Skip to main content
Racconti Erotici Etero

RITA&IL GIGOLO’

By 22 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia prima volta all night fu una emozionante e assai piacevole. Avevo deciso di fare il gigolò e mi ero messo su piazza. Il mio target erano le donne sole, oltre la 40ina. Avevo esperienza nel settore avendo convissuto con una cinquantenne di B. e una sessantenne di L. la seconda in special modo, una porca, ex attricetta, mi aveva rotto a molte esperienze sessuali, sapevo come far godere una donna, avevo un bel cazzo e volevo sfruttare il mio ‘talento’.
Dopo che ebbi messo il mio annuncio su internet cominciai a ricevere le prime telefonate. La maggior parte erano uomini e la cosa finiva lì, due volte una donna mi aveva contato ma non si era decisa ad accettare.
‘Pronto? Sei R.? Sei nuovo vero?’
era pomeriggio presto e mi ero appena svegliato. La voce era di una donna piuttosto anziana, bassa, roca,ma con una punta di sensualità latente.’Sì, sono nuovo, hai visto le foto? Ti interesso?’
‘Sono vere? O ritoccate da photoshop?’
‘Certo, se vuoi posso mandarti un messaggio con il mio corpo adessso fatto col cellulare..’
‘Ok, invia, ti ricontatterò immediatamente. Per il sì o il no, intendo’
‘Bene, mi pare giusto, prima cammello poi soldi…’
mi feci una foto del torace e inizio basso ventre, comprendo la faccia e inviai. Dopo qualche minuto richiamò. ‘Ok, ti credo, R! Garantisci una buona serata” La sua voce era sempre bassa con quel tocco, latente, di puttanesco che mi arrapava. ‘ ‘Certo, Signora..cosa cerca?’
‘All night. Portarmi fuori, cena, una passeggiata romantica in riva al mare e poi a casa, sesso. Che mi dici?’ ‘Si può fare, certo, sono qui a posta..’ ‘Quanto vuoi per tutta la notte?’ pensai in fretta e sparai una cifra, più bassa di quanto volessi, ma mi premeva iniziare l’attività, mi capirete. ‘Accidenti..un affare…sei meno caro degli altri..non &egrave che mi stai fregando?’ ‘Mi creda. Non ci penso nemmeno. &egrave che si tratta del mio primo cliente e ho applicato uno sconto..’ ‘Sarei la prima?’ ‘Sì, cio&egrave ho esperienza, non si preoccupi…ma lei &egrave la prima veramente interessata, una precedente non ha accettato..’ ‘Oh…bene…ma dimmi…io ho quasi settantanni…pensi di farcela, baby?’ ‘Facciamo coì. Se non ci riesco non mi pagherà…neppure per l’uscita..’ ‘Ok, sei convincente…giovedì per te va bene? Per ristorante e il resto penso a tutto io..’ ‘Sì, benissimo…’ ‘Alle 7 sotto casa mia, ti mando indirizzo..ok? Ragazzino?’
‘Sì, Signora, giovedì alle sette. Ha qualche preferenza su come mi devo vestire?’ ‘…fammi pensare…semplice camicia e niente jeans..ok?’

Prima del mio primo appuntamento ‘pagato’ nessuna mi contattò, a parte i soliti finocchi ai quali riattaccavo subito. Il giovedì sera feci una doccia e indossai una camicia verde scura nuova e un paio di pantaloni di velluto leggero caki. Mi feci la barba e mi guardai allo specchio: dimostravo meno dei miei 34 anni, ero un tipo carino, nulla di più, ma mi presentavo bene e potevo contare sul mio cazzo, un buon calibro che alle donne di solito piaceva. Gel e profumo elegante, alle sette ero sotto casa sua. Mi telefonò per dirmi che scendeva: ‘Come sei vestito baby? Vieni fin sotto alla fermata del bus e rimani lì, ti raggiungo.’
Dalla porta massiccia uscì una donna elegante in un tailler nero e oro con un zip al centro, volto sorridente, lungo, abbronzato, capelli scuri con colpi di sole e più biondi sulla frangia, occhi azzurri ghiaccio(mi raggiunse in un attimo, profumava di donna),bocca larga rosa e lucida, orecchini d’oro, tacchi alti. ‘Ciao, baby ‘ e mi dette un piccolo bacio sulla guancia ‘ fatti vedere…uhm…non sei affatto male…sei carino..’ ‘Grazie…vado bene allora?’
‘Certo…ma soldi dopo? Stanotte…se combini qualcosa…come avevamo concordato..’ ‘Certo Signora. Nessuna fretta. Come la devo chiamare?’
‘Rita. &egrave il mio nome. Ma può chiamarmi anche Signora…sono una signora…quanti anni mi dai?’
‘oh…direi…cinquantantotto?’ sorrisi.
‘Grazie, Baby…ne ho sessantacinque…ci credo?’
‘..impossibile…non avrei mai detto…lei ne dimostra molto meno…&egrave una donna così bella..’
‘Oh, già mi piaci, dolcezza..- e mi dette un colpo al sedere ‘ andiamo…prendiamo la mia macchina…quella lì…la Mercedes rosa…’

Andammo al mare. Rita era ciarliera. La sua voce era brillante quel giorno. Lei era simpatica e rideva spesso senza motivo,ma aveva anche un qualcosa di autoritario di risoluto.
‘Te lo dico subito dolcezza…io ho fatto la puttana per quasi tutta la vita…’
‘Oh..ecco..io…siamo colleghi allora…’
‘Ah..ah..giusto..comunque: una decina di anni fa conobbi G., un funzionario statale, si prese una sbandata per me. Ci sposammo, lui morì d’infarto la notte di nozze…non ci crederai…ma &egrave così…e mi ha lasciato un bel conto in banca…una casa…questa auto…e la sua pensione…sono a posto finch&egrave campo e ho da lasciarne ai nipotini…’
‘Bene, signora…sono..’
‘Lascia perdere. Da qualche anno mi &egrave tornata voglia di sesso..sono stata anni a non fare nulla, come morta lì…poi &egrave rifiorita..mi faccio i vari gigolò della zona..pago bene…. – compartati da bravo soldatino e ti farò un regalo per il tuo battesimo ‘ e mi piace scopare bei ragazzotti. Così quando ti ho visto, nuovo, ho pensato: Rita questo non fartelo scappare!’
‘Grazie signora, sono contento che il mio primo lavoro sia con una del mestiere…e una bella donna…’
‘Oh, grazie..sento già del feeling fra noi due..’ mi dette un casto bacio sulla bocca e mi toccò il cazzo. ‘Oh. Sembra che ci sia qualcosa qui..tienilo a freno..prima la serata… Raccontami di te ora.’
Il ristorante era sul mare, cenammo a pesce e vino bianco. Rita parlò molto e mi chiese di me. Le raccontai quello che mi andava. Il suo corpo sexy, le tette. Rifatte, ma sode mi attiravano.
Le feci piedino sotto il tavolo imbarazzando un cameriere che ci vide. E le toccai la mano più volte durante il pasto.
Pagò lei.
Passeggiammo al chiaro di luna. Mano nella mano.
‘Come sei sexy Rita, e che bello il tuo corpo sodo…’
mi baciò leggera e poi appassionata. Mi prese la nuca e me la spinse sulla sua bocca, la lingua ravanava feroce e il suo profumo mi colpiva la testa.

tornammo a casa sua, un vecchio appartamento molto elegante.
‘Vieni qui da me..baby…togliti la camicia…rimani in mutande…fammi vedere il culo…così…’
disse quando ebbe acceso qualche candela e un disco di Billy H.
mi toccò il corpo e saggiò il pacco.
Mi baciò di nuovo con foga.
‘Stai andando bene, ragazzino.continua così e riceverai il premio…’ mi strinse il cazzo con le sue mani esperte e ingioiellate, mi baciò ancora.
Si aprì la zip e mi offrì il petto.
Due tette sode, plasticose ma eccitanti, su quella destra un tatuaggio di una rosa e una stella, una scritta in rosso: RITA LADY e una data.
‘Ti piacciono?’
‘Sì…splendide…sei bellissima Rita…’ e bacia il capezzolo. Lo baciai a lungo e lo leccai. Poi presi a succhiare e toccare l’altra zinna.
‘..ohhh o Baby…continua..non ti fermare..succhia..così da bravo…succhia la tua Rita…’
leccai quel capezzolo e lo succhiai, toccavo e lei mi toccava.
‘Togliti le mutande, fammelo vedere…’
il cazzo era già sull’attenti. Lei lo prese in mano e lo soppesò.
‘Non male,…bravo..baby….ne ho visti di cazzi..ma questo fa la sua figura…non vedo l’ora di prenderlo in bocca…’
Quindi si inginocchiò e lo fece. Mi prese il cazzo fra le mani e lo sventolò. ‘Bella verga..baby..’
Con la bocca mi prese la cappella e la inghiottì. Un brivido mi percorse la schiena, un colpo soffice e potente. Inarcai la schiena e mi godetti la sensazione che le labbra da troia di Rita mi donavano.
Ci sapeva fare.
Inghiottì e mi fece godere un altro, profondo, brivido.
Prese a fare un pompino coi fiocchi. Mi piaceva. Rita ci dava sotto, mi teneva le palle con maestria e mi leccava il cazzo.
Il pompino continuò e mi sentii in dovere di fare qualcosa. Era bello, ma volevo che anche lei godesse. Con lentezza e decisione mi portai lei al collo, la baciai ancora. Infilavo la lingua e la sentivo godere.il suo corpo fremeva e le sue tette rifatte pulsavano marmoree. Le baciai il collo, se succhiai un orecchio, lo baciai e leccai, infilavo la lingua e Rita se la godeva. Le passai una mano nella figa. Era bagnata. Era calda. Era torrida. La mano mi rimase dentro mentre la baciavo. Volevo mangiarmela, Rita, quella vecchia troia ben in tiro.
La buttai sul divano e infilai il cazzo nella sua figa.
Un colpo.
Bum
era splendido. La sua figa era una gran figa calda.
Torrida.
Iniziai il mio lavoro di bacino e la scopai.
La scopai con forza. Spinsi.
Ci davo sotto. Volevo che Rita godesse. Che si ricordasse di me. Del mio cazzo. Volevo farla godere fino all’orgasmo. Il suo viso nella lussuria, sotto di me, si gonfiava e allungava, deformandosi, il trucco segnava le rughe profonde sul collo e sulla bocca, attorno agli occhi, deformata dal sesso e dal mio pompaggio il suo volto di troia esplodeva di gioia.
Pompavo.
Scopai Rita sul suo divano, colpi secchi, bacino in movimento. Lei godeva troia. Esplodeva in brividi di orgasmi mentre la infilzavo, sì, la sentivo reattiva a mille, i suoi fianchi tremavano, il tormento della passione era straripante mentre la scopavo, il suo bacino accoglieva la mia mazza nella sua figa bagnatissima. La sua schiena si tirava indietro per sentire più a fondo il mio cazzo, la sua figa era un antro accogliente, era profondo e di cazzi enormi doveva averne sentiti, ma il mio modo di fare le piaceva.
La sua bocca si gonfiava e manti da di sudore e trucco accoglieva fiato e ispirava fuori, gli occhi a palla, le gote trasformate dal piacere, dal caldo dell’orgasmo, dal brivido violento e sanguigno del cazzo nella fica, nella mia battuta continua, nella mia spinta dentro di lei.
Dentro fuori.
Dentro fuori.
‘Sìììììììììììì BABYYYYYYYYYYYYSììììììì OHHHHHHHHHHHOHHHHHHHHHHHHHSììììììì RAGAZZINO SCOPAMIIIIIIIIIIIIISììììììììììì BABYYYYYYYYYYYY Sìììììììììììì COSììììììììììììì ANCORAAAAAAAAAAAAAAAA OHHHHHHHHHHH OHHHHOOOOOOOO’
Rita godeva come una troia.
La feci godere come meglio potevo, il suo corpo ondeggiava sotto i miei colpi, il volto segnato dal sudore e dalla lussuria esplodeva in gemiti forti e pieni, femminili e appaganti.
‘…sto per venire pure io….sto…’
‘…sìììììììììì baby…….sììììììì…vieniiiiiiiiiiiii daiiiiiiiii…vienimi dentro, innondami…..sbattimelo dentro, ragazzo…………’
Sentendo le sue grida di femmina infoiata che vuole il suo sperma, le vengo dentro con un’inarcata di reni, spingendola in basso, lei si affloscia sotto di me, il suo viso, travolto dal piacere, si sgonfia, sbuffa, sembra prendere tutta la mia sborra dentro. Fun fun ancora qualche colpo e sono fuori, sfinito. Lei mi salta addosso e mi copre di baci.
‘ohhhhhh…baby..che scopata…bravo…hai del talento…’ mi bacia in bocca e mi tocca il cazzo. Io cerco di riprendermi dalla prestazione. So che &egrave andata bene. Lei si alza, mi sbatte le sue tette gonfie come una diciassettenne sul viso, quindi si allontana un attimo. Torna con i soldi, me li mette in mano.
‘Brava..troietta..te li sei proprio meritato…sei un bel gigolò..’ mi dice ridendo. Prendo i soldi, la mia prima marchetta. Sono felice. Anche Rita lo &egrave. Mi guarda e mi bacia ancora. ‘E..poi..un regalino per te…perch&egrave sei stato magnifico…e te lo meriti.’ mi passa un ciondolino d’oro. ‘E’ una cavigliera…mettitela..ti prego..ci tengo…’ la indosso, &egrave carina, &egrave d’oro. ‘Grazie’ dico e lei mi scompiglia i capelli. &egrave ancora segnata dal sesso, dal piacere, la frangetta da sessantenne in mille ciocche. Sudata, il trucco un poco andato, ma &egrave ancora piacente. Rita, la mia prima cliente.
Le do un bacio su una tetta gonfia e di marmo.
‘Ci rivediamo bellezza? Che ne dici di giovedì prossimo? Vieni direttamente qui,niente cena…solo scoapare…che ne pensi?’
le mostro i soldi.
Ride.
‘Sei una vera troia, baby, ma meriti questi fottuti soldi, te lo dico io che sono del mestiere…’
mi rivesto e passo dal bagno. Quando torno lei si &egrave data una sistemata. Mi palpa il culo.
‘Allora a giovedì prossimo..ciao baby…’ mi palpa ancora il culo mentre mi accompagna alla porta. Indosso la sua cavigliera d’oro, ho i suoi soldi in tasca e mi sento euforico.
(per commenti, suggerimenti, richieste: dorfett@alice.it)

Leave a Reply