltissimo perciò mi venne la brillante idea di provocarle ulteriormente.
Io:’Ora farò una cosa di là, nel frattempo toglietevi i vestitini’.

Vidi che iniziavano a spogliarsi tutte. Pendevano dalle mie labbra. Andai in cucina e riempìi un grosso bicchiere dal rubinetto.
Tornato in salotto le ragazze erano tutte in costume. Mia sorella e Silvia avevano dei costumi semplici, mentre Martina, Ilaria e Giulia indossavano costumi molto striminziti, che coprivano a stento le forme.
Il pavimento su cui poggiavo i piedi, di fronte a loro, poteva essere tranquillamente bagnato, perciò mi sporsi all’indietro per quanto mi permettesse la spina dorsale, gli occhi di tutte erano puntati su di me cercando di immaginare la prossima mossa. Presi il bicchiere pieno e cominciai a versarmi lentamente l’acqua sul petto. Le gocce scendevano veloci a bagnarmi la pancia e le mutande bianche, rendendo quasi trasparente il tessuto. Piano piano tutta l’acqua del contenitore mi finì addosso e lo slip era bagnato fradicio. Si notava chiaramente ormai la forma del mio pene semi-duro e dei testicoli. In adorazione, le ragazze non riuscivano a staccarmi gli occhi di dosso mormorando parole di ammirazione.
Dopo tre o quattro minuti di show, le mie spettatrici non resistevano più.

Giulia:’Ora, per favore, puoi mostrarci il tuo cazzo Stefano?’

Il tono di Giulia in quest’ultima domanda mi fece definitivamente capire quale ruolo dovevo interpretare. Inutile dire che mi sentivo un dio.
Stufo pure io di giocare mi chinai e lentamente, sfilai gli slip tutti bagnati e li lanciai verso Martina che li colse al volo. Se li portò alle narici ed ispirò il mio odore. Che cagna!
Cominciai una lenta masturbazione e in pochi secondi il mio cazzo era in completa erezione. Con le mani dietro la schiena ora mia sorella e le altre potevano osservarmi nella parte più intima. Mi ero depilato poche ore prima quindi né il pube né lo scroto presentavano peli. Devo ammettere che era abbastanza grosso il mio uccello e ne andavo fiero, la cappella gonfia e rossa era del tutto scoperta, tanto da far venire l’acquolina in bocca alle cinque troie che avevo davanti.

Continua.
Io:’ Ok adesso basta sbavare, spogliatevi del tutto!’

Ero eccitato all’inverosimile, perciò avevo deciso di impugnare la situazione e giocarmi le mie carte.

Katia:’St&egrave, io non credo di sentirmela. Si, sei mio fratello e sei nudo pure tu ma”
Io:’Finiscila. Ora tu sei come tutte le altre qui presenti, non sono più tuo fratello in questa situazione. Da adesso in poi farete quello che vi dico e se vi rifiutate potrete prendere le vostre cose ed uscire da questa casa. Non vi obbligo a fare nulla. Una volta uscite, però, non potrete più tornare dentro, quindi vedete voi cosa volete fare. Adesso toglietevi i costumi oppure andate.’

Il mio tono era calmo e tranquillo ma deciso, tanto che in pochi secondi erano tutte nude. Potevo vedere le loro fighe vergini tutte depilate e bagnate; i seni, per la maggior parte piccoli, erano un’attrazione non indifferente. In quel momento volevo cominciare a giocare con una di loro. Giulia e Ilaria erano già pronte con la lingua di fuori quindi le avrei fatte aspettare; Katia era un po’ turbata, sarebbe stato meglio farla assistere soltanto, per ora. L’attesa per Martina era la prima punizione, quindi la mia scelta cadde su’

Io:’Silvia, vieni qui e inginocchiati’. Lei ubbidì subito, con le sue gambe lunghe e suadenti si posizionò ad un metro da me, sul tappeto, le piccole tette sobbalzavano.
Io:’Toccalo dai..’ Dissi, avvicinandomi.

La sua mano destra si avvicinò lentamente al mio randello e cominciò a sfiorarlo, dall’alto al basso. Probabilmente non ne aveva mai preso uno in mano, ma quelle carezze erano veramente seducenti. Le si leggeva in volto che le piaceva toccarmi il cazzo.

Io:’Katia, per favore vieni qua e inginocchiati vicino a Silvia.’ Arrivò curiosa e impaziente di partecipare, chiedendosi che cosa le avrei fatto fare. ‘Toccami le palle su, e tu Silvia, prendilo bene in mano.’

Silvia lo circondò con la mano e rimase estasiata: ‘Oddio, che duro! Mmm’ Mi stava masturbando maldestramente, ma in modo efficace.
Katia prese a massaggiarmi lo scroto, curiosa più che mai, mentre osservava i movimenti dell’amica: ‘Che morbide palline hai fratellone!’
Stavo lentamente godendo di questi tocchi e sopratutto delle attenzioni di tutte. Le altre cagne si erano avvicinate e sedute sul tappeto per vedere meglio, oppure per sperare che le chiamassi per farglielo toccare.

Io:’Ora usate le lingue, e come fossi gelato leccatemi dappertutto’

Quelle due che avevo di fronte erano ormai alla mia merc&egrave. Cominciarono a leccarmi la cappella, l’asta, il pube, le palle e addirittuta le cosce. A volte le loro lingue si incontravano e a volte mi leccavano il glande insieme. Era fantastico.
Volevo altre lingue addosso, in quel momento capìi che non avrei più avuto freni. Ordinai alle sbavanti Ilaria e Giulia di venirmi ai lati e presero a succhiarmi una un capezzolo e una l’altro. Avevo le loro fighette a portata di mano. Le tastai e sentìi che erano fradice. Cominciai a masturbarle piano, godendomi nel frattempo le quattro lingue che mi facevano impazzire. Prima infilavo il dito medio nelle fighe, poi tittillavo il clitoride e successivamente piantavo loro nel culo i pollici. E via ancora, non so per quanto tempo andammo avanti così. Avere a diposizione una vagina per mano era fantastico. Le altre due avevano cominciato a turno a prenderlo in bocca, anche se con scarsi risultati. Non era grandissimo quindi per quasi metà entrava tranquillamente nelle loro gole, ma non sapevano bene come fare. Forse era meglio così, perch&egrave se fossero state delle professioniste, con tutta quella eccitazione sarei venuto subito.
Dopo qualche minuto Giulia e Ilaria vennero copiosamente, quasi insieme, sotto il trattamento continuo e feroce delle mie mani.

La povera Martina osservava in silenzio e soffriva per essere stata esclusa. Quando me ne accorsi, ne godetti. Quel giorno era solo il primo della mia rivincita. Lei mi desiderava come tutte le altre, se non di più! Ma due anni prima mi aveva rifiutato perciò non potevo concedermi a lei nello stesso modo in cui lo facevo con le sue care amiche.

Io:’Martina, scusami, le tue amiche mi leccano talmente bene che mi ero dimenticato di te. Le loro patatine sono ormai rubinetti aperti. Vorresti leccarmi anche tu?’ Lei annuìi speranzosa e colma di desiderio. ‘Bene allora, stenditi qui sul tappeto’

Le sue grosse tette danzavano ad ogni movimento e mi ispiravano ogni genere di tortura pensata su misura per quella cagna. Una volta stesa, io mi staccai dalla presa delle altre e mi andai a sedere sul viso di Martina, con il cazzo sopra le sue tette. Le offrivo in questo modo il mio buchetto. Mi aspettavo che rinunciasse al compito che le avevo offerto e invece la tettona iniziò timidamente ad appoggiare la lingua sul mio ano facendomi provare sensazioni meravigliose. Le terminazioni nervose in quel punto, stimolate a dovere dalla sua lingua, mi eccitavano a dismisura.
Le altre quattro ragazze tornarono vicino a me, ma questa volta Ilaria e Giulia finalmente si gustavano il mio cazzo, mentre mia sorella e Silvia mi leccavano il petto. Le due porche sotto di me mi leccavano ovunque, ma si scambiavano sempre per tenerlo in bocca per un po’. Devo ammettere che un pochino ci sapevano fare e messe insieme mi stavano facendo godere. Sentivo una lingua sulle palle che lappava, mentre un’altra bocca che a velocità esasperante mi sbocchinava. Le loro lingue di tanto andavano in cerca dei capezzoli di Martina, che tette meravigliose aveva, mentre con le mani la penetravano. Alla fine anche la cagna che mi lappava il culo stava godendo.

Silvia e Katia erano ancora affamate e i miei capezzoli sembravano non bastare. Riservavo a loro lo stesso trattamento che avevo tenuto con le altre due, ma masturbare mia sorella, entrare nella sua patata calda e nel suo culo stretto, mi dava sensazioni nuove. Stavamo godendo tutti insieme, anche Martina, che oltre ad apprezzare le mani e le lingue delle sue amiche, sembrava adorare anche il mio buchetto. Ero quasi giunto al limite, stavo godendo davvero un sacco.
Mia sorella e Silvia vennero poco dopo. Katia, presa dall’orgasmo, si accasciò sul mio braccio e lo afferrò per non cadere. Avevo fatto esplodere la mia sorellina, non potevo essere più contento!
Cinque ragazze che mi leccavano, masturbavano, succhiavano. Sembrava davvero un sogno.

Mi alzai e le feci mettere in fila inginocchiate. Aprirono le bocche desiderose di ricevere il mio seme, mentre con le mani si davano piacere. Nel frattempo mi masturbavo selvaggio, volevo inondare ogni gola che mi aveva servito in quell’ora di passione che ci aveva travolto tutti. Sentivo saliva ovunque, tutti i miei punti erogeni erano umidi e in allerta. Ah che piacere stavo provando, mi stava salendo un orgasmo mai provato prima!
Il primo schizzò di sborra inondò il viso di Katia, il secondo sempre potente, quello di Giulia, il terzo un po’ debole finì sulle labbra di Ilaria, l’ultimo con poca spinta in viso a Silvia. Ficcai il cazzo in bocca a Martina che era rimasta a secco, e glielo feci pulire per bene per poi scoparle la gola con qualche colpo profondo.

Il mio giardino era accuratamente circondato da un’alta siepe, perciò decidemmo di fare tutti insieme un bagno nudi in piscina. A dire il vero non ci sarebbe importato molto, in quel momento, se qualcuno ci avesse spiato tra le foglie della siepe. Eravamo tutti soddisfatti e appagati da quell’ora passata insieme. Ridendo e scherzando, qualche palpatina ogni tanto scappava, ma la maggior parte del tempo lo passammo a rilassarci e a prendere un po’ di sole.

Restai per un po’ di tempo immerso nei miei pensieri. Mi chiedevo come quell’esperienza fosse stata vissuta da me davvero, non ci credevo. Spesso mi capitava di vedere qualche amico nudo, e molte volte constatavo che il mio pene non era gran che. In diverse occasioni mi ero sentito inferiore e invece quel giorno mi ero reso conto che purch&egrave io avessi un pene normale, era comunque di tutto rispetto. Le ragazze lo volevano e lo desideravano.
Questi pensieri mi rincuorarono molto e quelll’esperienza mi incoraggiò a continuare.

Per il giorno successivo avevo in mente un trattamento personalizzato per Martina. Se voleva continuare a stare in quel gruppo di sesso, avrebbe dovuto prima espiare i suoi peccati.

Continua.
Quella sera a cena io e la mia sorellina ci scambiammo opinioni su quello che avevamo fatto nel pomeriggio.

Io:’Katia scusami per oggi se sono stato un po’ duro con te, non volevo turbarti!’
Katia:’Non ti scusare, hai fatto benissimo a comportarti in quel modo, anche con me! Se non avessi usato quel fare autoritario e non ci avessi costrette ad ubbidire per restare, non sarebbe successo nulla di tutto ciò! Saremmo rimaste lì, tutte titubanti, oppure comunque sarebbe venuta fuori una cosa piuttosto confusa.’
Io:’Dici davvero? Sono contento che sia venuta fuori una così bella cosa’ Tu ti sei divertita?’
Katia:’St&egrave, sei meraviglioso! Oltre al tuo fisico così bello, tosto, ben definito…mmm e il grosso uccellone, ci sai fare con quelle dita! Quando sono venuta proprio non riuscivo a stare in equilibrio e mi sono dovuta aggrappare a te! Direi che sei fantastico e anche le altre sono state tutte completamente soddisfatte! Mi hanno detto che non vedono l’ora di tornare qua”
Io:’Hahaha che ragazze porcelle! Torneranno torneranno! A proposito, Martina ti ha detto nulla?’
Katia:’Beh si, dopo che gli hai fatto leccare solo il tuo culo, ha capito di essere indietro rispetto a me e alle altre nella tua classifica. Si rende conto che &egrave per il rifiuto di tempo fa, però mi ha detto che non le importa e che le va bene anche così.’
Io:’Che ne dici di invitarla per domani, vorrei darle un trattamento speciale, in modo da renderla sullo stesso piano delle altre hahaha!’
Katia:’Hei fratellone, cosa hai in mente? Mi spaventi’
Io:’Hahaha domani vedrai, anzi se ti va puoi darmi una mano! Subirà qualche piccola punizione per tutto il pomeriggio. Che ne dici?’
Katia:’Mmmm interessante davvero! Non so bene cosa hai in mente ma sono già eccitata, ti aiuterò di sicuro domani fratellone! Adesso la chiamo e vediamo cosa dice.’
Io:’Si, ottimo! Non dirle che ci sei anche tu, le faremo una sorpresa. Dille che saremo solo io e lei…hahahaha!’

Il pomeriggio successivo ero seduto nella comoda poltrona del salotto, completamente nudo davanti alla tv. Avevo qualche idea in mente per Martina ma nessun copione da seguire, avrei improvvisato in base a come si sarebbero evoluti i fatti. Ancora non sapevo come utilizzare Katia. L’unica cosa certa era la porta sul retro aperta, in modo che Martina entrasse senza problemi e mi trovasse nudo.

Alle 15.10 circa sentìi bussare forte alla porta e poi la voce di Martina che chiedeva permesso. Era anche in ritardo di dieci minuti la troia, un’altro passo falso da farle pagare.

Io:’Entra pure, sono in salotto!’
Martina:’Ciao Stefano! Come st’ Oh, wow!’

Sopresa piacevolmente dalla vista del mio corpo nudo, Martina era già in fibrillazione. Indossava lo stesso vestitino corto e leggero del giorno prima. Le ordinai subito di spogliarsi di tutto quanto e lei ubbidì senza farsi problemi. Era davvero bella, le sue tettone mi incantavano, non vedevo l’ora di poterle stringere, mordere e leccare, ma dovevo aspettare. Il mio uccello dava segni di apprezzamento. In piedi di fronte a me non sapeva ancora cosa le sarebbe aspettato. Fece un timido tentativo per sciogliere l’imbarazzo ed entrare finalmente nelle mie grazie.

Martina:’Vuoi che te lo lecco, Stefano?’
Io:’No haha! Se proprio vuoi leccare qualcosa, leccami il buco del culo, maiala!’
Martina:’Va bene.’

Delusa e amareggiata la tettona si stava comunque eccitando per i miei metodi duri e decisi, glielo vedevo negli occhi. Mi sdraiai a pancia sotto sul divano, continuando a guardare la televisione. Lei si posizionò dietro di me e allargandomi le chiappe cominciò a leccarmi l’ano. Lappate profonde mi stuzzicavano, cercava a volte di penetrarmi con la lingua mentre altre volte scendeva, per quanto le era possibile, a leccarmi le palle. Sentivo le sue tettone strusciarmi sulle coscie e quel tocco mi stimolava maggiormente.
Di tanto in tanto vedevo la testa di mia sorella spuntare dalla porta della cucina per controllare come proseguivano le operazioni. Ovviamente non doveva farsi vedere da Martina, impegnata nello svolgere il suo compito, anche perch&egrave l’avrei invitata a raggiungerci solo al momento opportuno.
Solo una volta Martina si fermò di leccarmi. Io la spronai ripetendole il discorso che se si fosse stufata o non avesse voluto fare una certa attività, avrebbe dovuto andarsene immediatamente. Subito dopo riprese nel suo lavoro. L’azione andò avanti per almeno dieci minuti in cui mi rilassai moltissimo gustandomi la cagna che mi esplorava.

Successivamente le ordinai di sedersi su una sedia, la bendai, legai i polsi tra loro dietro l’alto schienale e infine, aprite oscenamente le gambe, assicurai le caviglie ai piedi della sedia. Che bella visione: due tette enormi, i capezzoli turgidi, la vagina aperta e tutta bagnata colava umori sul legno dove poggiava; teneva la bocca un po’ aperta. Forse era un po’ preoccupata per quello che le stavo per fare, dato che non poteva vederci, ma allo stesso tempo si stava sbrodolando nell’eccitazione!
Andai in cucina dove trovai Katia in accappatoio e le spiegai cosa doveva fare.
Tornammo in salotto e mi sedetti sulla poltrona, in silenzio, mentre la mia sorellina cominciava a palpare le grosse mammelle di Martina. Il suo compito era proprio quello: palparla, far crescere la sua voglia e contemporaneamente, forse, il dubbio che non fossi io a toccarla.
Premeva, accarezzava, stuzzicava i capezzoli grossi e duri. Allargava le tette e le faceva congiungere. Martina mugolava per il piacere e la sua vagina non la smetteva di bagnarsi.

Martina:’Oh si, Stefano! Che mani morbide e dolci…ahaaa…che hai!’

Vedere quei grossi seni, manovrati con maestria da Katia, rese il mio pene completamente turgido. Il dettaglio non sfuggì alla mia cara sorellina che con sguardo languido si leccò le labbra.
Dopo qualche minuto decisi di passare oltre.

Io:’Togli la benda alla nostra troia qui’

Dissi a Katia, e lei ubbidì allungando la mano dietro la testa dell’amica e sciogliendo il nodo. La faccia di Martina era indescrivibile, proprio non si aspettava che a palparla fosse stata mia sorella. Rimase senza parole, a bocca aperta.

Io:’Vai a prendere due mollette Katia’

La sorella si avviò mentre io mi alzai e andai verso la ragazza ancora legata. Fremeva di desiderio, mi voleva. Finalmente posai le mani sulle sue tette. Come erano grosse, morbide!
Cominciai a palparla con forza. Sentivo i capezzoli durissimi sui palmi delle mani. Mi abbassai e passai la lingua su tutta la superficie dei seni. Sotto i colpi della mia lingua e di qualche morso, Martina non poteva fare altro che gemere. Quel paradiso in cui mi immergevo con tutta la faccia mi stava facendo impazzire. Un profumo denso e dolce mi inebriava, le mammelle attiravano continuamente la mia lingua come calamite, non riuscivo quasi a staccarmi. Inutile dire che il mio pene era drittissimo, rivolto verso l’alto con la cappella rossa e gonfia.

Poco dopo mia sorella fece ritorno consegnandomi le due mollette per i panni. Ne posizionai una per capezzolo alla carissima troia e lei gemette, implorandomi di togliergliele. Non ci feci caso e tornai alla mia poltrona per gustarmi lo spettaccolo. Martina era tutta rossa, sia in viso che sulle tette. Soffriva un po’, quello era chiaro, ma la maggior parte dei suoi mugolii erano di piacere. Godeva di quel trattamento come aveva goduto della mia lingua sui capezzoli. Le piaceva il pensiero di essere osservata da me in quella posa di sottomissione.

Katia si tolse l’accappatoio e questa volta fui io a rimanere a bocca spalancata. Uno splendore di donna mi si presentò davanti, vestita soltanto di un sottilissimo perizoma nero e ai piedi delle scarpe con il tacco. Due meloni puntellati dai rossi capezzoli dondolavano felici, le lunghe gambe lisce quasi mi attiravano a lei. Katia mi si avvicinò, si inginocchiò e con occhi pieni di desiderio mi chiese di potermelo succhiare. Non ci pensai due volte e acconsentì. Non era in programma nulla del genere, ma quale punizione peggiore poteva esserci per Martina, più di vedere un’altra che mi leccava il cazzo? E mia sorella lo sapeva!

Mi prese il pene con la mano destra e cominciò a masturbarlo spostandolo di lato. La sua lingua si pose sul mio scroto che lappò avidamente per poi spostarsi sull’asta e prenderlo in bocca.
Sentivo la cappella in fiamme dentro di lei. I suoi denti me la sfioravano eccitandomi ancora di più. Sembrava davvero affamata Katia e mi stava mangiando con voracità mentre mi guardava negli occhi. Se non usava la lingua e la bocca usava le dita, stimolandomi in qualsiasi punto. Anche l’ano e i capezzoli non furono esclusi. Stavo impazzendo.
Guardai Martina in viso e quello che vidi fu dolore. Stava soffrendo terribilmente perch&egrave non stava partecipando al banchetto che stavo offrendo, invece, a Katia. Si mordeva le labbra e si muoveva con il bacino per toccare il legno della sedia con la passerina. I seni dondolavano sotto i suoi piccoli spostamenti e le mollette le provocavano altri piccoli e dolci dolori.

Adesso non ne potevo più. Feci alzare mia sorella e insieme liberammo Martina.

Io:’Complimenti Martina, sei stata bravissima! Hai ormai pagato per i tuoi peccati. Posso farti un piccolo regalo se ti va. Vorrei venirti addosso, in bocca, sul viso e sulle tette. Che ne dici?’
Martina:’Oh siii ti prego Stefano non desidero altro!’
Io:’Ottimo, ma ne frattempo verrai sculacciata di brutto!’

Era in ginocchio di fronte a me in attesa del mio caldo seme. I suoi occhi mi dicevano che lo desiderava con tutta se stessa. Katia dietro di lei le stava rifilando violenti schiaffoni sulle chiappe già rosse. Nel frattempo io mi masturbavo con foga, inebriato da questa situazione travolgente: la mano destra sul cazzo e la sinistra a massaggiare lo scroto.
Dopo un paio di minuti l’orgasmo arrivò e mi travolse. Inondai completamente la faccia e le tette di Martina che sorrideva contentissima di quel mio dono! In bocca non ne era finita neanche una goccia perciò con le dita raccolse lo sperma dalla sua pelle e lo ingoiò tutto.
Mi sedetti sulla poltrona mentre il cazzo tornava moscio. Lasciai che la vacca me lo ripulisse per bene e per la prima volta pot&egrave godersi a suo piacimento ill mio palo di carne che tanto aveva desiderato. Tornato duro se lo ficcava fino in gola, mai appagata. Leccava, succhiava, toccava. Era pazza di me e anche se il mio uccello non era più in forma come prima, per lei era comunque gustosissimo.

Successivamente permisi a Martina di toccarsi per darsi finalmente piacere da sola. Si aggiunse a lei anche Katia che ancora non era venuta.

Dopo un bel bagno nudi in piscina, ordinammo tre pizze e mangiammo in compagnia. Dissi a Martina che ora era come le altre quattro, sullo stesso piano, perch&egrave aveva sofferto ed espiato i suoi peccati. Si era fatta gentilmente perdonare quella cagna.

Ero contento e soddisfatto della giornata trascorsa. Nei giorni successivi avevo già in mente altri giochi simpatici da fare tutti e insieme. Ci saremmo divertiti di sicuro!

Continua!
La settimana stava giungendo al termine ed i miei genitori sarebbero tornati l’indomani. Il mio desiderio di sesso, di dominio e di esibizionismo era ancora alto, ma il buon senso mi diceva che quello sarebbe dovuto essere l’ultimo giorno, in assoluto, che avrei giocato con le ragazze.
Dovevo godermi al meglio le ultime ore e poi approfittare dell’arrivo dei miei genitori per chiudere i rapporti sessuali, per il bene di tutti ovviamente! Ero il più vecchio, e dovevo preoccuparmi di tutte loro in quella situazione, la conclusione era una soltanto: lasciarle andare per la loro strada, come avevamo prefissato fin dall’inizio. Giusto così, ora che conoscevano le basi del sesso potevano tranquillamente affrontare i loro futuri partner. Mai con loro avevo provato la penetrazione vaginale e non volevo farlo quel giorno, in modo che potessero donare la loro verginità a chi volessero, con giudizio. Soltanto una cosa volevo ancora da loro e forse sarei riuscito a prendermela.

Katia:’Allora oggi cosa facciamo St&egrave?? Ieri mi sono divertita molto con Martina, chissà cosa hai in mente per le altre haha! Dai non tenermi sulle spine!’
Io:’Veramente non lo so non ho programmato nulla’Tu cosa vorresti fare?’
Katia:’Mmm vediamo’ Direi che potremmo fare come se nulla fosse e andare a fare un tuffo in piscina. Così le fai sbrodolare nella voglia. Che ne dici come inizio?’
Io:’Ehm, si dai ci può stare. Ho proprio voglia di farmi una nuotata. Poi?’
Katia:’Giochiamo a qualche stupido gioco e per chi sbaglia si decide una punizione. Haha!’
Io:’Ok &egrave fatta. Mi hai fatto già venire voglia di giocare!’
Katia:’Eh si, si vede dai tuoi pantaloni che hai proprio voglia ahah!’

Alle 15.00 in punto si presentarono le quattro ragazze. Erano una più bella dell’altra e sembrava facessero a gara tra loro per attirare la mia attenzione e per guadagnare punti. Era divertente osservare questi loro comportamenti, mi sentivo potente: potevo cacciarle o beatificarle a piacimento poich&egrave adesso, in quel luogo, comandavo io.

Ilaria:’Ci spogliamo?’
Martina:’Posso leccarti da qualche parte Stefano?’
Giulia:’Cosa posso fare per farti divertire?’
Io:’Calma ragazze dai. Non siate così puttane e precipitose. Io volevo farmi un bagno in giardino, chi vuole può venire.’

Ci rimasero tutte male. Katia rideva sotto i baffi.
L’acqua era fresca e ci rilassammo a lungo nuotando e prendendo il sole. Ogni volta che passavo vicino a una ragazza le mettevo le mani sul culo o sulle tette e palpavo senza problemi. Loro godevano e si facevano toccare molto volentieri facendo ingelosire le altre che in quel momento non stavo accarezzando. Scherzavamo tutti insieme come un vero gruppo di amici, ci stavamo divertendo e stuzzicando continuamente. Per gioco Ilaria e Silvia si toccarono i seni a vicenda e la cosa mi eccitò molto. Sarebbe stato bello assistere ad un orgia lesbo! Non era ancora il momento, ma che idea fantastica mi era venuta!

Lasciai le ragazze a mollo e tornai in casa per prendere velocemente qualche asciugamano. Stavo per uscire quando mi raggiunse Katia. Non sapevo cosa fosse venuta a fare in casa, ma appena mi vide assunse un’espressione di assoluta lussuria. Si muoveva verso di me felina, toccandosi dolcemente i fianchi, i seni e le chiappe. Era fottutamente sexy e anche se era mia sorella non potevo distoglierle gli occhi di dosso.
Mi guardava intensamente. Si inginocchiò sotto di me e mi sfilò il custume rapidamente. Il mio cazzo sbucò fuori semi-eretto e Katia si illuminò. Prese a succhiarmelo di gusto, ancor più di quanto avesse fatto il giorno prima. Ormai gli entrava quasi tutto in bocca e se lo faceva scivolare fino in gola mentre mi osservava con uno sguardo che non ammetteva obiezioni.
Dopo almeno un minuto di quel pompino forsennato io ero quasi al limite. Fortunatamente mia sorella si fermò e si rialzò, sussurrandomi all’orecchio:

Katia:’Non ti preoccupare fratellone. D’ora in poi non potrai più avere cinque ragazzine ai tuoi piedi, ma ci sarò sempre io a soddisfarti.’
Io:’Davvero? Sei davvero un gran gnocca e anche troia se devo essere sincero! Come succhi tu non succhia nessuno!’

Con una risata si girò e uscì di casa sculettando. La seguìi poco dopo.

La sfida era una gara di nuoto in cui si partiva da un lato della vasca della piscina, si toccava l’altra sponda e si tornava indietro. Un giudice a rotazione tra noi decretava il primo e l’ultimo arrivato. Ogni volta che qualcuno arrivava ultimo doveva togliere un pezzo del costume.
Pronti, via. Vinsi la prima gara, mentre arrivò ultima Ilaria.

Io:’Hahaha Ilaria togli le mutandine!’

Così fece. Pronti via. Ora nuotavo dietro Ilaria per guardarle il fantastico culo e la fighetta che ogni tanto sbucava fuori dall’acqua. Quella visione mi eccitò molto, facendomi desiderare quel culo con tutto me stesso. Arrivati a fine gara non potei non palpare le chiappe perfette e contemporaneamente le toccai l’ano voglioso. In quel giro arrivai ultimo io, perciò tutte, dopo che mi tolsi il costume, notarono la mia erezione.

Il gioco andò avanti ancora per un po’ finch&egrave rimanemmo tutti nudi. Decisi di spostarci in casa dopo esserci asciugati.
Sedetti sulla mia solita poltrona mentre le cinque cagne si accomodarono sul soffice tappeto ai miei piedi. Mi desideravano.

Io:’Silvia, vieni tu a leccarlo su. Martina stenditi li dove sei. Katia siediti sul suo viso e tu Ilaria leccala a Martina. Ah beh, Giulia vieni qua da me.’

Forse era quello il paradiso. Ragazze che facevano qualsiasi cosa ordinassi. Silvia mi leccava il cazzo e le palle con trasporto. Giulia arrampicata sul bracciolo della poltrona a gambe aperte, mi offriva i seni da leccare e la figa da toccare. Era morbidissima Giulia, un culetto sodo e invitante, i capezzoli dolci e vellutati, la patata liscia stava grondando umori. Mi leccava il capezzolo, il collo, l’orecchio, affamata di me.
La mia vista era però attirata dal trio che avevo di fronte, sul tappeto! Martina, stesa, si faceva leccare con trasporto da Ilaria. Presa alla grande ansimava moltissimo e le sue grosse tette si muovevano a ritmo del respiro. La ragazza che le stava fornendo sesso orale, nel frattempo, si masturbava selvaggiamente. Mia sorella era praticamente seduta con la figa sulla bocca di Martina e mentre godeva della lingua sul suo sesso, si toccava le tette e titillava il clitoride. Katia era bellissima, ispirava sesso da tutti i pori: la faccia da puttana in calore che assumeva mentre aveva un orgasmo era la fine del mondo.

Dopo alcuni minuti feci cessare l’orgia selvaggia. Ordinai a Ilaria di leccare per bene l’ano di Silvia a pecora sul divano e a Martina di riempirmi l’uccello di saliva. Era tutto pronto. Avevamo tacitamente deciso che le ragazze non avrebbero dovuto perdere la verginità, ma io volevo i loro culi, tutti quanti e le cagne erano prontissime a darmelo, lo volevano, lo aspettavano affamate.
Appoggiai la cappella al buchetto di Silvia. La ragazza aveva un culo piccolo e piatto. Lo infilai piano, senza curarmi dei suoi gemiti sofferenti. Lo ficcai tutto dentro, lentamente, ma in modo deciso e regolare fino a quando le mie palle andarono a sbattere contro la patatina ancora bagnata. Le rifilai un forte schiaffone per ogni chiappa, prima la destra e poi la sinistra. Silvia urlò di piacere o di dolore, non lo so. Continuò a urlare per tutto il tempo e con la mano si masturbava. Pompai dentro di lei per cinque minuti, molto lento perch&egrave il suo culo era strettissimo visto che era ancora vergine di culo e dovevo resistere per sfondare altri quattro intestini.
Le altre puttane un po’ ci guardavano gelose e preoccupate ed un po’ si davano piacere da sole o tra loro.

Successivamente toccò a Giulia. Era magra e il suo culo non molto grosso era però ben definito. Inserirlo dentro di lei fu molto più semplice. Era già stata sfondata ed urlava il suo piacere di continuo, godeva come solo le troie sanno godere e voleva farsi insultare da me. La sbattevo forte, e ancora più forte perch&egrave non le bastava mai. La schiaffeggiai molte volte prima che, tramite l’aiuto della sua mano, venne in un orgasmo completo.

Martina fu la successiva. A lei facevo male ad ogni colpo, non si abituò mai alla presenza del mio arnese, anche se ci restai per solo cinque minuti. Mi chiedeva sempre di fermarmi, mi implorava, ma io non potevo lasciarla senza la sua dose di cazzo. A me il suo culo piaceva parecchio, due chiappe belle sode da far diventare rosse a forza di sberle e un buchetto talmente stretto da dover stare attenti a non venire dopo il secondo colpo di reni.

Ilaria era stretta al punto giusto, forse un paio di volte l’aveva preso. Quello era un culo veramente bello, le natiche morbide, piccole e invitanti. Alla ragazza piaceva moltissimo il mio trattamento e lo faceva capire da come urlava e mi incitava a spaccarle l’ano. Mi piaceva troppo, non resistivo più. Era il quarto sfintere di fila che mi facevo e ora, con quell’inculata speciale a Ilaria, stavo godendo all’inverosimile. Mi mancava il culo di Katia, quello che desideravo di più e che avevo lasciato per ultimo per godermelo, ma non ce la facevo.

Io:’Katia, mi dispiace ma non riesco a inculare anche te’! Finirò il tutto dentro sta puttana qua.’
Katia:’Va bene fratellone non farti problemi, basta che poi me lo lasci per leccartelo!’
Io:’Oh ma certo!’

Da quel momento ci diedi dentro, mettevo tutta la mia forza in ogni colpo di bacino, facevo saltare le chiappe di Ilaria ormai rossissime e quasi la alzavo dal divano. Spaccarla in due era terribilmente bello, urlavo con lei tutto il mio piacere fino a quando, finalmente, mi lasciai andare all’orgasmo potente. Schizzai sei o sette volte nello sfintere martoriato della piccola vacca, continuando a spingerglielo dentro ripetutamente anche dopo essere venuto. Venne anche lei poco dopo e si lasciò trasportare dall’orgasmo e dal mio cazzo che ancora si muoveva in lei.
Ci accasciammo sul divano distrutti dalla cavalcata. Mia sorella, premurosa, si gettò sul mio randello per pulirlo da tutto, con calma e delicatezza in modo da non infastidirmi la cappella.

Martina, Silvia, Ilaria e Giulia formavano un gruppo di troie di tutto rispetto, affamate del mio cazzo. Mi sarebbero sicuramente mancate dal quel momento. Ci salutammo calorosamente e ci ringraziammo a vicenda. Avrei rivisto quelle ragazze, sarebbero tornate spesso a trovarci. L’unica differenza era che non avremmo più fatto porcherie insieme, almeno non organizzate.
Mia sorella era felice di quell’esperienza, nonostante il suo bel culetto fosse rimasto illeso, e solo più tardi capii il perch&egrave.

Katia:’Fratellone, d’ora in poi sarai tutto mio vero’?’
Io:’Si sorellina, sarai la mia puttana.’
L’estate stava finendo, le giornate si accorciavano e qualche temporale oscurava di tanto in tanto il cielo sopra la nostra piscina speciale.
Era passata qualche settimana dopo la conclusione dei lavori con le amiche di mia sorella, ma nel frattempo ero rimasto a secco. Un periodo di astinenza dal sesso. Il lavoro mi aveva preso per la maggior parte del tempo, le faccende di casa spettavano a me ogni qual volta i miei genitori lasciavano la città e di conseguenza non avevo mai un attimo per uscire, vedere gli amici oppure qualche ragazza. A dirla tutta ero talmente impegnato che neanche pensavo molto al sesso; mi sfogavo con una sega ogni tanto e poi tornavo subito a lavorare su qualche noioso articolo che la redazione mi obbligava a scrivere.

Una domenica mattina di fine agosto, mia madre mi svegliò dicendomi che sarebbe andata con papà da qualche parente, restando fuori casa tutto il giorno. Lentamente mi alzai dal letto, scesi in cucina e preparai la colazione. Il sole splendeva in giardino e scaldava anche la casa.
Dopo aver mangiato tornai nella mia stanza per iniziare l’articolo del giorno.

Verso le 11 sentìì bussare alla porta. Era Katia. Entrò nella stanza e si avvicinò, notai che era in costume.

Katia:’Buongiorno fratellone! Io vado a fare un bagno prima di pranzo, l’acqua dovrebbe essere calda visto che c’&egrave sole da una settimana! Vieni con me?’
Io:’Ho molte cose da fare, non so se riesco’!’
Katia:’Dai, un salto in piscina ti permetterà di rilassarti un po’!’
Io:’Va bene dai, tra un po’ ti raggiungo.’

Un quarto d’ora più tardi mi cambiai ed indossai un costume semplice, scesi in giardino e mi gettai subito in acqua dove mia sorella stava già nuotando. L’acqua era calda e rendeva la piscina un posto perfetto.

Parlai per un po’ con Katia, della scuola, futuro, lavoro, amici. Mi disse che non aveva il fidanzato perch&egrave non trovava nessuno di interessante.

Katia:’Tu invece? Da quando hai fatto lezione alle mie amiche hai trovato qualche altra ragazza con cui spassartela?’
Io:’No. Sono sempre in casa, non riesco ad uscire a causa del troppo lavoro.’
Katia:’Infatti vedo che non esci quasi mai. Ma sai che se hai bisogno, una mano te la do io!’
Mi guardò ammiccante, con uno sguardo estremamente sexy.
Io:’Dai scema, sei sempre mia sorella!’
Katia:’Non dicevi cosi qualche settimana fa!’

Il discorso si chiuse qui. Immaginare Katia che mi fa una sega o un pompino mi eccitò.
Uscimmo dalla piscina e tornammo in casa. Mi asciugai e indossai maglietta e pantaloni per dedicarmi a cucinare il pranzo. La ragazza invece arrivò in cucina con un altro costume, ancora più sexy: mutandine a perizoma e reggiseno minuscolo. Si giustificò dicendo che più tardi sarebbe tornata a prendere il sole e che non si metteva niente sopra perch&egrave faceva caldo.
Il tempo trascoso a tavola mi parve non finire mai. Le tette di mia sorella attiravano continuamente la mia attenzione e lei se ne accorse. Strani pensieri cominciarono a frullarmi in testa, mentre il pene mi si inturgidiva nei pantaloncini.
Era da settimane che non scopavo, da almeno dieci giorni che non mi facevo una sega. Mia sorella in fondo, voleva davvero essere montata da me. Non sapevo cosa fare, ma più passava il tempo, più il cazzo decideva per me.

Dopo aver mangiato andammo al piano superiore. Dissi a Katia che volevo mostrarle una cosa. La lasciai nella mia stanza e andai a recuperare una mascherina che mia madre usa per dormire. La feci indossare alla ragazza che rimase stupita a causa del mio comportamento misterioso. Ora lei non vedeva più nulla.

Andai dietro di lei e slacciai il reggiseno. Lo presi e lo buttai dall’altro lato della stanza. Aprii un cassetto e presi le manette per giochi erotici, che subito chiusi ai suoi polsi dietro la schiena.
Con un colpo secco le sfilai le mutandine che caddero al suolo.

Katia:’Che cosa fai? Oddio cosi non vedo niente però!’
Io:’Mettiti a pecorina sul letto’.
Katia:’Ehm..si.’

Tastando con le gambe riuscì a trovare il materasso. Si sedette e poi si mise a pecora come ordinato. Avendo le mani legate doveva appoggiarsi con la testa al letto. Vederla nuda, con quel culetto stupendo, ora aperto a causa della posizione, e le tette che sobbalzavano, mi eccitò immediatamente. Mi spogliai e restai nudo.

Presi un piccolo frustino e le diedi un colpetto leggero sulle natiche. Urlò. Un gemito di piacere sgorgò dalla sua gola, ma ancora non sapeva che cosa la aspettava.

Continua…
Il frustino fremeva nella mia mano, come un sesto dito pronto a sibilare nell’aria. La punta era morbida, spugnosa e andava a colpire su pochi centimetri di pelle, ma con velocità e determinazione. Le chiappe di Katia mi invitavano a frustarla, ciak. Un gemito sommesso e voglioso uscì dalle dolci labbra di mia sorella. Ciak. Ciak. Ciak. La schiena suonava così bene! Altro colpo, più leggero, dall’alto al basso sulle tette esposte. Ciak.
Gettai il frustino e impugnai il cazzo, già eretto, per indirizzarlo verso la passera di Katia, grondante umori. Lei non mi vedeva e restava in silenzio, forse intimorita dalla situazione. Appena il glande sfiorò le labbra, mugugnò di piacere spingendo il bacino verso di me; strofinai il cazzo sul clitoride rosa, lo feci aderire per il lungo sulle labbra e tra le chiappe, premendoglielo addosso. Strinsi i glutei sodi attorno all’arnese ed iniziai un lento movimento a mimare la scopata. Ad ogni spinta lei godeva e non riusciva a non lasciarsi scappare un lamento flebile. L’eccitazione era alle stelle ed il solo fatto di essere li a masturbarmi col il culo di Katia mi faceva montare ogni secondo di più la voglia di usarla a mio piacimento.
La presi da un braccio e la feci accomodare a terra, in ginocchio; la sorellina obbediva silenziosa, impossibilitata a muovere le mani, in attesa del prossimo gioco. Mi avvicinai tenendo il cazzo con una mano lo appoggiai sulle labbra della ragazza che subito le aprì per farmi entrare nella sua cavità orale. Inizialmente lasciai fare a lei: si concentrò ad aprire il più possibile la mandibola per accogliermi tutto, fin quasi in fondo, per poi tornare a gustarsi la cappella. La teneva in bocca e con la lingua ci giocava facendomi provare gran piacere; poi tornava a sbocchinarmi avanti e indietro, succhiando ogni tanto. Mi divertiva guardare le sue labbra che facevano scomparire l’asta in un secondo e poi la facevano ricomparire completamente bagnata di saliva.
Mentre mi lavorava l’uccello, iniziai ad accarezzarle la testa dolcemente, i capelli lisci e morbidi e le orecchie delicate contornate da piccoli orecchini insulsi. All’improvviso mi stufai del suo trattamento: la afferrai con decisione dai capelli, all’altezza della nuca con entrambe le mani, le ficcai il cazzo in gola più in fondo che potei. Cominciai a scoparla velocemente, dentro e fuori, le labbra arrivavano a toccarmi il pube e le palle le sbattevano sul mento. In pochi secondi dai lati della bocca iniziarono a colare fiumi di saliva e quella visione mi esaltò non poco.
Di colpo uscìi da lei, le tolsi le manette e la feci stendere sul letto a pancia alta. Subito portò la mano alla passera a strofinare il clitoride, appena la vidi le schiaffeggiai con forza il dorso.

Katia:’Ah! Stronzo!’
Io:’Fai quello che ti dico. Apri le gambe’

Mia sorella subito si zittì ed ubbidì. Tra le cosce mostrò la figa completamente fradicia, le labbra semi aperte scoprivano liquido denso e abbondante. Appoggiai la lingua al clitoride, leccandola con passione, il pollice si intrufolò immediatamente nella vagina pompando dentro e fuori. Katia gemeva, ansimava dal piacere. L’altro mio pollice non riuscì a trattenersi e prese ad accarezzare l’ano stretto ma completamente bagnato e vi entrò lentamente. La lingua e le dita si muovevano su di lei con gran voglia e decisione, e più la sentivo respirare forte, più la mia velocità aumentava.
L’eccitazione che avevo caricato dentro di lei con i preliminari di poco prima, portarono la fanciulla ad un orgasmo devastante, le gambe le tremavano e il suo respiro si fermò per almeno venti secondi.

Lasciai che si riprendesse stendendomi di fianco a lei e togliendole la benda. Lei mi guardava stupita da ciò che aveva appena provato, sorrideva ed aveva ancora tutto il mento bagnato di saliva.

Katia:’Fratellone, non capisco più nulla! Sei davvero bravissimo’ Disse con voce sognante.

Il mio cazzo svettava ancora di pietra tra noi e lei se ne accorse.

Katia:’Devi ancora prenderti ciò che ti spetta da me, ricordi? E’ da quel giorno in cui hai fatto il culo a tutte le altre che aspetto di essere farcita dalla tua crema’
Io:’Sei sicura?’ Chiesi, ricordandomi all’improvviso che era mia sorella.
Katia:’Si! Lo voglio! Solo vorrei poterti guardare negli occhi mentre lo facciamo’.

Si sputò sulla mano, alzò le gambe tanto da portare le ginocchia ad altezza del viso ed utilizzò la sua stessa saliva per bagnare copiosamente l’ano voglioso. Dopo questa dichiarazione non potevo di certo tirarmi indietro. Mi posizionai davanti a lei ed indirizzai il glande alla rosellina, iniziai a spingere piano, notando una certa resistenza.

Katia:’Mmm, fa un po’ male, ce l’hai bello grosso fratellone. Continua ti prego’

Piano piano fui tutto dentro lo sfintere. La faccia di Katia esprimeva pienezza e dolore, ma a questo punto non poteva più fermarmi. L’afferrai saldamente per le spalle e cominciai a spingere. Quel culo era davvero vergine, stupendamente vergine. Ad ogni piccolo movimento si avvolgeva attorno al mio cazzo e lo stringeva facendomi godere moltissimo. Le spinte aumentavano in velocità ed in potenza, mia sorella gemeva, lo sentiva arrivare in gola. Portò una mano al clitoride e si masturbò freneticamente al ritmo del mio pistone. La sua bocca aperta in una smorfia di piacere, a pochi centimetri dalla mia, gli occhi chiusi per assaporare la presenza. La baciai. Le ficcai la lingua in bocca e lei rispose con passione. Le lingue si intrecciarono e il mondo si capovolse, non capivo più nulla. Eccitazione, amore, fratellanza, sesso, voglia, passione e lussuria. All’istante arrivò l’orgasmo, mi sconquassò. Riversai tutte quelle emozioni, tutti quei sentimenti, in grossi e potenti getti nell’intestino di mia sorella, continuando a pomparle dentro il mio sesso. Urlai il mio piacere venendo e con me venne anche Katia, la sua mano si muoveva a velocità della luce sulla passera.

Mi accasciai su di lei esausto, baciandola in fronte. Uscii ancora semi eretto dal suo canale rettale e abbracciai mia sorella, felice di quella esperienza eccezionale. Katia si portò una mano al sedere e raccolse un po’ di sperma fuoriuscito e lo leccò come nulla fosse, guardandomi negli occhi.

Katia:’Grazie fratellone!’

Continua…
Il rapporto tra me e Katia cambiò per sempre. Non litigavamo più, ci volevamo un bene dell’anima e questo portò ad una sintonia e un benessere perfetti.
Non eravamo amanti. Il sentimento verso di lei era puro amore fraterno, sincero e costante, che non sfociava mai in qualcosa di perverso come si potrebbe immaginare.

La sorellina si faceva vedere nuda a volte, mi lasciava entrare in bagno quando si stava lavando e io la osservavo contento di poterlo fare liberamente, in accordo con lei.
Un paio di volte capitò che in quella circostanza mi eccitai parecchio: mentre era sotto la doccia le chiesi di poter accedere al bagno per fare pipì e invece di ignorarmi si toccava di fronte a me. A quel punto il cazzo diventava di marmo e lo prendevo in mano segandomi lentamente.
Era bellissima. Il sapone e l’acqua le scivolavano addosso, sui grossi seni coi capezzoli duri e sui glutei formosi e la sua mano scivolava dentro la vagina affamata. In pochi minuti vennì copiosamente, seduto sul wc, riempendomi di sborra tutto il petto, cosa che la faceva sbrodolare di piacere; poco dopo venne anche lei mugolando sommessamente ricoperta dal getto continuo della doccia.
Poi facevamo finta di nulla tornando alle nostre cose, contenti di quello che avevamo fatto.
Per un certo periodo non vi furono tra noi altri rapporti intimi diretti, non so bene perché ma semplicemente non si creava la situazione adatta probabilmente.
Qualche bacio e qualche palpatina ogni tanto scappava, ci desideravamo ardentemente e forse la presenza costante dei genitori in casa era la barriera più grande che ci bloccava.

Un sabato notte tornai verso le 2.00 dopo una serata al bar con gli amici. Avevo bevuto qualche birra perciò barcollai salendo le scale. Appena raggiunsi la mia camera mi buttai a letto stanco. Controvoglia tolsi la felpa e la maglietta, con molta difficoltà, e sentii la porta aprirsi.

Katia:”Ehi fratellone. Tutto bene?” Disse sottovoce
Io:”Ciao Katia, si dai, forse ho bevuto una birra di troppo! Non riesco a togliere questi jeans maledetti…”
Katia:”Abbassa la voce, stanno dormendo di là. Aspetta che ti aiuto io, prima che combini un disastro.”

Si avvicinò tranquilla, era praticamente nuda tranne che per l’intimo succinto che le copriva a stento seni e vagina. Mi accasciai sul letto stremato e la lasciai fare. Con calma sbottonò il pantalone e lo sfilò dalle gambe per buttarlo sulla sedia; si sedette a bordo del materasso restando ad accarezzarmi le cosce.

Katia:”I boxer li tieni?”
Io:”Mmmm. No, li tolgo quasi quasi.”
Katia:”Va bene.”

Afferrò l’elastico ai fianchi e tolse pure le mutande facendo uscire il pene moscio, finalmente libero.
Appoggiò il palmo tra lo scroto e l’asta, scuotendolo dolcemente e ridendo.

Katia:”Stefano. Non so tu ma io ho voglia. Non ne posso più. Come facciamo?”
Io:”Eh stasera no…non ce la faccio”
Katia:”Domani i vecchi vanno dalla nonna fino a sera. Pensi potremmo approfittarne?”
Disse afferrandomi il cazzo moscio con decisione.

Io:”Mmm. Si, assolutamente. Perché non ti butti qua con me per sta volta?”
La tirai sul letto e si accomodò vicino a me, chiudendo gli occhi.
Mi addormentai subito con una mano sulle sue meravigliose chiappe ed il pene semi rigido che le sfiorava la coscia.

Il giorno seguente mi svegliai a mezzogiorno, rinvigorito dalla profonda dormita. Mia sorella se n’era andata lasciandomi completamente nudo senza neanche un lenzuolo a coprirmi. Speravo che i miei non mi avessero visto cosi, magari anche abbracciato a Katia, altrimenti sarebbero stati guai seri.

Mi alzai stiracchiandomi davanti alla finestra e mi accorsi di essere in completa erezione. Nella casa di fronte una giovane signora stendeva i panni in giardino e mi vide immediatamente perché stava proprio guardando dalla mia parte. Che figura! Feci finta di nulla per non accentuare l’imbarazzante situazione.
La giornata era cominciata bene.

Scesi in cucina e la vidi. La ragazza era bellissima, indossava una maglia lunga che le copriva solo metà glutei, lasciando alla mia mercé buona parte di quelle stupende chiappe sode.

Io:”Buongiorno sorellina”
Katia:”Ciao fratellone! Come stai? Ah…sembra bene!”

Si girò e vide subito la mia erezione mattutina.

Io:”Scusa, ho pensato di non vestirmi dato che siamo solo io e te”
Katia:”Tranquillo hai fatto bene! Ti ho preparato la colazione. Ti sei ripreso dalla sbornia?”

Mi sedetti al tavolo e assaggiai il latte caldo, inzuppando un biscotto.

Io:”Si si, avevo solo bisogno di riposo”

Lei si posizion’ dietro di me e prese a massaggiarmi il collo e le spalle. Mi accarezzava la schiena nuda facendomi venire i brividi e poi stringeva in alcuni punti vicino alla spina dorsale quasi facendomi male.

Katia:”Qualcuno oggi sembra non abbia intenzione di riposare” indicò l’uccello sempre teso. ” Da quanto tempo &egrave che non lo lasci svagare, Stefano?”
Io:”Sicuramente da qualche giorno”

Prese l’iniziativa e si piegò gattonando sotto il tavolo. Sorrisi dentro di me aspettando la sua mossa.
Una mano afferrò l’uccello teso, iniziando un lento movimento masturbatorio mentre l’altra mi accarezzava lo scroto. Inzuppavo un biscotto dietro l’altro come nulla stesse accadendo. Il pene pulsava tre le dita di mia sorella, felice di ricevere le sue attenzioni.
Mi segava con pacatezza, senza stringermi e a volte solo sfiorandomi la cappella.
All’improvviso un dolcissimo calore estasiante mi avvolse. Le labbra di Katia giocavano sull’asta arrivando a sfiorarmi il pube. Lo divorava con naturalezza, prendendolo centimetro dopo centimetro in bocca. Ero in paradiso.
Aumentò la velocità insalivandomi tutto, palle comprese; la lingua saettava da un testicolo all’altro per poi tornare al glande.
Il cazzo si contraeva ormai allo stremo, ogni resistenza stava cedendo e lei se ne accorse.

Katia:”Alzati in piedi fratellone!”

Mi alzai e lei sgusci’ fuori dal tavolo per inginocchiarsi ai miei piedi. Sfilò, in un rapido movimento, la maglia restando a seno nudo e riprese in mano il membro.
Con la destra segava all’impazzata e con la sinistra si accarezzava un florido seno.
Avvicinò il viso al pene ed aprì la bocca in attesa dell’eruzione. Vederla fare quei gesti mi eccitò a dismisura, facendo montare l’orgasmo dentro di me.
Un grosso schizzo di sperma affluì dalla cappella potentissimo, spiaccicandosi sul viso di Katia, bollente e denso. Continuò a masturbarmi frenetica finché ogni spruzzo le finì addosso, sulla guancia, sulla lingua e sul collo. Venni copiosamente su di lei godendo dell’orgasmo travolgente, così potente da sconquassarmi. Il piacere scoppiò più nella mia mente che nel corpo; saperla sotto di me che aspetta il nettare e si prodiga per riceverlo, mi fece impazzire.

Katia riprese tra le fauci l’arnese che si ammosciava rapidamente e ogni traccia di seme sparì. La sua lingua affamata mi lasciò pulito e lucido, come nuovo!
Il resto dello sperma lo recuperò con le dita portandolo alla bocca e tutto fu ingerito, assaporato e ingoiato. Le piaceva moltissimo.

Katia:”Grazie Stefano!”

Si alzò e mi diede un bacio sulle labbra, sparendo dietro la porta del bagno per darsi una ripulita.
Affannato mi buttai sul divano escogitando la mia prossima mossa.

Continua…

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