Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Se ci lasciate soli…

By 14 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

A qualcuno di voi sarà certamente successo di trovarsi con il compagno o la compagna pervasi da un intenso desiderio sessuale, ma, a causa delle circostanze, non potervi saziare. Bene, &egrave esattamente quello che successe a me a colui che all’epoca era il mio ragazzo diversi anni fa.
Stavamo insieme da quasi un anno e, dopo qualche incertezza (vedi ‘Esperienza di Sesso Orale’), avevamo iniziato a goderci i nostri rapporti intimi. Era un pomeriggio di Maggio, gli esami di maturità erano ormai alle porte e la tensione iniziava a farsi sentire. Marco era venuto a trovarmi, purtroppo però i miei erano in casa e avevano persino ospiti; quindi dovevamo rinunciare a qualsiasi tipo di contatto. Chiacchieravamo tranquillamente seduti sul mio letto, quando Marco mi disse: ‘Ho una voglia da impazzire, ti va di farlo?’. Sorridendo gli accarezzai il viso e gli risposi: ‘Certo che mi va, però con i miei di là &egrave impossibile’. Lui rimase in silenzio per un po’ con lo sguardo basso; intanto mi accarezzava la coscia lasciata scoperta dalla gonna che indossavo. Dopo un po’ si riscosse e mi disse: ‘Non fa nulla, saprò aspettare’. Si accasciò sul letto con le mani dietro la testa. Mi sdraiai accanto a lui su un fianco e con un braccio gli circondai il torace. ‘Dai non fare così, mica ti ho detto che non voglio. Semplicemente per adesso non &egrave possibile’, detto ciò lo baciai e poggiai la testa sul suo petto. In quella posizione non potei fare a meno di notare il rigonfiamento che si ergeva nei suoi pantaloni. ‘Ma ti eri già tutto indurito?’ gli chiesi un po’ sorpresa e con la mano andai a verificare i miei sospetti tastando quel promontorio come si fa con la frutta al mercato. Marco mi rispose: ‘Guarda che quello che succede laggiù &egrave tutta colpa tua’, ‘Lo prenderò come un complimento’ gli dissi ridendo. Intanto sentivo crescere dentro di me il desiderio che la situazione si evolvesse in qualcosa di più e che quello che tenevo in mano si insinuasse dentro di me. Avvicinai nuovamente le mie labbra alle sue e mentre le nostre lingue si massaggiavano a vicenda, sentii la mano di lui scivolare sotto la gonna e iniziare a massaggiarmi il fondoschiena. Anche la mia mano aveva iniziato a muoversi e scorreva sui pantaloni delineando i contorni di quel corpo duro che chiedeva di essere liberato. Fortunatamente un minimo di controllo mi era rimasto e prima che le cose degenerassero mi liberai dalla presa di Marco. Lui mi guardò stupito e mi chiese: ‘Ma che ho fatto?’. Stavo per rispondere, ma improvvisamente si aprì la porta della stanza e mio padre irruppe dicendo: ‘Cri, vieni un momento di là’. Ringraziai il cielo per essere riuscita a frenarmi un istante prima e seguii mio padre. Rimasi per una decina di minuti a raccontare agli amici dei miei cosa volessi fare all’università e loro ricambiavano con le esperienze di qualche parente o conoscente. Quando finalmente riuscii a tornare in camera mia trovai Marco in piedi nel mezzo della stanza. ‘Ma che fai?’ gli chiesi, lui mi rispose pensieroso: ‘Sto riflettendo su come risolvere il nostro problema, ma sino ad adesso non mi viene in mente nulla’. Mi avvicinai a lui e mentre gli mettevo le braccia attorno al collo gli dissi: ‘Basta! Per oggi non se ne fa nulla, quindi puoi anche stare tranquillo’. Non ero affatto arrabbiata, anzi mi faceva molto piacere che mi desiderasse, soltanto non volevo che questo suo modo di agire mi mettesse nei guai. Marco però non sembrava del tutto convinto: ‘Non credo proprio di farcela. Perché non ci andiamo a chiudere in bagno?’. Lo guardai sconsolata e dissi ironica: ‘Certo, una cosa per nulla sospetta, noi due che ci infiliamo in bagno’. Nonostante avessi appena bocciato la sua ultima idea, Marco non si dava per vinto e mentre ci baciavamo le sue mani tornarono sotto la mia gonna a palparmi i glutei. Con un movimento improvviso mi sfilò gli slip sino a portarli all’altezza del ginocchio, io mi ritrassi immediatamente e feci per rivestirmi, ma lui mi fermò dicendomi: ‘Aspetta, almeno quelle toglile, mica ti vanno a guardare sotto la gonna!’. Non so perché, ma in quel momento la sua osservazione mi sembrò sensata; quindi mi tolsi definitivamente gli slip infilandoli dentro un cassetto. ‘E adesso che vuoi fare?’ gli chiesi mentre tornavo da lui. Non mi diede il tempo di rendermi conto di ciò che stava succedendo che mi prese per mano e mi portò in un angolo della stanza, mi face appoggiare con la schiena al fianco dell’armadio e mi disse: ‘Così se entra qualcuno deve fare almeno un paio di passi per vederci. Mi dispiace soltanto che sia troppo poco per tirarlo fuori’. Si strinse contro di me e iniziò a baciarmi il collo, intanto la sua mano destra percorse tutto il mio corpo sino a sfiorarmi la passerina. Un brivido mi corse lungo la schiena; sino a quel momento desideravo appagare il mio ragazzo, adesso invece ero io a volere il piacere. Le dita di Marco si rincorrevano attorno alla mia fessurina umida giocando con il mio clitoride. Sentivo che l’orgasmo si faceva sempre più vicino. Improvvisamente la porta della mia stanza si aprì: Marco si scostò immediatamente di un paio di passi e io mi voltai per vedere chi era. Mio padre entrò tranquillamente nella camera, non sembrava essersi accorto di nulla. Mi disse: ‘Cri, stiamo scendendo tutti quanti a vedere la macchina nuova dell’amica di tua madre; perdiamo soltanto cinque minuti’. Mentre dicevo: ‘Ok, nessun problema’, stavo in realtà pensando a come sfruttare al meglio quei cinque minuti. Tornai di corsa dall’ingresso dove mi ero recata per assicurarmi che fossero scesi veramente tutti e trovai Marco seduto sul letto, nudo dalla vita in giù con il preservativo già messo. Mentre mi avvicinavo a lui gli chiesi: ‘Riesci in pochissimi minuti?’; lui mi sorrise e disse: ‘Una richiesta del genere non me la sarei mai aspettata’. Lo spinsi dalle spalle sino a farlo sdraiare e mi misi a cavalcioni sul suo membro teso. Lo lasciai scivolare dentro di me rapidamente e iniziai a muovere furiosamente il bacino avanti e indietro. Marco si teneva saldamente aggrappato ai miei glutei che abbandonava sporadicamente per accarezzarmi i seni ancora coperti dalla maglietta. Ero quasi arrivata e anche Marco dava chiari segnali di cedimento; però ormai i cinque minuti erano scaduti e da un momento all’altro la porta di casa si sarebbe aperta. L’ansia di essere scoperta non pregiudicava però il piacere che traevo dal sentire quel membro duro correre dentro la mia passerina. Marco mi prese le mani e disse: ‘Sto per venire’; anche per me era giunto il momento e chiudendo gli occhi cercai di muovermi ancora più velocemente. L’orgasmo arrivò contemporaneamente per entrambi e mentre il mio ragazzo riempiva il preservativo io mi godevo il calore del piacere. Mi accasciai sopra di lui per dargli un bacio, ma fu soltanto un attimo, poi lui corse in bagno per liberarsi del preservativo e io mi ricomposi cercando di assumere l’aria più normale possibile. Passarono pochi secondi e sentimmo aprirsi la porta di casa.

Leave a Reply