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Se provi a muoverti il dolore aumenterà

By 8 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Credevo fosse finita. Invece avrei dovuto dargli retta, quando mi diceva ‘questo &egrave solo l’inizio’. Aveva preso alcune mollette per i panni che avevo sul comodino della mia stanza da letto. Rosse, di plastica. Guardandomi dritto negli occhi mi disse ‘&egrave incredibilmente eccitante pensare quanti utilizzi possano avere oggetti comuni’. Lo vidi aprire la molletta e poi richiuderla, almeno tre o quattro volte.
Poi prese il mio capezzolo destro, e cominciò a giocarci con i polpastrelli: lasciava che le sue dita scivolassero sull’areola, disegnando cerchi appena percettibili. Non appena mi abituavo al suo tocco, ecco stringerlo in una morsa da togliere il fiato, torcerlo su se stesso e poi accarezzarlo di nuovo, con infinita dolcezza. Non ci volle molto tempo a far indurire i miei capezzoli come punte di spillo; non appena furono della giusta forma, il mio signore prese una molletta e la strinse loro intorno. Era la prima volta che qualcuno faceva questo al mio corpo e, nonostante lo shock iniziale, non avrei mai immaginato che mi avrebbe provocato simili brividi. Il mio corpo reagiva come mai mi sarei aspettata: sentivo un piacere profondo irradiarsi in ogni parte di me, senza che io potessi fermarlo.
‘Il bello di queste mollette’ , aggiunse mentre accarezzava il mio ventre con una di esse ‘&egrave che possono essere apposte ovunque’.’. La sua mano scendeva delicatamente e io non potevo fermarla. LE mie gambe erano divaricate e tenute in posizione da due stole, in modo che io non potessi più di tanto fare movimenti bruschi. Anche le mie braccia erano legate. Sentivo la plastica scivolare lungo l’incavo dei seni fino all’ombelico, ritornare su e prendere la via del pube lungo i fianchi. Fu improvviso e inaspettato: il mio signore lasciò scattare una molletta applicandola alle grandi labbra. Non ero pronta a quel dolore secco e violento, amplificato dal fatto che tutto il mio corpo era immensamente sensibile. Il tocco del mio signore ha la facoltà di esaltare tutti i miei sensi, di renderli vigili, di renderli recettivi.
‘Se provi a muoverti il dolore aumenterà. Quindi ti consiglio di stare molto ferma e di non fare strani movimenti fino a quando io non avrò finito’. Non avevo la forza di parlare, ma la verità &egrave che mi stavo terribilmente eccitando. Il mio sesso era del tutto esposto ai suoi occhi e alle sue mani: con due dita divaricò le grandi labbra, una delle quali aveva ancora la molletta attaccata. Il clitoride era rosso e pulsante, gonfio di desiderio, lucente di umori. Al mio signore bastò sfiorarlo per sentire quanto fosse gonfio e carico. Si limitò a soffiarci sopra e a me scappò un gemito violento e incontrollato. Avrei voluto gridargli ‘ancora, ti prego, non smettere’. Ma non potevo farlo.
Fu in quel momento che sentii nuovamente quel dolore improvviso e sconvolgente e capii che aveva applicato un’altra molletta, questa volta sull’altro labbro, un po’ più in basso. Quel dolore mi pareva insopportabile e ancora non sapevo che, di lì a qualche tempo, avrei imparato non solo a conviverci, ma anche a capire che non &egrave niente’.
‘Voglio che tu rimanga così, aperta e pronta ai miei desideri’. Non c’era nulla di me che potessi nascondere, nemmeno i miei desideri. Passò un dito dentro di me, che scivolò senza difficoltà: ero bagnata ed eccitata come mai mi sarei aspettata. Si avvicinò a me, mettendo quasi con violenza quel dito nella mia bocca. Lo succhiai avidamente, su e giù, indugiando sul polpastrello, lasciando che toccasse il mio palato. Sentivo il mio sapore, pensavo che anche lui lo aveva assaggiato e questa idea mi stava mandando fuori di testa a tal punto che mi accorsi solo troppo tardi di quanto stava accadendo. Il mio signore aveva preso un’altra molletta e senza preavviso l’aveva fatta scattare attorno al clitoride turgido e rosso. Io strillai: era un dolore inaspettato, arrivato senza preavviso, che mi lasciò senza fiato.
Vidi i suoi occhi fiammeggianti di piacere e di desiderio, vidi le sue mani avide di me e potei intuire che la sua mente già immaginava la mossa successiva.
‘Sei uno spettacolo meraviglioso, desidero che tu resti così per i miei occhi’.
Io sentivo fitte ai seni e al clitoride e più lottavo con queste sensazioni, più mi rendevo conto di quanto fossi desiderosa di averne ancora. Credevo che il peggio fosse arrivato ma’. Non sapevo che il peggio sarebbe stato il momento di sganciarle via da me. Iniziò dal seno: un colpo secco, che mi fece vedere le stelle, seguito subito dalle sue labbra che iniziarono a leccare avidamente i miei capezzoli. Quel dolore seguito subito da un godimento più profondo mi stava stordendo ed esaltando. Mi sentivo una bellissima donna in preda ad un piacere vorticoso. Riservò lo stesso trattamento alle mollette sulle labbra e lì fu ancora più doloroso ed eccitante. Ero bagnata di umori e di desiderio, sentivo montare dentro di me un orgasmo crescente che, inspiegabilmente, esplose nel momento in cui il mio signore tirò via la molletta sul clitoride, la più dolorosa in senso assoluto.
Mi sentii mancare e una piccolissima parte di me ringraziò il cielo di essere distesa su di un letto. Non appena tolse la molletta, inserì il dito indice, mentre con il pollice solleticò il clitoride ed io mi lasciai andare. Esplosi, colai, forse persi il contatto con la realtà per qualche secondo. Non ricordo bene tutto quello che avvenne dopo, né riuscivo a capacitarmi di quanto grande fosse il piacere che il mio signore mi aveva regalato.
Quando aprii gli occhi, lo vidi nudo davanti a me: ‘ora tocca a me godere’.

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