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Schiavetto e Padroncina – Giorno 3

By 28 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Giorno 3
“E’ ora di pranzo e c’è una mia coinquilina di là in sala. Mettiti un paio di pantaloncini, ma senza mutande. Capito Schiavetto?”
“Sì’ mia Padroncina”
Lasciarono la stanza da letto, lei andò in cucina a preparare un primo, lui andò direttamente in sala da pranzo.
Si sedette a tavola, mentre la coinquilina era seduta sul divano, assorta a leggere messaggi sul cellulare.
Indossava una minigonna bianca, un corpetto rosso strettissimo, degli stivali neri e, come avrebbe scoperto dopo poco, un perizoma rosso.
Lo Schiavetto cercava di non guardarla ma non ci riusciva: per lui le minigonne avevano un potere catalitico.
Potere che aumentava a dismisura se erano anche corte. E quella era ridicolmente corta.
Una minuscola parte della sua coscienza continuava a ripetergli che non stava bene spiare sotto la gonna di una amica della sua Padroncina, ma quando lei distrattamente spalancò le gambe, mostrando il rosso acceso del suo perizoma, lui rimase pietrificato come uno zombie.
E proprio in quel momento, la Padroncina entrò con la pasta.
Sarebbe errato dire che si ingelosì: diciamo piuttosto si finse ingelosita, per il gusto di poter fare una scenata e umiliarlo.
“Brutto pervertito che non sei altro! Stai guardando sotto la gonna della mia coinquilina!”
La coinquilina si accorse dell’accaduto e richiuse immediatamente le gambe.
“No. Sì. Cioè” provò a difendersi
“Alzati in piedi”
Lui si alzò e lei gli tirò giù i pantaloni, mostrando il cazzo eretto.
Essere nudo, e per di più con un’erezione, davanti ad una estranea lo fece arrossire dalla vergogna.
“Meriti una punizione”
“Sì Padroncina”
La padroncina si sedette.
“Metti il tuo pisellino tra le mie ginocchia”
Lui obbedì, lei gli strinse il cazzo con fermezza tra le proprie gambe, mentre con la mano destra lo sculacciava. E questo era anche molto più umiliante e imbarazzante.
Gli diede 10 fortissimi schiaffi per ogni natica, mentre lui singhiozzava per il dolore e per la perdita della propria dignità.
La coinquilina era esterrefatta dalla scena.
“Sono quasi certa che ti sia bastato, ma voglio esserne sicura al 100%” disse la Padroncina mentre lui era ancora nella posizione da sculacciata.
“Cara, gentilmente, potresti aprire le gambe? Voglio vedere se resiste alla tentazione di sbirciare”
Per qualche strano motivo, la coinquilina decise di farlo, forse quel gioco la stava divertendo.
Anche se aveva le gambe spalancate, lo Schiavetto non sbirciò.
“Bravo, sei riuscito a controllarti. Sono fiera di te” disse la Padroncina
“Aspetta” disse la coinquilina “Ho un’idea per testarlo meglio”
La coinquilina si sfilò il perizoma e lo fece pendolare davanti agli occhi dello Schiavetto.
Non resistette: alzò lo sguardo e fissò le grandi e piccole labbra che sembravano attrarlo come Ulisse con le sirene.
“Abbassa subito la testa” tuonò la Padroncina mentre lo schiaffeggiava.
Ma per quanto lei colpisse con forza lui non riusciva a smettere di guardare quella vagina così in bella mostra.
“Adesso mi hai fatto proprio arrabbiare. Evidentemente sulle chiappe non soffri abbastanza”
Con la mano sinistra gli afferrò lo scroto, lo tirò verso l’alto, facendo fuoriuscire le palline dalla mano. Con il palmo della destra lo colpì con tutta la forza che aveva.
L’urlo di dolore fu disumano, eppure lui continuò a guardare.
Arrivò un secondo colpo e poi un terzo, e altri ancora.
Lo Schiavetto soffriva un dolore tremendo nel suo punto più vulnerabile, eppure al tempo stesso la cosa lo eccitava tremendamente. Sapere che le sue palline erano alla mercè della sua Padroncina lo faceva sentire vulnerabile e ….. felice.
Arrivati al ventesimo colpo accadde qualcosa che stupì tutti.
Lo Schiavetto venne inondando di sperma i polpacci della sua Padroncina.
Lei smise di colpirlo. Lui, senza nemmeno chiedere, scese dalle ginocchia e iniziò a leccare il proprio sperma per pulire la Padroncina che aveva indebitamente sporcato.
La coinquilina scoppiò a ridere.
Lo Schiavetto pensò che mai nella vita era stato così umiliato e che mai nulla sarebbe stato più umiliante. Perchè non sapeva cosa sarebbe successo il giorno dopo.

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