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Racconti Erotici Etero

Repira profondamente – Parte II

By 11 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Contai giorno per giorno con addosso l’aspettativa di cosa sarebbe successo al prossimo controllo; mille immagini di me e lui si rincorrevano nella mia mente, nei miei pensieri avevamo sperimentato ogni posizione del kamasutra.
Le due settimane passarono veloci dato gli impegni che si susseguivano e ora mi ritrovavo di nuovo nello studio medico, c’era solo un paziente prima di me, un uomo anziano al viso gentile che impiegò venti minuti prima di uscire dall’ambulatorio, più aspettavo e più cresceva l’ansia di cosa sarebbe successo.
– Vieni pure Marta.- mi chiamò Lucio invitandomi ad entrare.
Parlammo un po’ di come era andata la cura, mi visitò di nuovo spalle e petto con le consuete carezze e sorrisi sornioni, finché non arrivò il momento della spirometria.
Mentre eseguivo l’esame osservavo il dottore mordersi le labbra mentre fissava le mie, il suo fascino era disarmante e senza controllo parlai, rendendomi conto delle parole solo dopo averle pronunciate.
-Mi deve ancora spiegare quel ‘peccato’ dottore.-
Posò i suoi occhi nei miei senza parlare poi fece un passo verso di me e il suo profumo mi inebriò, sembrava un gatto pronto all’attacco.
-Peccato che sei una paziente altrimenti…- lasciò la frase incompiuta.
Sapevo che mi stavo avventurando in un campo minato.
-Altrimenti?.- domandai facendo un passo a mia volta.
-Altrimenti farei questo…- e senza darmi il tempo di pensare poggiò una mano dietro la mia nuca e mi attirò a sé.
La sua bocca si posò sulla mia con passione, sentivo il desiderio represso riversarsi in quel bacio e d’istinto lo strinsi ricambiando con trasporto, iniziammo a muoverci senza smettere di baciarci, mi guidò verso il lettino e mi ci poggiò sopra.
-Questo visino da brava ragazza che hai mi eccita da impazzire.- confidò succhiandomi il labbro inferiore.
Questo gesto contribuì ad eccitarmi ancora di più.
-Uhmmm…- gemetti lasciandomi andare.
La sua bocca si muoveva sul mio collo mentre mi faceva sdraiare sul lettino, lasciava una scia di baci e morsi man mano che percorreva il mio seno, poi l’addome fino ad arrivare alla chiusura dei pantaloncini.
Li sbottonò con urgenza e li sfilò lasciandoli cadere sul pavimento lasciandomi addosso gli slip di merletto blu scuro, senza scostarlo baciò la mia femminilità e lo sentii respirare a fondo il mio profumo.
Alzò il capo e si avvicinò alle mia labbra, mi baciò piano mentre infilava la mano all’interno delle mutandine.
-L’hai messe apposta per me?.- domandò accarezzando il clitoride.
-Si.- mormorai.
Mi leccava il collo intanto che muoveva le dita sulle piccole labbra, io oramai ero entrata nel punto più pericoloso del campo minato dove sai che quel che stai facendo è una cazzata ma decidi ugualmente di continuare.
-Oh dottore…- la mia era una preghiera.
-Si? Dimmi tutto.- prese a mordermi il collo mentre oramai mi scopava con due dita.
La mia mano scese sulla sua a tenerla ferma per timore che quella tortura potesse finire, eccitata e desiderosa mossi la mano libera e la portai all’altezza del suo membro.
Sembrava marmo sotto il soffice tessuto dei pantaloni, per quanto potevo cercai velocemente di liberarlo da quella costrizione e lo impugnai.
-E’ così duro!- mormorai, le mie dita cercarono di circondarlo ma era più grande di quello che mi aspettavo -e così grosso!- non potei fare a meno di sottolinearlo.
-E’ tutta colpa tua!- disse prima di riprendere a baciarmi il collo mentre con frenesia continuava a scoparmi con le dita che si muovevano veloci scivolando facilmente nelle pieghe della mia femminilità, mossa dal piacere spingevo i fianchi contro la sua mano, ero un lago e sentivo che l’orgasmo era vicino.
-Ohh siii. – gemevo inarcando la schiena e chiudendo gli occhi.
-Guardami!- imperò dolcemente baciandomi la bocca -Voglio che mi guardi mentre ti faccio venire.-
Ubbidii e ancorai i miei occhi ai suoi che ora apparivano scuri e più che mai magnetici, nella mente affiorarono immagini del suo cazzo che si spingeva dentro di me e istintivamente le dita si strinsero, per quanto potevano, attorno all’asta continuando ad andare su e giù.
-Oh sii.- lo sentii gemere e contemporaneamente anche fremere sotto le mie carezze.
-Ohh dottore!- quasi urlai quando venni, chiusi le gambe bloccando la sua mano nella mia fighetta.
Mi strinse e mi baciò quando l’orgasmo prese anche lui e calde gocce di sperma si riversarono sulla mia mano.
Ci ricomponemmo con calma, ci guardavamo senza dire nulla.
-Mi fai perdere il controllo.- sentenziò fissandomi.
-Lei ha lo stesso effetto su di me.- risposi mentre mi abbottonavo i pantaloncini.
-Vedi… è questo che intendevo- si avvicinò pericolosamente ‘ Quando mi dai del lei non rispondo più di me stesso.- terminò afferrandomi il mento e baciandomi con impeto.
Avevamo avuto un orgasmo ma non eravamo ancora soddisfatti.
-Non può finire così.- disse prima di mordermi il labbro inferiore.
-Mhhh assolutamente no.- concordai lasciandolo andare a malincuore.
Mentre ci riprendevamo mi spiegò che di li a pochi giorni sarebbe andato in ferie, nello studio ci sarebbe stato il sostituto ma lui voleva prendersi cura di me personalmente quindi mi scrisse su un bigliettino il suo indirizzo.
-Conservalo.- disse passandomi il foglietto -Dammi qualche giorno per organizzarmi- nel mentre parlava mi accarezzò il viso -Hai le guance meravigliosamente rosse.- sorrise e mi bacio delicatamente. -Sei un meraviglioso contrasto.- infine mormorò a fior di labbra.
-Contrasto?- domandai inclinando il capo da un lato.
– Hai un visino da brava ragazza che arrossisce facilmente, occhi furbi e scrutatori che ti rendono molto interessante.- sentenziò giocoso.
Sorrisi e presi la mia borsa, mi avvicinai alla porta.
-A presto allora… – lo salutai prima di andare.
Nella sala d’attesa c’erano due pazienti che mi guardavano, il pensiero che ci avessero sentiti mi investi come una doccia fredda.
-Finalmente.- borbottò uno di loro.
Capii che erano solo stanchi di aspettare e mi tranquillizzai, con passi decisi mi diressi all’ascensore e tornai a casa.

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