Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Saturday night game

By 9 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Solito sabato sera come tanti altri. Si esce da casa subito dopo cena, ci si trova con gli amici e via a discutere sulla m&egraveta da raggiungere. Non si parte mai prima delle 23. Io me ne sto in un angolo e aspetto, conscio dell’inutilità di tutte quelle parole: a Torino locali adatti a gente come noi ce n’&egrave 3 quindi la scelta &egrave quasi inevitabile.
Questa serata la posso annoverare tra quelle fortunate: si opta per il Faster; bene, tanto apre intorno alle 23,30 quindi non dobbiamo nemmeno aspettare troppo, poi conosco quasi tutti lì dentro quindi &egrave un po’ una seconda casa.
Quando arriviamo in zona la fortuna conferma la sua presenza: due posti vicino all’ingresso e ancora poche persone in coda, ci metteremo poco a entrare.
Come previsto 20 minuti dopo siamo dentro. Solito iter: giacche al guardaroba e le tasche piene, giro di saluti e capatina al bar a benedire l’inizio serata con un coca e jack.
La serata parte a rilento, ma già lo sapevo: qualche pezzo pop-rock, pseudo-punk, due note di grunge finch&egrave apre la sala sopra e si inizia col metal serio.
Giro di saluti a chi arriva adesso e mi butto in pista sulle note di Mourning Palace dei Dimmu Borgir con gli amici di sempre, stasera però mamma Fortuna ha deciso di farmi un regalo ulteriore. Non finisco nemmeno di ballare il brano, mi blocco ed esco dalla pista: un viso nuovo tra la gente mi ha colpito e la seguo. Lei va al bar della saletta metal e ordina, io mi avvicino e ordino il secondo coca e jack della serata (lo so son monotono). Una vocina dentro la testa mi dice che dovrò guidare quindi non devo bere troppo, mi riprometto di fermarmi al secondo e metto a tacere la vocina ficcanaso pensando che una ragazza così devo assolutamente conoscerla.
Lei sta li, alta circa 1,70 m, ha due occhi di un azzurro che ho visto solo nelle foto dell’oceano, lunghi capelli neri le scendono fino a metà schiena sfiornadole una pelle di un candore quasi abbagliante. Un bustino nero lavorato in simil pizzo ne sottolinea le forme ben proporzionate coprendo un seno che a mio giudizio non supera la terza misura. I fianchi sono avvolti da una mini gonna in pelle sufficientemente corta da eccitare, ma abbastanza lunga da non essere volgare, mentre le gambe che mi sembrano infinite sono valorizzate da un paio di calze a rete veramente spettacolari. Per concludere l’opera d’arte i suoi piedini di fata indossano un paio di scarpe con tacchi a spillo (dio i tacchi a spillo sono la mia debolezza più grande) e lacci definiti “alla schiava”.
Faccio appena in tempo a osservarla che lei mi chiede “hai finito di fissarmi o vuoi una foto per rimirarmi meglio a casa?”
…imbarazzo…
riprendo un po’ il controllo e rispondo
“non intendevo darti fastidio, ma non riesco a non osservare nel dettaglio un’opera d’arte e nel tuo caso madre natura ha dato il meglio di s&egrave”.
Mi fissa seria…mi aspetto un vaffan velocità pendolino in arrivo sul binario 2 quando lei mi sorprende scoppiando a ridere…ha una risata cristallina che &egrave un piacere da sentire, meglio di una sinfonia, e il sorriso che mi regala dopo &egrave anche meglio
“dici così a tutte le ragazze che abbordi o volevi solo colpirmi?”
“assolutamente un parere sincero. Ti ho vista sotto mentre ballavo, solo che non son riuscito a vedere bene vista la poca luce e volevo assicurarmi che non fossi una visione (la vocina ritorna a dirmi che sto esagerando). Fumi?”
“Si perch&egrave?”
senza rispondere estraggo il mio portasigarette (acquistato in Germania per 7 euro. Una patacca, ma fa molto stiloso) e le offro una marlboro che lei accetta. Altro tocco di stile, glie la accendo con uno zippo rosso ciliegia dopodich&egrave la invito a sederci ai divanetti per fare due chiacchiere. Si presenta come Valentina e mi conferma che &egrave la prima volta che viene al Faster quindi non se la sente di buttarsi subito in pista anche perch&egrave non conosce nessuno.
“non devi farti paranoie: qua siamo un po’ come una grande famiglia. Ti butti, ti diverti e tempo due settimane conosci tutti. Intanto conosci già me”
…ride di nuovo…potrei perderci la testa
andiamo avanti a parlare di musica, interessi e quant’altro poi sulle note di Walk dei Pantera cede e ci buttiamo in pista. Ammetto di non saper ballare come oggettivamente si intende quindi mi muovo come sono abituato a fare dopo 7 anni da cantante in un gruppo metal: gestualità molto teatrale a raffigurare quanto viene cantato e headbanging su bridge e assoli. Ne approfitto per osservarla mentre balla: al suo confronto un gatto &egrave rigido come un pioppo. I suoi movimenti son sinuosi e leggeri, ha una carica sensuale da eclissare tutti i presenti e provo una fitta di gelosia vedendo gli altri che la fissano perdendo bave (regalo sguardi omicidi a buona parte dei presenti).
Andiamo avanti a ballare finch&egrave non chiude il priv&egrave metal dopodich&egrave le chiedo dove abita…stasera madame Fortuna si &egrave alleata con grande padre Odino e mi han preso sotto la loro ala protettiva, abita a 5 minuti da casa mia quindi le offro di accompagnarla io se non ha altri mezzi
“dammi il tempo di salutare gli amici con cui sono venuta e andiamo”
giro della saletta, lei saluta i suoi amici spiegando che sarebbe venuta via con me, presentazioni di rito, io saluto i miei amici (strette di mano tipo pressa idraulica dai più invidiosi) e, dopo aver preso le giacche ce ne andiamo.
Lungo la strada mi fermo al forno punto di ritrovo di noi nottambuli e le offro cappuccino e brioche calda di forno, poi si riparte.
Arrivati a casa sua cerco di strapparle il numero di cellulare, ma ancora una volta mi prende in contropiede
“hai fretta di andare via? Sali su che facciamo due chiacchiere”
non finisce la frase che la mia punto &egrave già parcheggiata, spenta e le sto aprendo la portiera.
Vive da sola in un appartamentino decisamente accogliente. Camera, cucina, bagno e salone. Mi fa vedere un po’ la casa e camera sua &egrave di una tenerezza incredibile: il letto &egrave coperto di pelouches di ogni dimensione e fattezza, un armadio a quattro ante occupa quanto resta libero della parete accanto al letto mentre la scrivania &egrave sul lato opposto della stanza subito sotto la fginestra. Sulla scrivania ci sono una foto della sua famiglia e un orso di pezza che le hanno regalato i suoi genitori quando aveva 11 anni
“&egrave da maleducati, ma scon curioso come una scimmia quindi…quanti anni hai?”
“quanti me ne dai?”
non me lo faccio ripetere e la osservo di nuovo da capo a piedi
“19, massimo 20”
ride di nuovo e io inizio a non capire più nulla
“ne ho 23. tu invece?”
“26 netti e puliti compiuti da poco”
chiacchierando ci accomodiamo sul divano in salone (divano in pelle regalo dei genitori quando &egrave andata a vivere da sola) sorseggiando una birra fresca di frigo.
Mi racconta che vive da sola da 3 anni, ossia da quando ha iniziato a lavorare. Un po’ gli orari, un po’ il suo stile l’hanno portata a cercare un suo spazio personale lontano dalla famiglia e soprattutto capca di darle un po’ di privacy.
Passiamo una mezz’oretta così parlando del più e del meno mentre la mia temperatura interna sale inesorabilmente, fra un po’ le salto addosso quando lei mi sorprende di nuovo
“visto che son quasi le 6 di mattina se vuoi ti puoi fermare a dormire qua”
“ma no, abito qua vicino poi ti darei disturbo” (la vocina in testa mi insulta a più riprese)
“ma quale disturbo, anzi mi fa piacere”
“non ho nemmeno un pigiama, n&egrave lo spazzolino da denti” (la vocina vorrebbe decapitarmi: non ho quasi mai usato il pigiama. mi rula di piantarla di fare il fesso e accettare)
“facciamo così, io vado un attimo in bagno tu intanto ci pensi su ok?”
“va bene”
Non penso a nulla solo che come torna le dico che mi fermo, anzi mando già un sms a casa che non torno stanotte.
10 minuti dopo torna con uno spazzolino da denti e una longsleeve dei Dark Tranquillity
“un pigiama non ce l’ho, ma ti posso dare una maglietta. Non mi sembri uno che soffre il freddo. Lo spazzolino nessun problema”
si &egrave cambiata, ora ha addosso una vestaglia rosa che le sta da dio. Accetto. Le do una mano ad aprire il divano letto e a prepararlo dopodich&egrave vado a prepararmi per la notte. Quando torno trovo le luci abbassate, la vestaglia rosa per terra e lei sul letto con addosso una maglietta e un perizoma di pizzo nero
“spero non ti dia fastidio se dormo con te”
…se sono morto allora sono in paradiso, se sto sognando non svegliatemi che vi mordo…
“assolutamente no, ma ti avverto: sono come i licantropi che con la luna piena diventano delle bestie. Corri un grosso rischio”
“Vedremo chi &egrave pericoloso” risponde lei con un sorriso, ma dal suo sguardo capisco che non sono battute e scherzi che vuole da me.
Mi sdraio accanto a lei passandole un braccio dietro il collo per abbracciarla e restiamo a guardarci per qualche secondo. Lei mi fissa negli occhi e io mi ci perdo accarezzandole i capelli.
La bacio sfiorandole le labbra e quando sento che risponde il bacio diventa più passionale. Le nostre lingue si cercano (e si trovano) palesando quanto sia il desiderio reciproco. Con una mano scivolo sotto la sua maglietta ad accarezzarle un seno emntre con l’altro braccio la stringo a me. Inizio a massaggiarle il seno giocando con un capezzolo, stringendolo leggermente. Lei si ferma e si toglie la t-shirt svelando due seni sodi che sono uno spettacolo. Le bacio un seno dandole brevi colpi di lingua, ma avendo cura di evitare il capezzolo, voglio farla eccitare il più possibile, lei mi accarezza i capelli e accelera il respiro.
Intanto la mano &egrave scesa tra le sue gambe e quando sento che &egrave eccitata inizio a giocare col suo clitoride mentre le mordicchio il capezzolo, glie lo succhio, ci gioco un po’ con la lingua, poi passo all’altro seno e ripeto lo stesso.
Ormai &egrave completamente bagnata. Scendo lentamente lungo il suo corpo a colpi di baci e lente passate di lingua. La sua pelle profmata ha un sapore inebriante. Mi fermo un po’ intorno all’ombelico poi scendo in mezzo alle sue gambe e inizio a leccare. Passo la lingua sulle labbra esterne, risalgo a stuzzicare il clitoride e la sento trattenere il respiro quando la penetro con la lingua, Alzo lo sguardo per quanto mi &egrave possibile e vedo che si gode il trattamento ad occhi chiusi. Continuo finch&egrave lei non spalanca gli occhi travolta da un primo orgasmo e io mi disseto bevendo il suo miele direttamente dalla fonte.
Quando finiscono le contrazioni del suo piacere mi prende il volto tra le mani e mi fa alzare, mi dà un lungo bacio ricevendo la mia saliva mista ai suoi umori
“ok, hai dimostrato di essere un lupo, ma ancora non sai in che trappola ti sei cacciato”
mi fa sdraiare, mi toglie la maglia e mi lega le mani al letto con due nastri di seta (ma dove li aveva nascosti?). Mi bacia di nuovo, la sento scendere sul collo, mi mordicchia un orecchio e la mia erezione si fa prepotente. Scende lungo il torace e mi morde un capezzolo un po’ meno delicatamente di quanto avevo fatto io (cavolo se mi piace) mentre mi sfila i boxer. Scende ancora più giù fino a trovarsi il mio membro davanti agli occhi. Mi guarda mentre lo accarezza, sento la sua mano scivolare lungo l’asta scoprendo il glande, sento quando lo sfiora con le labbra e i piccoli colpi di lingua sulla punta. I miei occhi non si staccano dai suoi nemmeno quando mi prende la cappella tra le labbra. Sento la sua lingua che ci gioca, la passa tutto intorno, si ferma proprio sulla punta del pene dopodich&egrave se lo infila tutto in bocca. Non sono super dotato, anzi sono abbastanza nella norma, ma sentire il calore avvolgente della sua bocca mi trafigge i neuroni cone una freccia. Il fiato si fa corto mente lei continua a succhiare mentre con una mano mi accarezza i testicoli.
Va avanti una decina di minuti quando sento che sono al limite. Vorrei fermarla, ma ho le mani legate
“fermati, non resisto più. Se continui vengo ora”
lei mi guarda con quel suo sguardo da gatta affamata
“eh no bello mio, tu non ti sei fermato prima e ora ne paghi le conseguenze” poi riprende l’opera iniziata prima
vorrei farle presente che non me lo aveva chiesto, ma ormai sono dalle parti di Giove e le mie capacità lessicali son inesistenti.
Mi mordo un labbro quando sento che son al massimo e le vengo in bocca. La sento stringere le labbra come parte il primo fiotto, si ferma, aspetta che finiscano le contrazioni del mio amico ingoiando tutto. Appena si rende conto l’orgasmo &egrave terminato sento che succhia un’ultima volta in modo da non perdere nemmeno una stilla del mio seme poi si rialza. Mi guarda facendomi presagire che non &egrave ancora finita, maliziosamente raccoglie una goccia del mio sperma, che le &egrave rimasta su un labbro, con un dito e se lo inifla in bocca.
Mentre riprendo fiato lei si sdraia accanto a me, sento il calore del suo corpo contro il mio. Prende due sigarette dal mio porta sigarette, le accende e me ne infila una fra le labbra lasciandomi legato
“non credere di essere salvo, questa &egrave solo una pausa”
“ok, ma almeno liberami una mano senno come butto la cenere della sigaretta?”

Fine primo capitolo. Per commenti, giudizi e consigli lascio mail: kaos666soh@alice.it Ora io mi domando’gli sono stata appresso tutta la sera'( e mi aveva abbordata LUI x la miseria), mi sono pure umiliata CHIEDENDOGLI IO di salire a casa, l’ho invitato a dormire DA ME ‘.e alla fine ho dovuto fare pure il primo passo’non c’&egrave più religione!! ( come dicevamo a school quando il prof. di religione telefonava che non avrebbe fatto la sua comparsata x l’ultima ora)’ma la cosa più bella’.tesoro’ho fatto il primo passo’ti ho legato’ti ho scopato, ti ho acceso anche la sigaretta’e mo’ che fai dai ordini? Ma la mamma non t’ha insegnato niente? MAI FIDARSI DEGLI SCONOSCIUTI!!
Con voce melliflua gli rispondo mentre mi alzo dal letto’.
‘ tesoro..arrangiati’non lo hai letto IL GIOCO DI GERALD?’
Mi sorride con quello sguardo obliquo che hanno i maschietti’.quello sguardo che vorrebbe dire ‘ la so lunga”ma che invece io interpreto sempre come un ‘ non lo saprai mai pensa pure quello che vuoi”.mi alzo e gli dico ‘ vado a farmi una doccia, torno subito”.
Mi infilo nella doccia’.sapere che &egrave di là legato mi da quasi una gioia perversa’.mentre l’acqua calda scivola sul mio corpo, mi intride i capelli di piccole gocce e mi massaggia come una carezza sensuale, penso a come divertirmi un po”si si solo un pochino farò la brava stavolta’lo giuro’vabbe no lo giuro &egrave troppo’diciamo che lo prometto’vabb&egrave no anche le promesse vanno poi mantenute’uff che palle ‘vediamo ecco si si FARO’ DEL MIO MEGLIO!! Del resto non sono mica lawful good’eppoi lo canta marco masini da ‘na marea d’anni che le ragazze serie son rimaste in tre, due si son fatte suore e una gli &egrave toccata a lui’quindi son fuori dal gioco'( certo che forse gli &egrave andata meglio a quelle che si sono fatte suore in fin dei conti ma non dilunghiamoci su questi particolari decisamente inquietanti)’esco infine dalla doccia, mi asciugo sommariamente e torno da lui completamente nuda (uff non &egrave il mio stile stare tutta nuda ma cazzarola era assurdo rivestirsi’mi guardo per un attimo nello specchio che sta dietro alla testiera del letto’mi volto guardandomi di spalle, torcendo un po’ il collo’adoro l’enorme tatuaggio che ho sulla schiena, sono delle grandi ali piumate che in altezza arrivano fino alle scapole e un po’ più su, in lunghezza fin sul sedere’e in larghezza occupano praticamente tutta la schiena’vederle mi piace un sacco’ha la sigaretta ancora in bocca. Spenta’la cenere sul letto’
‘ hai fatto il bambino cattivo e mi hai sporcato il letto” sussurro gattonandogli addosso dai piedi fino a portare il mio volto accanto al suo, gli prendo il mozzicone dalle labbra e lo getto a terra’spazzo via la cenere, e così facendo sfioro il suo petto coi miei capezzoli’la mia pelle &egrave fredda’. Colpa della doccia. (?)
‘ non avevo altro modo” mormora sornione, con quegli occhi grandi, piacevolmente sgranati’
‘ non c’&egrave problema te la sei cavata bene in fondo’.’ Gli bacio il collo’lo lecco come un gatto, poi soffio sulla sua pelle umida, un soffio leggero, freddo’.mi abbasso un po di piu leccando quella zona deliziosa che sta esattamente sulla clavicola, dove la pelle risulta piacevolmente tesa e delicata’.sembra che gli piaccia’scendo ancora un poco e gli mordicchio un capezzolo’penso di fargli un po’ male’lo torturo coi denti’.poi passo all’altro mormorando ‘ non si fanno i torti” sembra concordare con questa mia teoria’
Mi sposto più in giù arrivo alla pancia, passo la lingua attorno all’ombelico’più sotto posso sentire la sua erezione fra i miei seni, gli mordicchio un po’ la pancia poi lo guardo, lui sta guardando in alto’mi alzo un po’ e vedo il mio volto riflesso nello specchio dietro di lui’i miei occhi hanno cambiato colore non sono più azzurri intensi ma quasi bianchi, li socchiudo e stringendomi i seni fra le mani gli accarezzo il membro’
‘ si continua cosi’.’ Mormora’
Non rispondo, ma scendo ancora di più e gli lecco il membro che si muove sotto alla mia lingua, lo percorro in tutta la sua lunghezza, dalle palle alla punta, molto lentamente, poi ci soffio sopra come ho fatto sul collo’mi sto scaldando anche io’ma i giochi sono appena inziati’la mamma mi diceva sempre di non giocare col cibo’ma’io ADORO giocare’
Gli passo la lingua sul glande congestionato’.sempre lentamente, le mie mani sono ai lati del suo corpo, sto facendo tutto con la bocca.
Infine sempre senza l’ausilio delle mani lo imbocco completamente e resto ferma’.sento che trattiene il fiato’adoro questo momento di potere’
Poi stavolta aiutandomi con la mano destra inizio un pompino veloce, rapido, quasi violento’lo mordo ogni tanto, né troppo piano né troppo forte, sento che i suoi sospiri aumentano, il membro pulsa fra le mie labbra, sento che il suo battito cardiaco &egrave aumentato, posso udire il sangue pompare nelle sue vene, dritto dal cuore’.caldo e meraviglioso’.
Lascio la presa sul suo cazzo e passo a leccargli l’interno coscia’piano fino al ginocchio poi risalgo’mi porto il membro pulsante all’altezza della figa’mi accarezzo con lui’piano piano’.e gli dico :
‘ cosa vuoi?’
Lui ha gli occhi chiusi’.
‘ cosa vuoi?’ ripeto con voce più profonda’.
Finalmente apre gli occhi e mi guarda’io sorrido’.penso che ora si accorgerà che non sono più come dire normali’.
No dove guarda?’mi guarda le tette!!! ma porcodracula, ma le tette mi guardi mentre ti parlo’vabb&egrave sento la sua voce mormorare
‘ voglio scoparti”
Calma calma caro il mio marpione qua chi &egrave legato sei tu chi scopa sono io’non hai studiato i verbi transitivi a scuola!!
Emetto una risata sinistra’.
Poi la mia voce inumana esce dalla mia bocca ‘ ora ti accontento” e in contemporanea mi impalo sul suo membro, iniziando a muovermi rapidamente, porto le mani all’indietro, poggiate sulle sue ginocchia, inarcando la mia schiena’penso si sia spaventato, deve averli visti adesso i miei occhi, deve averla udita ora la mia VERA voce’ma non ha ancora visto i denti’.pero’ &egrave coraggioso l’erezione non l’ha persa’ah trovarne di uomini così’.inizio un movimento rotatorio del bacino, voglio godere prima di dissetarmi, ancora una volta’ lo so che non si gioca col cibo, già detto..ma cavoli’mi piace troppo’.
Sto godendo finalmente’.ma improvvisamente sento le sue mani afferrami i fianchi’come diavolo ha fatto a liberarsi dannazione!!
Porto le mie mani sulle sue, la mia forza &egrave sicuramente superiore alla sua..sicuramente’sicuramente’ allora perché non riesco a liberarmi, in un attimo, non so nemmeno io come mi ritrovo sotto di lui, il suo viso a pochi cm dal mio’.lo guardo negli occhi’
E’.non sono occhi umani quelli che vedo’ sono occhi ferali, che recano in loro un istinto atavico, ancestrale, come quelli di una belva, sono occhi di un giallo intenso’sono occhi da mannaro’.

———————————————————————————————————————

Lo ammetto, il gioco mi &egrave piaciuto fin’ora: lasciarla credere che fosse lei a condurre i giochi, farmi legare al letto e non liberarmi (avrei potuto farlo in qualunque momento), permettere che crescesse in lei la convinzione di essere una cacciatrice che gioca con la sua preda, ma ora &egrave il momento di ribaltare la situazione.
Sto per liberarmi quando qualcosa mi ferma. Lei &egrave diversa da prima. Pensa le stia fissando il seno, in realtà ho notato che le son cambiati gli occhi, che l’oceano &egrave mutato in neve e non mi &egrave sfuggita neppure la voce lievemente meno ‘umana’. Sta a vedere che anche lei non &egrave ciò che sembra.
A questo punto non ho più bisogno di trattenermi, non rischio di farle male. Mi libero e la prendo per i fianchi, la sua pelle &egrave qualcosa di ultraterreno (non solo la pelle) e la mia eccitazione raggiunge livelli mai conosciuti prima. Non le do il tempo di realizzare cosa sta succedendo, la faccio sdraiare sulla schiena e le salgo sopra. Ora sono i suoi occhi ad essere sorpresi, ora &egrave lei la preda
‘Te lo avevo detto che il tuo era un gioco rischioso e che non sapevi con chi avevi a che fare’
Lei non risponde, sento che cerca di liberarsi, ma non mi sembra molto convinta nei suoi sforzi
‘Devo ammetterlo, mi hai sorpreso. Mai avrei immaginato che tu fossi una di loro, ma ciò non fa altro che rendere la cosa più piacevole: ora che sappiamo entrambi chi &egrave l’altro non abbiam più bisogno di limitarci, non credi?’
Mi guarda enigmatica, una via di mezzo tra ‘Se vuoi il gioco pesante lo avrai’ e ‘Ho sempre desiderato che succedesse una cosa del genere’
La bacio sul collo là dove &egrave più sensibile, risalgo un po’ a giocare con il lobo del suo orecchio, lo mordo dolcemente poi le sussurro
‘Avanti, fammi vedere cosa sa fare una figlia della notte come te’
Torno a guardarla negli occhi per qualche secondo, sempre tenendole le mani bloccate, poi mi avvento sul suo seno. Lo bacio, lo succhio avendo cura di giocare a sufficienza con i suoi capezzoli. Visto quanto son tesi deduco che apprezzi la cosa.
Per un attimo penso di ripetere il gioco fatto in precedenza tra le sue gambe, farla eccitare usando la mia lingua, ma so che se lo facessi non potrei tenere la presa.
Sfioro il suo clitoride con il mio pene (giochiamo a carte scoperte: a lei piace il gioco, ma anche a me piace parecchio), penso di non aver mai avuto un’erezione così. Lo infilo per pochi centimetri giusto per farglielo desiderare poi lo tiro fuori. Voglio sentirla implorare per avermi dentro di lei.
Invece non cede, mi fissa con quello sguardo enigmatico e tace. La cosa mi fa salire il sangue alla testa e lei lo sente.
Decido di vedere fino a che punto riesce a resistere nel suo mutismo sibillino e la penetro lentamente. Sento le pareti del suo sesso aderire al mio membro quasi volesse farlo diventare una cosa sola con sé stessa’mi piace. Inizio a scoparla lentamente, ogni volta entro dentro di lei fino in fondo, poco per volta aumento il ritmo dell’amplesso finch&egrave lei dimostra il suo apprezzamento con lievi gemiti.
Mi fermo.
‘A quanto pare ti piace la cosa.’
Mi guarda e tace’di nuovo. Mondocane, ma la vuole smettere?
‘Allora? Se vuoi che vada avanti voglio sentirtelo chiedere’
Mugugna qualcosa a bassa voce. Penso sia congenito della sua razza ignorare che quando tirano fuori la loro ‘voce delle grandi occasioni’ non si capisce una mazza se bisbigliano.
‘Non ti ho sentita. Voglio sentirlo chiaramente che lo vuoi’
‘Ho detto scopami’
‘Non ci siamo. Forse non hai capito chi &egrave che ora conduce le danze’
‘Scopami maledetto bestione, questo lo capisci’
Sono paziente, la sua natura &egrave così, aristocratica e poco incline a chiedere: loro ordinano e ottengono, non chiedono mai. Peccato che i loro poteri di persuasione non funzionino su noi lupini. Attendo ancora qualche istante e lei comprende
‘Ti prego, dammelo. Non resisto più’
‘Così va bene piccola, ora avrai il tuo premio’
Ricomincio a penetrarla, questa volta i miei movimenti son veloci e decisi, lei mi chiude le gambe dietro la schiena e spinge il su ventre verso di me. Vuole sentirlo fino in fondo, glie lo leggo negli occhi socchiusi.
Continuo a scoparla e lei si lascia andare, i mugolii diventano urla di godimento
‘Così, fammelo sentire tutto…fammi godere’
Dopo qualche minuto la faccio girare, appoggiata su gomiti e ginocchia con le gambe lievemente divaricate &egrave un invito che non posso rifiutare e riprendo a possederla da dietro. Spero che i muri siano spessi perché lei si lascia andare a oscenità di ogni tipo travolta da un piacere senza limiti e io non mi trattengo di certo. La sento godere una prima volta, ma non mi basta. Lo tiro fuori e lo appoggio là dove la farà godere ancora di più. Lo sento stretto, mi sa che non ha mai concesso a nessuna delle sue vittime l’accesso al suo sederino (che visto da questa angolazione &egrave uno spettacolo). Approfittando della lubrificazione fornita dai suoi umori glie lo infilo dentro lentamente: sarà anche una vampira, ma non &egrave insensibile al dolore. Mi rendo però conto che non le dà nessun problema, anzi gode profondamente della cosa quindi posso permettermi di lasciarmi andare.
‘Oh si, prendimi così, fammi godere’fottimi, sono la tua cagna’
La scopo da dietro finch&egrave non la sento godere. Tutto il suo corpo viene attraversato da brividi mentre urla il suo orgasmo e sono proprio le sue contrazioni a farmi raggiungere il limite. Le do pochi colpi ancora e vengo anch’io riempiendola col mio seme.
Dopo l’orgasmo restiamo sdraiati. La cingo da dietro a sentire la sua pelle contro la mia. Con una mano le accarezzo i capelli mentre la sento scivolare nel mondo dei sogni, dove la raggiungo dopo pochi istanti, esausto per la fantastica nottata.
La mattina dopo mi sveglio, nel mio letto. Accanto al cuscino un biglietto in cui mi ringrazia per la sera prima.
Penso che riprenderò a frequentare il Faster un po’ più assiduamente.

Questo secondo capitolo &egrave stato praticamente scritto a quattro mani. La prima parte &egrave opera di Ghost_of_winter (grazie ancora dal profondo del cuore ^_^), la seconda mi ci son messo io. Per eventuali commenti la mail &egrave sempre kaos666soh@alice.it

Leave a Reply