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Racconti Erotici Etero

scuola di vela…

By 13 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Aspetti il tuo bus, sempre vestita con delle gonne corte, così maliziose a coprire due gambe ben fatte.
Si vede che fai sport, sono così lisce, così fresche, mi ricordano il frutto della pesca.
Hai un maglioncino che lascia intravedere un piccolo seno a coppa di champagne, rasenta la perfezione, sedere sodo, si, sicuramente fai sport, capelli alla Valentina su un viso che ha una vivacità eloquente, occhi verdi intensi: avrai 18 anni e sicuramente il tutto ti rende sensuale.
E’ un po che penso a come avvicinarti e a come conquistarti.
Non &egrave facile perch&egrave ho 37 anni, ma ormai mi sei entrata nella testa; quando ti penso mi vengono pensieri che mi portano subito all’eccitazione e il sapere che potrei essere il primo a insegnarti i giochi dell’amore, mi fa impazzire.
Mi accarezzo pensando a domani, si, perch&egrave domani comincerò a fare in modo che tu mi noti, userò la mia esperienza, i miei soldi e tutto quello che potrò per averti.
Ti immagino, Sei così pura, ti sto spogliando piano, così tenera, impaurita.
Allungo le mani per toccarti i seni coperti da un reggiseno goffo, te li comprerò nuovi, mi piaci se hai un intimo più provocante. scendo allo slip alto, lo faccio scivolare e, nel sogno… vengo.
Cazzo, mi sono imbrattato tutto, si, domani devo cominciare a conoscerti.
Salgo sul bus che ti porta a scuola e aspetto.
Eccoti, ti appoggi al centro, sei con delle amiche, mi sposto verso di te, mi fermo a dici centimetri, tanto &egrave un bus pieno di ragazzi, siamo stretti e io sento il tuo profumo così leggero.
Aspetto una frenata o un movimento brusco per potere sentire il tuo corpo per la prima volta: ecco appoggio una mano sulla tua schiena:
“Scusa, ma il conducente guida come un cane” lei mi sorride, un sorriso da ragazzina felice e mi dice;”Non si preoccupi, capita.”
“Ah, ciao Patrizia, come sta la mamma?”
“Ah, &egrave lei signor Marco: tutto bene”
“Sei diventata grande, diventi sempre più bella, hai preso tutto da lei” E lei, arrossendo un po mi risponde “Grazie “.
“Ok, ti saluto, ciao piccola”
“buongiorno”.
Ho rotto il ghiaccio, mi sono fatto notare, d’altronde io sono un discreto uomo, moro, alto 1,78, dirigente d’azienda, con un divorzio alle spalle, niente figli.
Non ho mai avuto problemi di donne, ma Patrizia… ah Patrizia, mi fai sentire un ragazzino.
Sono con il mercedes decapottabile, alle 7,55 mi trovo tra la sua strada e il bus, sta per correre come sempre:
“Ciao Patrizia vado in centro, dai sali in macchina che ti porto io a scuola, così poi vedrai le tue amiche quante domande ti faranno su di me” e faccio un sorriso di quelli spensierati che danno fiducia.
Lei ha un attimo di incertezza, poi sale e, mettendosi a sedere, si mette a posto quella gonnellina così sexy su di lei.
Passando di fianco alle amiche, lancia un urlo per farsi notare e dice” Vi aspetto a scuola, povere sfigate”” e si mette a ridere facendo la lingua.
E’ deliziosa, le cosce scompaiono sotto alla gonna nascondendo il punto di incontro dei miei sogni.
“Sei mai salita su un mercedes decappotabile?”
“No, &egrave la prima volta”.
“D’estate &egrave piacevole avere il vento addosso e poi, ti abbronzi mentre ti sposti e ha un sacco di opzional interessanti”;
così dicendo sposto il mio braccio e sfiorando un seno, le faccio vedere come si apre il tetto elettrico, poi, i sedili che hanno mille funzioni: “Guarda “le dico “Ha gli sportelli che si chiudono da soli se non li chiudi bene”
La voglio colpire, farle capire che non &egrave da tutti.
Sono con il braccio proteso davanti a lei, tre centimetri circa, fingo di frenare, lei scivola con i suoi seni verso il mio braccio, ah… che tettine che ha, poi con la mano scendo a toccarle un ginocchio facendo finta di volerla proteggere da un eventuale scontro.
E’ solo un secondo, vedo che lei ha la pelle d’oca, sarà il freddo?
Dio, come mi piace la pesca.
Siamo davanti alla sua scuola, le do un bacio sulla guancia e dico:
“Io faccio sempre questa strada, se ti fa comodo ti porto io a scuola, così mi fai compagnia e smetti di correre tutte le mattine per raggiungere il pulman” e sorrido.
“Perch&egrave no, &egrave molto comoda questa macchina, non vedo perch&egrave rifiutare una proposta così carina” e, scendendo, mi saluta di nuovo.
La guardo allontanarsi, che bel sedere che ha, non sculetta, non fa la civettuola, ma cavolo, quanto mi eccita quella ragazzina.
Aspetto le 7,50 del giorno dopo come se fosse il momento più importante della mia vita.
Stanotte ho pensato a come continuare a incuriosirla, stupirla, devo fare in modo che anche lei non veda l’ora di incontrarmi.
“Ciao piccola ,sali che ti scarrozzo a scuola”.
Cerco di avere un linguaggio moderno, devo farla sentire al sicuro
“woooooowww” mi urla e sale sorridendo, la solita linguaccia alle amiche e via verso la scuola.
“Allora cosa hanno detto le tue amiche?”
“Mi hanno fatto un sacco di domande e mi hanno chiesto se possono venire anche loro con noi,se sei un parente o cosa”
“E tu cosa hai detto?
“Gli ho detto che sei un amico di mia madre, che sei molto gentile, e che la tua macchina &egrave bellissima.
Ottimo, gli piacciono le cose di lusso che fanno figura, le cose firmate… ottimo.
Allungo una mano sui suoi capelli al vento e dico:
“Hai qualcosa nei capelli” e li accarezzo facendo finta di cercare una foglia.
“Domenica esco in barca con degli amici, &egrave una barca veramente bella, ti piacerebbe venire a fare un giro?
Ho il cuore a mille mentre aspetto la risposta.
“Posso venire con i miei amici?”
“Purtroppo no piccola, la barca porta solo 8 persone &egrave c’&egrave solo un posto, ma vedrai che i miei amici ti piaceranno, sono simpatici, ci si diverte sempre con loro”
“Ok, a che ora ci vediamo sul porto?”
“Alle nove di mattino va bene” rispondo io.
“Come devo venire vestita?”
“Basta che metti delle scarpe tipo quelle da ginnastica, per non rovinare la superficie, poi, per il resto, metti quello che vuoi”
Poi aggiungo:
“Certo che così vestita sei molto carina, stai molto bene con le minigonne, e poi puoi abbronzarti le gambe”.
“Ok, ci vediamo alle nove di domenica” e allungandosi per darmi un bacio sulla guancia sento il suo seno, i suoi capezzoli sono turgidi, mi sento eccitatissimo, la saluto e la guardo camminare: si, ha un bel sedere.
Continuo a portarla a scuola tutti i giorni fino alla domenica, i miei discorsi sono sempre lineari, correttti, non devo spaventarla, lei si lascia andare sempre di più:
“Sai cosa dicono le mie amiche? Che tu sei il mio amante, non ci credono che sei un amico di mamma” e ride.
“Sono gelose, vorrebbero essere al tuo posto, hanno visto che bel figo che sono” e sorrido.
“Può essere” dice lei, in effetti ti mantieni bene” e questa volta non sorride.
Mi guarda con occhi maliziosi e poi facendo finta di niente si mette a guardare la strada.
Mentre guido faccio cascare le mie Malboro dala sua parte e con tranquillità accarezzo le sue cosce con la scusa di spostargli le gambe, lei fa finta di niente e io risalgo sempre sfiorando le cosce.
E’ domenica.
la vedo arrivare con la mini, si: le piace farsi guardare.
“Ciao Patrizia, tutto ok?”
“Si Marco, &egrave una bellissima giornata”.
“Ascolta Patty c’&egrave un problema; i miei amici hanno avuto un contrattempo e non riescono a venire.
Ci sono dei problemi per te?” e sorridendo, aggiungo: “Non voglio fare pensare male alla gente che vede una bella ragazza come te uscire in barca con un babbione come me”
Lei sorride e mi dice:”Woowwwwww, tu e la barca tutto per me… quale onore” e con un salto felino sale sulla barca.
Ecco sono riuscito nel mio intento, siamo soli, comincio a mollare gli ormeggi e le chiedo di lasciare l’ultima cima, voglio farla sentire importante, lei si piega nel tentativo di mollare bene la corda e io vedo che sotto ha uno slip piccolo, forse un perizoma, mmmmmmm, come mi piace questa ragazzina.
Esco dal porto, cerco il vento, alzo le vele, lei &egrave a prua che guarda il mare, la chiamo e le dico: ” Vieni piccola, che ti insegmo a timonare”
Lei corre da me e mi dice: “Davvero posso?”
“Sarà un privilegio per la mia barca farsi portare da te” e, spostandomi, le lascio il timone.
Lei si posiziona davanti e io dietro: “Metti le mani sul timone e lasciati guidare dalla mia esperienza” le dico, e lei, stavolta senza girarsi, mi dice:” Sono qui apposta”.
Cazzo… &egrave un caso o mi sta provocando?
“Vedrai che dopo questa meravigliosa giornata avrai imparato molto bene a tenere il timone” e cosi dicendo mi appoggio alla sua schiena e allungo le mie mani verso le sue che sono appoggiate allla ruota del timone.
Così facendo dai calzoni il duro del mio membro si appoggia alle sue meravigliose natiche, lei dice: “che bello sentire il timone e sapere che sono capace di farlo muovere”.
Questa ragazza &egrave più sveglia di quello che penso e lasciando le sue mani le dico: “Mi raccomando Partrizia, adesso la barca dipende da te, qualsiasi cosa succeda, non lasciare mai le mani dal timone”
Lei senza girarsi mi risponde:”Stai trnquillo, non lascerò il timone qualsiasi cosa succeda”
Stupendo, le mie mani sono sui suoi capelli, piano scendono sulle spalle e poi si lasciano andare, arrivo ai fianchi, sento il suo silenzio come una esplosione, scendo sulla mini, arrivo all’orlo e accarezzo le coscie.
Con voce roca dico: “mi raccomando, non lasciare il timone”.
” No.., no…non lo lascio…”
Salgo sotto la mini, le accarezzo lo slip, sono eccitatissimo.
le appoggio le mani sul sedere, &egrave veramente ben fatto, come avevo sempre pensato, passo la mano sul davanti, sento un sospiro lieve, un gemito, poi comincio ad accarezzarla sopra lo slip.
Lei con un tremito mi dice:”Sto andando bene con la barca ? mi sembra che le vele sbattano”
“Non ti preoccupare”, rispondo, “tra poco avrai il timone tutto per te e saprai tenerlo a meraviglia” e così dicendo sposto lo slip e con le dita le accarezzo il suo dolce fiore.
I suoi tremiti aumentono, sento il suo umore sulle mie dita, &egrave pronta, adesso il mio membro può entrare in lei, le tiro giù lo slip e le faccio alzare una gamba, poi lo levo, la faccio piegare verso la ruota del timone e dico: “Mi raccomando adesso &egrave importante che le mani stiano al timone, ferme al massimo, fai peso su esso”
Lei dice:” si… va bene così?
la guardo mentre senza girarsi, strige forte il timone.
Io le allargo le cosce così dure e sode, mi slaccio i calzoni, li faccio scivolare per terra, poi, alzandole la mini, mi dirigo dolcemente verso di lei, appoggio il mio cazzo sull’entrata calda e morbida della sua vagina e piano mi spingo dentro mormorandole in un orecchio:
“Tieni il timone, te lo sei meritata..”
e comincio a muovermi in lei.
E’ un paradiso, &egrave inesperta, ma con la voglia di imparare e la sento dire:
“Era tanto che volevo provare a timonare, ma non avevo il coraggio di chiederlo “e io di risposta, le dico:
“Tesoro, tu sei nata per portare le barche, senti il vento come poche e darti il timone &egrave il minimo che potevo fare”.
Continuo a muovermi in lei dolcemente, i suoi ritmi cominciano a seguire i miei, le prendo i seni in mano, sono duri e i capezzoli sono turgidi, &egrave proprio carina la mia ragazzina.
Mi appoggio dietro di lei, spingo fino in fondo il mio timone e, seguendo il vento, mi lascio portare dalle mie senzazioni: sento crescere il mare, ormai sono prossimo al mio piacere, sento Patrizia avvicinarsi come m&egrave al momento finale, così appena la sento godere, seguo il mio destino e esplodo il mio piacere dentro quel fertile fiore…

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