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Racconti Erotici Etero

Roma -Parma nonstop

By 16 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Facciamo una sosta a Roma, nel nostro lungo viaggio da Palermo a Parma; quando ripartiamo, &egrave ormai sera e tu sostituisci Marco alla guida, dichiarando “Ora fino a Parma,niente più fermate”; io sono felicissima di passare nei sedili posteriori per dormire, mentre Francesca, la compagna di Marco, si siede vicino a te; ripartiamo e Marco, ridendo,dice: “Guarda, allungo il braccio, così ti sistemi per la notte; mai vista una donna che dorma tanto come te e in tutte le situazioni; mi ricordi Sid, il bradipo”(di Ice Age ). Appena mi avvicino a lui e sento il suo odore mi ricordo la nostra “piccola botta di allegria”, come io chiamo i miei svaghi extra-coppia, che era stata non tanto piccola (leggi “La zattera” n.d.a.), a giudicare dal caldo che sento tra le cosce ogni volta che ci ripenso; d’altra parte né io né lui abbiamo mai più accennato al nostro breve intermezzo erotico; ora però, a contatto del suo braccio e della sua spalla, dove mi accomodo per dormire, sento la ben nota eccitazione salire; strano, siamo stati vicini altre volte durante la nostra vacanza, ma non mi era mai successa una cosa simile; forse &egrave la situazione di estremo pericolo ad eccitarmi così; comunque, mentre sto rimuginando sul passato, scivolo nel sonno, cullata dalle vostre chiacchere .
E faccio un sogno erotico (altra stranezza, non sono comuni per me questi sogni) dove mi trovo accerchiata da fantasmi ossessivi, labbra che si posano sulla mia pelle, falli che hanno fretta di toccarmi, di sfregarsi contro di me, di aprirsi un passaggio tra le mie ginocchia, forzandole, fino al mio sesso, per penetrarlo con fatica, una fatica che mi colma di piacere;
uno dopo l’altro affondano nel mio corpo, saziandolo e riempiendomi con il loro sperma;
allora, nel dormiveglia, come se il sogno continuasse nella realtà, sento una mano di Marco premere contro la spalla per avvicinarmi di più a lui, mentre l’altra, dopo essersi impadronita del mio ginocchio, carezzandolo dolcemente, comincia a risalire verso l’alto della coscia; io, istintivamente, accosto le gambe alle sue, stringendo contro il mio ventre la sua mano , che ora &egrave a contatto del leggero slip; sospiro, so che cosa vuole lui e quello che voglio io; nel mio finto sonno (ormai sono sveglia eccome), agevolo i suoi movimenti, mentre sta tentando di abbassare lo slip , e intanto continua a parlare con te e Francesca di Numtel e Nasdaq; la sua mano prende nell’incavo del palmo la mia passera, umida e calda, carezzandola come per placarla, con un movimento che segue il corso delle grandi e piccole labbra, tuffandosi con leggerezza tra di loro per passare e ripassare sul clitoride eretto; poi le sue dita scendono
per affondare di più tra le mucose umide, rallentando il movimento, man mano che la mia tensione cresce; ora faccio fatica a trattenere i gemiti , mentre l’uomo mi porta sempre più vicino all’orgasmo, senza permettermi di raggiungerlo; odo le vostre voci lontane, tesa come sono ad arrivare al piacere, che va e viene, come un’onda;
poi Marco si curva verso di me, mi prende una mano e la attira verso il suo grembo, aiutandola a chiudersi sul sesso rigido e guidando i miei movimenti, rallentandoli o accellerandoli, a seconda della sua eccitazione; intanto le dita dell’uomo, dentroil mio sesso, accarezzano e frugano e in una pausa della conversazione a tre mi mormora all’orecchio” Sei tutta un lago, cosa pagherei per poterti venire dentro, come l’altra volta, ti ricordi?”; a queste parole io stringo con violenza la sua mano tra le cosce in una muta richiesta e mi abbasso su di lui, per prenderlo in bocca, facendo scivolare le labbra il più in basso possibile, per poi risalire, e ridiscendere e sentirlo esplodere infine contro il mio palato in densi odorosi zampilli, che mi colano in gola, procurandomi uno sconosciuto intenso piacere; intanto Marco stringe e accarezza con le dita bagnate il mio clitoride, facendomi finalmente godere (per non urlare, mordo la sua camicia); in tutto questo tempo la sua voce si &egrave incrinata appena un poco,mi pare abbia vacillato solo sui fondi Nextra; io, sprofondata nel buio dell’abitacolo, contro la sua spalla, assaporo la stanchezza meravigliosa del dopo-piacere, un piacere doppio, accresciuto dal pericolo di essere facilmente scoperti ; ad occhi chiusi, la testa appoggiata allo schienale, mi sistemo con mani leggere la gonna e lo slip mentre Marco si riaggiusta camicia e pantaloni.
Francesca, con un tempismo perfetto, voltandosi verso di noi chiede ” Ma Fede continua a dormire?” “ Altroché, questa si fa Roma – Parma nonstop di sonno, te lo dico io; mi si &egrave quasi intorpidita la spalla…”

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