Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Riccardo, il mare e……

By 26 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

RICCARDO, IL MARE E’..

Prime giornate d’estate, come resistere al solleone? Mi preparo con cura. Bikini, crema solare e cappellone di paglia a grandi falde. Occhiali da sole e via. In volo per le scale. Fregene mi attende, e i miei cugini anche, giù in auto.
Il viaggio &egrave allegrissimo, scherziamo e ascoltiamo musica, mia cugina Carla racconta dei suoi ultimi amorazzi, mentre suo fratello Paolo ride e le fa il verso.
Un’ora e mezzo e siamo al mare: meraviglia, l’aria di casa, l’odore di umido leggero, il senso di leggerezza che ho qui, la brezza che mi scompiglia i capelli. Mi sento più bella, più libera.
Corro sulla passerella tra giovanotti muscolosi e fanciulle in perizoma. Olà, uno spazio anche per me! E la gioia &egrave tutta qui, nello stendermi al sole, unta e felice.

Ho dormito un po’ e non me ne sono accorta, mi risveglio all’improvviso, sudaticcia sotto la schiena, sento gli occhi a palla e la bocca impastata. Mi sollevo e mi guardo in giro. Sono sola. Carla e Paolo devono essere andati a fare un giretto, i loro abiti sono qui ma di loro non c’&egrave traccia. Mi sento in disordine, umida, assetata. La frutta! Che benedizione’.apro la borsa-frigo della mia previdente cugina e tiro fuori un paio di albicocche. Le mangio con gusto, mentre il loro succo dolce mi sporca la bocca.
Mi sento osservata, mi volto sulla destra. Il ragazzo che mi osserva, steso su un telo bordeaux, &egrave uno spettacolo. Un fascio di muscoli, tra pettorali, bicipiti e tricipiti, unti di olio solare. Non &egrave affatto il culturista esagerato che mi impressiona un po’, ma ha un fisico da sballo, e un viso non da meno. Pelle ambrata e capelli castani, lunghetti, naso importante, occhi scuri, sorriso da dongiovanni. E mi sta fissando tra le gambe. Seguo il suo sguardo e finalmente mi accorgo perché mi fissava. Lo slip: nel sonno, dev’essersi spostato e ora &egrave tutto da un lato, mentre dall’altro i miei peli pubici fuoriescono selvaggi, e regalano anche una bella visione della mia vulva. Il ragazzo dev’essersi beato un bel po’ di questa splendida vista, a giudicare dal turgore che ora intravedo attraverso i suoi slip.
Per nulla intimidita, gli faccio un sorrisetto furbo e conservo le mie grazie, coprendole col costume. Poi riprendo a mangiare la mia albicocca, con gesti lenti, studiati, succhiandola con voluttà.
Il mio ammiratore &egrave decisamente eccitato, ora, si passa la lingua sulle labbra e la mano sull’inguine. Un invito chiarissimo. Fingo di ignorarlo; lui si alza, adesso &egrave lui a fingere. Fa l’atto di cercare qualcosa nello zaino e l’occasione &egrave giusta per girarsi verso di me e mostrarmi il suo bel pacco. E ora son io a provocarlo, passandomi un dito sulle labbra, e poi sul seno, superando il bordo del costume e insinuandolo sotto, tra la pelle calda e la stoffa. E son brividi, subito evidenti dal mio capezzolo che si ingrossa e si mostra.
E poi &egrave ancora lui a provocarmi, stendendosi in modo che l’elastico, vuoto mentre lui inarca l’addome, si apra mostrandomi un po’ della sua preziosa merce.
Stiamo giocando, ed &egrave divertente. Io sono bagnata e audace, la sabbia mi &egrave entrata nel costume e con l’umidore dei miei umori sessuali ha formato già una pappetta calda. Il ragazzo ha capezzoli tesi e uccello rigido, suda e mi fissa. Di nuovo tra le cosce, così mi accorgo che l’umidore della mia fica ha lasciato un alone scuro sul costumino fucsia.
Lui mi guarda ancora, pieno di desiderio. Non sa come approcciarmi, forse teme l’arrivo di qualcuno, per me o per lui, chissà. Poi decide: si alza e, con le mani davanti (il cazzo &egrave ormai teso, sembra un braccio che indica il mare) si dirige verso l’acqua. Lo ammiro da dietro: ha un culo splendido, natiche d’acciaio, perfette sotto il nylon blu del calzoncino aderente. Devo avere quest’uomo, &egrave troppo bello. Si immerge, con un tuffo da campione, e nuota per un bel po’ sott’acqua. Quando riemerge, si gira verso di me lo guardo da lontano, un Adone lucido. L’acqua gli scorre via dal corpo, ha l’addome scolpito, le spalle larghe. Oddio, che desiderio’.sento un languore che mi stringe lo stomaco, &egrave la voglia che conosco, la voglia di cazzo che si impossessa di me sempre più spesso. Mi guardo in giro,m la spiaggia &egrave piena di bagnanti ma nessuno bada ame. E poi, chi se ne frega?
Mi alzo e sento gli umori della fica che mi gocciolano sulla coscia, sono troppo eccitata. Entro in mare. Il mio bell’ammiratore fa finta di non essersene accorto e riprende a nuotare sott’acqua. Lo perdo di vista mentre mi immergo anch’io, e poi, sbam, vado a sbattere contro di lui. Cado, e lui &egrave sotto di me, e resta sott’acqua qualche secondo, intrappolato, tra le mia gambe, prima di venir fuori. Poi riemerge, e ridiamo tutti e due, ed &egrave proprio bello visto da vicino, e io mi sciolgo ancora di più’.’Che strano modo di presentarci’, faccio. ‘Già ‘ risponde lui -. Meglio il tradizionale, no? Io sono Riccardo, tu?’.
Gli porgo la mano e sorrido, mi propone una nuotata e accetto subito, nuotiamo fianco a fianco e lui ogni tanto, non so se per errore, ma credo di no, mi tocca: una volta &egrave il braccio, una volta la spalla, una volta il culo. Allora gli restituisco il favore, anche perché non vedevo l’ora di toccare uno di quei glutei di marmo ammirati in precedenza.
Ci palpiamo sott’acqua, son sempre più eccitata ma anche lui, e così fuggo via, per provocarlo. Nuotiamo a lungo, io davanti lui dietro, per diversi minuti, cosicché quando arriviamo alla boa &egrave automatico, per entrambi, fermarci e riposare. Io ansimo un po’ per lo sforzo, lui meno, si vede che &egrave allenato. Si avvicina a me e mi fissa negli occhi e mormora: ‘Puoi nuotare quanto vuoi ma non mi sfuggi’, e mentre lo dice mi abbranca per la vita e mi infila una mano nel costume. Sobbalzo per l’immediatezza dell’approccio e la seduzione dello sguardo. Insinua le dita dentro di me, che sono aperta e lo aspettavo. Chiudo gli occhi, estasiata. Mi piace farmi toccare così, &egrave una sensazione esaltante, deliziosa. Lui mi masturba mentre le onde del mare ci cullano, poi mi stringe a sé e sento il suo cazzo esuberante sotto lo slip. Non resisto: mi immergo e lo tiro fuori, &egrave splendido e grosso, e sbaraglia ogni diceria sul fatto che il pene maschile, nell’acqua fredda, diventa piccolo. O forse, può esser vero solo per alcuni’nel caso di Riccardo, proprio no.
Lo prendo in mano e gli faccio una piccola sega, poi riemergo per prendere aria. Mi immergo nuovamente e glielo prendo in bocca. E’ delizioso, lo spompino per un po’, ogni tanto esco fuori, respiro e mi ributto sotto a succhiare questo cazzo meraviglioso. Gli accarezzo le palle e scopro che sì, quelle un po’ si ritraggono, nell’acqua gelida, ma il resto proprio no. Riccardo intanto mi ha scostato il reggiseno da un lato, e mi stuzzica il capezzolo con la lingua, e contemporaneamente mi tiene uncinata per la fica, con due dita che muove su e giù, mentre io continuo a giocare con il suo pene. E all’improvviso ho voglia di prenderlo. Glie lo dico, riemergendo dopo una poderosa succhiata. ‘Scopami, ti prego’.
Lui non se lo fa ripetere due volte. Si butta sott’acqua e mi libera dallo slip, che riporta su con aria maliziosa. Me lo sistemo sulla spalla e assecondo le braccia di lui che mi allargano le cosce. Se le mette intorno ai fianchi e poi mi penetra, in un sol colpo. Sono pronta io, &egrave pronto lui, perché perder tempo?
Ci teniamo alla boa e cominciamo a scopare come folli. Sembriamo bestie selvatiche, ansimiamo come due pazzi, il suo cazzo nella fica mi fa impazzire, lo voglio sempre di più, forse &egrave l’effetto dell’acqua, certo &egrave che lui mi penetra a fondo e io lo vorrei sempre di più e sempre più forte. Grido, e grida lui. Ho le pareti della vagina in fiamme, ho solo bisogno di sentire il suo cazzo durissimo che mi sfonda. E lui spinge, sempre più veloce, e quando viene sento il fiotto caldo del suo sperma e vengo in quell’attimo anch’io, urlando, aggrappandomi alle sue spalle, mentre lui stringe freneticamente la boa.
Poi ci rilassiamo, poggiati alla boa mentre l’acqua ci culla dolcemente. E’ un massaggio morbido, un po’ come l’ancestrale ritorno al ventre materno, feti immersi nel liquido amniotico.
Riccardo gioca con un mio capezzolo che galleggia sulla superficie dell’acqua, mi bacia sulla bocca, mi bacia sul seno. Io lo stringo forte e gli mordicchio la spalla.
All’improvviso si stacca da me e si allontana. ‘Che succede?’, chiedo stupita.
‘Cazzo’la mia ragazza!’. Lo guardo, &egrave impallidito. Fissa una figuretta che, ferma sulla riva, a sua volta ci guarda.
Mi viene da ridere, che scemi i maschi. ‘Stai tranquillo ‘ gli dico -. Secondo me da lì non ha visto nulla. E comunque, puoi sempre raccontarle che mi sono sentita male e mi sono aggrappata alla boa, e tu sei venuto a vedere che problemi avevo’.
‘E che ti era successo? Che le dico?’
Mi vien sempre più da ridere. Riccardo, che bel cazzo, e che tenerezza infinita!
‘Dille che ho avuto un crampo’
‘Ok ciao, grazie, Vera, sei un tesoro’, e sparisce sott’acqua, per riemergere venti metri più avanti. Io mi rimetto lo slip del costume e nuoto verso la riva.
Riccardo lo perdo di vista, la sua bella che lo attende sulla riva pure. Quando esco dal mare, il telo bordeaux steso poco più avanti del mio non c’&egrave più.

Gioialuna

Leave a Reply