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Racconti Erotici Etero

Sai? Somigli a Lisa Ann

By 18 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

La rimpatriata della quinta classe del liceo scientifico
della mia ragazza. Era una classe composta prevalentemente da donne, infatti di
solito si riunivano tra loro, ma questa volta no, questa volta erano inviatati
tutti i fidanzati dato che avevano constatato di essere tutte quante
accoppiate…era la notte dei trofei.

Ci incontriamo in una pizzeria fuori mano, &egrave Luglio, c’&egrave una
gran pace, un gran giardino antistante la sala e un gran parcheggio.
Parcheggiata l’auto mi accorgo che siamo in ritardo “te l’avevo detto io di non
fare lo stupido” mi dice Rossella, la mia ragazza, in riferimento alla sveltina
avvenuta durante il tragitto. Le sue cosce scoperte e i suoi tacchi dorati me
lo fanno sempre diventare di marmo.

Ci avviciniamo al gruppo, sembra ci siano tutti, ci scusiamo
per il ritardo. Rita, un’amica riccia e robusta esclama “tranquilli, manca la
signora, figuriamoci se non doveva ritardare” e guardando la mia ragazza
continua “ti sembra una novità?”.

Parlano di Sheila, non la vedo dal quarto anno, la ricordo
come una ragazza vivace, bruna, capelli ondulati, un bel seno, un po’ malvista
da molte ragazze della classe sia per la sua bellezza ma anche per i suoi modi
di fare al limite del provocante.

Si sente un rombo, &egrave la Porche Cayenne del ragazzo, sì, un
ragazzone alto quasi due metri, ma vicino anche al quintale e mezzo. Avrà una
marea di soldi, ma scende dall’auto con dei mocassini blu elettrico, un bermuda
arancione e una polo gialla. Lei, l’avevano definita alla perfezione, &egrave una
signora. 23 anni e dimostrarne 40, ma non perché porti male i suoi anni, ma per
il semplice fatto che &egrave donna, che sa quel che vuole, e pur di arrivare ai suoi
obiettivi scopa con un grassone. Indossa un vestitino bianco con scollatura e
scoscio scandalosi, il tutto arricchito da un paio di zeppe argentate.

Saluta tutti, le sue ex compagne al suo fianco sembrano
tutte delle ragazzine, soprattutto quelle che indossano un paio di nike e jeans
scuri.

Entriamo, siamo una quarantina, faccio andare avanti prima
lei, e senza essere troppo sfacciato la seguo e cerco di mettermi se non di
fronte o di fianco, almeno nelle sue vicinanze, ho già perso le testa per le
sue forme. Riesco a sedermi di fronte a lei spostato di due sedie a sinistra,
ma fortuna vuole che mi chiedano di scalare, ed ecco che me la trovo
precisamente di fronte, lei e le sue tette strabordanti. Alla mia sinistra si
accomoda il ragazzo, alla mia destra Rossella.

Ordiniamo, alla richiesta delle bibite io chiedo la carta
dei vini, il ragazzo, da buon riccone, apprezza la mia richiesta, e una volta
giunta a tavola la carta confabuliamo su quale sia la scelta migliore. Si
decide per un Chianti, e Sheila esclama “che bravi, il mio preferito, vuol dire
che vi accompagnerò anche io nel bere”.

Arrivano gli antipasti, sono abbondanti, la prima bottiglia
va via come nulla, ordiniamo la seconda, il tempo di versare e siamo già a
metà. A stento manteniamo la piena lucidità, io stesso non riesco a governarmi
perfettamente lanciando occhiate procaci a lei e alla sua scollatura. Terminati
gli antipasti, termina anche la seconda bottiglia di vino. Pausa sigaretta,
peccato che io non fumi, ma accompagno fuori comunque i fumatori, tra cui
Sheila e il ragazzo, la mia ragazza resta dentro a chiacchierare.

“Perché sei uscito se non fumi?” chiede lei sorridendomi

“Volevo prendere una boccata d’aria, e poi non si sa mai, se
spunta fuori qualcosa di più che una sigaretta sono pronto a partecipare”
rispondo

Resta interdetta “scusa in che senso?”

“Niente, se ci fosse un po’ d’erba” spiego ridendo

“Aaaaah buongustaio” esclama poggiandomi una mano sulla
spalla “ma Rossella lo sa?”

“Sì ma non fa problemi” svio

“A dir la verità” mi dice “stasera ho qualcosa con me,
perché dopo questa cena avrei intenzione di vedermi con altre amiche e
divertirmi un po’, senza che il mio lui lo sappia, &egrave chiaro. Ma visto che ti
sei offerto volontario vediamo se più tardi riusciamo a inventarci qualcosa”.

Stento a crederci, &egrave molto cordiale ed &egrave subito entrata in
confidenza. Torniamo dentro.

Arrivano le pizze al centro, arriva altro vino, Sheila
riempie con insistenza il bicchiere del suo ragazzo, e il maialazzo tracanna e
butta giù. Alla fine delle pizze lui &egrave completamente ubriaco, noi siamo
alticci, abbastanza alticci, ma riusciamo a dominarci.

Ci alziamo in piedi per una seconda pausa sigaretta, ma una
volta issatosi dalla sedia il quintale e mezzo cede di schianto e mi crolla
addosso. “Tranquilli, tranquilli” dico a tutti i presenti “Sheila, dammi le
chiavi della macchina così lo faccio stendere un momento” mi porge le chiavi
“ti accompagno” mi dice.

Ci avviamo al parcheggio, lo trascino con l’aiuto di Sheila
a fatica, apriamo la portella e lo facciamo stendere, lui &egrave praticamente un
rinoceronte addormentato.

Ecco che lei, non curante di un suo risveglio, fa uscire
dalla pochette una cartina e una bustina “ti va una sveltina?” mi chiede
ridendo fragorosamente.

“Non chiedermelo due volte, potrei fraintendere” rispondo
ghignando con fare malizioso

“Non sarebbe comunque colpa nostra – incalza la troia – abbiamo
la giustificazione del vino, e di questa – dice sbriciolando l’erba e
mischiandola col tabacco”.

Termina la sua opera narcotica leccando con maestria la
cartina e facendo uscire un cannone di tutto rispetto. Il cinghiale dorme, lei
accende, una grossa fumata bianca, due tiri e poi me la passa, &egrave ottima.

Stiamo per ultimare la canna quando me ne esco non contando
neanche fino a dieci con una constatazione “sai, somigli maledettamente a una
famosa pornostar?”

“Cooome?” mi chiede lei stupita e divertita dall’insolita
affermazione

“Sì, si chiama Lisa Ann, &egrave quella che chiamano una milf. Sai
cosa significa no?”

“Sì” risponde “mi stai dando della vecchia”

“Ma smettila – replico – &egrave un pezzo di fica, dovresti essere
onorata. Vabb&egrave lasciamo perdere, &egrave il fumo che mi fa parlare”

“Fammela vedere” chiede lei

“Cosa?”

“Fammi vedere questa Lisa Ann, fammi vedere se mi somiglia
davvero”

Esco il cellulare, la guardo negli occhi con una faccia da
culo e chiedo “vuoi guardare una foto o un video?”

“Non lo so. Vediamo quanto sei porco”

Apro il sito di Youporn, digito Lisa Ann, ed ecco un suo
video mentre &egrave stesa su un bordo piscina, vado subito avanti e le porgo il
telefono mentre &egrave in atto un bel pompino. “Che dici? Ti somiglia?”

“Maledettamente” sussurra mentre sgrana gli occhi davanti al
cazzone del porno attore

“Davvero? Allora ci ho beccato – dico divertito – e ti
ritrovi anche nei pompini?”

“Penso che dovremmo continuare questa conversazione lontano
da qui – afferma lei molto risolutamente – ma adesso sta a te entrare nella sala
e trovare una scusa per allontanarti con me e con il mio ragazzone per una
ventina di minuti” e così dicendo passa una mano sul mio pacco per assicurarsi
se ne valga la pena, io rispondo avvicinandomi e avvinghiando il suo culo
rotondo con una manata decisa. Indossa un perizoma, il mio cazzo diventa una
pietra.

Torno in sala, mi avvicino con fare discreto alla mia
ragazza “ehi ehi senti, non voglio allarmare tutti, ma quel cretino ha sboccato
l’anima e ha avuto una crisi respiratoria. Sta bene, si vede, ma Sheila &egrave
preoccupata e mi ha chiesto di accompagnarli al pronto soccorso. A me sembra
esagerato sinceramente, ora vedo se andiamo a fare un salto a casa di questo e
magari si riprende”

Non &egrave una gran scusa, lei appare molto dubbiosa “vabb&egrave ma
perché tu? – mi chiede – dai adesso vengo anche io”.

“Ma lascia stare, che fai ti rovini la serata per quel
cretino? Fidati, venti minuti e sono di nuovo da te, non &egrave colpa mia se era
seduto accanto a me e se mi &egrave crollato addosso”

Lei appare ancora dubbiosa, ma alla fine riesco a strapparle
un “va bene”.

Esco, sorrido, montiamo in macchina con il moribondo sui
sedili posteriori, mi ritrovo a guidare una porche con una porca al mio fianco,
sembra una gran serata.

Scendiamo con la macchina verso il mare, la lasciamo in un
parcheggio di un lido, io e Sheila scendiamo, lui dorme profondamente. La cingo
da dietro, le palpo il culo, lo stringo, la stoffa del vestito divide la mia
carne dalla sua ancora per poco, imbocchiamo il sentiero di una pineta.

Appena trovato una svincolo la spingo dentro, c’&egrave un avvallamento,
lei incespica e finisce in ginocchio.

“Perfetto, non ti muovere – abbasso la zip ed esco il mio
cazzo già bello duro – sei nella posizione giusta, vediamo quanto sei Lisa
Ann”.

Afferra il cazzo, mi guarda negli occhi, esce la lingua, e
lo butta tutto giù, lentamente, e sempre lentamente lo fa uscire fuori
grondante di saliva. Ripete la cosa, un’altra volta, ma più velocemente, e poi
una terza, sempre guardandomi negli occhi, sempre più velocemente. Sputa sulla
mia capocchia scintillante per la sua saliva e inizia a segare con la mano e
succhiare con la bocca, avanti e dietro con la testa, con foga, non mi guarda
più negli occhi, &egrave solo concentrata a ciucciare e ad assaporare.

Ora si stacca, guarda il mio cazzo e lo sega con forza “&egrave
molto bello il tuo cazzo – dice con voce da maiala – Rossella non se lo merita
un porco come te”. Sega e si tocca le tettone, le stringe nella sua mano una a
turno bench&egrave ancora costrette nel
vestito.

“Spogliati tutta – le ordino – ti voglio completamente nuda”.
Si alza in piedi, mi fissa, fa scivolare le brettelline del vestitino e del
reggiseno contemporaneamente giù, escono le sue tettone, sono enormi, perfette.
Le afferra entrambe nelle sue mani, le stringe, le porta alla sua bocca, esce
la lingua e le lecca avidamente, sempre fissandomi negli occhi, io non posso
che segarmi lentamente.

Ora fa scivolare il vestito più giù, fino ai fianchi,
lentamente lo fa scendere lungo il bacino, fino ad accarezzare le gambe e
cadere ai suoi piedi. Ha un perizoma bianco, si volta, mi mostra il suo culo
chinandosi a pecora e stringendolo tra le sue mani.

Ora anche il perizoma scende giù, con un calcio lo scosta
verso i vestiti, la puttana &egrave completamente nuda come io ho chiesto. Mi avvicino,
apriamo le nostre bocche, lecchiamo le nostre lingue a vicenda, io spingo la
mia lingua il più possibile a fondo quasi come fosse ancora il mio cazzo. Le
stringo il culo, lo schiaffeggio, tocco le sue tette, le unisco, le bacio, le
lecco, mordo i suoi capezzoli duri. “SCOPAMI” mi urla.

La sbatto contro il tronco di un pino, le alzo la gamba
destra ed entro dritto con il mio cazzo, lei ansima già dopo le prime botte,
sembra stia recitando, ma sentirla mugolare &egrave un piacere immenso “aaaah, sì
dai, infilalo tutto”. La cosa dura appena un minuto, scopare in piedi con
gli aghi di pino &egrave abbastanza scomodo. La faccio stendere, alzo entrambe le
gambe ed entro dentro “uuuhmmmm” questa volta il mugolio &egrave diverso, colpita e
affondata. La scopo con forza, lei a bocca aperta mi guarda negli occhi e gode
a ogni mia botta “aaah dai, sì ti prego, scopami scopami forte aaah” le mie
palle sbattono sul suo culo, a mio piacimento ogni tanto la giro su un fianco
in modo da avere tutto il suo culo in bella vista, la scopo con le gambe
strette e schiaffeggio il suo culo da maiala.

Esco il cazzo grondante dei suoi umori, la invito a
rimettersi in ginocchio per risucchiarmi il cazzo. Non si fa pregare, lo
afferra con una mano, con l’altra massaggia le mie palle e con la lingua solletica
la cappella. Poi tutto giù, due, tre volte. “Continua a scoparmi – dice
mettendosi carponi per terra – sbattimi a pecora, dai”.

Sono alle sue spalle, la sovrasto con il mio corpo e scendo
con il cazzo dritto nella sua fica, come una spada. Entro agevolmente, &egrave
caldissima, la afferro per i fianchi e la sbatto con forza “ooooh madonna, sì
sì sbattimi così, bravo aaaah” schiaffoni partono sul suo culone da vacca,
entro tutto dentro e piegandomi lecco la sua schiena che si inarca ogni volta
che la penetro completamente. Ora le spingo le testa verso il basso “alza di
più questo culo da maiala” le ordino, mi isso e la scopo con i piedi piantati
per terra, tutto dentro e tutto fuori, velocemente, lei impazzisce “aaaaah,
aaaaah dai dai sì dai che vengo,mmmmh uuhmm dai così così aaaah ahhhhhh
aaaaaah” la puttana viene tra le urla afferrando e mordendo il tappeto di aghi
di pino su cui &egrave poggiata. Io in preda alla foga la faccio alzare, la sbatto
sempre a pecora contro il tronco del pino, punto il mio cazzo nella sua fica e
la scopo con tutta la forza possibile, voglio venire, &egrave già tardi.

“Aaaaaah dai che schizzo, dai che vengo, dove vuoi essere
schizzata puttana?” chiedo mentre sento il mio cazzo ingrossarsi sempre di più

“Sulla schiena, sul culo, schizzami dietro, riempimi la
schiena di sborra, dai schizza maiale” urla come un ossessa, e arrapato, esco
in tempo il cazzo pulsante dalla sua fica fradicia e la riempio di calda sborra
lungo tutta la schiena e sul culo. La troia raccoglie tutto con le dita e
assaggia la mia sborra leccandosi divertita e ingorda le mani. Ci rivestiamo.

Torniamo alla macchina, non curanti per tutto il tempo di
essere scoperti. Ma nessun pericolo, lui dorme ancora, si sveglia appena messa
in moto la Porche. “Ehi ciccio bentornato – esclama lei girandosi verso di lui
– ti abbiamo portato a fare un giro per farti riprendere, come stai?”

“Dove siamo?”

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