Passarono i mesi e la ditta per cui lavoravo iniziò ad avere delle difficoltà, prima la cassa integrazione poi a casa in attesa di tempi migliori.
Avevamo un mutuo da pagare e di lavoro non era facile trovarne, un giorno rientrando mio marito mi disse che mi doveva parlare.
Una volta messi a letto i bambini ci sedemmo sul divano e lui mi disse che aveva parlato con il suo capo John che era l’AD della ditta e che lui, conoscendomi per avermi visto ad una festa aziendale ed avendomi sentito parlare inglese tedesco e spagnolo, gli aveva proposto di andare a lavorare da lui come donna di servizio ed istitutrice del figlio più piccolo avuto dalla seconda moglie una ex modella di circa 35 anni abituata a fare la signora.
La paga proposta era molto buona e discussi con mio marito Pietro ed arrivammo alla conclusione che avrei potuto provare e vedere come andava, se non mi fossi trovata bene o se nel frattempo la mia ditta mi avesse richiamato, la avremmo chiusa.
Il giorno dopo ne parlò col suo capo che accettò le nostre condizioni.
Il lunedì successivo mi recai alla villa (con piscina coperta) di John che mi aspettava per presentarmi alla famiglia. Spiegò ai suoi che ero prima di tutto una istitutrice e che avrei anche aiutato con piccoli lavori domestici.
Quel giorno iniziai a conoscere Nicholas, un bel bambino di 7 anni che già parlava un buon inglese e che a scuola aveva iniziato il tedesco ma che aveva un po’ di difficoltà.
La famiglia oltre alla bellissima moglie era composta anche dal figlio maggiore Lapo di 18 anni che mi colpì. Era bellissimo, alto 1,90 fisico da nuotatore ed un sorriso straccia passere. Indossava una maglietta ed un paio di shorts che evidenziavano il suo fisico scultoreo. Cercai di evitare ma l’occhio mi cadde un paio di volte sui suoi pettorali e sentii un formicolio alla patatina. Passavano i giorni e Nicholas migliorava e l’interrogazione successiva riuscì finalmente a portare a casa una sufficienza piena.
John fu molto contento e quel giorno, per ringraziarmi, oltre alla solita paga mi allungò un biglietto da 200 euro. Dato il periodo era una bella cifra lo ringraziai ed uscii per tornare a casa. Incrociai Lapo che mi chiese se volevo un passaggio anziché prendere il bus. Accettai anche per non essere scortese anche se in realtà mi piaceva l’idea di poterlo sentire da vicino e guardarmelo tutto.
Pensavo che ni avrebbe dato un passaggio in auto ed invece giunti in garage, prese un casco da una mensola: “questo dovrebbe essere della tua misura” mi disse.
Restai un po’ di sasso ma lui continuò: “a quest’ora c’è troppo traffico, non arriverei in tempo all’appuntamento che ho e non mi piace far aspettare la mia ragazza”.
Non potevo tirarmi indietro così salii sulla moto che era di grossa cilindrata e mi attaccai alle maniglie. Lapo partì a tappo e notai che frenava molto bruscamente ed ogni volta mi trovavo appiccicata lui. Alla terza frenata ad un semaforo mi disse che se volevo potevo attaccarmi a lui anziché alle maniglie e che non gli avrebbe dato fastidio.
Feci come mi aveva suggerito e le frenate brusche smisero.
Gli avevo messo le mani incrociate davanti e lui si sfregava all’indietro cercando con la schiena il mio seno. La cosa mi piaceva e sembrava piacere anche a lui, arrivammo sotto casa mia molto prima di quanto ci mettevo di solito quando dovevo prendere due bus. Scesi, mi tolsi il casco e lo ringraziai prima di salutarlo. Il suo saluto fu: “alla prossima”.
Entrai in casa, i bambini erano da mia suocera, scesi da lei e misi dentro la testa, i due bambini e mia suocera erano impegnati in un gioco da tavolo.
“non ti aspettavamo così presto, se vuoi salire vai tranquilla, te li porto su io per ora di cena”.
Salii e ripensai al viaggio in moto e mi bagnai, era proprio un bel ragazzo Lapo, sognando ad occhi aperti mi immaginai che mi dava una bella ripassata, non resistetti e mi masturbai furiosamente venendo in un paio di minuti. Così rilassata preparai la cena e quando i bambini furono a letto raccontai la giornata compreso il passaggio in moto omettendo i particolari scabrosi. Avevamo una rata del mutuo in scadenza ed i 200€ addizionali capitavano a fagiolo, non avremmo dovuto chiedere un aiutino ai mei suoceri.
Un paio di giorni dopo ero al lavoro e con Nicholas stavo andando verso la stanza dove ci esercitavamo e passammo davanti al bagno che serviva le due camere dei ragazzi, la porta era socchiusa e dallo spiraglio vidi Lapo nudo. Il suo arnese era barzotto e, per il poco che potei vedere, era vicino ai 20 centimetri. Tirai dritto con Nicholas che mi teneva la mano. Quando finimmo ripassando davanti al bagno non c’era ovviamente nessuno ma era aperta la stanza di Lapo, lui era sdraiato sul letto in boxer che leggeva un libro, gli addominali scolpiti ed i potenti muscoli di gambe e braccia me li guardai volentieri.
Mi ero dovuta fermare fino a tardi perché John e sua moglie erano ad una serata evento e tornarono poco prima di mezzanotte. Dopo aver messo a letto Nicholas mi sedetti su uno dei divani nel grande salone della villa ed iniziai a guardare il telefono. Dopo nemmeno 10 minuti arrivò Lapo con il suo libro e mi chiese se avevo voglia di chiacchierare.
Posai il telefono ed iniziai a parlare con lui, era molto più maturo dei suoi 18 anni, c’era un certo feeling fra di noi e mi confessò che era vergine e che con la sua ragazza non gli funzionava, era bloccato dall’emozione. Lo ascoltavo ma non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Faceva molto caldo ed indossavo un top senza reggiseno ed un paio di jeans e notai che anche lui mi guardava, spesso quando incrociavo il suo sguardo lo vedevo puntato sul seno e la cosa non mi dava fastidio. Sapevo che non potevo permettermi di fare la cretina per cui mi spostai in modo che non potesse più puntare lo sguardo sulle mie tette.
A mezzanotte John e sua moglie rientrarono, lei fra abito borsetta scarpe e gioielli, indossava il doppio del costo del mio appartamento. Era ancora bellissima, me la ricordavo alla tv in passerella ma dal vivo, nonostante avesse qualche anno di più era anche meglio.
John, vista l’ora fece arrivare un taxi e fui riaccompagnata a casa.
La scena del bagno si ripeté altre volte e lo spiraglio della porta era sempre più ampio, Lapo era immancabilmente nudo che fingeva di asciugarsi i capelli, l’uccello era un po’ più di barzotto ma ovviamente non potevo fermarmi a guardarlo.
Capitò ancora che mi accompagnasse a casa in moto, questa volta non feci nemmeno la finta di attaccarmi alle maniglie e lo abbracciai. Ad un certo punto lui prese una delle mie mani e se la mise sul membro. Il membro era completamente eretto.
“Ma cosa stai facendo? Lasciami”
“Scusami, volevo farti sentire che funziona, ho visto che quando passi davanti al bagno mi guardi con piacere”.
Cercai di staccare la mano, devo ammettere senza troppa convinzione, e potei toglierla solo quando lo volle lui.
Il viaggio proseguì nel silenzio più completo, ero indignata ed al tempo stesso eccitata.
Quando scesi dalla moto gli dissi: “facciamo finta che non sia successo nulla, tu hai una ragazza, io un marito e bisogno di lavorare, inoltre ho sentito che non hai problemi a fartelo venire duro e sei anche sfacciato, esercitati con lei che vedrai che ti si rizzerà”
“Non stiamo più insieme, mi ha lasciato perché dice che sono un impotente, scusa per quello che ho fatto ma volevo la prova che non lo sono”.
Lo guardai negli occhi, gli sorrisi e mi avviai verso il portone di casa.
Un paio di settimane dopo arrivai a casa di John, mi accolse Lapo dicendomi che aveva provato ad avvertirmi ma il mio telefono risultava staccato. Lo estrassi dalla borsetta ed in effetti era morto.
“Cosa dovevi dirmi?” chiesi al ragazzo?
“Nicholas non sta bene, ha vomitato ed ha la febbre, ora è a letto che riposa. Purtroppo non posso riportarti indietro e mio padre e sua moglie sono via fino a domani. Visto che sei qua non è che potresti fermarti un po’? Sarei più tranquillo”.
Come potevo rifiutare, poco dopo arrivò un messaggio da John che in un vocale mi chiedeva, data la situazione, di fermarmi anche per la notte nella camera di Nicholas che aveva un secondo letto per gli amichetti che di tanto in tanto si fermavano a dormire. Il mattino dopo sarebbe tornato il dottore per verificare le condizioni di Nicholas. Sentii mia suocera spiegando la situazione e lei mi disse che era a disposizione per tenere i miei figli. Sentii anche mio marito che non ebbe alcun problema a dirmi che era d’accordo.
La medicina che aveva preso Nicholas gli fece scendere la febbre che controllavo ogni due ore e dormiva tranquillo.
Era quasi ora di cena e chiesi a Lapo se aveva fame, la risposta fu affermativa, aprii il frigorifero che era colmo di ogni ben di Dio. Lapo mi chiese però di preparare qualcosa di semplice, salmone e caviale li mangiava abitualmente ed anche i piatti che preparava la cuoca, che quel giorno era di riposo, erano ottimi ma molto ricercati, voleva una semplice pasta al pomodoro.
“Ho tempo per farmi una doccia mentre prepari?” mi chiese il ragazzo. Avuta risposta affermativa andò verso il bagno.
Io iniziai a preparare, il mio sugo al pomodoro è molto semplice, un leggero soffritto di cipolla o scalogno, passata o polpa a seconda di quello che ho, pomodoro fresco cubettatato, un poco di concentrato di pomodoro e del dado. CI metto 10 minuti a prepararlo, il tempo che l’acqua bolla.
Quando l’acqua fu ad ebollizione chiamai Lapo per sentire a che punto era, non rispose ed allora decisi di andare a vedere.
Quando arrivai davanti al bagno lo trovai seduto sul water con l’uccello duro che si stava facendo una sega. Non si accorse di me in un primo momento. L’uccello in tiro era notevole e mi bagnai all’istante ma ancora il mio conscio ebbe il sopravvento sul subconscio, tornai indietro ed a voce alta lo chiamai per chiedere se era pronto.
Mi rispose che gli ci volevano ancora 5 minuti e che potevo buttare la pasta, cosa che feci.
Quando arrivò in cucina mancavano un paio di minuti, scolai la pasta e la mantecai direttamente nella padella del sugo aggiungendo dell’ottimo parmigiano stagionato 36 mesi. Se c’era una cosa che non mancava in quella casa erano frigo e dispensa con ingredienti di qualità.
Lapo divorò il piatto di pasta ed io mangiai il mio, ne avevo fatta un pacco intero da 500 grammi non sapendo quanta ne mangiasse abitualmente così si spazzolò anche un secondo piattone a ne avanzò comunque un po’.
Finito di cenare mi misi a rigovernare e mentre facevo i piatti e mettevo in ordine, Lapo si mise dietro di me afferrandomi le mani e bloccandomi sentivo il suo membro in piena erezione e mi piaceva ma non mi piaceva la sensazione di costrizione che stavo vivendo.
“Lasciami subito Lapo”. Le parole erano nette, il tono un po’ meno, mi divincolai mentre lo dicevo e mi lasciò andare.
“O la smetti oppure dovrò abbandonare il lavoro e lo sai che ne ho bisogno. Non ti voglio sputtanare ma questa è l’ultima che mi fai”.
Questa volta forse fui più convincente perché si allontanò chiedendomi scusa.
“Sara sei splendida, mi sei piaciuta fin dal primo minuto e mi ammazzo di seghe per te, ti ho visto oggi quando eri venuta a chiamarmi ed hai fatto dietro front, ho pensato che forse sarebbe piaciuto pure a te, lo vedo come mi guardi”.
“Non importa come ti guardo, sono sposata e voglio bene a mio marito, sei un ragazzo giovane e l’uccello ti funziona come abbiamo appurato, di ragazze che ti sbavano dietro ce ne saranno un botto, sei bello ricco sano che cosa vuoi di più?”
“Voglio te, da quando ti ho conosciuta sei l’unica con cui mi funziona, dopo che la mia ragazza mi ha lasciato sono andato anche a cercare una escort ma non mi si rizzava”.
Decisi che era il caso di chiuderla lì, andai in camera di Nicholas a vedere come stava, mi chiusi dentro con lui.
Dopo mezz’ora Lapo bussò alla porta.
“Cosa vuoi?”
“Ti ho portato una delle mie magliette che può farti da camicia da notte ed uno spazzolino, sono mortificato, facciamo pace?”
Aprii la porta, indossava una maglietta ed un paio di boxer larghi, per la prima volta quel giorno non provava a sedurmi, mi porse la maglietta, lo spazzolino e delle salviette e fece dietro front.
Andai in bagno lasciando uno spiraglio per sentire se Nicholas, che ne frattempo si era svegliato e stava meglio, mi avesse chiamato.
Mi spogliai e feci una veloce doccia, mi sembrò che dallo spiraglio Lapo mi stesse spiando e, da bastarda, feci finta di nulla indugiando un pochino nell’asciugarmi mostrandomi nuda senza mai volgere lo sguardo verso la porta.
Quando fui pronta sentii un fruscio e quando uscii vidi la luce dalla stanza di Lapo.
Entrai in quella di Nicholas e gli chiesi come stesse, stava veramente molto meglio, i bambini si riprendono in un lampo e mi chiedeva qualcosa da mangiare. Chiesi a Nicholas se gli andava bene la pasta, rispose entusiasta di sì ed andammo insieme in cucina dove gli scaldai un piatto di quella che era avanzata.
La divorò, gli diedi anche una pesca con un po’ di limone e decidemmo di giocare a carte.
Alle 22 lo riportai a letto quindi feci un vocale che informava John dell’evoluzione della situazione circa Nicholas. Mi rispose con una faccina felice e con una con bacio simbolo di gratitudine.
Messo a letto Nicholas mi sedetti sul divano ed accesi la smart TV, avevano abbonamenti praticamente a tutte le piattaforme, noi per risparmiare avevamo abbandonato Netflix ormai da più di un anno e c’era una serie che avevo interrotto a metà, la cercai e misi la prima puntata che avevo perso.
“Cosa stai guardando?” disse Lapo entrando in soggiorno, gli risposi fredda.
“Posso sedermi e guardarla con te?”
“E’ casa tua, basta che ti siedi più in là e che non allunghi le mani”.
Mi dispiaceva quello che gli avevo detto, il mio corpo avrebbe voluto fare il contrario ma era giusto così.
Guardai gli ultimi tre episodi per completare la stagione anche se le amiche mi avevano spoilerato gli eventi accaduti in quelle puntate.
Lapo ogni tanto commentava e io gli rispondeva ed alla fine l’atmosfera era rilassata.
Lo salutai ed andai in bagno, stavolta chiusi la porta per evitare malintesi e poi me ne andai a letto.
Nicholas dormiva pacifico e con un respiro leggero, al mattino dopo il malessere sarebbe stato un ricordo lontano.
Mi infilai nel letto e mi addormentai, mi svegliai però bagnata, avevo sognato Lapo che mi scopava e con il quale non mi limitavo. Mi prendeva in tutte le posizioni ed il suo uccello molto grosso mi faceva godere come non mi capitava ormai da un po’. Con Pietro mio marito il sesso non era male ma un po’ l’abitudine ed un po’ il poco tempo a disposizione non ci lasciavano spazio a quelle belle scopate che ci facevamo appena conosciuti.
Mi alzai assonnata e andai in bagno per lavarmi perché ero infradiciata. Una volta seduta sul bidè la voglia non mi passava ed iniziai a masturbarmi tranquilla convinta che Lapo stesse dormendo visto che la luce nella sua camera, quando ero passata davanti, era spenta.
Non ci misi molto a venire e mentre mi dimenavo sotto la pressione del mio dito vidi che la porta era aperta e Lapo nudo con l’uccello in mano si stava masturbando guardandomi.
Ero arrapatissima e stavolta il mio subconscio vinse.
MI alzai, mi tolsi la maglietta che Lapo mi aveva dato e mi inginocchiai davanti a lui prendendogli in bocca la cappella. Era bagnatissimo ma aveva un ottimo sapore, lo leccavo e succhiavo con entusiasmo. Lui però, senza dire una parola, me lo tolse di bocca, mi fece alzare, mi prese per mano e mi guidò verso la sua camera.
Prima mi sollevò poi mi depose con delicatezza sul letto, eravamo entrambi nudi e lui si tuffò in mezzo alle mie gambe. Saranno state le circostanze “proibite” o la sua bravura, non lo so. Venni nel giro di un minuto, mi divincolai e gli saltai addosso. Lo volevo di nuovo in bocca e poi dentro di me. Iniziai a leccarlo e succhiarlo con veemenza, gemeva e mi mise una mano sulla testa per guidare il movimento e dare il tempo.
Mi esplose in bocca e la mano sulla testa mi impediva di lasciarlo uscire dalla cavità. Feci fatica a deglutire, mi lasciò e riuscii a prendere fiato solo quando il suo orgasmo fu completo. A momenti soffocavo ma mi era piaciuto non poter scappare, inconsciamente era come se avessi avuto una scusa anche se non ero così paracula da pensarlo realmente.
Non gi si ammosciò nemmeno, si diresse al cassetto del comodino, estrasse una scatola di preservativi e me ne porse uno.
“Me lo puoi mettere con la bocca?”
Non lo avevo mai fatto ma in quel momento avrei provato di tutto per compiacerlo, lo aprii con i denti stando però attenta a non lacerarlo, l’allargai leggermente e posai sulla cappella. Il suo cazzo pur essendo venuto non si era ammosciato. Lo srotolai con le labbra poi lo aggiustai con la mano e quando fu pronto mi misi a pecorina. Volevo essere presa da dietro, montata, la scopata semplice non mi bastava. Non perse tempo, strofinò la cappella sulle grandi labbra e si fece strada. La mia micetta sembrò quasi risucchiarlo, si attaccò ai fianchi ed il poco che non era entrato cl mio movimento pelvico, me lo sbatté dentro con un colpo secco. Lo sentii tutto fino in fondo, strinsi i muscoli, volevo che stesse dentro un poco senza muoversi. Capì al volo e, attaccandosi ai fianchi spinse il suo bacino contro le mie natiche, eravamo appiccicati. Dopo un paio di minuti così iniziai a dimenarmi e lui mi assecondava. Sentivo il calore che mi cresceva dentro ed aumentai il ritmo, lui mi assecondava perfettamente come un amante esperto. Ebbi due orgasmi prima che anche lui venisse una seconda volta al termine della quale entrambi crollammo sul letto stravolti.
L’eccitazione stava scemando lasciando posto al senso di colpa, lacrime di coccodrillo pensai. Non c’era più da domandarselo, il cazzo di buone dimensioni mi piaceva e per la prima volta mi ero fatta scopare da un toy boy e la cosa non era male. Nel mio animo le due sensazioni di appagamento per la scopata e vergogna per il tradimento si accavallavano. Per “giustificarmi” ripensai alla vacanza che avevamo fatto ed alle corna reciproche per cui una in più una in meno non faceva molta differenza. Non doveva più capitare. Guardai Lapo negli occhi e gli dissi: “non doveva succedere ma è capitato, ci siamo tolti uno sfizio entrambi. Da oggi non ci saranno più da parte mia spiragli di bagno o di camere aperte, vedi di fare lo stesso”.
Dovevo essere stata convincente perché Lapo non proferì parola.
Andai in bagno, chiusi la porta e mi lavai, quando uscii per raggiungere Nicholas Lapo non era li ad aspettarmi, la cosa mi fece piacere, non so se avrei avuto la forza di resistere ad uno dei suoi assalti.
Il giorno dopo Nicholas era un fiore e si lamentò perché lo preparai per tornare a scuola dopo aver avuto il via libera da parte del pediatra. John era arrivato alle 6 ed avevo sentito bussare alla porta della camera, ovviamene voleva avere notizie e vedere il bambino. La moglie non era potuta rientrare a causa di un impegno non rinviabile, le stavano offrendo una occasione di rientro nel mondo della moda e voleva coglierla. Uscimmo dalla camera per non svegliare il bambino e raccontai gli ultimi sviluppi. John era un po’ distratto nonostante la presenza della moglie, la maglietta di Lapo mi faceva da camicia da notte ma sotto ero completamente nuda per cui si intravvedevano i capezzoli e dovevo stare bene attenta a non piegarmi pena il rischio di mostrare la passera.
Non che John non meritasse ma non potevo essere così porca da farmi figlio e padre nella stessa notte pensai.
Visto che il ragazzino riposava tranquillo John mi ringraziò in tuti i modi e, prima di congedarsi, mi abbracciò, anche lui come il figlio aveva un cazzo di robuste dimensioni ed anche lui, nonostante una moglie molto gnocca (a cui esteticamente non ero degna di portare le scarpe) apprezzava la mia fisicità. Si accorse di avere un poco esagerato ma da uomo di successo abituato a non dover mai giustificare le sue azioni fece finta di nulla. Si congedò come se l’abbraccio fosse stato completamente innocente.
Tornai a letto ma non riuscivo a dormire, che nottata era stata! Non mi accorsi di essermi addormentata e fui svegliata dal suono di una sveglia. Dovevo preparare Nicholas per la scuola, fargli fare colazione e quindi con lui andare all’auto dove ci aspettava l’autista, lui per portarlo a scuola, me a casa.
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