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Racconti Erotici Etero

Sabato Pomeriggio

By 26 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Mi ero appena svegliata e non avevo ancora aperto gli occhi: volevo assaporare ancora per qualche minuto il dolce torpore del riposo pomeridiano. Poi sentii i rintocchi della torre dell’orologio e provai a contarli: uno, due, tre… diciassette. Sì, dovevo alzarmi! Aprii gli occhi, Stefano era girato verso di me, occhi chiusi e respiro regolare: stava ancora dormendo. Sorrisi e mi presi qualche minuto per ammirarlo ancora una volta: scrutai i suoi lineamenti dolci ed eleganti, le labbra sottili, e i capelli, si erano un po’ allungati e me lo stavo immaginando al risveglio che con entrambe le mani avrebbe cercato di domare i ricci ribelli!
Provai a sfiorargli il piede con la punta dell’alluce, ma non si mosse, così lentamente mi alzai dal letto, presi le mie poche cose e andai in bagno per farmi una bella doccia, capelli compresi.

Avevo tutto il tempo che volevo, la cena non sarebbe iniziata prima delle 20.00, o almeno così speravo, così mi concessi anche una maschera idratante.

Mentre ero ancora sotto la doccia lo sentii alzarsi:

“Vado a farmi un po’ di the, ne vuoi?”

“Sì grazie, ho quasi fatto”

“ok”

Mi affrettai e dopo qualche minuto uscii dal bagno, lo trovai in camera davanti al pc, si voltò per guardarmi e sorrise:

“il the è pronto, te lo porto o lo bevi di là?”

“no grazie, asciugo un po’ i capelli poi vado di là”

“come vuoi, allora io vado a lavarmi …. Ahh, ha chiamato Paolo per confermare la cena: ore 19.00 a casa sua….”

“ahh.. ok..” uff.. questo faceva saltare i miei piani

“vuol dire partire alle 18.30”

“lo so”

“pensi di farcela???”

Lo guardai torva ma non riuscii a trattenere un sorriso mentre la porta del bagno si chiudeva sulla sua espressione sarcastica.

Pettinai i capelli e li asciugai per qualche minuto, poi andai a prendere il the: alla vaniglia, il mio preferito! Erano le 17.40 e avevo poco meno di un’ora: c’era tutto il tempo per fare le cose bene e con calma, sapevo già cosa indossare, come pettinarmi e come truccarmi, stavo solo aspettando che Stefano uscisse dal bagno, trovavo eccitante preparami con lui che gironzolava per la camera: farmi aiutare nello spalmare la crema, lasciare che mi guardasse mentre mi vestivo, provocarlo se si distraeva e si metteva a fare altro. Veramente avevo pensato che avremmo anche potuto fare sesso prima di partire, ma questo anticipo di orario non lasciava molto tempo e non volevo fare le cose in fretta, volevo assaporare e godermi ogni momento senza dover guardare l’orologio per timore di far tardi.

Così decisi che quel pomeriggio avremmo solo giocato un po’.

Sentii il box doccia aprirsi: aveva quasi fatto, sorrisi e mi posizionai sul letto, la cinta dell’accappatoio si era un po’ allentata lasciando intravvedere il seno, la cosa non mi dispiacque così non la sistemai, anzi, presi la crema idratante, quella nuova, al profumo di orchidea, la trovavo molto sensuale, e iniziai a spalmarla con cura sui piedi e sul polpaccio.

Stefano uscii, anche lui in accappatoio, entrando mi guardò sorridendo

“non sei ancora vestita?”

“aspettavo Te per la crema”

“dove devo spalmarla? Sulla schiena?”

“veramente l’ho data solo alle gambe… anzi.. solo fino al ginocchio”

Mi guardò sconsolato:

“ho capito, lascia che finisca io”, si avvicinò, sempre sorridendo, mi prese il tubetto e si mise a spalmare la crema riprendendo da dove mi ero fermata. Mi piaceva il tocco delle sue mani sul mio corpo, mi piacevano le sue mani che salivano sulle cosce, le avvolgevano, le stringevano. Adoravo il tocco del palmo, delicato, sullo stomaco e quello più spavaldo sul petto

“a loro dobbiamo darne un po’ di più.. se vogliamo che si mantengano così belle” lo diceva ogni volta che ne cospargeva un’abbondante dose sul seno: e con cura quasi maniacale lo massaggiava finchè tutta la crema non era assorbita, e ad ogni passaggio, maliziosamente, lasciava che il pollice, o il palmo, sfiorasse il capezzolo: lo sentiva quanto mi eccitava questo giochetto.

“E ora, togli tutto e girati, che la spalmiamo anche sulla schiena”

Obbedii, docile, come sempre. Mi girai e sentii le sue mani appoggiarsi sulle spalle e col pollice massaggiarmi la base del collo, era delizioso, e la cosa migliorò ancora di più quando le mani si distesero lungo il trapezio e le sue labbra mi sfiorarono il collo: non riuscii a trattenere un piccolo gemito di piacere. Le sue mani scesero lungo la schiena mentre le sue labbra, calde, continuavano a scivolavano lungo il collo in baci sempre più insistenti..

“Ste… fai il bravo… se no facciamo tardi” riuscii a dire prima che la sensualità e l’eccitazione del momento avessero la meglio

“ok –disse mordicchiandomi il lobo dell’orecchio destro- ma non pensare che finisca qui…”

Sorrisi… certo che non sarebbe finita lì!

Sentii freddo quando si staccò e fui tentata di dirgli che la cena poteva anche aspettare, ma ormai l’incanto era spezzato e lui odiava fare tardi, ma non avevo alcuna intenzione di lasciare che tutto si raffreddasse così e lui neppure perchè lo sentii prendere un altro po’ di crema e spalmarmela con forza sulla schiena, spingendo sui paravertebrali e indugiando voluttuosamente sui fianchi. Poi le sue mani scesero sul sedere, prima delicatamente poi con più foga, lo sentivo spingere e impastare, prima un gluteo, poi l’altro con le mani calde, desiderose. Poi mi diede due piccoli baci sul fondo schiena

“finito”

“peccato”

“ehh… ci aspettano”

Sorridemmo entrambi.

“E tu la vuoi spalmare un po’ di crema? Vuoi che lo faccia io” gli dissi girandomi, ormai completamente nuda, e guardandolo con aria maliziosa…

“dai piccola, che facciamo tardi, che ne dici di rimandare tutto a dopo? Appena possiamo salutiamo tutti e torniamo a casa per finire ok?”

“ok” dissi un po’ imbronciata, mi piaceva fare la bambina capricciosa con lui.

Lui si alzò, si tolse l’accappatoio e notai, con piacere, che quel massaggio aveva fatto effetto anche su di lui!

Indossai le brasiliane nere, un mix di raso e pizzo, molto elegante e sensuale, e  il reggiseno abbinato: il mio preferito, era perfetto per far risaltare bene il mio seno: una quarta non passa inosservata, ma se adeguatamente valorizzata può diventare magnetica. Uno sguardo veloce allo specchio poi mi girai verso di lui:

“che ne dici?”

“hmmmm.. carino” sentivo il suo sguardo scorrere su tutto il corpo e soffermarsi sul seno

Mi avvicinai fissandolo negli occhi:

“davvero?”

Mi guardò malizioso, questa volta dritto negli occhi, lo stavo provocando ma non voleva cedere e continuava a fissarmi

“sì, decisamente carino”

Mi avvicinai ancora un po’

“bene, sapevo che ti sarebbe piaciuto!”

Sorrise e visto che ormai gli ero davanti con una mano mi sfiorò prima la spalla, poi scese giù fino ai fianchi e con l’altra mano giocherellò per un attimo con la spallina del reggiseno

“pregusto già il momento in cui te lo toglierò!”

Questa volta fui io a non riuscire a trattenere una piccola risata; mi alzai sulle punte e gli misi le braccia attorno al collo, lui mi cinse i fianchi (lo adoravo quando faceva così!) e ci baciammo, intensamente.

Mi staccai, un po’ riluttante

“E’ tardi” lo anticipai

“brava”

E lo era davvero: dovevo ancora finire di asciugare i capelli!

Così finii di vestirmi: jeans neri, stretti con sopra un top a fantasia bianca e nera: fasciava il seno mettendolo in risalto e scendeva poi morbido fino ai fianchi, un copri spalle leggero sopra e sandali neri con tacco 10.

Non l’avevo sentito avvicinarsi e lo vedi, allo specchio, solo quando era già dietro di me: sorrideva, mi abbracciò, restando dietro di me, e mi baciò dietro l’orecchio, scese giù sul collo e con le mani salì sullo stomaco e ancora più su fino a circondare il seno

“carina questa canottiera, da dove arriva?”

“l’ho comprata sabato scorso”

“invitante” e continuava a giocare cercando di sentire i capezzoli, che si stavano indurendo fin troppo velocemente, da sopra il top e il reggiseno

“speriamo che la cena sia breve… non vedo l’ora di toglierti anche questo!”

E si allontanò: erano bastati pochi baci e le sue mani sul mio seno per farmi eccitare e avrei volentieri saltato quella maledetta cena, ma sapevo che ci teneva…

Così finii di prepararmi il più velocemente possibile senza provocarlo ulteriormente, anche perché per non cadere in tentazione lui finì di vestirsi e andò ad aspettarmi in salotto: asciugai i capelli con phon e spazzola, un trucco leggero e veloce, orecchini, borsa ed eccomi pronta.

Per tutta la cena continuammo a sfiorarci apparentemente in modo casuale e involontario, in realtà entrambi desiderosi di finire in fretta e tornare a casa per lasciarci andare al desiderio e alla passione che sentivamo dentro.

 

 

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